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Autore: Ystava    06/12/2011    5 recensioni
Finalmente, Ron Weasley ed Hermione Granger si sposano. E’ stato Ron a chiedere la mano di Hermione, o è stata lei a prendere in mano la situazione? Chi ha accompagnato i due giovani Grifondoro durante tutta la preparazione per le nozze? Quali sorprese ci saranno durante le settimane prima del grande giorno, e durante il matrimonio stesso? Per non parlare del ricevimento! Dopotutto, ricordiamoci che Hermione entrerà a far parte di una numerosa famiglia tutt’altro che tranquilla!
Questa Fanfic è nata grazie ad un contest di OneLove4
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Capitolo Extra


Era l’alba.
Maghi e streghe erano impegnati a curare ferite e animi, al castello di Hogwarts.
Sì, perché quella notte Hogwarts aveva trionfato, ma tanto era andato distrutto.
Hermione Granger, dopo aver aiutato per un po’ Madama Chips con i feriti, si era ritirata nel dormitorio delle ragazze di Grifondoro. Al piano di sotto, passando, aveva visto George e Lee, ma aveva cercato di non far rumore e infatti i due non si erano neppure accorti di lei.
Hermione si era distesa su un letto, rannicchiata su se stessa, ma non riusciva a dormire. Una lacrima le rigava una guancia.
Improvvisamente, la porta si aprì.
“E’ stata dura risalire lo scivolo” commentò una voce familiare, mentre un ragazzo dai capelli rossi si guardava intorno incuriosito, ma in realtà non c’era molta differenza tra il dormitorio maschile e quello femminile.
Hermione saltò su a sedere e si asciugò rapidamente la lacrima con il dorso della mano.
“Ron!” esclamò. Si alzò e corse incontro al ragazzo, gettandogli le braccia al collo. Quella notte erano stati troppo impegnati per parlare un po’ a quattrocchi tra loro.
Il ragazzo la avvolse con le braccia e la strinse forte. In mano stringeva una rosa rossa a cui mancavano un paio di petali. “Hermione” sussurrò soltanto.
Rimasero abbracciati per quelle che parvero ore, poi la ragazza si scostò, asciugandosi altre lacrime.
“Che ore sono?” chiese.
“E’ l’alba” rispose Ron, con un sorriso triste.
“Oh, no!” esclamò Hermione. “Sono qui da un sacco! Forse dovremmo tornare giù. Potrebbero aver bisogno di aiuto, e…” si interruppe. “Ma come hai fatto a trovarmi?” gli domandò, spalancando leggermente gli occhi.
“Non è stato difficile. Ti ho cercata dappertutto. Questo era l’unico posto rimasto” rispose Ron.
“Lee e tuo fratello…” cominciò lei, ma Ron le posò delicatamente due dita sulle labbra, interrompendola.
“Sì, sono ancora di sotto. Si sono addormentati” disse.
Hermione lo fissò per qualche istante. Ron non aveva un bell’aspetto. Per niente. I capelli erano più disordinati che mai, aveva due profonde occhiaie e ferite superficiali praticamente ovunque. Somigliava alla rosa malridotta che ancora stringeva nella mano sinistra. Ma la ragazza non riusciva a vedere altro che la dolcezza nei suoi occhi azzurri. Era il suo Ron.
“Mi dispiace, Ron” disse, con voce spezzata. “Mi dispiace tanto per Fred”.
Ron chiuse gli occhi un istante. Quando li riaprì sorrise tristemente, guardandola negli occhi, ma non disse niente.
Hermione spostò lo sguardo sulla rosa, poi lo guardò con aria interrogativa.
Ron le sorrise. “E’ per te” disse, allungando la mano.
La ragazza prese il fiore. “Da dove salta fuori?” chiese.
“Da una delle serre di Erbologia. L’ho raccolta mentre ti cercavo” rispose.
Hermione sorrise. “Grazie Ron”. Si avvicinò a lui, guardandolo negli occhi. Dopo qualche istante: “E’ finita…” mormorò.
“Già”. Ron si sporse verso di lei e la baciò.
E in fondo, un po’ era vero. Molto era finito, altro sarebbe finito presto, altro ancora iniziava. Come la loro storia.
Quando si separarono, Hermione sorrise, ma non era un comune sorriso. Non era il sorriso di una ragazza spensierata che aveva appena baciato il ragazzo che amava. Era il sorriso di una sopravvissuta, di una persona segnata a vita da una tremenda guerra.
Quel sorriso fece scattare qualcosa in Ron.
“Non permetterò che ti accada qualche altra cosa” disse il ragazzo, a voce alta. Il ricordo di quando Hermione era stata torturata ancora bruciava nel cuore di entrambi. “Qualunque cosa accada da ora in poi, noi ne staremo fuori!” continuò.
Hermione spalancò gli occhi. “Ron, cosa…”
“…cosa sto dicendo?” esclamò lui. Sembrava impazzito. “Dico che abbiamo chiuso. Stop! Se il mondo magico finirà di nuovo nei guai, lo salverà qualcun altro!” si allontanò da lei e prese a marciare per la stanza, a passi lunghi e decisi.
Hermione, al contempo sconvolta e divertita, si sedette sul letto, la rosa stretta tra le mani, e lo seguì con lo sguardo.
“Non ho alcuna intenzione di vederti un’altra volta invischiata in un casino del genere! Harry dovrà trovarsi qualcun altro la prossima volta!” poi spalancò gli occhi, inorridito. “No!” si corresse. “Non lascerò che Harry faccia di nuovo l’eroe da strapazzo! Merlino! Nessuno di noi, dovrà…”
“Ronald!” esclamò Hermione, trattenendo una risatina. “Dovresti fare un pisolino…”
Ron la guardò come se fosse matta e lei si zittì.
“Non ho bisogno di fare un pisolino” continuò lui. Si fermò di fronte a lei e spalancò le braccia. “Ho bisogno di normalità! Ho bisogno di smetterla di preoccuparmi per la vita di Harry e della mia famiglia” incrociò gli occhi con quelli di Hermione. “Ho bisogno di te! Di stare con te, di sposarti, di metter su famiglia…”
Hermione lo guardava senza sapere cosa pensare esattamente. Sembrava impazzito, ma probabilmente era solo lo stress.
“…sì, proprio così, io ti amo e…” proseguì Ron.
“Mi ami?” domandò Hermione, con una vocina che non sembrava appartenesse davvero a lei.
Ron sorrise. “Sì, ti amo. E voglio sposarti, avere dei figli e… e…” gli occhi del ragazzo di posarono sulla rosa rossa tra le mani di una sorridente Hermione. “… e chiamare la nostra prima figlia Rose, e…” (*)
Hermione scoppiò a ridere, coprendosi la bocca con una mano, ma lo guardava con dolcezza. Lasciò che lui continuasse.
“E voglio che tutti i nostri bambini siano belli, coraggiosi e… e che abbiano una mente brillante come te, va bene? E…”
“Sì, e quindi come vorresti chiamare il nostro primo figlio, invece? Hugo?” (**) scherzò Hermione.
“Sì, Hugo!” esclamò Ron, a dispetto di quanto si aspettasse lei.
“Ronald…” replicò la ragazza, in tono conciliante, come volesse farlo ragionare.
“No, Hermione. Tu non capisci” disse lui. Corse a sedersi sul letto accanto a lei. Le prese un mano con delicatezza. “Io ho bisogno di fare progetti. Di pensare che è davvero tutto finito e che avremo un futuro”
Hermione sorrise. “Progetti più a breve termine?” domandò inclinando goffamente la testa.
Ron la baciò sulla fronte. “Ad esempio?”
“Finire il settimo anno di scuola che abbiamo perso, ad esempio”
Fu il turno di Ron di scoppiare a ridere. “Ah, questo te lo scordi!”
 
 

 
 
[ (*) magari non c’è bisogno di dirlo, ma Rose in inglese significa ‘rosa’.
(**) il significato del nome Hugo è: ‘brillante in mente e in spirito’ o ‘intelligente’ (wikipedia) ]
   
 
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