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Autore: KiM91    12/11/2011    2 recensioni
Il rapporto tra Soul e Maka, attraverso i momenti, i pensieri e le "Sensazioni del Corpo" e dell'anima di ognuno.
Una raccolta di 10 capitoli in cui conosceranno e capiranno i loro reciproci sentimenti.
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 5 – Kami

 



 

«Blair!»

E uno.

«Blaaaair!»

E ancora...

«Blaaaaar!!!»

Un'altra volta...

«BLAIR!!!»

 

Ok, va bene! Potevo usare qualsiasi, e dico, qualsiasi mezzo possibile per tappare quella vocina isterica che da cinque minuti gridava il nome di quell'altra idiota di una gatta.

Sul serio, una volta, solo un'altra volta e le facevo pentire di poter parlare!

 

Giro canale.

 

Eccola che arrivava, infuriata, con l'asciugamano arrotolato in testa come un turbante.

Che poco cool!

Mise le mani ai fianchi, lo sguardo minaccioso.

«SOUL!»

Grida.

«Sì, sì...lo so qual'è il mio nome, ed è anche incredibilmente cool, ma la vuoi piantare di starnazzare!?»

«SOUL!!!»

Mmmm---!!! Non sapevo che avrei dato pur di farla tacere per sempre!

«Che c'è?!!!»

«Hai visto Blair?»

La gatta! Ora andava in cerca della gatta, lei!

E per un gatto voleva uccidere il mio finissimo udito.

Sciagurata!

«E' sotto al tavolo in cucina...»

Ad ampie falcate, le braccia lungo i fianchi e i pugni stretti si dirige nella stanza accanto.

«Blair!»

Di nuovo!

«Guarda cos'hai fatto! Guarda! E adesso? Come faccio io ad uscire di casa conciata così? Ma l'hai visto il colore? Eh? L'hai visto?»

«E'... v-v-v-vi-viola?»

«Esatto!»

Tsk... litigi tra donne... lasciamo pure che si prendano per i capelli!

«Adesso vedi di rimediare al tuo... Ehi! Aspetta! Dove... dove vai? Torna qui!»

Come un inseguimento tra cane e gatto (in questo caso calzava a pennello) Blair uscì dalla cucina correndo guadagnandosi l'uscita in pochi secondi, sbattendo la porta, ridendo allegramente.

In tutto questo frastuono almeno qualcuno si divertiva!

Maka arrivò che Blair era già sparita, probabilmente dal condominio, a gambe levate, e cominciò a sbattere con forza la testa sullo stipite d'ingresso, quasi a volersi fracassare il cervello.

Sarebbe stato divertente da vedere, se non che lo stava facendo con un po' troppo trasporto.

Le corsi incontro bloccandola per le spalle, girandola verso di me.

Aveva uno sguardo a dir poco animalesco.

Sì, era decisamente incazzata questa volta.

«Maka... smettila di triturati la testa. Non ci tengo ad avere una partner senza cervella. Non sarebbe affatto cool!»

«Cool, cool, sempre con questo “cool”!... A te non te ne frega niente se agli altri, per una volta, interessa il proprio aspetto! Sai che ti dico? Vedi di rivedere le tue priorità!»

Fa per andarsene.

La blocco per un polso.

Eh no, cara mia, ora hai tirato il sasso, non ritirare la mano.

«Ehi ehi! Chi ha detto che a me non interessa degli altri? Se non me ne fregasse nulla non sarei qui a domandarti che ti prende! Ok, sei incazzata perché Blair ti ha fatto qualcosa... ma non sarà mica così grave da...»

In quel frangente si prese l'asciugamano e lo tolse con un gesto rivelando i capelli, decisamente “coloriti”...

Erano del suo solito colore, biondo cenere, ma con ciocche viola scuro, dello stesso colore di quelli della gatta ninfomane.

Oh beh... era abbastanza grave!

Non potei trattenere una risata spontanea, cercai in tutti i modi di bloccarla, emettendo uno sbuffo molto sonoro.

«Ecco, appunto...»

I suoi occhi diventarono tristi e rabbiosi in pochi attimi.

Con uno strappo si è liberata dalla mia presa.

Gira i tacchi e se ne va verso la sua stanza.

«Non avrai intenzione di restare a casa spero...»

Si gira e mi risponde con uno sguardo che conteneva in sé la risposta chiara “SI” e un vistoso pacchetto di insulti gratuiti, tra cui il classico “idiota” o “super deficiente”.

«A me piacciono così.»

«Pff... inventatene una migliore.»

Ora fa pure del sarcasmo?

«Guarda che non ti sto prendendo per il culo!»

«E io non voglio la tua compassione, ok? Semmai ho bisogno di una tinta...»

«Ora non esagerare, di sicuro andrà via entro...»

«Quando? Domani? Dopodomani? Tra un mese? Tra un anno forse?»

«Io pensavo a quando avrai novant'anni, ma forse a cinquanta saranno già bianchi, secchiona come sei!»

Di nuovo, un libro mi arrivò dritto dritto in faccia.

Stavolta deve avermi frantumato tutto il setto nasale.

«Porc... ma sei impazzita? Fa male cazzo!»

«Così impari, stupido idiota!»

Le guance le si imporporano per la rabbia.

«Ma io volevo solo farti un complimento.»

Ammisi, ridendo di gusto, tra il dolore e il diletto.

«Beh, non sei affatto carino! Io volevo solo uscire di casa per andare alla festa di Kid, e guarda qui! Viola! No, dico... viola!»

«E io ti ripeto che a me piacciono...insomma, sono... “stravaganti”.»

Alzò le sopracciglia e incurvò leggermente le labbra.

Faccia interrogativa.

«Non vuol dire che ti facciano sembrare una scema, a quello ci pensi già da sola, ma...»

«Soul!»

«Ti ripeto che lo so il mio nome. Comunque quei capelli...»

«Soul!!!»

«Insomma, quello che voglio dire è... se a te va bene te li posso sistemare io...»

«Facendomi una tinta?»

«...no. Ti va se te li sistemo in modo che si vedano il meno possibile?»

Ok. Se la situazione era stramba, adesso lo era ancora di più...

Io! Che sistemo i capelli ad una ragazza?

Mi stavo mangiando le mani da solo!

«Tu sai fare delle acconciature?»

Stessa faccia interrogativa.

«Ehm... in realtà no ma...se vuoi ci posso provare.»

«Ok. Tanto ormai il danno è fatto.»

Che positività!

«Non è che potresti anche asciugarmeli? Sai... mi fa una strana sensazione vederli così...»

«Colorati?»

«Diversi!»

Arrossisce.

Davvero, adesso qualsiasi espressione faccia sembra sempre, diciamo... carina?

Risi dei miei pensieri.

No, pensare queste cose non è affatto cool, ma lei è comunque carina, quando la faccio incazzare!

 

Pian piano ci avvicinammo alla sua stanza dalla quale prese una sedia e la portò in bagno.

Ci si sedette come una bambina fa quando va dal parrucchiere, agitando le gambe sotto la sedia e sorridendo verso lo specchio.

Mi posizionai dietro la sedia, prendendo in mano spazzola e asciugacapelli.

E quindi?

«Inizi?»

Se sapessi come fare?

«Va bene... ma per questo dovrai prepararmi la colazione per un mese...»

«Cosa? Ma se ti sei offerto tu di sistemarmeli...»

Mi avvicinai al suo orecchio.

«Sì, ma non di asciugarteli!»

Vidi comparirle sul suo volto delle leggere striature rossastre.

Si imbarazzava per così poco?

Sorrisi.

Con un fermaglio mi separai alla bene e meglio i capelli di quell'insolito colore.

Erano davvero assurdi, ma a lei conferivano una luce diversa, forse un po' meno bambina.

Non è affatto cool il modo in cui si era ritrovata quei capelli, ma l'accostamento non era affatto male!

Stranamente, le donava, molto più di quello che io stesso volessi ammettere.

«Toglimi una curiosità...»

Mugugna un 'sì'.

«Come diamine hai fatto a farli diventare così?»

«Beh... Avevo finito il mio shampoo così l'ho chiesto in prestito a Blair... L'unico problema è che si è dimenticata di dirmi che quello lo usa per tingersi i capelli! Quella maledetta...»

Accesi l'asciugacapelli e cominciai, in modo assolutamente goffo, ad asciugarle le prime ciocche.

Dal vapore dell'acqua di cui erano zuppe uscì un tenue profumo di pesca.

Ne presi una e me la avvicinai per inspirare quanto più potevo quel profumo.

Pensai mi avesse annebbiato i sensi per una manciata di secondi.

«Ha un buon profumo però. Cos'è? Pesca?»

«In realtà è albicocca, almeno di quello sono sicura! La prossima volta se rimango senza userò il tuo.»

«Il mio? Perché scusa? Vattelo a comprare!»

«I negozi non sono mica aperti alle nove di sera! E poi il tuo sa di latte alle mandorle, è così buono quel profumo che lo annuserei per tutto il...»

Mentre mi parlava si era girata, guardandomi fisso negli occhi, sorridendomi.

Ci misi poco a fare 'due più due'.

Come la volevi finire quella frase? Con la parola “tempo”, forse?

Si bloccò tutto d'un colpo, arrossendo vistosamente.

Mi aveva rivelato qualcosa che probabilmente non avrei dovuto sapere.

Alla velocità della luce si rigirò, mostrandomi ancora i capelli striati che necessitavano di essere asciugati.

«...su!... Ehm... continua il tuo lavoro, o la colazione non la vedi neanche domani...»

Bugiarda.

Sorrisi ancora.

Queste sue 'uscite' da imbarazzo erano davvero divertenti!

«Agli ordini, my lady!»

Se l'avessi detto per scherzo si sarebbe messa a ridere sulla futilità della frase, ma stavolta la vidi sussultare, veloce, mentre io mi rendevo sempre più conto che, quello che avevo detto, l'avevo detto seriamente.

Finì di asciugarle i capelli.

Avevano preso un colorito decisamente più tenue di quanto pensassi.

Il biondo cenere sembrava bianco in contrasto con il viola, il quale era diventato di una tonalità malva scura.

Beh, per sua fortuna, si sarebbe notato di meno.

«Hai visto? Comincia già ad andare via.»

«Miracolo!... Ora però devi sistemarmeli, altrimenti così sembra che mi sia pasticciata in testa coi pennarelli...»

Sistemarli.

Eh... bel problema!

L'unica cosa che sapevo fare era...

«Ti va bene se faccio una treccia?»

Si era rigirata guardandomi sbalordita.

Che c'è? Mai visto un ragazzo che sa fare le trecce?

Improvvisamente mi sorrise, facendo cenno di 'sì' con la testa.

Non potevo che sorriderle di rimando.

Partendo dall'alto divido tre ciocche di quei stranissimi capelli.

Morbidi.

Era come toccare dei fili di seta, morbidi e lisci.

Ci avrei passato ore a giocare con quei capelli, quasi come una bambina fa con le sue bambole.

O come un ragazzo fa con i capelli di una ragazza...

Venni distratto da Maka che puntando un dito sui capelli frontali aveva detto:

«Ricordati di mettermi delle forcine per la frangia, da sola non sta da nessuna parte! E mi raccomando, fai la treccia più simmetrica possibile! Non voglio avere Kid tutta la serata che mi fissa perché ho ciuffi fuori posto!»

«Come siamo esigenti!»

Dallo specchio di fronte la vedo tirare fuori la lingua e strizzare l'occhio sinistro.

Si prende pure gioco del sottoscritto!

Iniziai il mio lavoro magistrale (più o meno) armeggiando con quei fili come se avessi paura di romperli.

Per tutto il tempo sentì su di me lo sguardo indagatore di Maka.

O forse era solo una mia sensazione.

Finì stringendo le ultime ciocche con l'elastico e appuntando due forcine per fermare quelle della frangia.

Diciamo che fui abbastanza fiero della mia opera.

Lo sapevo che avrei dovuto fare il parrucchiere!

 




 

***






 

Con una certa fatica trovai la toppa della chiave.

Oh beh, era piuttosto normale che tornassi a casa in questi stati decisamente poco cool...

Ma si sa, la birra è buona, e il vino è la bevanda degli dei, non si può rifiutare tutto il ben di Dio offerto dal generoso figlio di Shinigami-sama, Death The Kid.

Anche perché rifiutare sarebbe scortese, bere poco un insulto, e bere troppo... beh, mi riduceva sempre in questo modo!

Maka, al mio seguito, non era in condizioni così diverse.

Diciamo che lei preferisce la vodka alla birra.

Per il vino nessun rimpianto.

Ci catapultammo dentro, accendendo a tentoni la luce del salotto.

Maka mollò la borsa e la giacca sul divano, io feci altrettanto.

Corse in camera a cambiarsi il vestito, dato che per tutta la sera si lamentava di avere una gabbia al posto del tubino che aveva indossato.

Quella sera non si era, decisamente, risparmiata in quanto ad aspetto: i capelli acconciati, un tubino smanicato blu scuro, scarpe basse... persino un filo di trucco!

Credevo di aver accompagnato un'altra persona alla festa ma, in quel momento vedendo i soliti comportamenti 'traballanti' da ubriachi, la riconobbi come Maka in tutto e per tutto.

Però quel tubino...

Fasciava alla perfezione i fianchi e, anche se è da maniaco dirlo, pure il sedere.

Delle tette non ne parliamo!...

Ma deve aver comprato un bel reggiseno perché 'pareva' (solo 'pareva') che avesse un qualcosa in più del solito.

Nel completo, ispirava decisamente!

E non lo pensai perché ero ubriaco... ok, magari forse qualcosina (quella sulle tette), ma per il resto era tutto vero.

Dio solo sa quanti brividi per aiutarla a scendere e salire dalla moto.

E toccare i fianchi, e sfiorare le gambe, e poi il profumo, e poi, e,...

Cavolo.

Stavo impazzendo.

Per tutta la serata non avevo fatto altro che guardarla.

Mentre parlava, mentre si toccava distrattamente i capelli, e quando si voltava a guardarmi sentivo lo stomaco rigirarsi.

Poi mi sorrideva sempre con quel suo modo affabile.

Diamine!

Mi passai una mano sulla faccia, cercando di detergere così quelle immagini davvero poco caste che il mio cervello stava formulando a causa della sbronza (ma anche se non era colpa sua non importava).

Una vampata di caldo mi percorse, aprì la camicia viola a righe che avevo indossato lasciando che un po' del fresco della sera desse pace alla pelle in fiamme.

Poco dopo si ripresentò Maka con il suo pigiama da notte, che per fortuna non erano più delle vestaglie lilla assolutamente non-cool ma un completo di pantaloncini e maglia maniche corte.

Le feci segno di sedersi sul divano vicino a me.

Avevamo passato la maggior parte dell'estate su quel divano ed ora che l'autunno era iniziato la cosa mi metteva una certa nostalgia.

Barcollando leggermente arrivò a sedersi con poca grazia (se non nulla) sul divano.

Voltò il capo all'indietro, coi capelli ancora costretti dalla treccia, andando a sbattere sul mio braccio disteso lungo il bordo dello schienale.

Continuai a seguire i suoi movimenti fino a quando non mi scivolò addosso, passando la testa dal braccio, alla spalla, fino alla gamba destra.

Il profumo di albicocca riempì tutto il mio campo olfattivo.

Mi sembrava di essermi preso un'altra sbronza.

La situazione era, diciamo, piuttosto normale, ma avevo un caldo addosso che avrei voluto andare coi pinguini ad abitare al Polo Sud, nudo, per sentirmi meglio!

«Maka... sarebbe meglio se andassi a letto.»

Esortarla magari la invogliava a staccarsi sa lì.

Mugugna qualcosa di indefinito.

«Lo dico per il tuo bene... dormire così non è il massimo.»

Altro mugugno.

«Mmh... lasciami un po' qui...ti sto dando così fastidio?»

Fastidio?

No, assolutamente no ma, se non volevi che facessi degli errori, magari i più grossi della mia vita, potevi almeno togliere la mano che avevi appoggiato sulla mia gamba?

Volti lo sguardo verso di me, con gli occhi socchiusi per il sonno.

Perché mi sembrava così indifesa?

«Mi potresti sciogliere la treccia? Mi sta tirando da tutte le parti...»

«Distruggere la mia opera? Come minimo dovresti tenertela per una settimana!»

Mi sorrise sorniona per poi rigirarsi.

Sì, era dannatamente carina quella sera, ora non avevo più dubbi, anche se era uno dei pensieri meno cool della mia vita!

Le presi l'elastico che si fece levare con facilità dalle dita.

Piano, cominciai a sciogliere l'intreccio che avevo creato per nascondere quelle vistose ciocche color malva.

Risi sotto voce.

Sarebbe stata felice di vedere che di quelle striature rimaneva solo un pallido alone.

Ma questo non avrebbe comunque salvato la gatta malefica dal mattatoio.

Risi un po' più forte.

Per una volta tanto non rincorreva me con un libro sottomano!

Slegai l'ultima parte con un gesto.

Non resistetti dall'affondare le dita tra la morbidezza di quei fili setosi e profumati.

Con la mano li pettinai, sfacendo i nodi creati dalla treccia, me li passai tra le dita, giocando.

Stetti un tempo infinito ad accarezzarli mentre lei dormiva pacificamente.

Era una cosa altamente rilassante.

Però...Uff! Anche stasera avrei dovuto riportare quel suo culo enorme fino al suo letto!

Lentamente, ma con gesti misurati che ormai facevo da tempo immemore, la feci tornare cosciente il tempo di passarmi le sue braccia sul collo e sollevarla prendendole le gambe e i fianchi.

Mai come quella sera, sotto gli effetti devastanti dell'alcool, riuscii a provare tanto piacere nell'avere il corpo di Maka così vicino al mio, totalmente abbandonato alle mie cure.

Il suo respiro lento sul collo mi stava facendo diventare matto, e il cuore stava martellando freneticamente nella cassa toracica. A momenti sarei morto d'infarto.

Arrivati nella sua stanza la adagiai piano sul letto, la coprii con il lenzuolo rimboccandoglielo fino alle spalle.

Mi abbassai ad osservare il viso cheto e rilassato.

Sembrava una bambola un po' cresciuta, ma di uguale bellezza.

Guardai le labbra socchiuse.

Inconsciamente mi stavo avvicinando, magari anche un po' troppo.

Le volevo. Cavolo se le volevo!

Mi fermai in tempo, a pochi millimetri di distanza, deviando la mia traiettoria fino alla fronte coperta dalla frangia scomposta.

«Buonanotte...Maka...»

愛しい人...

La baciai sulla fronte, inspirando ancora il dolce profumo dello shampoo all'albicocca.



 

***

 

Angolo autrice: Eh lo so... anche stavolta in ritardo... vi pregherò di abituarvici un pò poichè da questo capitolo in poi non ho ancora creato i successivi... quindi potrei metterci un pò più tempo della solita settimana... chiedo umilmente perdono! ç__ç
Che dire del nuovo capitolo? Evviva, il 5!!! Sono a metà della storia!!!! >O< (oppure della fatica? ò_ò)
*Aria di felicità ovunque e comunque*
Beh questo era proprio un capitoletto leggero leggero... ed, ebbene sì, io ADORO (con tutte le maiuscole possibili) le situazioni da ubriachi!!! ^^ (chissà per quale motivo... *a lei stessa succedono molto spesso le serate in compagnia di alchool... *) Quindi... preparatevi psicologicamente perchè anche nel prossimo capitolo ne succedono delle belle, per cause alcoliche! >3< (non preannuncio altro! ^_-)
Detto questo vado a letto, che è tardi! >o< (sì, ormai sono vecchia e senile... oggi stavo perdendo un braccio per prendere la valiglia... sono ormai spacciata! -__-)
Arrivederci a tutti!
Ringrazio in pubblico, com'è giusto che sia, tutti quelli che hanno messo la storia tra i preferiti e chi tra le seguite, le dolcissime anime che mi commentano questa storielluccia, che da brave commentate sempre sempre!!! ^3^
E ovviamente anche tutti quelli che leggono solamente per divertimento, aspettando ancora una volta di vedere come va 'sta storia! XD
Un bacione a tutti!

  
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