Capitolo 11
Tre brioches e mezzo
litro di cappuccino erano decisamente troppo per Philip, che, già con i nervi a
fior di pelle, non era riuscito a trovare pace nemmeno al bancone del bar.
Aveva voglia di
tornarsene a casa, ma il solo pensiero di ritrovarci Benji che, nei panni della
sua ragazza, flirtava con sua cugina gli provocava un attacco di colite.
Per fortuna, da lì a
breve, la vera Jenny sarebbe arrivata…
La vera Jenny?
Con il corpo di Holly
Hutton, i vestiti di Holly Hutton e (orrore!) quell’orribile vocetta stridula
di Holly Hutton?
Non solo, ma sarebbe
arrivato anche qualcun altro nel corpo di Benji, così, oltre a doversi sorbire
l’anima di quel rompicoglioni, avrebbe dovuto sopportare anche la vista del suo
splendido fisico ben tornito, gioia di tutte le sue fans.
Per un attimo si vide
circondato da decine e decine di Benji Price che gli rompevano l’anima con ogni
sorta di stronzate, Philip dov’è la marmellata, Philip piantala di cantare
sotto la doccia, Philip prestami il dopobarba, Philip la mia maglietta è
sudata, Philip datti all’ippica che sei una schiappa, Philip non rompermi le
palle e lasciami solo con tua cugina, Philip…
Eh, no, era davvero
troppo…
- Un altro cappuccino,
per favore -
Il barista guardò Philip,
piuttosto preoccupato, notandone il colorito verdognolo.
- Ne hai già bevuti
cinque, ragazzo, non ti sembra di esagerare? –
- No. –
- Uhm…problemi
sentimentali? –
- Si faccia gli affari
suoi e mi porti quel dannato cappuccino.–
- Uh, okay …-
- E un’altra brioche. –
Sbuffando, lanciò uno
sguardo ad una rivista che si giaceva abbandonata sul bancone.
- Speriamo che non sia un
giornale sportivo – borbottò – Non sopporterei l’idea di rivedere il sorrisetto
di quello stronzo di Price in copertina!-
Sfortunatamente, lo vide.
- NOOOO!!! – ruggì Philip
sbattendo il giornale per terra e saltandoci sopra più volte – E’ una maledetta
persecuzioneeee!!! –
Continuò a saltare e
imprecare fino a quando due grosse dita gli picchiettarono la spalla.
- E tu cosa cazzo vuoi?!
– sbraitò Philip girandosi di scatto. Ma quando vide a chi appartenevano quelle
dita, capì che forse sarebbe stato il caso di rivolgerglisi in modo un pochino
diverso.
Il tizio in questione
misurava un metro e novantacinque per uno e venti, aveva due badili al posto
delle mani e un’espressione da triglia, sebbene piuttosto inferocita (per
quanto possa essere inferocita una triglia).
- Scusi – disse Philip,
pallido come il cadavere che temeva di diventare, facendosi piccolo piccolo –
Non sapevo che questo giornale era suo… -
-Infatti non è mio –
disse il bulldozer – Ma quello che hai detto non mi è piaciuto, no no, non mi è
piaciuto affatto. –
- Ehm…le chiedo umilmente
scusa, non intendevo offenderla, è stato solo un momento di rabbia…vede, questo
stronzo… -
- Cos’hai detto?!? – tuonò
il tizio, ergendosi ancora di più nella sua possente statura e afferrando
Philip per il collo.
- Ghaf…non…non stavo
parlando con lei! Non mi permetterei mai…ghaf…di insultarla! –
- Ho capito che non stavi
insultando me!- ribadì il tizio – Ma
hai insultato lui!! E questo è ancora più grave!! –
- Lui…lui chi? –
Philip credette di
svenire quando il tizio prese dalla tasca un cappellino arancione con il
simbolo della New Team, cosa che gli provocò un altro attacco di colite
fulminante.
- A…aspetti! – biascicò –
Lei non sa chi sono io! –
- Certo che lo so! –
disse l’armadio, gonfiando ulteriormente il petto – Ma tu non sai chi sono io!
Io sono il presidente del Price Fans Club di Hokkaido! Forza, piccola carogna,
abbi il coraggio delle tue azioni e chiedi perdono al Super Great Goal Keeper!
–
- Mai! – gridò Philip in
un estremo impeto d’orgoglio – Piuttosto la morte! –
- Bof, se proprio
insisti… -
Philip riuscì soltanto a
dire “Ma io credevo che a Hokkaido tutti tifassero per la Flynet!” dopodiché il
tizio gli infilò la rivista in bocca e lo gonfiò come un cotechino.
-Philip! Santo cielo,
cosa ti è successo? – esclamò Julia vedendo il volto tumefatto del cugino,
appena rientrato a casa. Il ragazzo non rispose, ma andò direttamente da Benji.
-Cazzo! – esclamò il
ragazzo – Ti sei scontrato con un TIR? -
-Ho avuto da ridire con
un tuo ammiratore – bofonchiò Philip – Non credevo che aveffi perfino un fanf
club da quefte parti… -
-Jenny ha un fans club? –
disse Julia, incredula.
-Cuginetta – disse Philip
– Avrei bifogno di parlare un attimo con la mia dolce metà…ti fpiacerebbe
lafiarci foli? –
-Oh, no, affatto… - disse
Julia, confusa.
-E, per favore, portami
la borfa del ghiaccio… -
-Sì, certo, Philip. –
-E un paio di afpirine.
Anfi, facciamo tre e non penfiamoci più… -
-Okay… - Julia uscì di
corsa dalla stanza.
Benji, in fibrillazione,
si era precipitato a chiudere la porta per evitare che Julia lo sentisse.
-Phil, devi fare
qualcosa. La situazione è peggiore di quanto immaginassi! -
-Fenti, ftronfo – sbottò
Philip – Prima di tutto potrefti anche chiedermi come fto, vifto che tra poco
vomiterò anche la colafione di un mefe fa. –
-Okay, scusa. Stai bene,
Philip? Senti, la situazione è peggiore di quanto immaginassi… -
-Grafie per la
comprenfione – borbottò Philip – Comunque lo fo. Da’ un’occhiata qua, fenomeno!
-
Philip gli sbatté sotto
il naso la rivista (ormai a brandelli) che l’energumeno del bar gli aveva quasi
fatto ingoiare.
-Però! – esclamò Benji
guardando la sua fotografia – Non sono venuto per niente male! A parte
quell’affare bianchiccio sulla mia guancia…è un tuo dente? –
-Ecco dov’era finito! –
disse Philip affrettandosi a raccogliere quella piccola parte di sé – Fperiamo
che adeffo il conto del mio dentifta fia un po’ meno falato…-
-Beh, sì, bel servizio.
Ma ora apri bene le orecchie; tua cugina… -
-Ma fai leggere, tefta di
legno?!? – esclamò Philip, esasperato – Anfi, afpetta, cofa c’entra mia cugina?
–
-Oh, merda…merda!! –
esclamò Benji dopo aver letto il titolo che troneggiava in prima pagina :
ASTRI NASCENTI O STELLE CADENTI?
All’aeroporto di Shizuoka Bejnjamin Price e Oliver
Hutton si lasciano andare ad atteggiamenti equivoci – si pensa ad un triangolo
amoroso che coinvolgerebbe anche la fidanzata di quest’ultimo.
Il misterioso ritiro in Thailandia di Price porta ad
ulteriori sospetti sul possibile utilizzo di droghe pesanti da parte del
calciatore e del suo allenatore Freddie Marshall.
Callaghan la risposta di tutto?
Il simpaticissimo
articolo era pure corredato da un servizio fotografico completo sugli exploit
di Holly/Benji in Thailandia e sullo strano incontro/scontro tra i ragazzi
all’aeroporto di Shizuoka.
-VAFFANCULO!!! – sbottò
Benji alzandosi di scatto e gettando con rabbia il giornale per terra.
-Attento, io ho fatto lo
fteffo e guarda cofa ci ho guadagnato – disse Philip portandosi istintivamente
una mano al volto tumefatto. Benji lo ignorò come al solito.
-Chi è quello stronzo
merdoso che ha osato scrivere questa porcheria?!? –
-E’ quello che mi fono
domandato anch’io appena fono riufito a tirarmi fuori il giornale dalla gola –
rispose Philip – Ma non è tanto quefto che mi preoccupa. Benji, qui ne fta
andando della nostra reputafione…fe ci va bene pafferemo per una manica di
rincoglioniti, fe ci va male per una combriccola di drogati o peggio… -
-Ma guarda…guarda!!
Questo imbecille riverso per terra sarei io?! Con quell’espressione da ebete?!?
Dio non voglia che in realtà sia chi penso io…e Freddie?! Sembra un pazzo
appena scappato dal manicomio!! –
-Non dirmi niente –
aggiunse Philip sospirando – Fe penfo che quefto qua che fta per fvenire è
Jenny e non Holly mi vene da piangere… -
-Quando cazzo è uscito
questo giornale di merda?! –
-Quefto è il bello –
rispose Philip – La data è di oggi. Purtroppo quefta fchifeffa la ftampano qui
a Fapporo. Viva i fax, le e-mail, il WAP e tutte quelle altre puttanate
informatiche che fanno volare le notifie alla velocità della luce. -
-Mio Dio… - sospirò Benji
mettendosi pesantemente a sedere – Ci stanno rovinando la carriera e non
possiamo farci un accidente di niente… Oh, ma quando torno me stesso giuro che
li lascio tutti in mutande, questi imbrattacarte… -
-Fe mai ci tornerai, nel
tuo corpo. Penfaci più tardi, al rimborfo fpefe, ora dobbiamo cercare di
limitare i danni. –
-Quando arriva Patty? –
-Te l’ho già detto, oggi
pomeriggio. –
-Cazzo, cazzo, cazzo… -
-Eh, già – aggiunse
Philip – Ora fiamo davvero nella merda fino al collo. Ma dove diavolo è finita
mia cugina? Fe non prendo fubito un’analgefico mi efplode quel che refta della
mia tefta… -
-Ah, già, a proposito.
Aggiungiamo merda su merda. Julia è innamorata di Holly. –
-Ah – disse Philip come
se niente fosse – E allora? –
-Come, allora?!? –
esclamò Benji – Sveglia Phil, stiamo parlando di Oliver Hutton!! Quello che al
posto del cervello ha un neurone che soffre di solitudine!! –
-Fempre meglio di te, che
al pofto del cervello hai il …-
Il pietoso campanello
risparmiò Benji dalla terribile volgarità in rima che Philip, stufo marcio,
stava per vomitargli addosso.
-Chi cacchio farà,
adeffo? – disse Philip.
-Vai ad aprire e
scoprilo, deficiente! – sbottò Benji scattando in piedi - Magari è Patty! Forza, muoviti! –
-Ma mi aveva detto che
farebbe arrivata nel pom…-
-Forse hanno anticipato
il volo! – disse Benji spingendo il tentennante Philip verso la porta.
-Ma lafiami almeno
fiftemare un momento! –
-Ma cosa vuoi sistemare?
Ormai sei da chirurgia plastica! E muoviti… -
Il campanello squillò una
seconda volta.
-E va bene, va bene,
eccomi! Chi… -
Il ragazzo non riuscì a
terminare la frase perché, appena ebbe aperto la porta, venne accecato dal
lampo di un flash.
-Ma porcaputt…-
-Philip Callaghan? –
domandò il fotografo, un ometto basso e grasso con una vocetta querula.
-Un momento, un
momento…aaaah…PTUAH! Oh, non ne potevo più! Sì, sono io…–
-Ehm…tutto bene? – disse
l’uomo cercando, con un saltello, di evitare la scaracchiata che Philip aveva
sparato ai suoi piedi.
-Molto meglio, grazie.
Potrebbe aiutarmi a trovare il mio dente, per favore? – aggiunse il ragazzo
cacciandosi un dito in bocca e tastandosi la gengiva sanguinante - Un
p’emola’e, c’edo. –
-Ehm…credo sia rimasto
sulla punta della mia scarpa… -
-Me lo dia, svelto! Forse
si può riattaccare! –
-Ma per l’amor del cielo,
se lo prenda da solo!! –
-Oh, già, scusi – disse
Philip, imbarazzato, mettendosi il dente in tasca – Desidera…?-
-Dave Meyers,
fotoreporter dell’ “International” di Fukuoka – disse, tendendo una mano a
Philip, ma ritraendola all’istante, un po’ per non sporcarsi di sangue e
saliva,e un po’ perché aveva capito al
volo che Philip, il quale, nel sentire la parola “fotoreporter” era diventato
di ghiaccio, avrebbe preferito mangiarsi un topo morto piuttosto che
stringergliela.
-Ehm…posso entrare? –
-No. – rispose Philip,
secco.
-Posso almeno chiederle
di rispondere ad un paio di dom…-
-No. –
-Credo di capire che lei
non ama molto i giornalisti, ma… -
-No!! –
-…probabilmente avrà
potuto apprezzare il nostro ultimo servizio sulle promesse del calcio giovanile
giapponese che…-
-Assolutamente no!! –
-…ah, allora l’ha letto…
- disse il giornalista con voce sempre più tremante, nel vedere che Philip si
stava scrocchiando le nocche ed espirava più rumorosamente di un toro infuriato
- …ma deve sapere che a voi una pubblicità del genere può fruttare parecchi
quattrini, dato che la mia redazione è piuttosto generosa con chi… -
-E questo chi cazzo è,
Danny De Vito? – sbottò Benji comparendo sulla soglia alle spalle di Philip.
Nel vedere la ragazza,
Meyers esibì un sorriso a novanta denti. – Oh, la sua fidanzata! Carissima
signorina, almeno lei sia comprensiva… -
-Dagli un calcio nel culo
e levatelo dai piedi – disse Benji mostrandosi molto, ma molto poco comprensivo
– Odio gli accattoni. -
-Non è un accattone –
disse Philip lanciando al malcapitato Meyers un altro sguardo rovente – E’ molto
peggio: un giornalista. –
-Allora faccio io – disse
Benji prendendo la rincorsa. Philip lo fermò.
-Non farlo, cara…se
proprio vuoi pulirti le scarpe, almeno usa uno straccio pulito… -
-Sentite ragazzi,
sappiamo tutti come funzionano le cose – disse Meyers allargando le braccia –
Io scrivo un articolo, voi mi denunciate e vi beccate un cospicuo risarcimento.
Le casalinghe sono felici perché hanno qualcosa di cui sparlare per un po’, poi
si dimenticano di tutto, voi ne uscite di nuovo puliti come il culetto del mio
nipotino e nel frattempo la mia testata ha avuto tirature miliardarie. Sto solo
facendo il mio lavoro, capite? –
-Te la do sul naso, la
testata, se non sparisci immediatamente! – disse Philip sbattendo violentemente
la porta in faccia al giornalista.
-Ben fatto, socio – disse
Benji.
-“Il mio lavoro”…ma che
cazzo! – esclamò Philip pulendosi le mani sui pantaloni – Dare in pasto alla
folla delle immense stronzate, false per giunta! Proprio un bel lavoro! –
Il campanello squillò di
nuovo.
-Chi è? – disse Philip.
-Scusate – disse Meyers
con un filo di voce – Potreste chiamarmi un’ambulanza? Mi sono schiacciato il
piede nella porta… -
-Non ci penso nemmeno!
Poteva evitare di mettercelo in mezzo! –
-Troppo buono… -
Ridacchiando, il ragazzo
si allontanò dall’uscio. – Che soffra un po’ anche questo fetente! –
Per la quarta volta, il
campanello suonò, questa volta molto più a lungo.
-Sì?!? – sbottò Philip
riaprendo la porta, sempre più furibondo.
Inutile dire che si
trattava ancora del povero Meyers, che, saltellando su un piede solo, domandò a
Philip con quel che restava della sua voce:
-Almeno mi dice come ha
fatto a conciarsi in quel modo? –
-Te lo faccio vedere
subito – rispose Philip sganciando al malcapitato giornalista un diretto da
pesi medi sul naso.
Meyers cacciò un urlo e
si allontanò di corsa, per quanto glie lo poteva permettere la frattura al
metatarso che si era appena procurato.
-Avrete notizie dal mio
avvocato! – gridò mentre risaliva in macchina.
-E tu dal mio! – gli
rispose Philip spolverandosi le mani.
-Mi sa che stavolta hai
un po’ esagerato, Phil…non che non condivida, ma quello è capace di metterti
nei guai. – disse Benji.
-Guai? Quelli li chiami
guai? Questo – disse Philip facendo un evidente cenno con la mano verso
l’intera figura di Benji/Jenny – è un guaio! Credi che mi facciano paura le
minacce di un giornalista da quattro
soldi? Mi fa più paura l’idea di dover passare il resto della mia vita con te!
–
-Ehm…Philip… -
Julia fece capolino dalla
porta; in mano teneva un vassoio con due tazze da tè, una scatola di aspirine e
un pacchetto di cerotti.
-Cuginetta, sei un
tesoro! - esclamò Philip facendosi
incontro alla ragazza a braccia aperte – Sei davvero molto gentile a pensare
alla salute del tuo Philip…ma ora mi sento molto, molto meglio! –
-Già, davvero un tesoro
di ragazza! – aggiunse Benji calcandoci la mano – Proprio da sposare! A questo
proposito avrei un amico che… -
L’ennesimo squillo del
campanello interruppe lo sproloquio del ragazzo.
-Dov’è il pitale? – disse
Philip precipitandosi su per le scale.
-Un pitale? E che te ne
fai? Domandò Benji seguendolo.
-Lo vedrai tra poco… -
Benji e Julia si
guardarono dubbiosi mentre Philip si chiudeva in bagno, uscendone meno di un
minuto dopo con un vaso da notte (pieno) in mano.
-Voilà! Porcellana cinese
e urina giapponese! Non c’è niente di meglio per gli scocciatori!–
-Phil, non vorrai… -
disse Benji con voce tremante.
Ma non fece in tempo a
fermarlo. Philip corse alla finestra e rovesciò il puzzolente contenuto del
pitale sulla testa del malcapitato visitatore.
Che, però, non era Dave
Meyers.
-Tiè! La prossima volta
il regalino sarà solido, brutto…oddio… -
Philip sbiancò di colpo.
Sulla porta di casa
Callaghan si trovava Patty, la mano ancora sul campanello, bagnata e puzzolente
dalla testa ai piedi e completamente allibita. Dietro di lei, Holly e Jenny,
rispettivamente nei corpi di Benji e Holly, non sapevano se ridere, essere
imbarazzati o chiamare un domatore per il putiferio che Patty avrebbe fatto
scoppiare…