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Autore: _NyuKumi    18/11/2011    2 recensioni
Ispirata ad uno dei miei tanti sogni stupidi, vi presento la mia prima Fanfiction: un normalissimo viaggio d'istruzione che però si trasforma in tutt'altro! Spero vi piaccia e che non sia troppo banale, accetto consigli e critiche, quindi non trattenetevi! Buona lettura :3
NB: Le parti in grassetto indicano quello che pensa la protagonista.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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  • Anna

 

Rallenti o no?! La sala da pranzo è qui!”

Si, ma.. Hai capito cosa è appena successo?! Noi, loro, lui... “

.. sono dietro di noi.”

Bene.”

Ero corsa via da quell'ascensore in fretta e furia, perché non potevo rimanere in quello stato ancora per molto, e loro erano ancora lì dietro?!

Dovrei essere la persona più felice del mondo, eppure in quelle situazioni mi sentivo una deficiente: ero in imbarazzo, non sapevo che fare e come comportarmi. Non volevo apparire ai loro occhi come la classica fangirl urlante, ma non riuscivo nemmeno a rimanere ferma e impassibile. Insomma, avevo appena scoperto che i miei idoli alloggiavano nel mio stesso albergo e che li avrei visti per cinque giorni lungo quei corridoi, come potevo contenermi? Così, il risultato era una ragazzina strana che balbettava e non riusciva a stare ferma. In quei momenti mi facevo solo pena.

Senza far caso alla loro presenza, feci un lungo respiro, presi la mano di Alessandra e entrai nella sala da pranzo.

Sei sicura che va tutto bene?”

Bisbigliò.

Che cavolo bisbigli?! Tanto non capiscono un cavolo!

Non ti preoccupare, va tutto bene. Semplicemente, devo comportarmi come se non ci fossero. Facile no?”

Sì, facilissimo.

Raggiungemmo le altre che ci avevano lasciato due posti liberi. Le ringraziammo sorridendo e ci sedemmo, gli altri, loro, presero posto a qualche tavolo di distanza, ma riuscivo comunque a vederli bene. E questo non aiutava.

La cosa peggiore era che Yoseob continuava a girarsi verso di noi, non sempre, forse era una mia impressione, ma il suo sguardo vagava ogni tanto verso il nostro tavolo.

Ecco che inizio a farmi film mentali. Ma la smetto?!

Anna, Anna! Li hai visti quei ragazzi? Che sono: cinesi, giapponesi..? Sono proprio carini!”

Alzai gli occhi al cielo e feci per rispondere, quando mia cugina parlò al posto mio.

Meglio non toccare questo discorso, vè?”

Mi guardò e sorrise.

Quanto ti amo in questo momento.

Si, grazie mille! Comunque, Noemi, forse un giorno ti spiegherò con calma chi sono.. “

Mi guardò perplessa, si incuriosì ancora di più, ma Alessandra, ancora una volta, le disse di lasciar perdere. Benedetta ragazza.

Il pranzo non era un granché, le pietanze avevano aspetti e sapori piuttosto strani, ma io pensavo a tutt'altro. Il mio sguardo si volgeva verso il loro tavolo troppe volte. E il mio intento di far finta di niente era, quindi, praticamente fallito.

Arrivato l'ultimo piatto, ormai piena (non solo di cibo, ma anche la mia testa era piena di cavolate che andavano e venivano), mi alzai di scatto.

Ragazze io salgo, mi sono ricordata di non aver ancora chiamato mia madre. Quando si decide qualcosa venite a chiamarmi voi?”

Si, vai tranquilla!”

Presi la felpa che avevo appoggiato sulla sedia e andai via.

Ancora una volta sentii il suo sguardo addosso.

 

Mamma? Si.. ehm, è che me n'ero proprio dimenticata, scusa! Sì, va tutto bene, abbiamo appena finito di pranzare, tra poco dovremmo uscire.”

Ti sento un po' strana.. è forse successo qualcosa?”

Cosa dovrebbe essere successo?! Si che mi sto divertendo! Ok, ti chiamo io domani allora.. un bacio mà!”

Attaccai.

Camminavo avanti e indietro per tutta la stanza: l'immagine dell'aeroporto, dell'ascensore, del pranzo, non riuscivo a togliermele dalla testa.

Dovrei vedere il bicchiere mezzo pieno in questi casi e invece.. !

.. Bene, adesso parlo anche da sola!”

Mi gettai sul letto urlando e agitando le gambe in aria.

Ahhh! Non è possibile!!”

Anna..? Stai bene?” disse ridendo Debora, l'altra nostra coinquilina, appena entrata nella stanza.

Apparentemente no, ma sto bene. Non preoccuparti!” sorrisi, meglio evitare di spiegare anche a lei la situazione.

Tra mezz'ora dovremmo scendere per fare un giro qui intorno, sono venuta per avvisarti.

Io però devo assolutamente fumare una sigaretta. E' da ieri che non lo faccio, sono in astinenza.. Vieni fuori con me? Prendi anche una boccata d'aria magari!”

Volentieri!”

In effetti una boccata d'aria era proprio quella che mi ci voleva. Mi alzai dal letto e seguì la ragazza che aveva preso un pacchetto di Merit e l'accendino. Durante il tragitto verso l'uscita speravo di non incontrarli di nuovo, di non fare un altra figuraccia e, per fortuna, non accadde nulla di tutto questo.

Allora.. come mai prima ti agitavi così tanto?” rise e respirò via il fumo.

Bella domanda! Te lo spiegherei anche, ma poi dovrei ucciderti!”

Spiritosa!”

Risi.

Dai per sdrammatizzare un po'! Comunque nulla d'importante, cose mie.” Tagliai corto.

Perchè si ostinano a chiedermi cosa è successo? Non ne voglio parlare, ci arrivate?!

Ok, ho capito che è meglio non chiederti nulla! Ti lascio nei tuoi problemi. Se poi ti serve aiuto non venire da me!”

Qualche altro tiro, poi Debora gettò la sigaretta davanti a sé, in un tombino. Mi chiese di aspettarla lì mentre lei andava a chiamare le altre.

Vai vai! Ti aspetto.”

Fuori l'albergo c'era una strada piena di negozi e supermercati, ma a quell'ora erano tutti chiusi e in pausa. Poche persone passeggiavano silenziosamente, da soli o in compagnia, rendendo le vie quasi completamente deserte. Mentre guardavo le persone passarmi davanti, presi il telefono per controllare l'orario.

Qualche secondo dopo un ragazzo sulla ventina mi si avvicina. Non era francese, infatti mi chiese qualche informazione in inglese.

Oh, I'm sorry. Can I ask you something?”

Of course!”

Per fortuna con l'inglese me la cavavo piuttosto bene.

How many stars have this Hotel?”

.. Che domanda è mai questa? Esiste l'insegna sa?? Mah..

Ehm.. I guess fou-”

Feci per rispondere, ma accadde qualcosa, tutto troppo velocemente, non riuscì a far niente: accanto al ragazzo straniero si avvicinò un uomo alto, con un cappello scuro. Aveva in mano quello che poteva sembrare una pistola e la puntava contro di me. Bruscamente mi tirò via il telefono da mano, poi mi ordinò di dargli tutto quello che avevo. Io non mi mossi di una virgola, lui mise le mani nelle mie tasche e prese i pochi soldi che c'erano.

Mi diede una forte spinta tanto da farmi cadere a terra. Poi fuggirono via, insieme.

Ma.. cosa...”

Ancora a terra iniziai a piangere.

 

 

  • Yoseob

Ahhh sono pieno! Certo che la cucina francese non è niente male!”

Hyung tu mangi qualsiasi cosa ti mettono davanti! A me invece faceva schifo quasi tutto.. “

Erano appena le due e mezza di pomeriggio e eravamo ancora seduti al tavolo. Gli scolari che erano con noi in quella sala da pranzo erano andati quasi tutti via. Anche le amiche della ragazza di nome Anna non c'erano più. Lei fu la prima ad andarsene, sembrava agitata.

Non chiedetemi il perché lo sappia, ma non riuscivo a non lanciare un occhiata di tanto in tanto al loro tavolo. Riguardo al pranzo, non avevo apprezzato a pieno la nouvelle cousine, avrei preferito mille volte del kimchi, ma non mi lamentai e mangiai quasi tutto, forse era la fame.

Yoseob-ah, perchè non vai alla reception a consegnare la chiave della vostra stanza? Che ora andiamo direttamente al palazzetto per provare. Meglio lasciarla qui, se qualcuno la perde vi ammazzo!”

Non ti fidi proprio di noi eh?” risposi ridendo, poi mi alzai con le chiavi in tasca diretto all'hall.

Si ma, cosa gli dico ora? Francese non se ne parla.. inglese? Proprio me dovevano mandare..

Arrivato alla reception cercai qualunque vocabolo, qualunque gesto per farmi capire ma ci misi comunque un po' per riuscirci.

Stavo per tornare dagli altri, quando sentii dei singhiozzi provenire dall'entrata dell'edificio. Sembrava che qualcuno stesse piangendo.

Aumentai il passo preoccupato e arrivato fuori vidi una ragazza a terra, che singhiozzava pesantemente. Le mani le coprivano il viso, ma capì subito chi fosse. Mi precipitai verso di lei, abbassandomi per aiutarla a rialzarsi.

E-ehi.. stai bene? Cosa è successo?”

Tolse le braccia lentamente dal volto, tirando su col naso. Gli occhi erano gonfi e pieni di lacrime.

Senza dire nulla, mi abbracciò.

Non seppi far altro, a parte stringerla a me.

 

 

  • Anna

 

Ancora non riuscivo a connettermi con la realtà. Un incubo, cos'era?

Degli sconosciuti mi avevano derubata. Di nuovo. Ormai era diventato un trauma.

Continuavo a piangere e non riuscivo a far altro. Ero lì a terra da parecchio, non mi chiedevo neanche più dove fossero le ragazze, pensavo solo ai volti di quei due che mi puntavano la pistola contro.

Improvvisamente qualcuno mi prese per le spalle. Mi strattonò leggermente.

Era Yang Yoseob.

Senza pensarci, senza rendermi conto di quello che avrebbe potuto pensare, delle conseguenze, mi gettai su di lui, piangendo sempre di più.

 

 

 

Ecco il sesto capitolo! ** Vi faccio sempre aspettare tantissimo, mi dispiace ç__ç Spero che il capitolo vi piaccia, ho deciso di movimentare di più la storia :3 Cercherò di essere più veloce le prossime volte. Ri-ringrazio tutte le persone che stanno seguendo la mia fanfiction, vi sono molto grata *^^^*

Bye bye  ~

  
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