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Autore: _Ly_    29/06/2003    2 recensioni
Com'era Hogwarts e la vita prima di Harry Potter? C'è la rossa Lily, James e i Malandrini al completo! Ecco qui la mia verità!
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E in un batter d'occhio giunsero le vacanze di Pasqua, un'altra fiumana di studenti abbandonò la scuola per la settimana concessa di riposo. Lily anche questa volta si trattenne.

“Lily, mi dispiace tanto... Il mio fratellino Mark si è preso gli orecchioni, e devo assolutamente tornare a casa! Il mio piccolino...” Macie aveva le lacrime agli occhi.

“Cosa? Gli orecchioni? Povero piccolo...” intervenne Sirius che era seduto in sala comune allo stesso tavolo delle ragazze. Passò un braccio attorno alle spalle di Macie per farle coraggio.

Lily li guardò perplessa “Andiamo, sono solo degli orecchioni! Anche io e Petunia li abbiamo presi! Io ero in prima elementare, ma non è mica stato così disastroso... o la vostra era una scusa per abbracciarvi?” rise.

Ma Macie non sorrise e nemmeno Sirius “Lily, gli orecchioni dei maghi sono un bel pò differenti da quelli dei Babbani che hai preso tu...” la informò l'amica tirando su col naso.

Sirius annuì “Già... Gli orecchioni dei maghi portano febbre altissima, ma questo è il meno. Le orecchie ti crescono e prendono la forma di quelle di un pachiderma e anche il naso diventa più grosso. Se non sono curati in tempo c'è il rischio che le orecchie rimangano grosse e si possa... perdere l'udito.” Macie emise un singhiozzo e due grossi lacrimoni scesero lungo le sue guance. Lily non aveva mai sentito tutto questo ma ora poteva comprendere la preoccupazione dell'amica.

“Forza Macie, hai detto che due bravi dottori lo stanno curando e che il peggio è passato... andrà bene!” gli fece forza il ragazzo.

Lei annuì e  si sforzò di sorridere.

Lily decise che forse era il caso di levare il disturbo, di lì a poco Macie sarebbe partita e forse volevano salutarsi...

Così attese fuori dalla sala, all'uscita della torre per salutare l'amica in partenza subito dopo.

Dopo un quarto d'ora la tenera biondina scese, aveva le guance arrossate e l'aria completamente beata e assorta. Quando vide Lily si illuminò e le corse in contro volando, con le borse in mano.

“Lily, Lily! E'... è stato bellissimo!”

“Ma... Cosa? Che è successo?” Lily non riusciva a capire.

Macie arrossì “Sirius... mi... lui mi... Mi ha dato un bacio... em, ci siamo b-baciati...” riferì sospirando.

Lily scoppiò in un sorriso radioso “Davvero? E come è stato? Oh, domanda stupida! La tua espressione non lascia spazio alle parole... Sono contenta per te! Ma adesso... bè? Ma io non ho ancora capito se state assieme oppure no...” domandò curiosa accompagnandola in cortile, dove una delle tante carrozze la stava aspettando.

“Io... non lo so... Ma credo che gli parlerò di ritorno dalle vacanze! Prometto che lo farò! Devo cercare di non essere così timida... prima non sono riuscita a dirgli una sola parola... solo un ‘arrivederci’...” ammise un pò abbattuta.

“Oh, ce la farai! Ne sono sicura! Buone vacanze, Macie! E non pensare troppo a Sirius che ti si cuoce tutto!” la prese in giro Lily.

L'altra annuì e si staccò. Lily rimase a guardarla avanzare verso la carrozza vuota. Prima di salirci Macie si voltò ancora e la salutò sorridente sventolando una mano. Lily la osservò nella sua solita divisa scura, i lunghi capelli biondi e lisci incorniciavano il viso sorridente e radioso di quindicenne. Non era mai stata così bella, forse perchè era innamorata e felice. La rossa avvertì un morso allo stomaco che la paralizzò, una terribile sensazione agghiacciante si impadronì di lei e non potè trattenere una lacrima che scese lungo la sua guancia eterea. Poi scosse la testa scacciando quella sensazione devastante e rispose con un sorriso tirato al saluto dell'amica che finalmente partì.

Se ne tornò alla torre dei Grifondoro cercando di scacciare il ricordo di quell'attimo di angoscia allo stato puro che gli aveva contorto le viscere poco prima. Stava per girare l'angolo quando la professoressa Mc Granitt, che arrivava a spron battuto dalle scale, la travolse facendola quasi finire per terra. Lily rimase stupita del bizzarro comportamento della donna che era sempre stata controllata e posata all'inverosimile.

“Oh, mi scusi tanto signorina Evans!” disse solo poi si allontanò di gran carriera nella direzione opposta a quella dalla quale era venuta.

Non se ne preoccupò granchè però, pensò che dovesse avercela con qualche studente indisciplinato che ne aveva combinata una di troppo, magari aveva appena messo in punizione James o uno dei suoi discoli amici.

Poi si dimenticò dell'accaduto e non ci pensò più. Almeno per i tre giorni seguenti. Era il pomeriggio del lunedì quando, effettuando una ronda in giro per la scuola, si accorse di quanto i professori fossero in trambusto. E le ricordarono la Mc Granitt di qualche giorno prima. La sensazione che aveva avvertito alla partenza di Macie e che da quella mattina era tornata più prepotente che mai e l'aveva svegliata all'alba si fece quasi insopportabile.  Da poco poi era rientrata in sala comune, sempre con quella spiacevole sensazione. Alcuni dei pochi studenti se ne stavano seduti attorno ai tavoli, chi giocando agli Scacchi dei Maghi chi a Spara Schiocco, chi leggendo e altre cose.

All'improvviso la porta della sala si spalancò e ne fece capolino la Mc Granitt con un'espressione indecifrabile in volto. Era tesa, molto tesa e... il resto era incomprensibile.

“Signorina Evans! Mi segua!” fece con un tono che non ammetteva repliche. Tutti in sala tacquero e fu pensiero comune che Lily dovesse averne combinata una grossa perchè nessuno, dal primo al settimo anno, aveva mai visto la professoressa così agitata.

 

Non passarono una ventina di minuti che Lily fece la sua ricomparsa nella sala. Tutti gli occhi puntati contro a cercare di decifrare l'espressione sul suo volto: assente, completamente vuoto e assente.

Solo James osò parlare, come al solito con impertinenza “Evans! Che faccia! Che è successo? La Mc Granitt ti ha ritirato il distintivo da Prefetto e sei sconvolta perchè adesso non potrai più ficcare il naso negli affari miei?”

Lily si voltò lentamente verso di lui, due grosse lacrime trattenute a stento fino ad allora scesero lungo le sue guance e dopo ne seguirono altre, sempre di più e presto Lily si inginocchiò in mezzo alla sala scossa dai singhiozzi piangendo disperatamente.

James strabuzzò gli occhi, come era possibile che si mettesse a piangere a quel modo per una piccola battuta, neppure cattiva per giunta. Tutti lo fissarono con sguardo truce.

“Hei! Ma... ma io... non ho mica detto nulla...” si difese col volto in fiamme. Ma Lily piangeva sempre di più e non accennava a smettere.

Imbarazzato e anche preoccupato avanzò verso di lei “Hei Evans, ma che c'è? Io... scusami!” le disse disorientato cercando di non farla piangere e ottenendo invece l'effetto opposto. Allora cercò di farla alzare da terra, ma nulla. Lily se ne stava inginocchiata per terra, la mani incollate al pavimento, il capo chino e i capelli che nascondevano il viso, la sua intera figura era scossa da singhiozzi disperati, era una visione quasi straziante. E allora fece l'unica cosa saggia e possibile: si chinò, perplesso, e se la prese in braccio portandola via da tutte quelle occhiate curiose e confuse fino nella camera sua e degli altri ragazzi.

La lasciò dolcemente sulle ginocchia appena dentro, ma lei pareva non aver mutato stato.

Si inginocchiò di fronte a lei, giacché non accennava a rialzarsi “Hei, ma che c'è? Che ti prende? Evans...” domandò sempre più sconcertato e preoccupato.

Lei alzò lo sguardo verso di lui e fissò i suoi occhioni verdi in quelli blu dietro le lenti del ragazzo. Per un attimo smise di singhiozzare, mentre le lacrime continuavano a scendere.

“E' successo qualcosa?” azzardò lui delicatamente, per poi trovarsi subito pentito dal momento che lei riprese a piangere convulsamente.

E allora finalmente capì che non doveva fare domande, istintivamente le passò le braccia attorno alle spalle tremanti e la stinse forte “Hei, è tutto ok, non mi devi dire nulla... Se hai voglia di piangere fallo pure, Evans, finchè vuoi.” le mormorò sfregando delicatamente e premurosamente una mano sulla sua schiena, ancora leggermente imbarazzato.

Lily annuì e strinse fra le mani il maglione della divisa del ragazzo nascondendovi il fiso bagnato e premendo con forza, come tentando di fermare quel fiume di lacrime e disperazione.

E rimasero così per molto tempo, fece anche buio fuori e dentro la stanza da letto e Lily piangeva ancora. E James pazientemente continuava ad accarezzare i suoi capelli.

Erano sorte in cielo le prime stelle quando Lily trasse un sospiro “E' stata... u-uccisa... M-macie...” balbettò per poi tornare a piangere. James si sentì mancare la strinse più forte che potè contro di sè, mentre gli occhi gli si facevano lucidi e lo stomaco gli si contorceva.

Non disse più nient'altro per ancora diverso tempo. Poi si staccò asciugandosi quei due smeraldi terribilmente arrossati in un polsino del maglione “Grazie...” mormorò con un filo di voce.

Lui si rialzò in piedi a fatica e le porse una mano per aiutarla. Entrambe avevano le ginocchia indolenzite e doloranti, erano rimasti inginocchiati sul pavimento duro per molto tempo. Lily afferrò quella mano candida e forte e si rialzò in piedi, sentiva la testa girare e dolere terribilmente, le sembrava tutto così irreale e fuori dal mondo... dai colori e dai contorni indefiniti come un sogno che permane nel dormiveglia e non riesci ad afferrare, ma nemmeno a scacciare.

“Vieni con me...” le sussurrò James tenendola per mano e conducendola fuori dalla stanza, dopo essersi entrambi nascosti sotto il mantello dell'invisibilità che già una volta li aveva ospitati assieme, in situazioni ben più rosee.

Lentamente, senza mai mollare il suo polso, le fece attraversare la sala comune. La cena nella Sala Grande era terminata da un pezzo e i ragazzi si intrattenevo ignari seduti ai tavoli nella loro torre. Sirius, Remus e Peter sembravano pensierosi. James gli passò di fianco e gli tirò un orecchio, come faceva sempre per manifestargli la sua presenza “A dopo...” gli sussurrò, ma non si fermò e tirò dritto, fin nella Sala Grande, nei corridoi bui della scuola e giù di sotto nelle cucine.

Un branco di elfi affaccendati girovagava trasportando piatti, riassettando, preparando cibarie e cose simili. Lily esitò un istante prima di entrare.

“Coraggio, sono di casa qui...” la rassicurò lui spingendola gentilmente all'interno della cucina. Tutti gli elfetti si voltarono rapidamente verso la nuova arrivata.

“Desidera, signorina?” domandò una di loro, tutta felice di poter servire la giovane. Alle spalle della rossa fece capolino James “Ciao Pipsey!” salutò sforzandosi di sorridere.

Gli occhi dell'elfa si illuminarono, così come una mezza di dozzina di altri “Signor Potter! Buona sera, signore! Come possiamo aiutarla, Signor James Potter? Burrobirre? Salatini? Torte? Biscotti? Panini? Frutta candita? Pudding?”

James scosse la testa “Solamente una camomilla e un paio di brioches, grazie Pipsey!”

L'elfa parve delusa di non poter servire in grande stile il ragazzo, ma si mise subito all'opera “La signorina vuole qualche cosa, signorina?” domandò a Lily. “Vuoi mangiare qualcosa?” le chiese delicatamente James. Lei scosse debolmente il capo, sempre tenendo lo sguardo chino.

“No, siamo a posto così...” rispose per lei.

In pochi minuti Pipsey portò a James una teiera di acqua bollente e dei filtri di camomilla assieme a diverse brioches ripiene dall'aria invitante, il tutto servito su un vassoio d'argento.

“Lasci pure tutto dove mangia, signore! Ci penserà Pipsey a ritirare! Buon appetito signor Potter! Arrivederci signorina...” lasciò in sospeso la frase rendendosi conto di non conoscere la graziosa ragazza.

“Evans, Lily Evans!” suggerì James.

“...Signorina Evans!” terminò radiosa l'elfetta.

Lily annuì garbatamente. James prese la bacchetta in una mano, facendo fluttuare il vassoio davanti a sè, e condusse Lily fin nella prima aula vuota che incrociarono. Si sedettero in silenzio ad un tavolo di legno e lui le porse una tazza di camomilla fumante.

Lily la strinse tra le mani ma non la bevve, rimase con lo sguardo perso a fissarla. Gli occhi e le guance erano terribilmente arrossati dal pianto. James non sapeva bene cosa fare, nemmeno aveva ben capito che cosa era successo, solo che la piccola Macie era stata... uccisa. Così aveva farfugliato Lily. E ora che la vedeva così distrutta voleva solo fare qualcosa per lei.

“Forza, ti farà bene...” suggerì lui. Lei scosse la testa, non aveva proprio voglia di nulla. Si sentiva la gola arida ma sapeva che se solo avesse ingoiato qualcosa avrebbe probabilmente rimesso, il suo stomaco era contratto per il dolore. Era ancora confusa ed estraniata, come il pomeriggio precedente nell'ufficio di Silente, quando le aveva detto cosa era successo. Non aveva voluto crederci, non ci riusciva da principio. Le sembrava così assurdo! Macie, Marcus il suo fratellino, e anche Corrine e Arcibald, i suoi genitori uccisi, la loro unica colpa era quella di essere una delle tante famiglie miste e di lavorare all'Ufficio per la Collaborazione con la Popolazione Babbana, al Ministero della Magia. Non aveva avuto pietà per nessuno, Voldemort, le aveva detto Silente, non si era fatto scrupoli ad eliminare un'adolescente ed un bambino innocenti. Non avevano sofferto, aveva poi aggiunto il canuto preside posandole una mano sulla spalla, li aveva uccisi ricorrendo alla peggiore delle Maledizioni Senza Perdono. Non era però stato di grande consolazione a Lily. La sua prima reazione era stata di rabbia. Loro sapevano che avrebbe colpito! E allora perchè era successo? Perchè Voldemort sapeva che loro sapevano, e si era voluto prendere gioco di tutti, fornendo le informazioni sbagliate. Lo avevano sottovalutato: una svista che era costata la vita a quattro persone innocenti. Che era costata dolore a tanti amici e parenti.

Ma non aveva voluto crederci. Aveva comminato come uno zombie per tutti i corridoi, su fino alla torre, pensando che tutto quanto fosse solo un terribile, disgustoso incubo, ma solo quello. Però quella morsa alla bocca dello stomaco, quella incessante voglia di piangere e quella sensazione di vuoto che sentiva dentro erano reali. Tutto quanto era drammaticamente reale e se ne accorse solo quando varcò la soglia della casa di Grifondoro, quando incontrò gli sguardi dei suoi compagni e comprese che Macie non ne avrebbe più fatto parte. Quando sentì la voce di James Potter che la prendeva in giro come sempre, ma Macie non sorrideva come al solito, al suo fianco, dei loro scherzi. E in quel lampo di lucida consapevolezza si era sentita morire, aveva perso per sempre la sua unica e più grande amica. Ed era crollata come un castello di carte con un soffio di vento. Le lacrime che aveva trattenuto e che premevano nei suoi occhi verdi erano straripate sulle sue guance. Dolore e vuoto la colsero all'improvviso.

Si asciugò un altro paio di lacrime che scesero lungo le guance irritate e arrossate poi, dopo diverse ore di silenzio e pianto, parlò, leggera e con la voce roca e spezzata “Tutta la sua famiglia... -iniziò richiamando l'attenzione di James- Il suo fratellino, i suoi genitori... Li ha uccisi tutti! Capisci?” gemette disperata, seguitando a fissare il liquido giallognolo all'interno della tazza candida. James trattenne il fiato, era davvero terribile quello che stava dicendo. Non osò parlare, qualsiasi parola sarebbe stata inopportuna e fuori luogo.

“Solo perchè... perchè erano una famiglia mista... Li ha uccisi ricorrendo ad una Maledizione Senza Perdono...” Lily prese a lacrimare di nuovo, cercò di trattenere i singhiozzi ma non ci riuscì a nascose il viso rigato di lacrime sulle proprie ginocchia. “Non sono arrivati in tempo... lui lo sapeva e li ha depistati! Non sono riusciti a fare nulla... Non la rivedrò mai più...” la sua voce suonava adesso ovattata e soffocata, il viso sempre premuto contro le gambe, nascosto nelle pieghe della gonna scura, il corpo ancora scosso dai singhiozzi.

Anche le guance di James furono rigate dalle lacrime, conosceva Macie ed era una delle persone migliori che gli fosse mai capitato di incontrare. Anche dentro di lui si diffuse un senso di vuoto e impotenza.

Lily strinse i pugni, piantandosi le unghie nella pelle soffice delle ginocchia e disperandosi.

“No, ti farai del male...” James le tolse le mani e le tenne leggermente tra le sue. “Me lo merito... io sapevo! Sapevo e non le ho detto nulla! Forse... i suoi genitori lavoravano al Ministero... se avessero saputo magari avrebbero fatto qualcosa e  adesso... adesso...”

James scattò in piedi, tirandola su dalla sua posizione raggomitolata e scotendola sonoramente “Non lo dire! Nemmeno per scherzo! E non pensare quello che stai pensando! -sembrava quasi furioso- Che cosa avresti potuto fare? Nulla... Forse nemmeno Macie avrebbe pensato più di tanto a quello che le avremmo detto, come abbiamo fatto noi... E immagino che i suoi genitori sapessero di tutta questa storia! Solo non si aspettassero di... Non avresti potuto fare nulla! Né io nè te... nessuno ci è riuscito, figurati noi...” Si disse che la cosa migliore era levarle quelle terribili idee persecutorie dalla testa, per quanto anche lui, per un istante, aveva avuto gli stessi pensieri. Cercò di convincere entrambi di quello che stava dicendo.

Lily annuì distrattamente, comunque non credeva alle parole del ragazzo.

“Forse è meglio se cerchi di riposare un pochino... no?” suggerì James. Lily annuì di nuovo e si alzò dalla grossa sedia di legno, con fare smarrito. Lui la accompagnò fin alla Torre, nella sala comune. Era deserta a quell'ora, era notte fonda ormai. La rossa avanzò stancamente tra le mura decorate di quadri e arazzi, tra quelle stanze che non sarebbero più state le stesse. Sarebbe stato tutto differente ora, differente e terribilmente doloroso perchè ogni angolo di quel castello le avrebbe ricordato la sua migliore amica. Che non ci sarebbe più stata... Percorse le scale fin all'entrata del dormitori delle ragazze, James la seguì fino all'ingresso di quella che doveva essere la sua stanza. Trasse un lungo respiro, Lily, prima di abbassare la maniglia sulla quale aveva postato la mano ed entrare in stanza.

“Em... se dovessi aver bisogno di qualunque cosa... bè, non farti nessun problema... sai dove trovarmi. -iniziò James, grattandosi una guancia decisamente in imbarazzo- Buonanotte E... Lily.” concluse sorridendo debolmente.

Lei fece un cenno col capo e mosse il primo passo all'interno della stanza, poi si voltò verso di lui “Grazie, grazie davvero... James...” e si sforzò di tirare le labbra in quello che risultò un triste e malinconico sorriso dolceamaro.

Poi si separarono. Lily si richiuse la porta alle spalle e fu molto peggio di quanto avesse immaginato: nella stanza c'era ancora tutta la roba di Macie, e aleggiava vicino al suo letto quel profumo dolce e vanigliato che l'accompagnava sempre. Si buttò sul suo letto, affondando la testa nel cuscino dell'amica e le lacrime ripresero a scendere. Di colpo nella sua mente presero forma le terribili immagini di quelli che dovevano essere stati i suoi ultimi istanti di vita.

Immaginò la graziosa villa dei Fisher leggermente rischiarata dalle prime tenere luci dell'alba, luci di morte per loro. Probabilmente stavano tutti dormendo quando Voldemort, l'oscuro e terribile signore, era entrato nella loro casa. Lo vide di spalle, ammantato e circondato da un alone di morte, far scattare la serratura con un incantesimo elementare. Salire silenziosamente le scale di casa, fino ai piani alti dove stavano le stanze da letto con passo silenzioso. Tutto taceva attorno, non sentiva nessun suono e questo rendeva la scena ancora più angosciante.

Silente le aveva riferito che i coniugi Fisher non si erano nemmeno svegliati, erano stati uccisi nel sonno con quel terribile anatema.

La visuale poi si spostò e strinse sulla camera da letto di Macie e Marcus. Vide la sua amica svegliarsi di soprassalto e balzare giù dal letto a baldacchino mentre anche la sua porta veniva spalancata. Di nuovo l'oscuro signore mosse le labbra ripiegate in un sorriso soddisfatto “Avada Kedavra”, ne lesse Lily e una fitta al cuore le prese di colpo, vedendo il più piccolo della famiglia passare dal riposo notturno al sonno eterno. Le si contorse lo stomaco, Macie giaceva in ginocchio, disperata e con le lacrime agli occhi, per un interminabile millesimo di secondo fu investita in pieno dalle sue emozioni forti e dolorose e vide la sua fine attraverso gli occhi blu dell'amica: la mano che si alzava e sollevava la bacchetta con un ghigno soddisfatto, occhi che si spensero per sempre. E poi il buio, nulla più.

Rimase paralizzata un istante mentre questo turbinio di immagini le colpivano a velocità supersonica scotendola e facendola tremare. Dolore misto a rabbia per quello che era successo le martellavano nel petto. Rabbia verso chi sapeva e non era riuscito ad impedirlo, rabbia e odio verso l'autore di tale meschina azione e soprattutto rabbia e odio verso sè stessa, perchè quello che sapeva... se glielo avesse detto... e quella sensazione che la dovevano mettere in guardia. Aveva sbagliato ogni cosa.

Rimase su letto, sospesa con la testa nei suoi dolorosi pensieri per diverso tempo, senza riuscire a prendere sonno.Era l'alba ormai... una luce fioca aleggiava all'interno della stanza, tutto sembrava così surreale... A richiamare la sua attenzione furono passi pesanti e affettati al di là della porta. Qualcuno correva nel corridoio del dormitorio delle ragazze. La grossa porta si spalancò con un tonfo e ne fece capolino un ragazzo. Lily ci mise qualche istante per metterlo a fuoco e riconoscerlo con indosso il pigiama invece della solita divisa: in piedi sulla porta stava Sirius, aveva i capelli neri scompigliati e l'aria persa con gli occhi lucidi, respirava affannosamente ed era trafelato. Mollò la maniglia della porta che si richiuse dietro di lui con un tonfo sordo e avanzò barcollando all'interno della stanza. Si avvicinò al letto di Macie, su cui ora Lily stava in ginocchio. Incrociò lo sguardo di lei, poi lanciò un'occhiata rapida tutt'intorno. Due grossi lacrimoni presero a scendere dai suoi spenti occhi scuri “Io... James mi ha... detto...” iniziò. Ma ogni parola era inutile: anche lui si era sentito morire alla terribile notizia. Fece scorrere una mano sulle coperte del letto della ragazza di cui era innamorato, e che non avrebbe mai più rincontrato, fino a incontrare Lily. Condividevano lo stesso dolore, gli stessi sentimenti, piansero accucciati su quel letto a lungo, abbracciandosi e sfogandosi.

 

Continua…

 

Eccolo qui il quinto capitolo! Scusate se ci ho messo una vita ma… ESAME! (andato a buon fine…) Bene bene… em, questa volta sono stata un po’ più cupa… ma è naturale! Con Voi-sapete-chi in circolazione c’è poco di cui stare allegri… Adesso voglio sapere assolutamente cosa ne pensate: RECENSITE!! Vi obbligo, supplico e scongiuro!! Soprattutto per sapere come vi sembra sia riuscita a trattare l’argomento e i sentimenti (Soprattutto quelli di Lily, mi son scavata un bel po’ dentro per riuscirci, ho fatto centro? Ho reso l’idea?) e voglio un parere sulla situazione e l’evoluzione della fic… se no sto in ansia!! @__@

Come sempre un grazie infinito a tutti i miei fedeli commentatori (fa molto setta tutto ciò…) IO VI ADORO tutti quanti! La mia Aya (Finalmente vedo la tua fic in questa sezione…^^), Anja che è troppo gentile, Strekon (Sono sempre più innamorata della tua fic! ** DIVINO! E’ stupendissimo che la mia storia ti piaccia! Me onorata…), Mikan che è troppo buona e mi vizia!^^, Gius (…era un invito implicito a non continuare?? -Ly che si fa un sacco di seghette mentali…-) io  non sono stanca… ADORO SCRIVERE! E poi ancora Angi (Uah uah uah!! Ma che dici! ^///^ Troppo cara! E… SI! Anche io trovo che Sirius sia uno dei personaggi migliori! Personalmente lo ADORO!^^) e anche Giuggy! Un bacione a voi e tutti quelli che leggono la mia fic!

A presto con il prossimo capitolo, un bacione enorme… Ly

 

PS:Erroraccio nello scorso capitolo!! Ho scritto che Peter stava aggrappato alle corna di Sirius… Scusate, doveva essermi momentaneamente partito un embolo… ^^’’’

 

 

  
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