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Autore: Violet Tyrell    02/12/2011    6 recensioni
Chiuse gli occhi, una perlacea lacrima scintillò.
Non aveva più voglia di lottare, era stanco di tutti quegli orrori.
Sarebbe mai finita?

Draco/Luna con i saluti della vostra Vio u.u
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Coppie: Draco/Luna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Eccomi qui di nuovo, vi chiedo scusa per il sommo ritardo, ma questo capitolo non si voleva scrivere T__T
vi invito a partecipare, se volete, ai contest dedicati a Harry Potter che ho indetto sul forum^^

Il canto di Natale - contest sul natale
In memoria di Fred - contest su Fred Weasley
Quella parte fondamentale di me - Love
Severus Piton's Time - contest su Severus Piton
What If.. e se avessi incontrato Lord Voldemort adolescente?-contest su Lord Voldemort
Perle nascoste - contest per storie edite


se vi piacesse Saint Seiya, vi invito ad aderire a questo se desiderate
Profumo di stelle - Saint Seiya Contest




Il tuo sole, la mia Luna







Draco non avrebbe mai creduto che sarebbe stato così difficile lasciare casa: non era la prima volta che il ragazzo si sentiva gettato allo sbaraglio in un mondo di cui non comprendeva più le regole.
Aveva creato quel piccolo sole per allietare l'umore dei due prigionieri, ma non riusciva a vedere attorno a sè una ragione per essere contento. Anche l'anno precedente aveva temuto il ritorno a Hogwarts, solo che in quel momento paradossalmente si sentiva più vulnerabile: sapeva che lo aspettavano settimane dure, quanto avrebbe resistito alla tentazione di colpire chi stava rovinando tutto il suo mondo?
Hogwarts era sempre stata un rifugio, la risposta alla severa educazione ricevuta in casa, ma ora somigliava tanto ad una prigione dorata. Lui non aveva ragione di temere il regime dell'Oscuro Signore, ma non riusciva ad esserne lieto. In segreto invidiava i suoi compagni ribelli, quelli che durante le lezioni non temevano di dire ciò che pensavano, neppure quando le punizioni corporali diventavano sempre più forti.
Neville. Non avrebbe scommesso neppure uno zellino su di lui: era lo stesso ragazzino che tanto amava prendere in giro durante i primi anni di scuola, ma ora era cresciuto ed era un leader. A modo proprio combatteva, e lui lo ammirava. Proprio lui, Draco Malfoy, che si lasciava incantare da un ribelle.
E non era neppure il solo ad averlo colpito. Quel giorno il ragazzo osservò con occhi freddi le ferite sulle braccia di Ginny Weasley, l'altra che assieme a Neville e Luna aveva preso il posto del trio di Potter. Anche lei lottava e ne andava fiera, lo vedeva dagli occhi che sostenevano con orgoglio quelli di Alecto Carrow.
Seduto in biblioteca sfogliava quasi con ansia l'ultimo numero del Cavillo; quel mese Xeno Lovegood si era adattato alla politica ministeriale, e la foto di Harry lo guardava dalla prima pagina. Draco continuò a sfogliarlo, finchè non trovò un articolo sul Ricciocorno Schiattoso a metà della rivista: sembrava assurdo alternare argomenti oscuri a completamente inventati come quello, ma il ragazzo non rise come avrebbe potuto fare solo qualche anno prima.
" Il vecchiaccio si è calmato, vero Dra? Scommetto che di quella svitata di sua figlia non resterà molto" la voce di Tiger, comparso poco prima al suo fianco, gli faceva venir voglia di picchiarlo. L'amico aveva parlato con gioia esplicita e Draco si sentì rabbrividire.
Perchè a lui e a Goyle piaceva così tanto torturare gli altri?
Che cosa ci trovavano di divertente nell'infliggere il dolore a quelli più deboli, impossibilitati a difendersi?Lo guardò con disprezzo, ma l'altro non se ne accorse.
Continuava a raccontare di come avesse ridotto un ragazzino del primo anno, e del fatto che Piton lo avesse elogiato e premiato con addirittura cinquanta punti per la sua Casa.
" Scusa, devo andare in bagno" si congedò bruscamente Draco, lasciando l'amico solo a fissare stupidamente la sedia da cui si era appena alzato.
Avrebbe vomitato volentieri a causa di tutto quanto aveva appena sentito, ma voleva fare un'altra cosa e nessuno sarebbe riuscito ad ostacolarlo.
Le prigioni si trovavano nei sotterranei, ed erano le stesse dove un tempo Argus Gazza si divertiva ad appendere gli studenti per le caviglie e a godere delle urla di terrore; Draco constatò che persino il Magonò era riluttante a mettere in pratica gli ordini che arrivavano dai Carrow o da Piton. Proprio lui, riflettè, che aveva sempre amato la disciplina e si era fatto in quattro per aiutare la Umbridge durante il loro quinto anno.
Certo, anche lui era stato fiero di essere parte della squadra d'Inquisizione, ma non era la stessa cosa: ora non c'era più alcun senso di esaltazione nel punire qualcuno. Agitò la bacchetta contro Amycus Carrow: ormai era diventato bravo negli incanti non verbali, e neppure gli importava di colpirlo alle spalle.
Osservò l'uomo con freddezza mentre si accasciava a terra, colpito da un silenzioso Schiantesimo. Certo che non era tanto resistente se si lasciava abbattere da uno studente, pensò Draco con un sorriso cinico rivolto verso di lui mentre lo scavalcava con sublime indifferenza. Poi il suo sguardo si posò all'interno della cella, dove c'erano solo due prigionieri.
Lui era sicuramente il ragazzino di cui aveva parlato Tiger poco prima, e a fargli compagnia c'era anche una bambina con le trecce bionde. La riconobbe per essere parte della Casa di Corvonero, anche lei del primo anno: chiazze di sangue li circondavano, ma Draco già aveva capito che erano ancora vivi. Solamente erano svenuti.
Per il dolore, probabilmente. La Cruciatus doveva esser stata loro somministrata in dosi massicce, pensò disgustato mentre si avvicinava. Da sotto il mantello tirò fuori un'ampolla piena di liquido arancione: Piton durante la sua ultima lezione aveva mostrato quella pozione, in grado di donare sollievo immediato e curare tutte le ferite superficiali interne ed esterne
Lui ne aveva approfittato per rubarne un pò, il necessario per averla a portata di mano in momenti come quello; con gentilezza costrinse la bambina ad aprire la bocca per ingoiarne una buona dose. Non riusciva più a rimanere in disparte ad osservare, forse non avrebbe neppure dovuto recarsi lì, si disse mentre le sorreggeva la testa.
La stessa cosa fece per il ragazzino, consapevole che nessuno dei due avrebbe ricordato chi li aveva aiutati. Sapeva che non avrebbe dovuto essere ricollegato ad un gesto simile, ma non era riuscito ad impedirselo.
Aveva appena posato nuovamente a terra il ragazzino quando percepì una presenza, e si voltò per trovarsi inaspettatamente di fronte il professor Piton. L'uomo lo osservava con la propria immobile espressione, e Draco inconsciamente arretrò di un passo.
Non per paura, semplicemente non l'aveva sentito arrivare.
" Che cosa fai quaggiù, Malfoy?" Le labbra del nuovo Preside avevano articolato quelle parole, ma Draco già avvertiva il suo sguardo sull'ampolla vuota che aveva inavvertitamente lasciato scivolare a terra.
Non c'era bisogno di parole, si disse il biondo Serpeverde, Piton aveva già capito tutto. Stranamente sorrise: non gli importava, al contrario si sentiva fiero di quel gesto e persino felice di essere stato scoperto. Era questo che provavano gli altri, quando si ribellavano?
Orgoglio?
Ma non certo per aver infranto le regole, sentiva dentro di sè che c'era dell'altro. Forse la certezza di avere fatto una cosa giusta: valeva bene una punizione, ne era sicuro. Chissà perchè proprio in quel momento gli parve di vedere il volto di Luna: sembrava che gli sorridesse.
Lei lo avrebbe approvato, ne era certo, e il pensiero curiosamente lo rese più forte.
" Aiuto i prigionieri, non va sprecato sangue di mago. Dico bene, Preside?" Draco calcò con disprezzo sull'ultima parola. Non aveva mentito: era il suo momento di gloria, non lo avrebbe spaventato l'idea di una punizione, nè quello sguardo impassibile.
Severus Piton lo osservò a lungo senza dire una parola. Da Draco Malfoy non si aspettava un gesto del genere, ma ciò che vedeva non gli piaceva.
" Davvero? E che cosa ne penserebbero i tuoi genitori, di questo tuo atto eroico? " Il Preside andò dritto al punto, e vedendo impallidire il ragazzino comprese che Draco non aveva pensato alle conseguenze.
Una notizia del genere, se fosse giunta all'orecchio del Lord Oscuro, avrebbe decretato l'immediata condanna dei due Malfoy, e persino dello stesso Draco. O, pensò Severus, se non altro il livore dell'Oscuro Signore si sarebbe sfogato sui due genitori per fare in modo che il figlio ricordasse chi comandava.
Un gesto avventato il suo.
Un segno che, nonostante tutto, il ragazzino credeva in qualcosa di giusto, ma non poteva dirglielo. Agitò la bacchetta rapidamente ed un'espressione vacua comparve negli occhi di Draco, prima di ricadere a terra.
Con assoluta noncuranza Severus scavalcò il corpo svenuto di Carrow mentre portava via Draco da lì; si sarebbe risvegliato in infermeria, con un ricordo falso nella mente che potesse spiegargli la ragione della sua permanenza in quel posto.
Un giorno, forse, lo avrebbe rimosso, ma per il momento doveva assicurarsi che il giovane Malfoy non cominciasse a comportarsi contro gli interessi dell'Oscuro Signore.
Era pur sempre solo un ragazzo.


Il tempo era trascorso lento nel sotterraneo di villa Malfoy, ma a Luna non importava visto che non riusciva più a contare precisamente i giorni.
Il freddo era aumentato e lei si rannicchiava sempre più spesso nella coperta che le aveva dato Draco, spesso costringendo Olivander a farle compagnia. L'uomo era molto più debilitato di lei sul piano fisico, e poi le faceva piacere averlo lì.
Con la partenza del ragazzo non aveva nessuno con cui parlare e si era instaurata una buona amicizia tra lei e il fabbricante di bacchette; una volta al giorno l'uomo chiamato Codaliscia portava loro un misero pasto, la razione che era stata concessa dai loro carcerieri.
Qualche volta scendeva anche Bellatrix Lestrange, e in ogni occasione Luna aveva imparato che non serviva tentare di nascondersi. La donna traeva un piacere particolare nel far loro del male, e non aveva senso istigarla con futili tentativi.
Vedeva in quegli occhi folli qualcosa di sbagliato, un sentimento ossessivo che le avevano fatto comprendere qualcosa in più. A modo suo anche lei amava, ma Luna non aveva mai detto nulla dei sospetti che le erano giunti alla mente; si trattava comunque di un'emozione oscura, che trovava sfogo nella tortura che infliggeva a loro.
Non era sempre possibile trattenere le urla di dolore, ma a lei dava più fastidio sentire quelle di Olivander che le proprie: le sembrava impossibile riuscire a sopravvivere, e giorno dopo giorno si sentiva sempre più sola.
Sempre più spesso pensava a suo padre, costretto come lei ad adattarsi ad una situazione bruttissima; il Cavillo non doveva essere più il giornale divertente che l'aveva sempre accompagnata durante la vita. Che ne era degli articoli sugli avvistamenti del Ricciocorno Schiattoso, o delle testimonianze che svelavano la natura demoniaca del nuovo Ministro della Magia?
Era tutto dedicato alla cattura di Harry, così le aveva detto la strega con aria folle. Luna quasi non riusciva a crederci, ma poteva capire. Suo padre era preoccupato perciò aveva ceduto, e sperava che da lontano potesse sentire quanto spesso pregava per la sua sorte.
" Crede anche lei che questo sole serva per parlare con Draco, signor Olivander? "
Nel silenzio del sotterraneo le parole di Luna sembrarono quasi consolidarsi per via del gelo; la ragazzina, appoggiata con la testa alla spalla dell'anziano uomo, osservava da ore quel piccolo sole che teneva loro compagnia. Lo trovava divertente, la faceva sorridere ed era sinceramente convinta che parlando con lui avrebbe potuto sentire la risposta del ragazzo biondo.
Olivander sorrise mentre con il braccio ossuto teneva stretta Luna; non era solo il bisogno di calore a spingerlo a cercare la sua vicinanza con la coperta che avevano addosso, si era affezionato al modo di fare della ragazzina. Gli piaceva sentirla parlare di quelle cose strane, le rendeva persino vere.
" Certo, perchè altrimenti l'avrebbe lasciato qui? Così ti saresti ricordata di lui quando ti saresti stancata di parlare solo con me" le disse gentilmente, la voce tremula. Era molto più dura per lui quella prigionia, durava da molto più tempo ed era sempre stata cruenta; si sentiva colpevole perchè la presenza di Luna era stata provvidenziale per la sua sopravvivenza.
Avrebbe tanto preferito saperla al sicuro e non rinchiusa in quel sotterraneo.
Le dita di Luna strinsero un lembo della coperta argentea che avvolgeva entrambi. Le piaceva quel colore, così brillante e puro: le ricordava anche stranamente il ragazzo, che non vedeva da molto tempo. Sicuramente era a scuola assieme ai suoi amici, e ne era felice per lui.
Spesso parlava con quel piccolo sole, sembrava che a quella magia piacesse il suono della voce perciò gli raccontava tante cose. In particolare di ciò che sognava durante le ore di sonno, e di come lei e Olivander trascorrevano il tempo.
Le dava davvero la sensazione di parlare con Draco, una piccola consolazione che la sosteneva continuamente: aveva conservato ancora quei dolcetti di Mielandia e li divideva volentieri con l'uomo, e quando la fame si faceva sentire prepotentemente allora ne staccava un pezzo, ma con parsimonia. Non voleva essere abbandonata anche da loro.
Un rumore di passi attirò la loro attenzione, ma Luna non sentiva alcuna minaccia. Sicuramente la persona che scendeva le scale si muoveva con grazia, perciò poteva essere certa che non fosse Bellatrix. La figura di Narcissa Malfoy fece capolino mentre si chiudeva il cancello alle spalle, dirigendosi verso di loro.
Gli occhi della donna erano posati soprattutto su Luna, ed un velo impalpabile di lacrime li offuscava. Non amava, Narcissa, ricordare il trattamento che era riservato a quelle due persone, soprattutto alla Lovegood che era persino più giovane di suo figlio.
Aveva portato loro il pasto, e Luna notò che era più abbondante del solito; gli occhi delle due donne si incontrarono. Narcissa sentiva che quella ragazzina bionda dall'aria stramba era riuscita ad aprire un varco nel cuore del suo amato figlio, che temeva inaridisse.
In che modo non sapeva dirlo, ma ne era certa. Così come, guardando il sole posarsi sul palmo della mano di Luna, era certa che pure lei fosse rimasta colpita da Draco.
Da quello che ne sapeva loro non erano mai stati amici a scuola, ed era sicura che nell'ultima lettera ricevuta ci fosse un messaggio nascosto. Non ne aveva parlato a Lucius, ormai sempre più costretto a rimanere assieme all'Oscuro Signore, ma il suo cuore di madre le diceva che non si sbagliava.
In un altro momento avrebbe probabilmente squadrato freddamente Luna, se avesse avuto la sensazione che avesse messo gli occhi sul suo bambino, ma non ora. Quella era una scena possibile solo in un mondo in cui la pace regnava, non in quello in cui il terrore e la paura erano la legge.
Probabilmente si erano solo trovati nella disperazione e li aveva uniti un'amicizia improbabile, ma a lei andava bene. Non voleva che lui fosse solo, anche un'amica poteva aiutarlo a non crollare: sia lei che Lucius avevano intuito la fragilità emotiva del figlio, ma sperava non commettesse qualche follia.
Prima di lasciare la segreta posò con delicatezza una rivista ai piedi di Luna, per poi voltarsi e risalire in fretta.

Cari Mamma e Papà,
qui va tutto bene. Ho preso dei voti piuttosto alti a Trasfigurazione, e anche a Pozioni ed Incantesimi; la neve non accenna ad andarsene, ma mi piace molto guardarla cadere mentre studio in biblioteca.
Ho trovato questa rivista e ho pensato di mandarvela; magari può aiutarvi a passare il vostro tempo.
Grazie per i vostri dolci, ci vediamo tra qualche settimana per le vacanze di Pasqua.
Draco

Narcissa sorrise rileggendo quella brevissima lettera. Negli anni precedenti il figlio scriveva pergamene infinite, ma il tono era sempre stato molto formale. In quelle poche parole, invece, Narcissa era sicura di aver percepito dell'affetto: forse era così desiderosa di averne da vederlo anche dove non c'era? La osservò di nuovo, soddisfatta all'idea che non avesse utilizzato la formula" cari genitori" o anche " cara madre e caro padre": le erano sempre sembrati così vuoti, freddi.
Scontati.
Aveva notato che non aveva parlato di Arti Oscure, dando solo notizie su altre materie; arricciò le labbra disgustata al pensiero che a Hogwarts potessero davvero insegnare ai ragazzi a torturare gli altri.
Era scandaloso.
Eppure, nonostante tutto, sentiva di potersi ancora fidare di Severus: a lui aveva affidato la sorte del figlio l'anno precedente, e solo lui doveva ringraziare se non era accaduta una tragedia.
Ripensò alla rivista che aveva portato alla ragazzina bionda che stava giù nel sotterraneo; Draco aveva scritto di aver inviato quel giornale per loro, ma Narcissa credeva che per loro intendesse proprio i prigionieri. Dopotutto Lovegood ne era il direttore, ma perchè Draco si era preoccupato di farglielo avere?
Sospirò nascondendo la pergamena in una tasca interna dell'abito che indossava; forse aveva avuto ragione lei pensando che in qualche modo suo figlio fosse stato toccato dalla mano di quella ragazza. Era un mistero il modo con cui ci era riuscita, ma sorrise pensando alla faccia di Lucius se avesse potuto riferirgli quei pensieri.





Angolo Autrice:
Ho ascoltato le suppliche e aumentato l'angolo autrice xddd no, semplicemente non mi ero accorta che fosse tanto minuscolo^^
Ho riflettuto molto su tutto il capitolo, è difficile rimanere IC, ma credo che Draco lo sia rimasto uhm un attimo di "follia" penso che possa averlo avuto pure lui, ma come vedete Sev ha subito posto rimedio lol
Ovviamente noi sappiamo che Severus fa il triplo gioco(XDD), non poteva certo solo sgridarlo e dirgli di non farlo più. Decisamente la prima parte del capitolo la adoro, non so perchè.
E la seconda.. beh Luna sarà anche coraggiosa, ma è pur sempre una prigioniera e si aggrappa secondo me alle cose che hanno importanza per lei. Come vedete pensa spesso al padre, ha un ottimo rapporto con Olivander.. e pure comprende qualcosa di Bella. Questo ultimo pezzo mi sembrava bello da inserire, che lei possa riuscire a trovare qualcosa di umano anche in Bellatrix. Del resto sappiamo come la mangiamorte sia follemente ossessionata da Voldy u.u e Luna è abbastanza aperta di mente da poterlo intuire.
Da amante di Narcissa non potevo che aggiungere questo pezzo, con la lettera del figliolo che vuole essere una rassicurazione, e anche il gesto verso Luna.
Quella donna ha già capito tutto U__U e secondo me già prevede che si amano <3
ma noi non ci amiano nd Draco
per ora(cit. Umbridge)
XDDD
Bene vi saluto e vi dò appuntamento al prossimo, molto probabilmente verso Natale se non prima ** ciao! gradirei volentieri qualche commento, sapete? mi fanno molto piacere e siete sempre così carini**


   
 
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