Sguardi indiscreti.
-Pronto?-
-Ehi Marc..-
-Beth?- Come fa ad avere il mio numero?
-Se ti chiedi come mi sia procurata il tuo numero.. è stato Luke, me l’ha dato lui.-
Ah, ecco. Sembra imbarazzata; sorrido.
-Certo sì, tranquilla. Dimmi.-
-Sì ecco, avevamo intenzione di andare a prenderci qualcosa al solito bar tra un’ora. Ho chiamato tuo fratello dal telefono di Sam dicendo di avvertire anche te ma..-
-Ma ti ha detto di chiamarmi tu stessa.-
-Esattamente.-
Il solito, c’era da aspettarselo da uno come lui.
-Allora? Verrai?- Mi domanda.
-Sì, certo che verrò.- Mi guardo intorno alla ricerca della mia maglietta blu lasciata sopra una delle sedie in camera mia, o sotto la scrivania. Alzo un sopracciglio, probabilmente sarà piena di polvere.
-Perfetto.- Risponde, e la sento ridere.
-Tutto okay?- Chiedo sorridendo a mia volta.
-Sì è che.. è che mio fratello è rimasto incastrato sotto il letto.- Ride e non sembra intenzionata a smettere.
Scuoto la testa divertito. -Povero, vai ad aiutarlo!-
-Credo andrò.- Risponde, smettendo di ridere. -A dopo Marc.-
-Ciao Beth.- Chiudo la chiamata, continuando a guardare il display del telefono. Un sorriso ebete sulla faccia. Scuoto la testa. La maglietta, dopo diavolo l’ho messa?
***
-Cosa vi porto Beth?-
-Il solito Monique, grazie.-
Siamo seduti allo stesso tavolino, ed ordinato le stesse cose. Ormai abbiamo fatto anche amicizia con la cameriera bionda.
-E poi sono io la bambina, vero?- Dico, rivolta a Sam e Luke intenti a giocare a pollice di ferro. Si fermano, guardandomi impassibili.
-Comunque. Non so voi, ma io mi sono stancata di non ricevere più notizie da niente e nessuno. Il galeone è sempre con me, dorato e freddo. Sembra si siano scordati di noi!- Continuo, irritata.
-Hai ragione.- Risponde Sam. -E’ il 25 ottobre, tra meno di un mese partiremo. È passato veramente troppo tempo dall’ultima volta che abbiamo parlato con loro.-
Annuiamo.
-Ma arrivati là- Domanda Luke. -Cosa dovremo fare?-
Rimaniamo tutti in silenzio. In effetti, non è partita ancora nessun tipo di proposta.
-Incontrare gli amici di Nicola e capirci un po’ di più.- Risponde Sam.
-Qualcuno ha preso in considerazione il fatto che noi siamo inglesi, loro italiani e che non parliamo la stessa lingua?- Domanda Marc, con voce ironica.
Ci giriamo tutti a guardarlo. No maledizione, certo che no.
-Sembra una cosa ovvia detta così.- Rispondo. -Ma credo che escluso tu ora, nessuno ci abbia pensato.-
-E’ un problema, se non ve ne foste accorti.- Continua.
Roteo gli occhi. -Troveremo una soluzione. Luke, tu non avevi un amico italiano nella nostra stessa situazione?-
-Sì, Alessandro.- Risponde annuendo.
-Ecco, non potrebbe farci da interprete?-
-Sì, credo si possa fare. Non vive in Sicilia, ma non penso sarà un problema per lui arrivare sino ad Agrigento. Proverò a sentirlo.- Scrolla le spalle.
-Perfetto.- Rispondo. -E anche questo enorme problema è risolto. Visto, Marc?- Dico, soddisfatta.
-Certo, certo.- Risponde, dando un morso alla brioche appena arrivata.
Inizio a girare il mio cappuccino, guardandomi intorno. Una signora davanti a me non smette di fissarmi. Cerco di capire meglio chi sia, rendendomi conto di averla già vista. Capelli di un biondo chiaro e tenue, portati lunghi sotto le spalle e fermati elegantemente. Occhi grandi e scrutatori, un naso prominente. E’ seduta tesa sulla sedia, ed indossa un cappotto pesante verde scuro.
Il fatto che ci stiamo guardando a vicenda sottolinea il fatto che o mi conosce e io non mi ricordo chi sia, oppure che mi stia sempre dietro dato che ogni volta che entro in questo bar c’è lei, seduta poco lontana da noi.
Sì, esatto. È sempre qua, ogni volta, ecco perché mi sembrava di averla già vista.
-Sentite.- Dico al mio tavolo con nonchalance. -Davanti a me c’è una signora, indossa un cappotto verde scuro. Ogni volta che veniamo in questo bar c’è anche lei. Credo ci segua.-
Senza farsi notare uno alla volta, chi facendo finta di stiracchiarsi, chi sistemando meglio il giubbotto sulla sedia, si girano ad osservare la donna dietro di loro.
-A me sembra una semplice signora seduta a bere una tazza di caffè.- Dice Sam, con tranquillità.
-Non sembra abbia niente, a parte un po’ di puzza sotto il naso.- Sentenzia Marc.
-Penso lo stesso anche io.- Risponde Luke, scrollando le spalle.
Sbuffo. -Okay, mi state dando della psicopatica insomma.-
-Io lo sapevo già.- Dice Sam con un sorriso smagliante.
Roteo gli occhi. -Tu sai sempre tutto vero?-
-Ovviamente.- Incrocia le braccia, alzando il mento.
-Perfetto.- Dico, pregustando la mia prossima soddisfazione. -Visto che sai tutto, dimmi un po’, hai già previsto chi sarà il tuo accompagnatore per la festa di Halloween?-
Due cucchiaini si posano rumorosamente contro le tazze di cioccolata calda. Uno sguardo imbarazzato e uno preso dal panico mi osservano con insistenza.
-No Beth, questo ancora non lo so.- Dice, con lo sguardo basso e rosso.
So che me la farà pagare cara, ma non posso fare a meno di sentirmi soddisfatta.
-E tu, Elizabeth? So che ti piacerebbe che sia qualcuno in particolare ad invitarti.- Mi dice dopo qualche secondo, e con la mano mi sprona a continuare.
Crede forse di mettermi in imbarazzo? Illusa!
Le sorrido. -Sì, ma se non si darà una mossa e mi inviterà con troppo ritardo probabilmente gli darò buca.-
-Beth ti va di venire con me alla festa di Halloween?-
Mi giro con gli occhi sbarrati verso un Marc, seduto accanto a me, che dopo avermi parlato con una velocità impressionante, mi guarda attendendo una risposta.
D’altro canto, Luke ride piegato sul tavolo.
-Sì!- Rispondo annuendo. Mi chiedevo se ci fosse bisogno di aspettare così tanto, poco mancava che mi avrebbe invitata per l’anno prossimo.
-Non ho idea per quale motivo tu stia ridendo in questo modo.- Dico, guardando perplessa Luke, steso sul tavolino, una mano sulla faccia.
-N-no.. niente, niente..- Si asciuga una lacrima. -Adesso non dovrai dare buca a nessuno Beth. Vero Marc?- Riprende a ridere convulsamente.
Mi giro per guardare Marc, e noto solo ora di quanto sia rosso e imbarazzato, con la testa bassa e un sorriso sulla faccia.
Scuoto la testa. -Non ho capito nulla, non credo di volerci capire qualcosa.- Sentenzio alla fine.
In tutto questo, Sam guarda Luke con un’ira in corpo senza eguali. Probabilmente lo prenderebbe a capate se non fosse per il suo autocontrollo.
-Lucas.- Dico dopo poco. -Usciresti fuori con me?-
-In che senso?- Mi chiede aggrottando le sopracciglia.
Porto una mano sulla faccia. -Fuori dal bar Luke, devo chiederti una cosa.-
-Ahhh. Sì, certo.- Risponde ridacchiando e alzandosi dalla sedia.
Oltrepassiamo la porta d’ingresso, lasciando soli Marc e Sam entrambi perplessi.
-Ascoltami.- Dico appena uscita fuori, stringendomi nelle spalle per il venticello freddo.
-Tu vuoi invitare Sam alla festa, lei vuole che tu la inviti. Manca meno di una settimana e lei vorrà avere il tempo di organizzare il tutto, capiscila, è una ragazza. Quindi, non per metterti fretta.. ma hai tempo fino a domani per farlo. Senza considerare il fatto che tuo fratello ti abbia preceduto e che quindi siate rimasti sistematicamente solo voi due senza accompagnatore e accompagnatrice. Non farti prendere dall’entusiasmo e non osare correre adesso da lei e invitarla, perché si mangerà la foglia e capirà che sono stata io a spronarti. Dalla tua faccia è evidente che tu non sia intenzionato a fare niente di tutto questo ora, anzi, sembri piuttosto spaventato.-
Annuisce, con gli occhi sbarrati. -Speravo mi avresti chiesto qualcosa su Marc. Non mi aspettavo un monologo su Sam.- Risponde spaventato.
-Questi sono solo consigli.- Dico, annuendo. -Tu sei timido, e non sarà certo lei ad invitarti.- Gli sorrido. -Il mio non è un modo per metterti paura, ci tenevo ad essere schietta. E poi, ora che ti ho detto che lei spera nel tuo invito non dovresti avere problemi. Non riceverai di certo un no come risposta.- Scrollo le spalle.
Annuisce ancora, stavolta più serio. -Domani mattina la chiamo. Ci incontreremo. Le chiederò di venire con me alla festa. Fine.- Risponde, più a lui che a me.
-Perfetto.- Gli do una pacca sulla spalla. -Entriamo ora, prima che vengano a cercarci.-
-Grazie comunque, davvero.-
-Figurati.- Gli sorrido, per poi varcare la porta insieme.
Ci avviciniamo a Sam e Marc, in piedi accanto a Monique.
-Stiamo andando via?- Chiedo perplessa.
-Sì, devo correre a casa, impegni con mio padre.- Risponde Marc. -Ho pagato io per tutti, tranquilla.-
Annuisco ringraziandolo. Mi avvicino alla sedia dove avevo lasciato giubbotto e borsa. Mi affretto a prendere la mia roba, per poi alzare lo sguardo.
E incrociando ancora una volta quello della strana signora.
Mi fissa con insistenza, e sembra quasi si stia per alzare verso di me.
-Avanti Beth, sei pronta?- Mi domanda Sam poco lontana.
La donna abbassa lo sguardo, ignorandomi totalmente.
-S-sì, eccomi.- Indosso il giubbotto e la borsa a spalla, uscendo dal bar e lasciando la signora misteriosa.
La prossima volta sarà là, ad aspettarmi. Ne sono certa.
Spazio autrice.
Buongiorno cari! Ecco il 23esimo, si è fatto attendere. Si parla ancora della festa, ma ecco una new entry. Chi sarà mai questa misteriosa donna? Eheh dai, magari qualche idea ve la sarete già fatta! (; Tra pochi minuti pubblicherò il 24esimo e il 25esimo, non vi lascio aspettare insomma!
A tra poco! :3