Get on
your knees
if you
wanna reach the top
II chapter
Darien Reed
non amava nulla al mondo se non se stesso. O almeno pareva essersene convinto
da quando il suo ex lo aveva scaricato dicendogli “non c’è posto per nessun
altro che te stesso nella tua vita”. Era così andato a Los Angeles sapendo di
poter contare solo sulle sue forze ed il suo innato egoismo. Non aveva bisogno
di nessun altro… O almeno così credeva. Non importava quanto Zane gli stesse
appresso e si prendesse cura di lui come un fratello maggiore. Pensava di
potersi fidare solo di se stesso. Sì, credeva che nessuno lo avrebbe mai
attratto in qualche modo.
Oggi le idee
di allora gli paiono folli e continua a maledirsi per essersi comportato in
maniera tanto sconsiderata e stupida. Certo, oggi sa a che cosa sarebbe andato
incontro in breve tempo ed è per questo che non riesce a perdonarsi. Non che
sia il solo ad odiare il proprio comportamento. C’è qualcun altro che tuttora
si sta macerando nel ripensare a quei giorni… Qualcun altro che non accetta
quello che è successo.
Torniamo
però al primo servizio fotografico di Darien e al camerino in cui truccatori e
parrucchieri lo stavano sistemando. I suoi capelli castano chiaro gli
arrivavano fin sopra le spalle e le punte dorate erano state sparate verso
l’alto, piene di lacca profumata. Il riflesso che lo specchio gli rimandava era
mille volte meglio di quello che si ritrovava a dover guardare di solito. Era
proprio vero che i truccatori potevano fare miracoli.
-Oh ma il
nostro novellino è davvero splendido!-
La voce che
irruppe nel camerino era quella di Pete, che si avvicinò trottorellando con un
caffè in mano. Guardò il ragazzo con occhi incantati, prima di sospirare come
rassegnato. Al suo seguito c’era un ragazzo dai capelli rosa, che al primo
momento Reed scambiò per una ragazza, a dirla tutta. Aveva dei capelli fucsia
acceso ed una serie di tatuaggi su tutto il corpo. Si ricordò improvvisamente
di averlo già visto, sulle riviste. Era un make up artist abbastanza famoso,
nonché un modello. Quando se lo ritrovò vicino, Darien si sentì in imbarazzo
per il fatto di essere nel mondo della moda senza avere un portamento simile.
Sembrava un chirichetto in suo confronto e la cosa di certo non giovava alla
sua situazione… Non che avrebbe voluto andare in giro con calze di pizzo e
minigonna!
-Ma che
bello zuccherino, davvero! Pete, pensavo mi mentissi quando mi dicevi quanto
fosse grazioso!-
-No che non
mentivo! …è davvero un peccato che io sia sentimentalmente occupato, sennò gli
chiedevo d’uscire.-
-Oh, quasi
quasi glielo chiedo io!-
Mentre i due
parlavano, il suddetto “zuccherino” li osservava un po’ spaesato. Era abituato ai complimenti, ma
non certo di quel genere. Nessun uomo si era mai messo a discutere sul voler
uscire con lui. La cosa lo compiacque, anche se non lo ammise ad alta voce. Si
limitò a sistemarsi la camicia e poi alzare lo sguardo verso l’androgino.
-Sono
occupato… Ma un pensiero potrei anche farcelo.-
Disse,
facendogli l’occhiolino ed alzandosi dallo sgabello non appena la parrucchiera
si fu allontanata. Nonostante fosse già stato accanto a lui, Pete gli sembrava
ogni volta più basso di quello che credeva, ma non disse nulla. Non era un
campione di simpatia e gentilezza e non voleva certo essere licenziato al primo
servizio fotografico. Sarebbe stato da matti. Si morse quindi la lingua e le
sue labbra si piegarono in un’espressione buffa che non sfuggì al moro.
-Sei
preoccupato? Vedrai che andrà tutto bene! Non è difficile…-
Il suo capo
cercò di rassicurarlo, mentre Jeffree si limitava a succhiare un lecca-lecca
rosso con fare poco innocente. Non avrebbe mai accettato quell’invito, dato che
non era esattamente il suo tipo. Così tornò a dedicare la sua attenzione agli
occhi cangianti di Pete.
-Oh no… No.
Non sono nervoso.-
…e non lo
era veramente. Adesso che era certo di avere un lavoro non si sarebbe fatto
prendere dal panico come il giorno precedente al colloquio. Non aveva certi
problemi di autostima e crisi, così s’incamminò con decisione verso il set
fotografico e stette a sentire i suggerimenti riguardo alle posizioni che
avrebbe dovuto prendere. C’erano una sedia, una poltrona e una panchina. Doveva
fare almeno una trentina di scatti su ognuna di esse con almeno una decina di
cambi d’abito e l’idea sembrava divertirlo. Decise di iniziare dalla poltrona e
afferrò il libro che vi era appoggiato, facendo finta di leggerlo. Mentre gli
scattavano foto riuscì davvero a sbirciare qualche riga. Era “Cime Tempestose”
e il suo occhio cadde su una frase che lo fece apparire un po’ sconvolto nello
scatto, tanto che il fotografo gli fece un complimento. “Talvolta ci facciamo prendere dalla
compassione per creature incapaci di provare sentimenti sia per se stessi che
per altri.” Diceva questa
frase.
-Bravo così!
Ora passiamo alla panchina! Devi essere annoiato!-
Diceva il
fotografo, mentre lui si alzava e si spostava dove gli aveva ordinato. Fu
mentre guardava un punto lontano che si accorse dell’entrata di Gabe Saporta.
Indossava una felpa viola che era difficile non notare e, soprattutto, era
stato assalito da Jeffree Star che gli stava abbracciando il collo per sussurrargli
qualcosa all’orecchio. Un sorriso piegò le labbra del sudamericano, prima che i
suoi occhi incontrassero quelli di Darien. Restarono a fissarsi per qualche
istante, ma il castano fu costretto a spostarsi per essere fotografato in altre
pose.
Dieci minuti
dopo era ancora in camerino a cambiarsi abito e pettinatura ed il servizio andò
avanti per almeno tre ore, finchè Pete si mise a battere le mani per richiamare
tutta la troupe. Tutti si voltarono a guardarlo e lui tossicchiò, per poi
lasciarsi andare in un sorrisone felice.
-Direi che
ci vorrebbe un bel pranzo! Tutti a mangiare!!-
Fu così che
Darien si trovò seduto nella tavola calda vicino al palazzo in cui si trovava
l’agenzia. Alcune persone si voltavano curiose ad osservarlo, forse perché
aveva qualche strana stoffa colorata nei capelli. O forse perché accanto a lui
c’era Jeffree che giocherellava con l’insalata, mentre spettegolava con Wentz
su dei certi “Ryan” e “Dallon”. Il castano guardava fuori dalla vetrata con
crescente noia, quando vide che al pranzo si sarebbe unito anche qualcun altro.
Gabe stava attraversando la strada con il semaforo verde appena scattato e
stava andando verso il locale dove si trovavano loro.
-Finalmente
GabeyBaby!!-
Pete si alzò
per farsi notare –come se ce ne fosse
bisogno- e il sudamericano li raggiunse a grandi passi con un enorme sorriso
sulle labbra sottili. Prese posto proprio davanti a Darien, che lo salutò
educatamente. Doveva ancora riuscire ad inserirsi in quella compagnia, ma non
ci sarebbe voluto molto. Il minimo di timidezza che provava ci avrebbe messo
pochissimo a crollare a pezzi, mostrandolo per quello che era veramente.
-A quanto
pare oggi pomeriggio devo posare con dei boxer per Calvin Klein. E lo sapete
chi ha mandato a fotografarmi?-
Domandò
scazzato l’ultimo arrivato, afferrando la lista del menù e dandoci un’occhiata
schifata. Jeffree si portò una mano alla bocca e poi prese a ridacchiare in
modo sadico, sporgendosi in avanti in modo che Darien riusciva a sentirne il
profumo.
-McCoy?-
Lo sguardo
di Saporta fece intendere che aveva indovinato e tutto il tavolo sembrò
ammutolirsi. A quanto pare non era una persona che stava loro simpatica… Il
novellino non ne conosceva il motivo, quindi si limitò a pensare al suo pranzo
come se non fossero affari suoi. D’altronde non lo erano affatto. Lui doveva
pensare alla sua carriera e a Zane, non a tutti questi pettegolezzi strani.
Peccato che ancora non aveva capito le regole del mondo in cui era appena stato
lanciato. A proposito di Zane, quel giorno incontrare sua madre… Forse sarebbe
stato meglio se gli avesse mandato un sms per sapere come stava andando. Non
erano di certo in ottimi rapporti da quando lui era entrato nella mail del
padre scoprendo una relazione clandestina che questo aveva con la commessa di un
mini-market.
-Come sta
andando la prima giornata? Ti trovi bene a fare questo lavoraccio?-
La voce di
Gabe interruppe i suoi pensieri ed allora voltò lo sguardo verso di lui. Lo
stava fissando curioso in attesa di una risposta.
-Finora è
ok. Pensavo fosse più difficile…-
-Oh, aspetta
quando ci saranno grandi nomi a voler coprire il tuo culetto. Vedrai che poi si
farà difficile.-
Disse
Jeffree mordendo una foglia di insalata, facendo ridacchiare Pete. Saporta gli
lanciò un’occhiata eloquente, poi tornò a dedicare l’attenzione al ragazzo.
Pareva interessato veramente a quello che stava provando in quella realtà
distorta fatta di bei vestiti e fotografie.
-Non sarà
difficile, c’è solo una cosa da fare… Mettersi in ginocchio se si vuol
raggiungere la celebrità.-
-Mi stai
dicendo che devo praticamente succhiarlo a chi mi porterà al successo?-
La domanda
di Darien venne colta con un sorriso del moro, che annuì e si grattò il mento
in maniera sensuale. Il ragazzino era molto più sveglio di quello che sembrava…
Forse dietro al silenzio ed al suo bel visino, c’era molto di più di quello che
dava a vedere. Era abituato a non farsi ingannare dall’aspetto, dopo aver avuto
a che fare con William. Aveva capito che anche la persona con il volto più
bello ed angelico del mondo, poteva nascondere dentro di sé i sentimenti
peggiori.
-Capisci in
fretta.-
-Se è per
questo lo sapevo già. Il mondo funziona così…-
Il sorriso
che piegò le labbra del ragazzo, fece scappare un risolino anche a Gabe. Fu
così che Pete li osservò un secondo prima di alzare la sua cocacola-light verso
l’alto attirando tutti gli sguardi.
-Un brindisi
ai pompini!-
-Pete!- Gabe
lo guardò malissimo, accorgendosi che molti lo stavano guardando. –Non urlarlo
almeno!-
-Oh che bel
brindisi!-
Osservò
invece Jeffree battendo le mani, prima di alzare anche il suo bicchiere e farlo
scontrare con quello di Wentz. Darien si mise a ridere, prima di imitare
l’androgino lanciando un’occhiata al sudamericano. Questo aveva appena avuto la
birra dalla cameriera e la alzò a suo malgrado per partecipare a quello stupido
brindisi.
-…ai
pompini, allora.-
Sogghignò
scuotendo la testa rassegnato. Solo Pete poteva proporre una simile stronzata a
cui brindare, soprattutto se si trovavano in un luogo pubblico affollato.
Ciononostante, gli aveva dato un’ottima scusa per poter mandar giù la birra il
più veloce possibile per ordinarne un’altra.
* * *
Travie McCoy
era un fotografo affermato nel mondo della moda. Aveva scattato i migliori
servizi per grandi stilisti e spesso lavorava a contatto con la grossa agenzia
di Wentz. Quel pomeriggio arrivò in sede di pessimo umore e pareva quasi che
avrebbe preferito andare in pasto ai cani che essere lì. La maggior parte dello
staff non ne capiva il motivo, tantomeno Darien, che lo incrociò per il corridoio
e quasi fu investito dalla sua furia. Gabe stava giusto camminando accanto a
lui e Jeffree e lo salvò da scontro certo con l’afroamericano.
-Stai
attento a dove metti i piedi, moccioso!!-
Gli aveva
semplicemente detto, prima di voltare sui tacchi e continuare la sua camminata
spedita. Gabe gli aveva risposto con una smorfia orribile come ad imitarlo,
senza staccargli gli occhi dalle spalle mentre si allontanava.
-Stupido
coglione. Viene qui e pensa di essere il padrone del mondo.-
-Tutto
questo solo perché si è preso il nostro modello migliore…-
Dicendolo,
il make-up artist si spostò i lunghi capelli fucsia dal viso per poi puntare lo
sguardo verso il sudamericano. Senza accorgersi stava ancora tenendo il
novellino per la spalla e lo lasciò un po’ imbarazzato, prima di fare un passo
avanti. Non voleva sentir parlare di chi McCoy si era portato via. Non voleva
nemmeno pensarci. Dannazione, con tutti i fotografi che potevano venire,
proprio lui?! Non sopportava l’idea di dover posare e seguire i suoi ordini.
Soprattutto se si trovava solamente in boxer. Era davvero avvilente come situazione.
-Qualcosa
non va?-
Domandò
curioso Darien, attirando così la sua attenzione in quegli occhi giallastri. Ci
mancava solo il ragazzino a rompergli le palle per sapere che cosa stava
succendendo. Ci pensò comunque Jeffree a rispondere per lui.
-Gli ha
portato via il ragazzo e il nostro Gabey ora è un tantino irritato.-
-Oh.-
Mormorò il castano, prima di farsi scappare una risatina inappropriata. –Certo
che è sfiga.-
Saporta lo
fulminò con lo sguardo e gli augurò mentalmente tutto il male possibile. Questo
arrivava in agenzia e si permetteva anche di ridere delle sue sventure!
Maledettissimo ragazzino, l’avrebbe preso a calci in culo se solo non avesse
indossato quella lunga maglietta bianca in lino che avrebbe attutito il colpo.
Per di più l’androgino si stava impegnando ad appoggiarlo, dato che a quanto
pare l’aveva preso in simpatia. Sembrava che se lo volesse spupazzare
allegramente, mostrando il nuovo giocattolino alla prima festa a cui avrebbe
partecipato. Oh, Gabe lo conosceva bene… Quando trovava qualcuno che gli
piaceva, se lo accaparrava e lo esibiva come il suo “gioiello del momento”. Era
successo anche a lui, d’altronde. C’era un periodo in cui Jeffree lo portava
ovunque e, scherzando, diceva che fossero fidanzati e si sarebbero sposati.
Questo prima di William… Quando era arrivato lui tutti gli avevano messo gli
occhi addosso. Tutti. Anche McCoy per l’appunto.
-…lo farò
sentire sminuito! Quando vedrà il mio mio fratellino coperto da soli boxer
aderenti la sua autostima morirà all’istante!!!-
Mentre lo
diceva si portò la mano destra al cavallo dei jeans e strinse la stoffa, sotto
gli sguardi divertiti degli altri due. Jeffree annuì tutto contento, asserendo
però un “qualcuno l’ha mai visto a Travie per dire che non sia superdotato?”.
Darien, dal canto suo si limitò a ridere in silenzio, prima che Pete urlasse il
suo nome nel corridoio. Doveva tornare sul set fotografico in fretta o lo
avrebbero licenziato.
-Scappo o
perdo il lavoro e non potrò mai rispondere a questa domanda!.
Scherzò,
prima di correre via muovendo le lunghe gambe strette in pantacollant in pelle.
L’androgino lo guardò allontanarsi prima di sospirare ed appoggiare la mano
alla spalla di Saporta.
-…lo zuccherino oltre ad essere carino è anche vivace e
simpatico! Davvero un peccato che sia già occupato. Altrimenti me lo farei…-
-Da quando
il fatto che sia già accoppiato ti impedisce di provarci pesantemente?-
Chiese
complice il moro stringendogli il fianco schelettrico e scuotendolo appena.
Aveva azzeccato… Jeffree era nel pieno di uno dei suoi flirt e Reed era la
nuova preda. Il che era comprensibile, dato l’aspetto a dir poco invitante del
suo “zuccherino”. D’altronde era un modello scelto da Pete, poteva solo essere
dannatamente bello quanto tutti gli altri. ….mai quanto William. No,
mai quanto lui…
-Vado anche
io… Devo denudarmi per il bene dell’umanità.- Gabe si allontanò e si spogliò la
maglia nel bel mezzo del corridoio, rimanendo a torso nudo. –G.A.B.E. vi farà
sognare!!.
Il suo urlo
rimbombò e i presenti nel lungo corridoio lanciarono qualche fischio e
gridolino divertito per risposta. Erano abituati a simili atteggiamenti da
esibizionista ed ormai ci ridevano su, conoscendo il soggetto. Quando arrivò in
camerino si levò anche i jeans ed alzò le braccia verso l’alto.
-Allora, chi
vuole giocare con il mio corpo oggi?-
-Io, Gabe.
Ora vieni qui, sei in ritardo e McCoy è già abbastanza incazzato!-
La ragazza
che lo chiamò era una costumista che lavorava per Pete, il suo nome era Erin.
Tutti avevano visto lei e Gabe uscire per andare insieme a qualche festa, ma le
voci che giravano su di loro erano assolutamente false. Lei amava vestirlo, lui
amava bere… Uscire insieme per le premiere o chissà quale altro appuntamento
nell’alta società era solo una scusa per soddisfare i propri desideri. Lei era
single, sì, ma lui era gay ed innamorato di William. Non avrebbe mai
funzionato, diversamente da quel che tutti dicevano.
-Allora, mi
sfili tu i boxer?-
Domandò
ammiccando, ma lei gli lanciò addosso il primo paio che avrebbe dovuto
indossare prima di spedirlo dietro la tenda. Andò a cambiarsi borbottando altre
strane storie sulla sua virilità, mentre si specchiava. Era
decisamente perfetto… Pensò
con un sorrisino malizioso a piegargli le labbra. McCoy si sarebbe depresso e
non avrebbe più toccato William per paura del confronto. Ne era così sicuro che arrivò baldanzoso sul
set e fece l’occhiolino al fotografo. Da parte sua McCoy si limitò a guardarlo
schifato, mettendosi dietro alla macchina fotografica. Si vedeva che non aveva
assolutamente voglia di svolgere quel servizio, ma il lavoro non poteva essere
compromesso dalle relazioni interpersonali.
Un tempo lui
e Gabe erano stati amici e si erano visti anche al di fuori dell’ambito
lavorativo. Collaboravano ad un photobook che avrebbe portato entrambi al
successo, Gabe era stato infatti lanciato da quelle foto e Travie si era fatto
notare da grossi stilisti per il suoi scatti impeccabili. Per i due era
iniziata una carriera piena di impegni e pian piano si erano allontanati… Fino
al momento in cui William è entrato in scena, perlomeno.
-Cerca di
impegnarti a fare uno sguardo sensuale e non sembrare un pesce lesso caduto dal
seggiolone da piccolo.-
All’ossevazione
di Travis, Saporta semrò ribollire dalla rabbia e ciò rese difficile il suo
tentativo di fare il sexy. La sua espressione, tuttavia, sembrò soddisfare il
fotografo… In effetti andava bene quell’aggressività maliziosa che gli si era
per errore ritratta sul volto. Il servizio andò avanti per almeno un paio d’ore
e ogni volta l’afroamericano aveva qualcosa da ridire, così che alla fine Gabe
era nel pieno di una crisi isterica da mestruata. Uscì infatti in corridoio con
i nervi a fior di pelle ed andò dritto da Pete e Jeffree, ancora all’impresa
con gli ultimi scatti di Darien.
Saporta
prese posto sul divanetto accanto al moro ed incrociò le braccia sul petto. Gli
altri fecero finta di niente e lui ne fu felice, restando così a fissare come
il ragazzino si divertiva a posare per gli scatti passando dal broncio al
sorriso più solare. Si ricordò così di quando era William quello che poteva
osservare… Quando, illuminato dai flash e dai riflettori, mostrava il miglior
sorriso del suo repertorio stregando tutti quanti. Lui compreso…. Sì, forse
assomigliava molto a Jeffree, che era del tutto rapito dalla visione.
Per un
attimo anche lui cercò di non paragonare qualsiasi volto a quello di Bill, ccsì
si soffermò ad esaminare i lineamenti di Reed. Non c’era niente da dire, erano
davvero armoniosi e perfetti. Inoltre aveva dalla sua la giovane età… L’unico
ad essere entrato così giovane era stato Ross, mentre gli altri avevano almeno
vent’anni quando hanno varcato la porta dell’agenzia. Beh, tranne lui… Lui era
arrivato da Pete quando aveva ventiquattro anni e non sapeva più cosa farsene
della sua vita senza speranza.
Per Darien
si era aperto un universo intero che lo avrebbe portato al successo, oppure in
un tunnel senza uscita. E forse non era un bene che abbandonasse gli studi per
quella professione. Fu mentre pensava a questo che si ricordò della tessera
universitaria che doveva restituire. L’aveva lasciata sul tavolino del salotto,
ovviamente. Decise che gleil’avrebbe riportata il giorno seguente, così si
rilassò e prese il muffin che Wentz gli stava offrendo.
-Allora?
Come è andata?-
-Oh mio dio
ragazzi!!!!-
L’androgino
scosse i suoi capelli fucsia e si chinò sugli altri due mostrando l’iphone in
segno di vittoria. Fu così che Gabe lesse il messaggio appena arrivato e sbuffò.
-Una festa?-
-Sì!!! Una
festa all’Hilton! Non possiamo non andarci!-
Tubò
allegro, alzandosi in piedi a saltellare sulle zeppe proprio mentre Darien si
avvicinava con il lungo soprabito con strascico indosso. Il sorriso gli si
congelò sulle labbra quando fu a due passi dal trio e notò che Gabe lo stava
guardando con interesse. Infatti il sudamericano nonostante tutto non riusciva
a staccargli gli occhi di dosso, preso a fargli uno scanner totale come se
dovesse dargli un voto finale nella sua scala da 0 a William. Si meritava un…
un 7. Cazzo, William era troppo bello per poter azzardare a dare voti alti a qualcun altro! …o
forse sembrava più bello di chiunque altro solo perché lo amava.
-Checcè?-
Domandò
rivolto a Saporta, ma fu Jeffree Star a buttarsi al suo collo e lasciargli un
bacio sulla tempia, sporcandola di rossetto.
-Devi venire
con noi alla festa di stasera, zuccherino!-
Esclamò e
Gabe si sentì chiamato in causa, così si alzò in piedi e si infilò le mani in
tasca.
-Io non
vengo all’Hilton!-
-Massì dai
GabeyBaby!!! Facciamo un po’ di casino tutti insieme!-
Pete gli si
attaccò al braccio e lo guardò supplichevole, mentre Reed sembrava ancora
sconvolto. Non riusciva a credere che dal suo primo giorno fosse stato invitato
ad una festa con i nomi più importanti dell’agenzia. E
poi… una festa all’Hilton!
Rimuginò mentre veniva soffocato da Jeffree. Non in un posto qualunque,
l’Hilton!
-Io ci sto.-
Disse, passandosi una mano tra i capelli pieni di lacca. –Dai, Gabe, vieni
anche tu.-
Si beccò
l’ennesima occhiatacchia da Saporta, che alla fine annuì e diede un buffetto in
testa al suo capo. Poi si avvicinò al novellino e gli appoggiò l’indice sulla
fronte, facendo pressione per infastidirlo.
-Sia chiaro…
Anche se sono single non permetterò a nessuno di voi di venire a letto con me!-
Gabe
scherzava, ma lanciò comunque uno sguardo all’androgino che stava mangiando Darien
con gli occhi. Sapeva che la star della serata sarebbe stato quest’ultimo, che
avrebbe potuto mostrarsi alla società ipocrita in cui Pete l’aveva lanciato.
Continua…
___________
Ecco qui il secondo capitolo
di questa idea senza senso!!! XD
First of all: Darien per me
è così, ma castano! ;D Mi sono innamorata del modello! XD
Come potete vedere il
protagonista indiscusso è diventato Jeffree Star XD ahahahha XD
No vabbè, è sempre Gabe,
oltre a Darien! XD Però Jeffree ha preso potere in qualche modo che non saprei
spiegarmi…
Non l’avevo mai messo da
nessuna parte, ma in questa trama non poteva mancare!
È il suo mondo! XD
Comunque, oltre a lui spunta
il caro Travie McCoy che si è portato via William!
Un po’ di sana Treckett non
poteva mancare… U__U
Ora tutti i potagonisti se
ne andranno a spasso per LA per andare alla festa all’Hilton. -.-‘’’
Che branco di scimmie
addomesticate!!!
Alla prossima!!!
Fangs up <3
Xoxo
Miky