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Autore: Daewen    28/06/2006    3 recensioni
"Un sonoro schiocco, accompagnato da una forte puzza di zolfo li fece voltare rapidamente: alle loro spalle era appena comparsa una loro vecchia conoscenza. Kurt Wagner si stava spazzolando il cappotto sudicio, come se quel gesto potesse renderlo più presentabile. Al suo fianco, che esitava a slacciarsi da lui, c’era una bambina sugli undici anni, ben pettinata e vestita di tutto punto."
Genere: Malinconico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Vai col terzo capitolo!!!
x Wolvie91: in effetti se ho visto la scena finale è perché ho ricevuto una soffiata da un mio amico. Già, povero Jimmy! Forse Leech è meglio ^^
x Mlle Nihal: ecco qua il capitolo seguente =)
Grazie per aver recensito, che così mi infuoco ancora di più (come se non fossi abbastanza fissata con gli X-Men) e scrivo più veloce! E grazie anche a chi legge e basta!
In ogni caso in questi giorni mi sono fatta un mazzo così per delineare meglio i personaggi che ho inventato e ho steso un abbozzo di trama, così dovrei andare più veloce. Diciamo che ho sfruttato questo periodo di limbo (in cui non ho niente da fare perché a quanto pare mia madre è l'unica che non permette alla figlia di andare a lavorare d'estate, perlomeno nella cerchia dei miei conoscenti) per portarmi avanti il lavoro.

Capitolo Terzo
Se parli di odore devi essere Wolverine

Una settimana più tardi
«Ti capisco, sai? Quella bambina innervosisce anche me» annuì Warren, contorcendosi per trovare una posizione più comoda per le sue povere ali. Alla fine rinunciò, si alzò e si avvicinò alla finestra che mostrava un paesaggio candido come le sue piume.
«Non mi innervosisce, mi preoccupa, è diverso. Il suo atteggiamento è troppo spensierato!» si preoccupò di precisare Ororo.
«Cos’è, una bambina felice della sua vita è troppo anormale?» borbottò Bobby.
«Ha diviso la sua vita tra orfanotrofio, casa famiglia e perfino Alcatraz, come cavia. E ha trascorso gli ultimi due anni a girare l’Europa come una nomade. Anzi, una fuggitiva, come si definisce lei. Ti pare normale che sia felice?»
«Forse è felice del cambiamento» azzardò Warren, senza troppo interesse.
«Mmh.. Non ha nemmeno un potere con cui confrontarsi facilmente. Un conto è ritrovarsi, poniamo, con una forza sovrumana, un fattore rigenerante o perché no, anche con la capacità di controllare il tempo, e un conto è poter intervenire sul DNA di altre creature. Una bambina sui tre anni o giù di lì prenderebbe i nostri poteri come una specie di magia, suppongo, ma la comprensione, diciamo anche incompleta, del codice genetico è fuori dalla portata del, diciamo, 90% circa degli adulti, laureati o no. Potrebbe anche aver fatto del male a persone cui voleva bene, per quel che ne sappiamo» Stavolta anche Hank era stato espressamente invitato alla riunione: uno scienziato avrebbe potuto aiutarla maggiormente di tutti loro messi insieme.
«Le prime volte ho usato la mia facoltà soltanto per “leggere” il mio DNA, o quello di alcuni animali. Era divertente, sembrava una specie del gioco di costruzioni che avevamo all’orfanotrofio. In fondo, mi è capitato molto di rado di modificarlo. È una faccenda lenta e faticosa, e anche il più piccolo errore può essere mortale, lo so bene. Non ho mai ucciso né storpiato nessuno, insomma, se è questo a preoccuparvi»
«Ehi, ciao Renee!» saltò su Kitty, improvvisamente animata. Non le piaceva che gli altri X-Men volessero analizzare tanto a fondo la situazione della sua nuova amica, cui si era rapidamente affezionata, e cercava di non starli troppo a sentire. Così però si annoiava a morte.
«Hai un odore familiare» Logan, ovviamente, che prima di allora non si era mai trovato abbastanza vicino alla nuova arrivata, ma gli ricordava qualcuno, una somiglianza abbastanza sfumata da rendergli impossibile qualcosa di più di una sensazione.
«Ti ricorderò Kurt» ribatté allegramente «Se parli di odore… devi essere Wolverine?»
«Mi conosci? Onorato, davvero.» ringhiò.
«Oh, è stato proprio Kurt a parlarmi di te!» bugia colossale, ma le riuscì di farla passare per verità. Dopotutto era plausibile. «Comunque ero venuta per chiedervi di farmi allenare nella stanza del pericolo»
«Sei impazzita? Come ti salta in mente?»
«Oh, avanti, Ororo, se non mi lasci allenare quando sarò pronta a combattere?»
«È proprio questo il punto! Tu non scenderai mai in campo!»
«E perché mai, di grazia?» si stava arrabbiando, e doveva evitarlo.
«Perché sei cieca, maledizione! Non ti sembra una ragione sufficiente?»
Nella stanza si spense ogni rumore, mentre Renee indietreggiava verso la porta che aveva lasciato aperta. Kurt, appollaiato su un bracciolo del divano, se n’era rimasto in silenzio fino ad allora «Ororo! Non voleva che si sapesse! Sarebbe meglio lasciarla, sai... Aspetta, Renee!»
«Portami via, Kurt» rispose lei, e attese che Nightcrawler si teletrasportasse accanto a lei, l’abbracciasse e la portasse via teletrasportandosi altrove, in un posto noto solo a loro.
«Dici che quella ragazzina non vede proprio niente? Ora capisco cos’aveva di strano» Logan aveva bisogno di pensare, e si accese uno di quei suoi puzzolentissimi sigari. Kitty si spostò più vicina a Peter, per sfuggire all’odoraccio. Gli sussurrò un paio di parole di scusa, e sventolò la mano davanti al viso –per fortuna Logan non l’aveva notata- e Peter le sorrise in risposta.

Il giorno dopo
Logan scivolava tra gli enormi alberi come un’ombra. Il lupo era a caccia, gli artigli sfoderati come i suoi denti, in quel momento più simili a zanne, sporche di sangue com’erano. Una guardia, di quelle di Stryker, spuntò da dietro il tronco alla sua destra. In meno di un secondo era a terra, sanguinante, pronta ad esalare l’ultimo respiro. La caccia lo faceva sentire bene. Era forse l’unica cosa che lo faceva sentire bene, dopo la morte del Professore, ma soprattutto di quella di Jean, avvenuta per sua stessa mano. Non c’era notte in cui risentiva la sua voce, mentre lei gli chiedeva di salvarla. E risentiva i suoi artigli che le affondavano nella carne morbida, così facile da penetrare con le sue lame in adamantio! E risentiva lei esalare l’ultimo respiro, rivedeva il suo sorriso colmo di pace, e l’acqua che lei aveva sollevato dall’oceano ricadere con un enorme schianto. E le lacrime che aveva versato. Si era sbagliata: non era stato il Professore a domarlo, ma lei.
Ma quando era a caccia, riusciva a nascondersi questi ricordi, e si sentiva bene, credeva di sentirsi bene. Il sangue lo eccitava. Squartò un’altra guardia, affondando gli artigli nel basso ventre e muovendo rapidamente la mano verso l’alto, mentre portava l’altro braccio dietro di sé a sgozzarne una terza. Si ritrovò in uno spiazzo erboso, e all’improvviso si ritrovò circondato da soldati. Bene. Si faceva sul serio. Si lanciò in avanti con un basso ringhio, ad artigli sguainati. Con un colpo netto recise la giugulare dell’uomo davanti a lui, poi cominciò a correre in circolo, il braccio levato a sgozzare anche tutti gli altri. Uno di essi, solo uno, riuscì a scamparla, roteando rapidamente su se stesso. Si ritrovò di fronte una bambina e prontamente levò il fucile e fece fuoco. I proiettili l’attraversarono, uno, due, tre, ma il quarto le graffiò il braccio sinistro. Renee urlò e si accovacciò, evitando così altri due colpi, che saettarono sopra di lei. Ora aveva paura. Non credeva che Wolverine fosse tanto forte –o folle?- da regolare la Stanza del Pericolo ad un livello così alto, ma ormai era in ballo «E allora balliamo!» portò le braccia in avanti, verso la guardia –che fortunatamente non si era mossa- e la investì con una serie di dardi di ghiaccio. Fece appena in tempo a riportare il suo DNA alla normalità prima di svenire. Wolverine aveva appena ucciso, brutalmente, gli ultimi guerrieri; si lanciò verso di lei. Le fece scudo, mentre ordinava alla Stanza del Pericolo di terminare la sessione e contemporaneamente ritirava gli artigli. La raccolse fra le braccia e corse verso l’infermeria, gridando aiuto. Il primo ad arrivare fu Kurt, grazie alle sue abilità di Teleporter, seguito a breve da Ororo e Hank, il quale si affrettò a collegare la bambina, ancora svenuta, ai complicati macchinari. Il verdetto fu chiaro. Il dottore aveva alzato lo sguardo con un sorriso sollevato: «La piccola sta benissimo. Anzi, dirò di più: credo stia solo dormendo» e si chinò per esaminarle la ferita.
«Logan, cos’è successo?» Ororo sembrava furente.
«Ah, non ne ho idea. Ero nella Stanza del Pericolo, quando è praticamente apparsa da nulla. Grazie alla fasatura ha evitato alcuni proiettili, ma forse qualcosa è andato storto, perché uno l’ha colpita. Poi ha ucciso la guardia con dei dardi di ghiaccio»
«Fasatura? Dardi di ghiaccio? Ma cosa…»
«È il suo potere» mormorò Kurt, prima di scomparire in una nuvola di zolfo, e ricomparire subito dopo insieme a Kitty e Bobby.
«Renee!» urlò Kitty, correndo verso l’amica, terrorizzata.
«Tranquilla, il proiettile l’ha presa soltanto di striscio, è stata fortunata. È sufficiente un cerotto» mormorò Hank, assorto in quello che stava facendo. Qualcosa sembrò colpire la sa attenzione e alzò lo sguardo verso la ragazzina «Non è per questo che ha perso i sensi…»
«È svenuta? Oddio…»
«Al momento sta dormendo. Ma a quanto pare ha usufruito dei poteri tuoi e di Bobby. Che effetti collaterali vi hanno dato?»
Bobby scosse la testa, incerto. Sicuramente nessuno del genere. Ma Kitty si era fatta più vicina «È difficile controllare la fasatura. Se stava già poco bene di suo, potrebbe aver perso i sensi per questo, credo. Ci ha... copiato i poteri?»
ignorò la domanda «Come pensavo. Wolverine?»
«Mmh?»
«A che livello era la Stanza del Pericolo? Wolverine!» insistette, poiché sembrava riluttante a rispondere.
Lui sbuffò «Tredicesimo, palla di pelo»
«Sei pazzo?» Sbottò Tempesta.
«Bene Ororo, credo sia più saggio permetterle di usufruire della Stanza del Pericolo»
«È quasi morta! Cha diavolo vi prende, ad entrambi?»
«Proprio per questo. A quanto pare ha sia la testardaggine che le capacità di infiltrarsi in una delle nostre sessioni. Calibrerò la stanza su di lei, anzi, doterò anche i bersagli di un DNA, in modo che sviluppi il suo potere e non quello degli altri»
Kurt sorrise. «Ve l’avevo detto che era meglio darle retta. Non si può certo dire che la signorina abbia un carattere facile!»
Hank si raddrizzò, si sistemò gli occhiali sul naso e si raggiunse le porte dell’infermeria «Portatela in camera, non c’è motivo per tenerla in questa stanza, e quel lettino ha l’aria scomoda»
«Non sai quanto» ribatté Logan, e si affrettò a riprendere Renee fra le braccia, anticipando Kurt «Ci penso io, elfo»
Mentre la riportava in camera, non poté far a meno di notare quanto gli fosse familiare quell’odore. Ma chi gli ricordava?

Finalmente ho mostrato Renee all'opera. Ovviamente il suo potere l'aveva già usato per memorizzare le mutazione di Kitty e Bobby, le uniche a lei utili (perlomeno fra gli X-Men). Ho descritto il suo potere in modo sommario, però, perché il vero funzionamento lo spiegherà lei stessa fra un capitolo o due. Ma soprattutto, finalmente Logan inizia ad assumere un ruolo più importante... ^^
Restate in onda per il prossimo capitolo: "L'ennesimo segreto"!!!

  
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