Terza Parte- Le Corna del Cervo.
«Weasley!? » ho urlato sconvolto, fermando la mia azione e
ritirandomi.
«Ron !? » ha strillato Ginny, rannicchiandosi
coprendosi il corpo nudo con le braccia come meglio poteva.
Weasley sembrava
incapace di parlare.
Era fermo, immobile, la bocca dischiusa, lo sguardo
perso, come se non riuscisse a credere ai suoi occhi, come se cercasse una
spiegazione plausibile.
Ma poi ha ripreso parola.
Oh, sì che gli è uscita
la voce.
Ha battuto due tre volte le ciglia, come per rompere un
incantesimo.
«Ginny…» ha mormorato in un ansimo.
Il resto non l’ha affatto
mormorato. L’ha urlato.
Ed erano una serie di parole irripetibili, che, vi
giuro, anche la più perversa mente umana non riuscirebbe a partorire.
E
comunque non riuscirebbe ad urlarle alla propria sorella.
Mentre egli era
impegnato ad urlare insulti, io ho avuto il tempo di riprendere la bacchetta dal
groviglio di vestiti al mio fianco.
Temo che abbia realizzato la sua
stupidità solo quando se l’è vista puntata contro.
«Stupeficium!»
Si è
zittito ed è stato sbattuto a terra quasi nello stesso momento.
Io mi sono
voltato per cercare con gli occhi Ginny.
«Tutto bene?» le ho chiesto
porgendole la mano.
Ero consapevole che negli ultimi minuti la nostra vita
era stata rivoluzionata.
C’era stato un colpo di vento e tutte le carte erano
state rimescolate.
Lei mi ha guardato senza dire una parola. Ha afferrato la
mia mano. Si è rimessa la biancheria intima, poi i jeans, poi la
maglietta.
Tutto in assoluto silenzio.
Infine ha fissato i suoi occhi su
di me, sul mio corpo completamente nudo, osservandolo nei minimi
dettagli.
«Ginny?» l’ho richiamata incerto.
Ha alzato lo sguardo su di
me.
«Draco, » ha detto solenne. «Dobbiamo sbrigarci. Non abbiamo un minuto da
perdere.»
Ha osservato il fratello steso a terra.
«Pensa quando lo
racconterà ad Harry!»
Ed è scoppiata a ridere.
***
In effetti Ginny ha
continuato a ridere quasi tutto il tempo.
Sia quando ha raccolto in una sacca
poche cose indispensabili, sia quando siamo risaliti in scopa e siamo andati a
prendere qualche oggetto da casa mia.
Ho anche preso un po’ di
galeoni.
«Il resto ce lo faremo mandare.»
Ma lei continuava a non restare
seria per più di due secondi, alle prese con una gioia isterica.
«M’immagino
la faccia di Harry… Merlino!»
Ed allora ridevo anche io, mentre una strana
eccitazione mi mordeva lo stomaco, mi vagheggiava nei jeans.
Sapevamo che
prima o poi sarebbe successo.
La fuga era la nostra unica possibilità.
Ma,
d’altronde, cosa mi teneva ancora legato a quella società che non m’accettava?
Cosa poteva esserci di meglio che partire con quella meravigliosa regina
della foresta, la mia Leonessa, fiera ed orgogliosa, dominatrice e
seduttrice.
La mia donna.
Ed allora veniva da ridere anche a me, mentre la
baciavo e tentavo di ragionare freddamente.
«Pensa la gente alla notizia!
Draco Malfoy e Ginny Weasley scappano insieme! Harry Potter cornuto ed
abbandonato…»
C’era qualcosa di estremamente crudele in tutto
questo.
Qualcosa di spietato .
Ecco perché mi dava tanta gioia!
«Dove
vuoi andare?»
L’ho presa per mano, uno zaino in spalla, nell’atrio della mia
casa.
«Ovunque tu mi voglia portare».
Le ho baciato le dita magre ed
affusolate
«Anche all’inferno?» le ho domandato.
E rideva, quella risata
gioiosamente crudele.
Cinicamente bastarda.
Adoravo quella
risata.
Riempiva le mio orecchie.
Riempiva la mia mente.
Riempiva il
mio cuore.
Ha alzato gli occhi, due lame scure a perforare il ghiaccio dei
miei.
«Io ti amo, Draco.»
Qualcosa di bollente mi si è sciolto in petto.
Ricordo di averle accarezzato i capelli. Di averle baciato la fronte,
timidamente, teneramente.
«Ti amo anche io.»
Poi siamo scomparsi, in un
abbraccio.
***
C’erano una volta un Serpente, un Cervo ed una
Leonessa.
Il Cervo e la Leonessa, un tempo vivevano insieme.
Ma era un
tempo lontano, quando il Cervo non aveva ancor messo su un bel palco di
corna e la Leonessa, che per colpa sua viveva in una piccola gabbia sporca,
stava in un perenne torpore e le era vietato ruggire.
Poi, un giorno, un
Serpente molto velenoso decise di vendicarsi del Cervo, che sosteneva di essere
il Re del bosco e si vantava di essere un nobile sovrano.
Per vendicarsi il
Serpente diede un morso alla bella Leonessa.
Non appena il veleno
potentissimo del Serpente entrò in circolo nel sangue della Leonessa, questa si
svegliò dal suo stato di torpore perpetuo, uscì dalla gabbia e ricominciò
a ruggire.
Fu così che, una volta risvegliata la sua compagna, al Cervo
iniziarono a crescere un placo di poderose corna con le quali andò in giro per
tutta la sua vita.
Ed una volta che la Leonessa ed
il Serpente scapparono insieme tutto il mondo fu in grado poter ammirare
le corna del Cervo…
Questa è la nostra favola.
È una storia molto educativa, sarebbe bene
farla leggere ai bambini.
Bisogna capire fin da piccoli da che parte stare e
come comportarsi nella vita.
Ad esempio: i Serpenti sono pericolosi e
non bisogna farli arrabbiare.
O anche: attenzione alle Leonesse. Bisogna
sempre lasciarle libere di ruggire. Se non si presta loro l’attenzione
necessaria possono anche annoiarsi ed andare via. Bisogna sempre accontentare le
Leonesse e renderle loro ciò che vogliono.
Anche al più in fretta
possibile.
I Serpenti sono furbi e lo capiscono.
I Cervi fanno i nobili
d’animo e si beccano le corna.
Così va la vita.
È per questo che mi piace
tanto!
***
Abbiamo vagato come due anime vagabonde in lungo e largo per il
mondo.
Spiagge tropicali, monti innevati, foreste equatoriali, lande
desertiche, boschi dimenticati, fiordi norvegesi.
Ci siamo goduti la
vita.
Non avevamo rimorso.
Non avevamo rimpianti.
Avevamo l’uno
l’altra, ed il resto del mondo poteva anche uccidersi a vicenda, per quello
che c’importava.
Avevamo tagliato i ponti con il passato e non avevamo
nessuna intenzione di tornare indietro nelle nostre scelte.
Ci
amavamo.
Sì, per la prima volta
in vita mia io sentivo di amare .
Proprio
così, quel verbo viscido che di scivola in bocca e ti lascia quel sapore
smielatamente zuccheroso.
Era successo. Non sapevo come, non
sapevo perché.
Quella Leonessa focosa ed impavida mi aveva atterrato con una
zampata e si era nutrita del mio cuore, prima che io potessi rendermene
conto.
Ed ero felice così.
Tutto era iniziato per vedetta e
capriccio.
Ed era finito che avevo vinto io.
Avevo preso il jackpot .
Talvolta, la mattina mi alzavo prima di lei, e restavo a guardarla in
silenzio, a lungo.
Osservavo il suo bellissimo sedere a forma di cuore la sua
pelle bianca macchiata dalle lentiggini.
E mi sentivo enormemente
fortunato.
In quei momenti rivolgevo un pensiero a Potter, con
il cuore distrutto e il braccio destro avvilito a furia di tirarsi seghe.
Fino a pochi
mesi fa lui era l’eroe, aveva tutto, dall’ovazione popolare ad una stupenda
ragazza dal sedere a forma di cuore e quasi una quarta di reggiseno.
Adesso,
invece, mi ero preso tutto io. La sua felicità, la sua serenità, la sua
ragazza.
Ed a lui non era rimasto nulla, se non i frammenti del suo cuore,
qualche neurone disperso nella scatola cranica ed una mano con i crampi
perpetui.
E questi pensieri maligni, con la mia donna
nuda sul mio letto, mi facevano iniziare davvero
bene la giornata.
La giornata di Draco Malfoy,
figlio di Malfoy, assolutamente purosangue, Mangiamorte mancato, cattivo per
scelta.
Avere pena di Harry Potter?
E perché mai?
Beh, era pur sempre San Potter
, no?
Questo avrebbe anche potuto
bastare.
***
«Sposiamoci.»
«Cosa? »
Ella mi rideva, baciandomi
sulla bocca, intrecciando le mie mani con le sue.
«Sposiamoci.»
«E
perché?»
«Perché ti voglio sposare.»
«E che vuol dire?»
«Che ti amo,
stupido.»
Mi si è appesa al collo, volteggiando con me sul prato
d’erba.
«Ma lo so che mi ami!»
Mi ha accarezzato il naso con la punta
dell’indice. Poi l’ha baciato.
Ginny pesava poco. Non era difficile né
faticoso per me tenerla fra le braccia.
«Visto che sei stupido? » mi
ha ammonito, ridendo «Vuol dire che ti amo talmente tanto che tutto quest’amore
potrà bastare per tutta la vita.»
Sono rimasto qualche secondo basito. Poi ho
riso con lei.
Siamo ricaduti sull’erba, dove ci siamo rotolati
baciandoci.
Il tramonto stava per stingere le nuvole del cielo di rosso
intenso. Il mondo mi danzava, le mani di Ginny viaggiavano su di me.
«Ma
dove, come, quando? » le ho mormorato.
«C’è una vecchia sacerdotessa pagana
nella foresta. Celebrerà lei il rito.»
Un lungo silenzio. Un lungo sguardo.
Le sue iridi erano scure e dorate, cupe e sfolgoranti.
«Solo se lo vuoi.
»
L’ho baciata, piano, lentamente.
«Sì.»
Siamo scoppiati a
ridere.
«Sono felice, Ginny.»
Mi ha abbracciato. «Anche io.»
«Voglio
essere felice per sempre.»
Le sue dita disegnavano la sua verità sul mio
torace nudo.
«Anch’io».
Poi ha intrecciato una corona di fiori per
il suo capo.
E mi ha condotto nella foresta.
***
Erano passati un paio
di mesi.
Un fedina sottile mi cingeva l’anulare sinistro.
La guardavo
spesso, sorridendo fra me e me, e pensando a come diavolo potevo essermi
rincoglionito fino a quel punto.
La nostra vita da ricchi vacanzieri
continuava a cullarci allegramente da due anni e mezzo.
E mai, mai sarebbe
dovuta finire, mai, mai, mai…
Mai è decisamente un tempo troppo
lungo.
Posso darvi un consiglio?
I preservativi sono degli ottimi contraccettivi.
Devono sempre
essere usati perché così, non solo non rischiate
di diventare genitori in momenti poco opportuni, ma non incappate in tante
brutte malattie.
Il consiglio però è questo: non
riponeteci troppa
speranza.
Anche i preservativi talvolta falliscono.
E l’ho capito
perfettamente una mattina, quando una pallida e timorosa Ginny, in fondo, forse,
anche un po’ felice, sedendosi accanto a me, dopo un lungo silenzio, prendendomi
la mano sinistra fra le sue, mi ha detto:
«Draco, aspetto un
bambino.»
Un’altra folata di vento aveva rimescolato le carte della mia
vita.
Anche se questa
volta giuro di non averlo fatto apposta.
Ma questa,
gente, è un’altra storia.
…Il Serpente, il Cervo e la Leonessa………Thilwen…
***
Così finisce anche questa breve storia, questa sorta di spin-off di "Pane, Burro e Marmellata". Perchè ovviamente è questa l'altra storia alla quale si allude.
Spero di poter tornare presto con un nuovo lavoro, anche se, in questo momento, non so se sarà possibile. Ma attendete comunque Thilwen, che arriva sempre quando meno ve l'aspettate.
Per il momento ringrazio calorosamente tutti coloro che hanno recensito questa storia e quelli che lo faranno ancora.
Grazie di tutto, un bacio!