Posso dedicare un capitolo a più persone? Be’, io lo faccio.
Ah,
se vi va, leggete il capitolo ascoltando "Le tasche piene di sassi", di
Jovanotti (canzone che ho sentito a palla durante tutta la stesura
della storia :3).
A Tefnut.
Ed i perché sono tanti, troppi per
elencarli tutti.
Principalmente, però, perché è una
tosta, e farà strada.
E perché ha creduto in questa
storia, perché crede in me,
perché senza di lei questa storia
non sarebbe mai nata.
Ad Hayley,
Perché parlare con lei è fantastico,
una boccata d’aria.
Perché è aksjaksah, ed è perfetta
così.
A Beth,
Che mi sostiene sempre,
in ogni momento no;
perché lei ascolta sempre tutti i miei stupidi problemi.
A mia moglie Erica,
perché, nonostante la distanza, è
sempre presente,
ed è una delle persone più
meravigliose che potessi conoscere.
A Nique,
Perché credo lo sappia,
ma le voglio tanto bene,
tanto di quel bene che le cedo anche
Albus.
A Somo,
perché è la mia Cas.
E perché è una demente fantastica.
che adesso stai per leggere di loro,
del loro amore.
Che adesso stai per leggere qualcosa
in cui ho messo me stessa.
Epilogo –Tutta colpa di quella fottuta guerra.
7 novembre 1980.
Aveva fatto tante cose da quando lei se n’era andata, proprio
cinque mesi prima. Forse ne aveva fatte anche troppe, ma niente era ancora
riuscito a colmare il vuoto che aveva dentro. Nemmeno i suoi amici, per quanto
ci avessero provato. Loro non potevano capirlo appieno, loro non potevano sapere
cosa si provasse a perdere la persona amata. Per loro Marlene era solo una
collega, al massimo un’amica. Per lui, Marlene era come… Marlene. Non c’era
altro modo per definirla, o almeno Sirius non riusciva a trovarlo. Marlene era
Marlene. Niente di più, niente di meno.
Al funerale aveva partecipato tutto l’Ordine della Fenice,
più altre persone che Sirius non aveva mai visto e non aveva intenzione di
conoscere.
Sirius non aveva mai voluto amare Marlene; a dire il vero,
non aveva mai voluto amare nessuno. Prima perché trovava le ragazze solo un
passatempo, da alternare alle scorribande con gli amici, notevolmente più
importanti. In seguito, per via della guerra: non c’era tempo per le ragazze,
quando rischiavi la vita un giorno sì e l’altro anche, sarebbe stata solo una complicazione in più, e ne avevano tutti
già abbastanza, con quella fottuta guerra.
Quella fottuta guerra che si era portata via anche Marlene.
Marlene, con il suo pallore eccessivo, i suoi occhi scuri e i
capelli fulvi.
Marlene McKinnon, l’irritante Grifondoro che gli diceva
continuamente no, perché “Sono troppo
grande per te”, “Sono troppo in
pericolo per stare con te”, “Siamo
troppo diversi”, “Non posso pesare su
di te”, “Non voglio soffrire”.
La sua Marlene, quella che non mancava mai di ricordargli
quanto fossero odiose le sue battutine maliziose, quella che Sirius prendeva
costantemente in giro per il suo forte accento scozzese.
Ma a Sirius piaceva anche quello, perché faceva parte di lei,
di Marlene.
E sapere che non avrebbe più potuto sentirlo lo mandava in
bestia. Avrebbe voluto averla registrata, la sua voce, per poterla riascoltare
ancora e ancora, fino allo stremo, per addormentarsi con quel – a suo parere –
dolce suono nelle orecchie.
Non era solo quello, però, a fargli ribollire il sangue nelle
vene.
C’era anche il non poter più passare le mani tra i suoi
capelli, il non poter più sentire le sue labbra sulle proprie, il non poter
sussurrarle più qualcosa all’orecchio per cercare di calmarla, come aveva fatto
dopo la scomparsa di Deaborne.
C’era il non poter più
sentire il profumo di Marlene sulla sua maglietta o sulle lenzuola. Non poterlo
sentire nemmeno nell’aria.
Il suo profumo di biancospino, Sirius se lo sentiva ancora addosso,
in qualche modo. Come un’impronta, lasciata a ricordargli continuamente che lei
c’era stata; un’impronta che gli impediva di dimenticarla o, poiché la prima
ipotesi era decisamente poco attendibile, anche solo andare avanti cercando di
dare le spalle al passato.
Ma quel profumo gli impediva di lasciarsi tutto alle spalle,
era come stampato indelebilmente sulla sua pelle. E, dopotutto, Sirius non
voleva lasciarsi alle spalle Marlene e il suo profumo di biancospino, sebbene
si rendesse conto che tutto sarebbe potuto essere più facile. Sì, però dopo
esserci riusciti, e prima doveva dimenticarla.
E l’unica cosa che gli veniva in mente se rifletteva su
quell’ipotesi era: impossibile.
Perché era impossibile dimenticarsi i suoi occhi scuri o i
capelli rossicci. Era impossibile scordarsi delle dita magre, forse troppo, che
gli accarezzavano una guancia. Era impossibile lasciarsi alle spalle il sapore
delle sue labbra.
Era impossibile lasciarsi alle spalle il suo « Taci, cane
rognoso ».
Sono in ritardo, diamine, lo so. È passato quasi un mese ed io non mi sono
fatta sentire minimamente. La sapete una cosa? Non sono ancora convinta di
voler postare questo capitolo. Cioè, lo sto facendo, ma ciò mi fa male, in un
certo senso. Vi ci avrò rintontiti, a forza di dirlo, ma è la prima volta che
mi classifico prima, e… E non sono pronta a concludere questa storia. Ma questo
è l’ultimo capitolo, e se per me è finita ad agosto, questa storia, per voi
credo sia finita adesso; e mi dispiace, sapete? Perché avrei voluto darvi
qualcosa di più, perché voi siete dei lettori talmente speciali che meritavate
di più. Lo so.
Comunque. Devo dire che questo capitolo non mi convinceva un
granché, fino ad una decina di minuti fa, ma quando ho visto il documento in
bella mostra sullo schermo del desktop e l’ho aperto. Ho riletto questo
capitolo e beh, lo apprezzato molto più di prima. Fino a dieci minuti fa, lo
ritenevo poco adatto a concludere questa storia, ma poi ho pensato che
effettivamente non la avrei saputa concludere in maniera migliore. Perciò bene,
spero che valga anche per voi.
Ora, scusate se mi dilungo così tanto, devo ringraziarvi tutte – una ad una, sì. u.u
Innanzitutto, alle nove persone che hanno inserito questa
storia tra le preferite: Blankette_Girl - Charlotte_ -
EloiseDeathEater - FrancescaBulla
- GingerHair -
Hayley Black - HexRose 110 - Pipa_bella – Tefnut.
Poi, le venticinque seguite: AlicesSunshine_ - angie83 - EloiseDeathEater - Ginny_theQueen - Giuliuli -gufetta_95 - HexRose 110 - JaneJ - JaneNoire - lerte93 - mapitt - mazza - Mellyle - MiaStonk - nali - Nana_Bianca - Pipa_bella - Puffola_Lily - rubiaA - saramichy - SoReLLiNaMaLfoY - Trich - yami no tenshi -
_LiLa_
- _Maria_.
E le due ricordate: EloiseDeathEater - Roxanne Potter.
Inoltre, ringrazio enormemente anche tutte le bellissime persone che mi hanno
lasciato una recensione, che mi hanno fatto sapere i loro pareri sui capitoli,
sui personaggi e sullo stile della storia. Siete state tutte fantastiche,
nessuna esclusa, mi avete fatta sentire dannatamente bene.
E ancora grazie, per tutto.
E, dulcis in fundo, vi lascio con il giudizio di Tef.
1° classificata
Tutti i sogni che tenevamo stretti sembrano
finire in fumo di June_
Grammatica/punteggiatura: 9,7/10
Forma/stile: 10/10
Caratterizzazione personaggi: 10/10
Originalità: 10/10
Utilizzo frase: 10/10
Gradimento personale: 10/10
Totale: 59,7/60
Questa è in assoluto la mia storia preferita. E se
non avessi scritto un “costatò” al posto di “constatò” e quelle date con il
numero del mese scritto per intero (mentre l’anno è scritto in numero) ti avrei
dato il massimo. E io volevo dartelo, dannazione! È tutta colpa tua ;)
Sirius è micidiale. Mi-ci-dia-le. Mi hai rapita,
con questo Sirius, mi hai trascinata a forza dentro la tua storia facendomi
sentire quella Marlene che hai reso così dannatamente particolare, con quel suo
accento scozzese! Ho amato ogni particolare di lei, mi hai fatto adorare
letteralmente questo pairing. hai dato vita a questa coppia, li hai resi
perfetti l’uno per l’altra, perché anche se non potranno mai sposarsi, ogni
attimo che vivono è così naturale, così maledettamente perfetto che non mi
viene un altro aggettivo.
C’è un passaggio che ho amato follemente:
« Sei tu che hai iniziato » ribatté lei,
indignata, spingendolo verso la camera da letto.
« Sei tu che hai continuato ».
« Ti odio! ».
« Non è vero »
Ah, l’ho adorato con tutta me stessa!!
Sul serio, complimenti. Hai anche saputo creare il
clima tetro della guerra, la preoccupazione che dilaga nell’ordine, è tutto
così ideale in questa storia! Sembra quasi che tu abbia parlato privatamente
con zia Jo, davvero.
Ovviamente sei stata originale. A partire dalla
ronda, fino alla struttura quasi a diario, agli attimi rubati fra le lenzuola.
Ecco, quando una storia mi piace non riesco a
scrivere dei commenti/giudizi fatti per bene. perché mi esalto troppo!
Le frasi sono magnificamente inserite, si sposano
alla perfezione con tutto il resto, anche il fatto che una delle due sia
pronunciata da sua nonna, è così strano e allo stesso tempo giusto!
A questo punto non credo di doverti spiegare
perché mi è piaicuta questa storia. È la più bella, dico sul serio, mi hai
emozionata con le tue descrizioni.
Quando la posterai, andrà dritta fra i miei
preferiti.
Il primo posto è tuo. Tuo e di nessun altro.
Premio Caratterizzazione: June_.