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Autore: IsAnastaciaHuddy92    14/11/2011    4 recensioni
DI NUOVO AGGIORNATA! E se House fosse Cuddy e Cuddy fosse House? Lui un educato e rispettato amministratore, lei una geniale e cinica diagnostica? Come funzionerebbe tra loro? Cosa cambierebbe nelle loro vite?
Io ci provo!
Genere: Comico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House, James Wilson, Lisa Cuddy
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Innanzitutto ringrazio tutti coloro che hanno letto ed apprezzato la mia storia “Dimenticare-Riviverti”.
Continuo a scrivere con la stessa intenzione di colpirvi ed emozionarvi, perciò spero che anche questa follia vi piacerà. House è Cuddy, ebbene sì; in una dimensione parallela, senza dubbio xD Lui è un bravo capo perfezionista, lei è la sua incasinata dipendente, che deve riuscire a fare approvare le sue folli-geniali scelte mediche. Non so cosa ne uscirà fuori sinceramente, spero solo che vi piaccia!
J


Enjoy the reading…





Cuddy faceva su e giù per il proprio ufficio, pensando e ripensando al proprio paziente. Aveva fallito e non se lo sarebbe mai perdonato, afferrò la pallina bicolore e la lanciò con forza contro la vetrata che dava sul balcone, la palla ritornò fra le sue mani, la lasciò andare, si abbandonò pesantemente sulla poltrona e si passò una mano fra i capelli, improvvisò una coda e corse fuori da quella stanza che la stava facendo impazzire.
Quando raggiuse il suo ufficio, si soffermò a guardarlo prima di aprire la porta, lavorava strenuamente come al solito, ed erano le ventuno. Entrò dopo un profondo sospiro –è colpa tua…-
House la guardò rattristito, si sentiva in colpa e credeva che probabilmente lei avesse ragione
-Mi dispiace… per non essermi fidato di te… quell’esame avrebbe potuto farci capire…-
Cuddy annuì riuscendo a farlo smettere di parlare, perché in fondo credeva di avere lei tutte le responsabilità, lei era il suo medico e lei avrebbe dovuto fare di tutto per salvarlo. Uscì dalla tasca la boccetta ambrata e ingoiò due pillole, senza mai distogliere lo sguardo da lui –Cuddy… forse dovresti andare a casa a riposarti, è stata una giornata orribile…-
Lei uscì lasciandolo terrorizzato.
Quella sera era luminosa, frizzante, le strade affollate e il rumore delle macchine e della gente felice la irritava. Non riusciva a condividere quella gioia. Passeggiava tra la folla, per quella via familiare, credeva che avere la gente intorno l’avrebbe distratta, ma non faceva che pensare al suo paziente e non riusciva a dimenticare la sua espressione delusa quando per l’ultima volta aveva espirato profondamente. Teneva il braccio dolorante sotto al seno avvolto da una fascia affinché il collo potesse sorreggerlo; sarebbe stato maledettamente doloroso provare a stenderlo fino alla tasca del cappotto, quella sera faceva troppo male. Una spalla colpì distrattamente la sua. Lei sollevò lo sguardo, una bionda sorridente si scusò. Lo riconobbe, era House che le stringeva con affetto la mano. La guardò dispiaciuto e proseguì con indifferenza, fingendo di non riconoscerla.

Tornò a casa, tutta quella magia di Natale, quell’atmosfera rituale che si ripeteva con la stessa cadenza ogni anno era insopportabile. Vi incontrò Wilson davanti la porta, con in mano una bottiglia di Scotch e una scatola di cioccolatini –Ti stavo aspettando- lei aprì la porta senza fiatare. Si sedettero entrambi sul divano, l’uno accanto all’altro, lei fissava il pavimento in silenzio, dopo quella giornata aveva finito le parole, le battute sarcastiche e persino gli insulti sulla nuova cravatta di Wilson –Cuddy, come ti senti?-
-Versami un po’ di scotch e starò meglio tra pochi minuti- l’oncologo si alzò dal divano, andò alla ricerca di un bicchiere e sentì il rumore di sottovuoto alle sue spalle che emise la boccetta di pillole quando la dottoressa ne prese altre due. Gli porse il bicchiere senza elencare le ragioni per cui non sarebbe stato prudente mischiare il Vicodin con l’alcool, perché Cuddy aveva bisogno di un amico, non di una lamentosa paternale da parte di un medico
-Sai che dovresti parlare con House…-
-No, non ho intenzione di finire col strapparmi i capelli con la biondina, sorriso di ghiaccio-
-Esce ancora con Jessica? L’informatrice scientifica?-
-Non me ne importa!- Cuddy bevve il terzo bicchiere di scotch.
-Ma voi due… insomma quella notte deve pur avere un significato-
-Una scopata come un’altra… certo Wilson che hai una cravatta orribile!-
-La mollerà, anzi sono sicuro che adesso è divorato dai sensi di colpa! Tu lo conosci meglio di me-
-Hai davvero un pessimo gusto in fatto di cravatte così come in fatto di donne-
-Non cambiare discorso- Wilson si tolse con goffaggine la cravatta, era abbastanza sbronzo anche lui ormai –Tu sei interessata a lui, anche House lo è… quindi…- appoggiò la testa sulla spalliera del divano –dov’ero arrivato?-
-Ti rifarai il guardaroba perché ti vesti come un finocchio…-
Wilson grugnì, poi la guardò di sbieco e sorrise –a te è piaciuta quella notte!-
-Senti coscienza sputa senten… anzi sbronzo grillo parlante, le uniche cose che ricordo di quella notte è che ci furono molti gemiti… e sai perché? Perché ero…- terminò il quinto bicchiere della serata -…ubriaca fradicia e anche lui! Adesso posso dire di aver tenuto il capo per le palle! Se capisci ciò che intendo- ammiccò piuttosto confusa, poi ritirò i piedi dal tavolino sul quale li avevi poggiati fino a quel momento, li stese sulle ginocchia dell’amico, si sdraiò lungo il divano e si stiracchiò annoiata –non avremmo dovuto bere a digiuno…- Wilson russava già rumorosamente.






Cuddy arrivò a lavoro con tre ore di ritardo, troppo persino per lei. Si imbatté sfortunatamente in House nell’esatto momento in cui mise piede in ospedale, per questo lui in cagnesco le ordinò di andare nel suo ufficio –Dovremmo parlare di quello che è successo l’altra notte…-
-Credevo dovessimo parlare del mio ritardo. Che punizione mi attende?-
-Abbiamo esagerato con gli alcolici, un bicchiere tira l’altro…- House provava a proseguire piuttosto imbarazzato.
-Ore extra in clinica?-
-La morte di Tredici ci ha scossi profondamente…-
-Oddio non dirmi che vuoi accollarmi uno di quei pazienti noiosi, figli di ricchi investitori, barra pozzi di soldi per il tuo prezioso ospedale!-
House sospirò innervosito -…e abbiamo provato a trovare conforto nell’altro…-
-E’ stato un errore, non succederà più e bla bla!- il medico annuì incerto, non si aspettava questa spontanea schiettezza –bye capo!- aprì la porta
–Ah, riguardo il tuo ritardo, questa settimana dovrai coprire anche i turni di Ben in ambulatorio!-
-Ma non mi avevi chiamata per parlare di sesso?- House si avvicinò alla dottoressa, spinse la porta per richiuderla, si piantò di fronte a lei –dovrei parlarne a Jessica?-
-Dipende da quello che vuoi dalla tua relazione con lei. Inoltre tutte le migliori relazioni trovano le loro fondamenta nella menzogna. Voi non siete diversi. Credi veramente che sia possibile che una donna possa contare un così grande numero di volte in cui l’emicrania le abbia impedito di sfilarsi le mutande- lui sorrise -Se cominci a mentire vuol dire che ci tieni-
-Grazie…- Cuddy annuì ed uscì.





Ok, non so se questa storia avrà mai senso, ma questa sezione non può e non deve morire assolutamente, quindi finché avrò le dite attaccate alle mani ed una mente contorta ad accompagnarmi, continuerò a scrivere per voi! Spero che quest’inizio vi piaccia, ci ho pensato a lungo prima di decidermi a pubblicare perché non so come l’idea di avere House gentile e Cuddy cinica possa piacervi.
AAA cercasi una beta! Sono terribilmente confusa! :D


Un bacio Raggi di Sole, l’Huddy vivrà sempre nei nostri cuori!
WH4E

  
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