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Autore: SilentWings    09/11/2011    1 recensioni
Fanfiction su Kotetsu T. Kaburagi (Tiger and Bunny)x altro personaggio. Tutti sognano un eroe al proprio fianco...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Rabbrividendo leggermente, Shimizu si avvolse più stretta nel grande asciugamano bianco e soffice che Kotetsu le aveva prestato.
La pioggia che li aveva sorpresi per strada, ancora stava picchiettando leggermente sui vetri, facendola sentire felice di non essere all’aperto, nell’aria fredda di novembre.
Il cielo si era coperto velocemente e presto le prime, pesanti gocce avevano preso a macchiare l’asfalto di aloni scuri. Shimizu si era sentita sollevare di peso da Wild Tiger, che ormai, in abiti borghesi, passava inosservato.
-Non rimaniamo qui fuori, o ci inzupperemo in un battibaleno.-
Con un certo disappunto, la ragazza non aveva alzato obiezioni sul fatto di essere stata sollevata e caricata sulle spalle come un sacco di patate.
Nonostante la corsa a perdifiato per le strade di Sternbild, una volta in vista della villetta in cui Kotetsu abitava, erano entrambi bagnati fino al midollo.
Il giovane uomo l’aveva fatta entrare ed aveva subito acceso il riscaldamento.
Con aria confusa, Shimizu era rimasta impalata nell’atrio, incurante della piccola pozzanghera d’acqua piovana che si stava formando ai suoi piedi.
Kotetsu si girò a guardarla, perplesso.
-Ehm... posso suggerirti un cambio d’abiti? Aspetta, ti do un asciugamano.
La ragazza si riscosse, arrossendo.
-Oh davvero, non fa niente... io... io sto bene così, sul serio!-
Il ragazzo col pizzetto la guardò storto.
-Non dire sciocchezze! Ti verrà un accidente, se non ti cambi al più presto. Ecco, tieni questo asciugamano.-
Così dicendo, la lasciò da sola, sparendo in cucina.
Con la pelle ancora bagnata, Shimizu si sedette su un piccolo divano verde.
A quanto pare, Kotetsu amava molto quel colore, il predominante in quella piccola casa.
La fanciulla si guardò intorno: la stanza in cui si trovava era piccola ma confortevole: il pavimento in legno d’acero e alcune curiose sculture in ebano contribuivano a rendere piacevole l’ambiente.
In un angolo, alcune lattine di birra vuote, chiuse in un sacchetto di plastica trasparente ed evidentemente destinate alla spazzatura.
Con la pelle d’oca, Shimizu si affrettò ad indossare il pigiama azzurro di Tiger. Le stava larghissimo, e le maniche, evidentemente troppo lunghe, le coprivano abbondantemente le mani.
Infilandosi i calzini, leggermente imbarazzata per questa insolita situazione, si avviò verso la cucina, alla ricerca del padrone di casa. Lo trovò con indosso un grembiule decorato a fragoline, intento a sfornare una piccola torta rotonda che emanava un dolcissimo profumo di cioccolata, controllandone la cottura con uno stuzzicadenti.
Soddisfatto, l’uomo si girò, tenendo la teglia con l’aiuto di due presine.
Alla vista di Shimizu, scoppiò a ridere: la ragazza aveva un’aria alquanto smarrita e perplessa, e con addosso quei vestiti, magra com’era, sembrava una bambina che per gioco avesse indossato gli abiti del padre.
Improvvisamente, le guance le si tinsero di un deciso color amaranto.
- Che hai da ridere? Suscito così tanta ilarità?- chiese seccata, inarcando un sopracciglio.
-Ma no, no!- Sorrise lui divertito -Mi è piaciuta la tua espressione, sembravi un gattino impaurito.- ridacchiò.
E così dicendo, la fece accomodare accanto a sé sul divano, offrendole una tazza di tè bollente e una fetta di dolce.
Shimizu cominciò lentamente a bere dalla sua tazza, facendo vagare lo sguardo. I suoi occhi si posarono su una foto, incorniciata e ben sistemata su un basso mobiletto di legno.
- Kotetsu... chi sono queste persone?-
Sul volto di Wild Tiger si dipinse subito un’espressione dolce e malinconica allo stesso tempo.
-La bambina è mia figlia, Kaede. La donna, Tomoe, è mia moglie... o meglio, lo era...-
La ragazza sbarrò gli occhi, sorpresa ed imbarazzata allo stesso tempo.
- Ma... ma tu...?-
- Mia moglie è deceduta molti anni fa. Mia figlia abita con mia madre, e il lavoro che faccio non mi consente di vederla di frequente.-
Shimizu si ostinò a cacciare indietro una piccola lacrima che voleva uscire a tutti i costi.
-M... mi spiace...- mormorò con voce tremante.
Kotetsu cercò di consolarla -Sono cose che capitano nella vita. Fino a stamattina pensavo che vivere non avesse più senso. Ma ora...- la guardò intensamente.
Lei sorrise e gli accarezzò il dorso della mano, sfiorando coi polpastrelli i muscoli, i nervi e le vene in rilievo.
Con uno scatto improvviso, l’uomo la strinse a sé, posandole un bacio morbido sulle labbra.
- Shimizu... io... io... -
Con dita tremanti cominciò a toglierle la giacca del pigiama.
La ragazza chiuse gli occhi, presa da un subitaneo senso di vertigine.
Lei stava veramente per ...? No, non poteva essere...!
Di quella notte avrebbe conservato solo pochi e sporadici ricordi.
Il suo profumo forte.
La morbidezza dei suoi capelli.
Il calore del suo corpo.
E la luce accecante del sole all’arrivo dell’alba.

  
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