Una lunga passeggiata. I
-Avete parlato ieri sera?-
-Avremmo dovuto?-
Sbatto il libro sul banco,girandomi di scatto. Mi guarda indifferente, aspettando la mia solita reazione.
-Mi sono assolut…-
-..amente stancata, dobbiamo fare pace, non possiamo permetterci di non essere uniti in una situazione come questa, mi sto comportando da bambina e non è giusto nei suoi confronti.-
Rimango con la bocca aperta. La richiudo, alzando un sopracciglio.
-L’hai detto così tante volte che ormai lo ricordo a memoria.- Termina, scrollando le spalle.
-Eppure non mi sembra tu mi stia dando veramente ascolto.- Rispondo, stizzita.
-No, infatti.- Conclude, con tranquillità.
Mi ributto sulla sedia. La porta si spalanca all’improvviso: Marc e Luke entrano col fiatone e rendendosi conto della mancanza della Mason, si rilassano sui banchi accanto a noi.
-La prossima volta puoi scordarti di venire al corso con me.- Dice Luke, annaspando.
Marc ridacchia. -Non trovavo la maglietta.-
Il fratello si gira, rivolgendogli un’occhiata carica d’odio e facendo ridere di gusto il diretto interessato.
-Oh! Ciao Beth!- Dice, notandomi da dietro il fratello. Questo si gira, rivolgendomi un sorriso. -Ehi.-
-Ciao!- Dico, ricambiando con la mano.
Sam accanto a me è intenta a far finta di leggere una pagina del libro. In presenza di Luke non saluta neanche più Marc, per evitare di dover incrociare il fratello sbagliato.
-Sa.. salv.. Buongiorno ra-gazzi.- Ci giriamo tutti verso quella che dovrebbe essere la professoressa.
Una mano sul petto, il fiato corto e i capelli scompigliati. Sembra essere stata travolta da un tornado.
-Scu.. scusa…- Si blocca, prendendo un respiro profondo. -Scusate il ritardo. La macchina non partiva e ho dovuto farmela a piedi.- Porta una mano sulla fronte, sedendosi sulla cattedra.
-Okay, sto meglio.- Dice alzandosi e portando la pesante borsa accanto alla sedia. -Prima di iniziare, avrei da darvi un annuncio.- Sul suo viso si apre un sorriso.
-Negli ultimi due giorni ho parlato con il vostro preside.. sulla durata del viaggio d’istruzione, i mezzi che utilizzeremo, la scaletta dei luoghi da visitare.. per non parlare dei preventivi, i costi..-
-E..?- Cerca di spronarla Luke, impaziente.
-Oh sì, e.. il 20 novembre partiremo!-
-SEEEEE’!- Ops. -Scusi.- Dico, rendendomi conto di aver urlato.
-E fino a quando resteremo?- Domanda Sam. Vedo Luke girarsi verso di lei, e guardarla con aria triste.
-Sino al 25. Avrete informazioni sul prezzo, nome dell’hotel e ogni cosa vi interessi il prima possibile. Ma tranquilli comunque, il grosso è risolto.-
Sospiro, sollevata. E’ già qualcosa, per lo meno è certo che partiremo. E questo significa che siamo un altro passo più vicini alla soluzione.
-Ma adesso- Dice la Mason prendendo in mano il suo spesso tomo scolastico. -Aprite il vostro libro a pagina 132, sùsù.
***
-Ahh, un po’ di sole!- Siamo fuori dalla scuola; la campanella è suonata da qualche minuto.
-Sentite, vorrei farvi notare una cosa.- Dico, seduta sul solito gradino grigiastro. -Sono passati due giorni. Dell’Ordine o di qualsiasi altra persona neanche l’ombra. Cosa ne pensate?- Poggio i gomiti sulle ginocchia piegate, la faccia tra le mani.
-Presumo se la stiano prendendo comoda.- Risponde Luke, seduto poco sopra di me.
-O forse si sono scordati di avvertirci.- Aggiunge Sam, poggiata al muro.
-Semplicemente- Conclude Marc, fermo davanti a me, con le mani in tasca. -Non hanno idea di cosa fare, e il venirci a trovare comporterebbe il dover rispondere a domande di cui.. non credo abbiano risposta.-
Alzo il viso verso di lui; mi osserva tranquillo, spostando lo sguardo dalla mia faccia alle scarpe blu che scuoto appena. Inclino un po’ la testa.
-Lo sai che hai il vizio di fissare le persone?- Gli dico, senza neanche pensarci più di tanto.
Aggrotta le sopracciglia sorpreso, per poi rialzarle ammiccando un po’.
-Il mio osservarti è piuttosto palese. A differenza tua che credi di non farti notare quando guardi le persone.-
-Ma io non guardo le persone.- Dico con tranquillità, sorridendo.
-Ah no?- Poggia la mano sul muro poco lontano dalla faccia di Sam che, sovrappensiero, vedendosi un qualcosa arrivare a pochi centimetri da lei, sobbalza spaventata.
-Esatto.-
-Vorrei ricordarti come ci siamo conosciuti, noi due.-
Ops. -Sì, be’, e allora?-
-E allora- continua, soddisfatto. -Qualcuna era impegnata ad osservarmi , da capo a piedi.-
Roteo gli occhi. -Una volta o due può capitare, non ti conoscevo ed ero curiosa.-
-Curiosa? Di cosa?- Ridacchia.
Riesce a rigirare le situazioni a suo piacimento, è una dote innata. Proverò a farmela insegnare un giorno.
-Della tua faccia di ..-
-Ehi ehi ehi, ragazzi, per favore.- Luke da dietro di me alza le mani come per calmarci un po’.
-Non intrometterti, Beth stava terminando un discorso molto interessante.- Alza le sopracciglia, spronandomi a continuare.
-Io invece direi di smetterla qua.- Insiste il fratello scendendo le scale, scuotendo la testa e ridendo un po’.
-Pienamente d’accordo con lui!- Dico, alzandomi dal gradino.
Marc davanti a me sbuffa. -Figurati.- Si gira verso Sam, in disparte e persa nei suoi pensieri.
Ritorna a guardarmi, sul volto un’espressione complice.
‘Ohhh!’ Penso.‘Non vorrà mica..’
-Sai cosa penso, Elizabeth?- Si posiziona davanti a me, per mascherare agli altri due la sua faccia divertita.
-Cosa, Marc?- Rispondo, trattenendo un risolino.
-Non me la racconti giusta, e non ho intenzione di far finta di niente questa volta! Perciò adesso tu vieni con me, e ci facciamo una bella chiacchierata.- Mi prende dal polso, tirandomi giù da tutta la rampa di scale.
-Ma.. Beth, io..- Sam, risvegliatasi dal tono troppo alto di Marc, è perplessa e un po’ confusa.
-Non credo accetterà un ‘no’ come risposta.- Dico, fintamente dispiaciuta.
-E io cosa faccio adesso?- Risponde, incrociando le braccia.
-Stai con Luke.- Interviene Marc, scrollando le spalle. -Avete un bel po’ di cose da dirvi, ad essere sincero.-
E mi tira via, senza dar tempo a una Sam irritata o a un Luke soddisfatto di proferir anche solo una parola.
-E’ stata una bella idea, dico davvero.-
-Lo so, ovviamente.-
Roteo gli occhi. -La tua poca modestia è seriamente irritante.-
Ridacchia. -E’ un dato di fatto, non mi sto mica vantando.-
Cammina accanto a me, diretti verso non so bene quale meta. Sulla spalla il solito zaino, un paio di jeans, le mani nelle tasche della felpa verde scura, aperta.
-Mi stai fissando.-
Scuoto appena la testa. -Ero incantata, stavo pensando.-
-Tu pensi?-
-Ah-ah. Simpatico, davvero.-
Sorride. -E a cosa stavi pensando?-
Lo guardo, trasformando la mia espressione irritata in una curiosa ed allegra.
-Secondo te dove saresti stato Smistato dal Cappello Parlante?- Domando, saltellando un po’.
Inizia a ridere. -Pensavi a questo?-
-Sì.- Rispondo, con l’entusiasmo ormai spento. -Perché?-
-No è che.. sono stupito, mi hai preso in contropiede.- Scuote la testa, ridendo.
Scrollo le spalle. -Allora? -
-Uhm.- Porta indietro i capelli con la mano destra. -Ecco.. non ci avevo mai pensato.- Si gira verso di me, con le sopracciglia aggrottate.
-Vai per esclusione.- Rispondo. -Dopotutto sono quattro, non c’è molta scelta.-
-Di certo non sarei un Tassorosso.- Aggiunge con certezza.
Scuoto la testa. -Per niente. Loro suono buoni, a differenza tua.-
Mi spintona, scherzoso. -Non credo di essere un Grifondoro..- Continua.
-Assolutamente. Ti servirebbe il coraggio e soprattutto la cavalleria, che detto sinceramente, sono due caratteristiche che ti manc..-
-Ehii!- Mi massaggio un punto sulla spalla dove mi ha appena colpita.
-Insomma, ne restano solo due. Corvonero e Serpeverde.-
-Sei ambizioso?- Domando, interessata.
Scrolla le spalle. -Quando serve. Ma non mi ci vedo granché in questa Casa, ad essere sincero.-
Ci penso un po’ su. -Il verde ti sta bene però.-
Porto un dito sul mento, osservando la sua felpa. -Esteticamente parlando.-
Scoppia in una fragorosa risata.
-Che c’è? E’ un dato oggettivo!- Domando imbarazzata.
-Non rido per quello!- Scuote una mano, continuando a sorridere. -So che mi sta bene. Rido per te, e per il fatto che non stai scherzando, sei realmente seria! Il colore della felpa..!- Ha quasi le lacrime agli occhi.
Incrocio le braccia. -Insomma, smettila di prendermi in giro.-
-Ma dai, sto scherzando.- Risponde, allungando il braccio e tirandomi a lui dalla mia spalla. Mi abbraccia, ondeggiando sul posto.
-Va bene, ho capito, scherzi.- Dico, ricambiando l’improvviso gesto d’affetto. -Ma.. c’era bisogno di abbracciarmi?-
Si blocca all’improvviso, allontanandosi un po’ con nonchalance. Scrolla le spalle. -Dettagli.-
Sorrido, continuando a comminare. Arriviamo davanti a una casetta tutta azzurra, circondata dal verde delle siepi. Imbocchiamo la stradina alla sua destra.
-Corvonero o Serpeverde.- Dico, dopo un po’.
-Sicura?- Domanda, un po’ perplesso.
-Sì. Ti ricordo l’idea di oggi di allontanarci e lasciare Luke e Sam da soli e non tralasciamo il modo in cui hai aggirato i Ghermidori.- Dico, annuendo a me stessa.
-Come non dimenticare la mia eroica impresa contro quei poveracci senza cervello.- Osserva un punto indefinito verso l’altro, con sguardo fiero.
-Non faccio altro che incrementare il tuo ego, se continuo così.- Vedo il suo sguardo abbassarsi di colpo e fare una smorfia fintamente altezzosa.
-E aggiungerei di non dimenticare l’estremo grado di irritabilità che mi causa la tua vicinanza, il modo in cui ti atteggi e soprattutto- Indico la sua felpa. -Il verde!-
Ridiamo. Il discorso ha preso una piega curiosa, ad essere sincera.
-E tu in che Casa ti vedresti?- Domanda a un certo punto.
-Probabilmente sarei una Magonò. Una pecora nera anche nel Mondo Magico.- Rispondo, scherzando, ma con un tono che tradisce un po’ di serietà.
-Emarginata anche tra i non-babbani.- Aggiunge fintamente angosciato. -Povera te.-
Sorrido. -Tu che dici? Dove mi Smisterebbe il Cappello Parlante?-
-Non in Serpeverde, sicuramente. E probabilmente neanche in Grifondoro..-
Annuisco. Ambizione e coraggio non sono le mie doti più caratteristiche; sempre se si possa dire che io sia almeno un po’ entrambe le cose.
-Tassorosso o Corvonero.- Sentenzia alla fine.
Ci penso un po’ su. E’ nel mio carattere essere entrambi, dopotutto.
Credo sia un bene che un Cappello decida per te. Voglio dire, lui sa qual è la Casa adatta. Il tuo pensiero e le tue scelte influenzano la sua scelta solo se hai già le idee chiare, ma per una come me, che non ne avrebbe praticamente neanche una, è un grande aiuto che sia qualcun’altro, o meglio, qualcos’altro, a decidere per te.
Annuisco, rivolgendogli un’occhiata. La strada è chiusa; a sinistra, una serie di porte e portoni; a destra, un paio di scalini che portano alle abitazioni vicine. Decidiamo di sederci. Poggio la schiena sul muretto dietro di me mentre Marc, buttato lo zaino a terra, è seduto cavalcioni.
Rimaniamo in silenzio. Ed eccoci che ci ritroviamo nelle nostre solite situazioni. Stiamo insieme pomeriggi interi, giorni interi. Scherziamo, parliamo, ci urliamo contro. Qualche volta il nostro non è un rapporto semplicemente d’amicizia, ma la maggior parte del tempo sì. Ed è questo il problema.
-Siamo quota a tre, Beth.-
Scuoto la testa, scacciando via quei pensieri. -Cosa? Di che parli?-
-Dovresti smetterla di incantarti a fissare le persone. Voglio dire, so che tutti si incantano a guardarmi ma.. un minimo di pudore.-
Gli tiro un pizzicotto sulla spalla più vicina. -Ahi! Permalosa.- Risponde, sfiorando appena il punto dove ho tentato di fargli male.
Rimaniamo, di nuovo, in silenzio.
Vorrei chiederli se solo a me questa situazione va un po’ stretta, se sono io a vedere cose non vere e ad avere aspettative troppo alte.
‘Beth, ti ha baciata maledizione!’ Mi direbbe Sam, e quasi mi sembra di sentire la sua voce.
Sbuffo, iniziando a giocare distrattamente con una ciocca di capelli. E’ normale stare così bene con una persona, ma allo stesso tempo sentirsi a disagio? A quanto pare, sì.
-Rischierai di tirarti via metà chioma se non la smetti eh.-
-Dall’ultima volta che mi hai baciata non ho idea di come comportarmi nei tuoi confronti.-
Cazzo.
Mollo la ciocca di capelli, preparandomi a una risposta che non credo proprio di voler sentire.
L’ho preso in contropiede. Sulla sua faccia un’espressione stupita, ma continua a guardarmi negli occhi, senza nessun accenno a cedere. Sono io ad abbassare lo sguardo, questa volta.
-Comportati normalmente.- Risponde, tranquillo. -Non voglio stare in compagnia di una ragazza che, per un bacio, si è rivoluzionata da capo a piedi. M’interessa la Beth che ho baciato, non una sua ipotetica trasformazione.-
‘M’interessa’, ‘Beth’ e ‘baciato’, nella stessa frase sono un colpo al petto.
Alzo gli occhi, probabilmente rossa in viso. Ma ho ancora un autocontrollo.. credo, così provo a ricompormi.
-Sì infatti, hai ragione.- Dico, diplomaticamente. -Mi sembra più che giusto. Dopotutto tra scuola e riunioni, mi sembrava il minimo capire un po’ il modo in cui..- Scuoto la testa e chiudo gli occhi, interrompendomi a metà. -Basta Marc, hai capito cosa intendo dirti. E’ meglio se non aggiungo altro.-
Così magari evito di rendere questa conversazione ancora più imbarazzante di quanto già non lo sia.
Annuisce, iniziando a sorridermi. -Pensavo non me l’avresti più chiesto.- Aggiunge infine.
Cosa?
-Che intendi?- Domando perplessa.
Si raddrizza meglio, poggiano le braccia sulle ginocchia piegate. -Per un attimo ho.. creduto che il mio gesto non fosse così..- Si gratta un po’ la testa, in imbarazzo. -..significativo da meritare considerazione.-
Spalanco gli occhi. Ma allora i viaggi mentali non me li sono fatta solo io. Confortante.
-Così.. vedendo che non facevi nessuna domanda, non mostravi nessun interessamento, ho pensato: ‘Va be’, ci provo un’altra volta.’ Così allo sciopero ho tentato di baciarti ancora. Ma è arrivata Claire, e.. niente.-
Rido.
-Non mi aiuti se reagisci così, sai?- Risponde sorridendo, rosso in viso.
Continuo a ridere. -Pensavi che la prima volta non fosse andata bene, così hai tentato una seconda?- Chiedo, quasi con le lacrime agli occhi.
Si alza in piedi dandomi le spalle, una mano sulla faccia. Si rigira, cercando di nascondere una risata fragorosa.
-Dopo questa puoi scordarti di essere un Corvonero, davvero! Che idea.. stupida!-
E scoppiamo a ridere, sereni.
Non curanti di altre conversazioni che in quello stesso momento stavano avvenendo, al capo apposto.
Conversazioni più serie, senza il suono di alcuna risata.
Spazio autrice.
Buon pomeriggio! :) Finalmente sono riuscita a pubblicarlo! Haha Più della metà riguarda una chiacchierata tra Marc e Beth, e giustamente mi direte 'Quella tra Sam e Luke?' e avete ragione, ma potevo fare un capitolo lungo dieci pagine Word? Direi di no. xD Quindi e rimandato al prossimo! (;
Spero vi sia piaciuto comunque, bacioni e a presto! :**