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Autore: Lady Numb    10/12/2011    2 recensioni
"Alexandra si accoccolò fra le sue braccia, lasciando che l’ansia di poco prima scivolasse via, non le sarebbe successo niente finché suo fratello fosse stato lì con lei, Zack non lo avrebbe permesso. [...]
Si addormentò con quel pensiero, sarebbe andato tutto bene, finché c’era Zack sarebbe andato tutto bene."
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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2008:

 

‘Mio Dio, fa un freddo assurdo, ma come accidenti fanno a viverci qui?’ si lamentò Brian, alzandosi il bavero della giacca.

‘Credo si chiami abitudine, Bri’ lo prese in giro Val ridendo.

‘Mamma mia Gates, sempre a lamentarti stai’ scherzò Matt, ricevendo in cambio il terzo dito dell’amico.

‘Comunque, sono molto felice di tornarmene a casa dopodomani’ intervenne Johnny, cingendo col braccio le spalle di Lacey, che stava tremando di freddo.

‘Oh, sì... ho bisogno di vedere il sole!’ concordò con lui Brian.

‘E il mare!’ aggiunse Johnny.

‘E... ehy, che sta facendo quello?’ chiese Matt, indicando col dito un tizio che prendeva a calci qualcosa a terra.

‘Sarà ubriaco’ disse Brian divertito, ma presto la sua espressione divertita si trasformò in una di puro orrore quando quella cosa che il tizio stava prendendo a calci emise un lamento e capì che non era un oggetto, ma una persona.

‘Oh cazzo’ disse Matt, che aveva appena realizzato la stessa cosa, poi, dopo aver detto a Val e a Lacey di stare indietro, corse verso il tizio insieme a Brian e Johnny.

Quando quello li vide arrivare sembrò pensarci un attimo, ma lui era da solo, mentre loro erano in tre e decisamente troppo grossi per lui, per cui corse via prima che avessero il tempo di prenderlo.

Matt e Johnny provarono comunque ad andargli dietro, mentre Brian si fermò per controllare le condizioni della persona a terra, una ragazza come capì quando le fu vicino, che continuava a tenersi il volto coperto con le braccia.

‘Ehy, è tutto a posto... Val, chiama un’ambulanza!’ urlò alla ragazza, per poi tornare a dedicare la sua attenzione alla persona a terra ‘Ce la fai ad alzarti?’ le chiese.

Solo in quel momento la ragazza osò levarsi le braccia dal volto e Brian era assolutamente certo di essere impallidito vistosamente.

‘Oh cazzo... Matt!’ urlò il ragazzo all’amico, che nel frattempo stava tornando verso di loro insieme a Johnny, sfortunatamente il tizio era riuscito a darsela a gambe.

‘Credo che abbiamo un piccolo problema qui...’ disse Brian, facendo cenno alla ragazza.

Matt lanciò un’occhiata interrogativa all’amico, poi si portò davanti alla ragazza e rimase a sua volta a bocca aperta.

‘Lexy?’ disse sbalordito.

La ragazza alzò di scatto la testa, guardando per la prima volta i suoi soccorritori.

‘... Brian?’ chiese lei esitante, puntando gli occhi vitrei sul ragazzo.

‘Oh porca puttana...’ esclamò Brian, mentre anche le ragazze si avvicinavano.

Matt vide Valary osservare sconvolta e incredula la ragazza, poi si voltò verso di lui per cercare conferma dei suoi sospetti e Matt annuì, certo, era molto diversa da quello che ricordava, ma non aveva dubbi, quella era la sorella di Zack.

‘Oh cazzo... e chi glielo dice a Zack ora?’ disse la ragazza.

A quel nome, Lexy cominciò a tremare sempre più forte, tanto che Matt dovette andare ad aiutare Brian a tenerla ferma, poi tanto improvvisamente come era cominciata quella breve crisi finì e un attimo dopo Lexy giaceva priva di coscienza fra le braccia di Brian.

 

 Zack impiegò qualche minuto per capire che il rumore che sentiva non era un sogno e gli ci volle qualche altro secondo per capire che si trattava di qualcuno che bussava alla porta, con una certa insistenza fra l’altro.

Si alzò in piedi scocciato, sicuramente si trattava di Brian, Johnny o Matt che avevano bevuto troppo e si divertivano a fare scherzi idioti, per una volta non potevano prendersela con Jimmy?

Mentre andava ad aprire pensò che l’ultimo pensiero era stupido, visto che normalmente Jimmy era dei loro, quella sera era un’eccezione.

Rimase a dir poco sbalordito quando si trovò davanti tutti gli altri, Jimmy e ragazze inclusi.

‘Mi devo preoccupare?’ fu la prima cosa che Zack chiese, rivolgendosi a Brian, che era quello che aveva bussato.

‘Temo di sì... ci sediamo, che dici?’ gli rispose il chitarrista, entrando nella stanza seguito dagli altri.

‘Ok, mi sto seriamente spaventando ragazzi’ commentò Zack, che era effettivamente quasi pronto a lasciarsi andare al panico, soprattutto dopo aver lanciato un’occhiata a Jimmy, se persino lui lo fissava preoccupato c’era davvero qualcosa di grosso.

‘Zack... stasera abbiamo fermato un tizio ubriaco che prendeva a calci una persona in un vicolo’ cominciò Brian, indicando se stesso, Matt e Johnny.

‘Ok... quindi?’ chiese Zack impaziente.

‘Zack... quella persona era Lexy’.

Zack notò a malapena i suoi amici fissarlo preoccupati, aveva la netta sensazione che qualcuno gli avesse appena lanciato un mattone in testa.

‘Cosa... che... Lexy?’ chiese infine, non sapendo in realtà cosa stesse dicendo esattamente ‘Dov’è ora?’ domandò di nuovo, cominciando a riacquistare lucidità.

‘All’ospedale’ rispose Matt.

‘Ed esattamente che ci faccio ancora qua?’ chiese il ragazzo, gli sembrava assurdo essere seduto nella sua stanza mentre sua sorella, quella che cercava senza sosta da sei anni, era a pochi chilometri da lui finalmente.

‘Ci sono un paio di cose che devi sapere prima Zack...’ gli disse Brian, scambiandosi un’occhiata con gli altri prima di continuare, avrebbe avuto bisogno di tutto il supporto morale per comunicargli quella parte della storia.

‘Cioè?’

‘Zack... quando l’abbiamo trovata... ecco... insomma, per fartela breve, credo che... no anzi, siamo sicuri che fosse sotto l’effetto di qualcosa...’.

Zack annuì debolmente, anche se il suo cervello rifiutava di assimilare quell’informazione: no, la sua Lexy non poteva aver fatto quella fine, non poteva essere, sua madre non poteva essersela portata via per farla finire in quel modo.

‘Mi ci portate?’ domandò infine lui, mentre gli altri annuivano.

‘Ok... mi cambio e arrivo’ disse Zack, ricordandosi solo in quel momento di essere ancora in pigiama.

Gli altri annuirono di nuovo e andarono ad aspettarlo fuori dalla stanza, mentre Zack si precipitava verso la sua valigia per recuperare dei vestiti: poco importava in che condizioni fosse ora, Lexy era viva ed era la sola cosa importante per il momento, finalmente avrebbe rivisto la sua sorellina.

 

Quando aprì gli occhi, Lexy scattò a sedere, c’era troppo bianco in quella stanza, le ricordava una che aveva già visto e che non le piaceva affatto.

‘Ehy, calmati Lexy’.

La ragazza si voltò di scatto e quando vide che non si era sbagliata, che era veramente Zack quello che aveva parlato, istintivamente si raggomitolò in un angolo del letto.

‘Vattene!’ gli disse, guardandolo con tutto l’odio di cui era capace.

Provò un sadico piacere vedendo quanto lo aveva ferito con quella semplice parola, se lo meritava, lui aveva ferito lei anni prima, era arrivata l’ora di ricambiare con gli interessi.

‘Lexy... io... perché ce l’hai con me?’ le chiese Zack e suonava così sinceramente triste che Lexy quasi gli credette.

Quasi.

‘Sei spiritoso... o mi stai solo prendendo in giro come hai sempre fatto?’ chiese acidamente lei.

‘Non capisco di che stai parlando’

‘Non capisci? Avevi promesso che non mi avresti lasciato da sola, che sarebbe andato tutto bene e invece hai preferito restartene con la tua band e mollarmi con mamma a vivere lo schifo di vita che ho vissuto, ecco di cosa sto parlando!’ gli urlò lei: era decisamente pessima quando si trattava di fare la sostenuta.

‘...Cosa avrei fatto io?’ chiese incredulo lui, con una leggera punta di irritazione nella voce.

‘Hai scelto la band, chi se ne frega della sorellina, no? Lei può anche andarsene con quella stronza della mamma, tanto che te ne importa?’ continuò lei, sputandogli addosso tutto il veleno che aveva dentro, ed era davvero tanto.

‘Chi ti avrebbe detto queste cose?’ le chiese lui.

‘E chi vuoi che me le abbia dette, lo Spirito Santo? Mamma me le ha dette, mi ha raccontato di come le hai detto che potevamo andarcene da sole se proprio ci tenevamo, di come hai scelto di restare in California’.

Zack rimase in silenzio per diversi minuti prima di riportare gli occhi lucidi su di lei.

‘Non so se essere offeso o incazzato per il fatto che tu abbia creduto anche ad una sola di queste stronzate, Lexy’.

La ragazza lo fissò senza dire una parola, non aveva più intenzione di parlargli, faceva troppo male.

Non che ce ne fosse bisogno, ormai Zack sembrava essere partito per la tangente.

‘Ho passato gli ultimi fottutissimi sei anni della mia vita a cercarti... sei anni, ok? Sei anni a farmi odiare dalla polizia perché non volevo che smettessero di cercare te e mamma, nonostante ormai nessuno credesse più che fosse possibile trovarvi e tu vieni ad accusarmi di fregarmene di te?!’ esclamò lui, alzando la voce sull’ultima parte.

‘Cosa...’ provò lei, ma il ragazzo la interruppe.

‘Da quel maledetto giorno non faccio altro che dirmi che è tutta colpa mia, che avrei dovuto capirlo che aveva in mente una cosa del genere quando mi ha detto di andarcene ed io le ho detto che lei poteva anche andarsene se ci teneva, lei da sola poteva levarsi di torno se pensava che fosse la soluzione migliore... e invece no, ho pensato che fosse solo stressata per la situazione, ho pensato che fosse una sciocchezza detta tanto per dire, e invece sorpresa, il giorno dopo non sei uscita da scuola e la tua camera era vuota... e visto che ce l’hai tanto con la band, ti farà piacere sapere che è quasi andato tutto a puttane perché ho passato i quattro mesi dopo che eri sparita nel nulla a riempirmi di alcool da mattina a sera e se non sono sotto due metri di terra è solo perché Brian e Matt mi hanno letteralmente preso per i capelli e mi hanno fatto rinsavire!’.

Lexy non disse una parola, non sapeva che cosa dire davanti allo sfogo di Zack.

Si sentì improvvisamente stupida, come aveva potuto credere che il suo Zacky l’avrebbe lasciata da sola?

Eppure ci aveva creduto fermamente fino a un minuto prima, ma anche nel suo attuale stato mentale, in cui tutto era estremamente confuso, le appariva evidente che Zack era sincero, nessuno avrebbe potuto simulare tutta la sofferenza che gli leggeva in volto.

‘Non ti avrei mai, mai lasciata andare via Lexy... vorrei solo essere arrivato prima quel giorno, vorrei solo essere arrivato prima...’ disse lui più dolcemente, fissandola negli occhi.

‘Zacky...’ disse lei prima di scoppiare a piangere, era troppo, tutte quelle cose in una volta erano semplicemente troppo.

Sentì il materasso muoversi e un attimo dopo era avvolta nell’abbraccio rassicurante di suo fratello, rendendosi conto per la prima volta di quanto quel senso di sicurezza le fosse mancato, nessuno era mai riuscito a farla sentire così protetta come faceva Zack.

‘È tutto a posto scricciolo, non ti lascio più andare via, stavolta non ti mollo per davvero’ le sussurrò lui, accarezzandole la schiena per cercare di calmarla, Lexy era talmente scossa da singhiozzi che gli faceva quasi paura, sembrava così incredibilmente piccola fra le sue braccia.

‘Va meglio?’ le chiese dopo un po’ lui, quando Lexy si fu finalmente calmata.

La ragazza si limitò ad annuire, non si fidava della sua voce in quel momento.

Zack la fissò per qualche istante e nonostante fosse stato solo un attimo, Lexy si accorse dell’espressione di pura sofferenza che gli attraversò il viso quando vide i segni che aveva sulle braccia.

‘Che ti è successo?’ le chiese infine Zack, tornando a guardarla negli occhi.

‘Vuoi solo l’ultima settimana o parliamo degli ultimi sei anni?’ ribatté lei, cercando di non suonare acida quanto avrebbe voluto, suo fratello non se lo meritava.

‘Voglio sapere tutto Lexy’ le disse lui e le fu chiaro che Zack non aveva affatto voglia di scherzare.

‘Siamo arrivate a New York, mamma ha trovato un lavoro, ho finito la scuola, fino ai diciannove anni è andato tutto bene, cioè, le cose andavano normalmente, non avevo uno straccio d’amico perché a scuola tutti mi consideravano strana, ma non me ne importava molto in realtà... pensavo che mi avessi abbandonata e ti odiavo, ma mi mancavi comunque, tu e la California, i ragazzi... comunque, quando ho finito la scuola mamma ha perso il lavoro... facevamo fatica a mangiare, allora ha pensato di mettersi a cercare qualcuno per mantenerci... e sei mesi dopo è arrivato Paul’

‘Chi è Paul?’ chiese Zack.

‘Il nuovo compagno di mamma, “una persona magnifica Lexy, un uomo fantastico”... peccato che alla prima occasione l’uomo fantastico mi sia saltato addosso’ spiegò Lexy con una freddezza che fece impressione a Zack.

‘Sai qual è la cosa più incredibile?’ continuò Lexy amaramente ‘Quando gliel’ho detto, la mamma ha detto che dovevo smetterla di fare la ragazzina egoista ed egocentrica ed essere grata a Paul per quello che stava facendo per noi...non mi ha creduto, Zack...’ specificò poi, come se fosse davvero necessario.

‘Dio, Lexy...’ fu il commento di Zack, che istintivamente le strinse la mano, cercando di mettere da parte la rabbia per il momento, doveva concentrarsi su di lei ‘Dov’è mamma ora?’

‘Oh, suppongo sia sempre con lui... ma aspetta, non voglio rovinarti la parte migliore della storia... perché non è mica finita, sai? Certo che no... lei non mi ha creduto e lui è andato avanti a fare quello che voleva con me... però un giorno mamma è tornata prima e lo ha beccato...e lo sai cos’ha fatto?’ chiese a Zack ironicamente, senza però dargli il tempo di dire nulla ‘Ha sbattuto me fuori di casa, dandomi dell’ingrata... è stato un anno fa, non la vedo da allora’.

Zack fissava la sorella, incredulo, come diamine aveva potuto sua madre farle una cosa del genere?

Improvvisamente gli venne in mente un dettaglio abbastanza rilevante.

‘Dove hai vissuto fino ad ora?’ le chiese.

‘Qua e là’ rispose lei tranquillamente ‘Dove capitava... sono stata da Tom per un po’, ma meno di un mese...’

‘Chi è Tom?’ si informò Zack.

‘Oh, Tom è il mio benefattore!’ rispose Lexy, estremamente ironica ‘Quel bastardo cercava di portarmi a letto da quando avevo diciotto anni e non gli è parso vero di avere finalmente l’occasione d’oro per farlo!’ spiegò lei, ricevendo un’occhiata confusa dal fratello.

‘Avevo vent’anni Zack, non avevo uno straccio di posto dove andare, pochi soldi ed ero completamente sola a New York... avevo paura e se il prezzo per avere un tetto sopra la testa era andare a letto con qualcuno, beh, nessun problema, potevo farlo’ disse lei senza scomporsi.

Zack non disse nulla, lasciò che Lexy continuasse a raccontargli tutto quello che aveva fatto, nonostante fosse quasi impossibile da sopportare, il solo pensiero di ciò che sua sorella aveva passato lo faceva stare fisicamente male e a giudicare dai segni che Lexy aveva sul braccio, il peggio doveva ancora venire.

‘Però quello stronzo ha fatto l’errore di passarmi la prima dose di coca’ continuò lei, come se parlarne fosse la cosa più naturale del mondo ‘E sono entrata nel giro... ho conosciuto una ragazza, viveva in un buco di appartamento e odiava a morte Tom, quindi è stata più che felice di liberarmi dai suoi ricatti, anche se ci si stava a malapena in due da lei...’

‘Quindi sei stata da lei?’ chiese Zack, pregando il cielo che la storia fosse finita lì.

‘Fino a sei mesi fa, poi qualcuno ha chiamato la polizia e ci hanno portato in una comunità... sono scappata quattro mesi fa, da allora sono stata dove è capitato... ieri sera stavo dormendo in quel vicolo prima che quel bastardo ubriaco cominciasse a prendermi a calci’

‘Perché sei scappata dalla comunità?’ le chiese il ragazzo.

‘Io... io non voglio parlarne Zack’ rispose lei, abbassando lo sguardo.

‘Ok, come vuoi scricciolo’ la rassicurò lui, abbracciandola di nuovo.

In quel momento un dottore fece il suo ingresso nella stanza e quando vide che Lexy era sveglia iniziò a visitarla e a controllarne i parametri.

‘Bene signorina Baker...’ iniziò l’uomo quando ebbe terminato i controlli ‘La buona notizia è che non ha riportato grossi danni al di là di qualche livido, entro un paio di giorni potremo dimetterla... però vorrei parlare dei suoi esami del sangue...’ continuò e Zack capì dove stava andando il discorso, sapeva che i test su Lexy avevano indicato la presenza di cocaina nel sangue.

‘Credo sarebbe il caso di prendere in considerazione una comunità di recupero...’.

Zack fu di fianco a Lexy in un secondo, il dottore non aveva nemmeno finito la frase e lei stava già tremando.

‘Calmati scricciolo, va tutto bene...’ le sussurrò lui, cercando di tranquillizzarla.

‘Non mi ci mandare Zacky, non farmici andare...’ lo implorò lei in lacrime, aggrappandosi alla sua maglietta.

‘Non vai da nessuna parte Lexy, tranquilla’ la rassicurò il ragazzo.

‘Signor Baker...’ intervenne il dottore, ma Zack lo interruppe.

‘Mi prendo personalmente la responsabilità di qualsiasi cosa succeda, ma non ce la mando contro la sua volontà’ disse il ragazzo.

Il dottore si limitò ad annuire, evidentemente non era d’accordo col ragazzo, ma non c’era nulla che potesse fare, per cui disse che sarebbe ripassato più tardi e uscì dalla stanza.

‘Ehy, basta piangere scricciolo, ok?’ disse dolcemente Zack a Lexy, asciugandole le lacrime.

Osservandola, non poté fare a meno di pensare che nonostante tutto, nonostante i graffi, i lividi, quei maledetti segni sul braccio e quel pallore spettrale, lui riusciva ancora a vedere la sua Lexy, quella bellissima ragazza piena di voglia di vivere che aveva cercato senza sosta per sei anni.

Forse era un’illusione, ma persino in quello sguardo spento dalla droga lui riusciva a intravedere un pallido riflesso dello scintillio degli occhi della sua sorellina.

L’avrebbe riportata indietro quella ragazzina, quella era una promessa.

‘Grazie Zacky’ sussurrò lei, tornando ad appoggiarsi al cuscino, era stremata.

‘Non dirlo nemmeno per scherzo... ora però ti dico come andranno le cose: non appena ti dimettono torni in California con me e una volta là ti devi disintossicare da quella roba’ le disse lui ‘Calma Lexy, non ti mando in una comunità se non lo vuoi, troviamo un’altra soluzione, però devi giurarmi che ci provi davvero...puoi farlo?’ aggiunse poi Zacky, dal momento che Lexy era chiaramente terrorizzata.

La ragazza annuì, avrebbe fatto qualsiasi cosa per restare con Zack.

‘Benissimo scricciolo... Dio, papà impazzirà di gioia... non ci voleva credere quando l’ho chiamato ieri sera’

‘Immagino che tu non viva più con lui’ disse Lexy, cominciando a essere curiosa, per tutti quegli anni aveva fatto in modo di non sapere più nulla di Zack e della band, ora che aveva scoperto la verità invece voleva sapere tutto.

‘In effetti no... in realtà vivo con la mia ragazza’ le rispose lui, notando con gioia che Lexy stava sorridendo.

‘Ne hai veramente trovata una che ti sopporta oltre a me?’ commentò Lexy.

‘Già... si chiama Gena, credo che ti piacerà, sai?’

‘Non vedo l’ora di conoscerla... da, raccontami di voi, della band, voglio sapere tutto!’ lo incitò lei, nonostante fosse stanchissima non voleva perdere il tempo che aveva con Zack.

‘Adesso devi riposarti, scricciolo’ le rispose Zack, sorridendo quando la vide mettere il broncio ‘Ehy, abbiamo tutto il tempo del mondo Lexy, promesso’ aggiunse, dandole un bacio sulla fronte e coprendola col lenzuolo.

‘Tu resti qui?’ gli chiese lei.

‘Per adesso non mi muovo scricciolo... se non dovessi vedermi più tardi sono in albergo, ma te lo giuro Lexy, non me ne vado da New York senza di te’ la tranquillizzò lui.

Lexy annuì, stavolta sapeva che Zack non l’avrebbe lasciata da sola, tecnicamente lui non lo aveva mai fatto in realtà.

Chiuse gli occhi, lasciandosi andare al sonno e sentendosi quasi felice per la prima volta in sei anni.

 

Quando fu assolutamente certo che Lexy stesse dormendo, Zack uscì dalla stanza e non fu affatto sorpreso di trovare tutti gli altri nella sala d’attesa, nonostante gli avesse detto di andare in  albergo a riposarsi, dal momento che la sera li aspettava il viaggio di ritorno in California, non gli avevano dato retta.

‘Stai bene Zee?’ gli chiese preoccupato Jimmy vedendo la faccia sconvolta dell’amico.

‘Credo di sì’ rispose il ragazzo, lasciandosi cadere di fianco a Johnny ‘Sì, sto bene... è che... lei credeva che l’avessi lasciata andare con mamma... ha vissuto sei anni convinta che l’avessi abbandonata...’.

Gli altri lo fissarono stupefatti, a loro che avevano passato tutti quegli anni con davanti agli occhi la disperazione di Zack quell’ipotesi appariva semplicemente assurda.

‘Non... non riesco nemmeno a ripetere alcune delle cose che mi ha raccontato... è passata direttamente per l’inferno...’

‘Ehy, Zack, l’importante è che ora stia bene... sta bene, vero?’ gli chiese Val, spostandosi di fianco a lui e appoggiandogli una mano sulla spalla.

‘Deve disintossicarsi da quella roba... non sarà una passeggiata... ma la riporto a casa, è l’unica cosa che mi interessa ora’ rispose lui e gli altri annuirono, non avrebbero potuto essere più d’accordo.

‘Zack... tua madre?’ chiese Matt, l’unico fra tutti che avesse trovato il coraggio necessario per fare quella domanda che tutti avrebbero voluto fare.

A nessuno sfuggì come lo sguardo di Zack si indurì, tuttavia il ragazzo rispose con molta calma e tranquillità.

‘Può andare all’inferno dopo quello che mi ha raccontato Lexy... comunque, nemmeno lei sa dove sia e non mi interessa più saperlo’.

Gli altri non commentarono, sapevano che prima o poi Zack avrebbe finito per raccontargli tutto, era inutile forzarlo in quel momento, specie perché nonostante la calma che aveva dimostrato nel parlare, lo conoscevano abbastanza da decifrare la furia cieca del suo sguardo.

Zachary Baker in quel momento era così arrabbiato da essere davvero capace di tutto e nessuno voleva fungere da valvola di sfogo.

‘Ragazzi… grazie di tutto, davvero...’ disse dopo qualche istante di silenzio Zack, anche se sapeva che era stato un caso del tutto fortuito, se non fosse stato per i suoi amici forse non avrebbe ritrovato Lexy, di sicuro non quella sera.

‘Non c’è nemmeno bisogno di dirlo Zack’ rispose Brian ‘Ringrazia la tua buona stella piuttosto... o forse è meglio se ringrazi la sua’ aggiunse poi, indicando con un cenno della testa la porta della stanza di Lexy: il ragazzo non voleva nemmeno immaginare cosa sarebbe potuto accaderle se non avessero notato quell’ubriaco nel vicolo.

‘Concordo’ intervenne Matt ‘Senti... in teoria noi dovremmo tornare in hotel... però se vuoi uno di noi può restare, senza problemi Zack’ disse poi, avevano il volo meno di cinque ore dopo, dovevano proprio andare a preparare tutto quanto.

‘Non preoccupatevi ragazzi, potete partire tranquilli... e grazie per essere stati qui fino ad ora, lo apprezzo davvero’

‘Per Lexy questo e altro, lo sai Zack’ gli rispose Val, sorridendogli.

‘Ok, allora noi siamo in hotel... se hai bisogno di qualsiasi cosa, se succede qualsiasi cosa chiama, ok?’ gli disse Brian ‘E comunque Larry ha già fatto in modo che eventuali giornalisti curiosi stiano alla larga, quindi non preoccuparti’

‘Ok, grazie... e ringraziate Larry, ditegli che è un mito’

‘Guarda che poi ci crede...’ commentò Jimmy, riuscendo a far sorridere tutti quanti.

Quando i suoi amici se ne furono andati, Zack rimase immobile sulla sedia della sala d’aspetto: in teoria sarebbe potuto tranquillamente tornare in hotel, aveva avvisato Lexy anche per quello, ma non ne aveva affatto voglia, la verità era che dopo aver passato sei anni a cercarla inutilmente, in quel momento gli riusciva difficile allontanarsi dalla sua sorellina, aveva l’irrazionale paura che se fosse uscito dall’ospedale, una volta di ritorno non ce l’avrebbe più trovata.

Non riusciva ancora a capacitarsi di tutto quello che Lexy aveva dovuto passare, aveva sempre temuto che sua madre potesse in qualche modo far del male a Lexy, in fono aveva dimostrato di essere pazza, ma non pensava che potesse arrivare fino a quel punto.

Per tutti quegli anni aveva voluto ritrovare anche lei, non perché gli mancasse, Zack aveva cancellato sua madre dalla sua vita nel momento stesso in cui aveva capito quello che aveva fatto, ma per chiederle perché lo aveva fatto, quello non lo aveva mai capito, suo padre non era certo il tipo da portarle via i figli, quindi si era sempre chiesto perché avesse sentito la necessità di sparire con Lexy.

Tuttavia, ora era assolutamente certo di non voler più rivedere sua madre per il resto della sua vita, se non altro perché non era certo che sarebbe stato in grado di controllarsi dopo aver saputo quello che aveva fatto alla sua sorellina.

Non sarebbe stato facile, quello lo sapeva, Lexy probabilmente non aveva la più pallida idea di quello che l’aspettava una volta fuori da quell’ospedale, lui invece sì, lo sapeva anche troppo bene e non poteva perdonarlo a sua madre, era solo colpa sua se dopo aver passato anni orribili, Lexy sarebbe dovuta passare attraverso un altro inferno.

 

Ciao a tutti!

Alla fine rieccomi su questa storia... e qui è necessaria una bella nota: mi è stato detto che la scena iniziale era molto simile a quella di una storia di un’autrice che fra l’altro seguo e stimo moltissimo, MissVBlackmore... premesso che la storia in questione non è una di quelle che ho letto, mi dispiace che si sia verificata questa situazione, so che più di una persona se ne è accorta... a mia discolpa posso solo dire che non è stato assolutamente intenzionale, anzi, in tutta sincerità per quella scena mi sono ispirata ad uno dei tanti telefilm tragici che guardo... detto questo, dal momento che per il resto la storia mi sembra prendere una piega diversa, ho deciso di continuare a pubblicarla alla fine, ancora una volta posso solo dire che mi dispiace per l’equivoco, chi mi conosce sa che odio i plagi e i plagiatori, che ne ho anche segnalati alcuni quando è stato il caso, non mi verrebbe mai in mente di farlo a mia volta e soprattutto sarebbe molto stupido da parte mia, visto che conosco sia MissVBlackmore che altre sue amiche che ogni tanto danno un’occhiata alle cosette che scrivo...

Bene, credo di aver detto tutto quello che avevo da dire, sia chiaro che non sto puntando il dito contro nessuno, ma se a qualcuno di voi è capitato, credo saprete non è piacevole trovarsi in una situazione di questo tipo, soprattutto quando non ci si è messi intenzionalmente.

Passando ad altro... secondo capitolo! :D

I toni tragici non mancano come potete vedere... e se avete letto “Save Me”, che è nato come missing moment di questa storia, capirete che a livello di tragedie questa storia è una vera e propria esplosione... e il peggio deve ancora venire, ahahahah… sono malefica :P

Un abbraccio, spero di leggere le vostre recensioni e alla prossima!!

 

Lady Numb

   
 
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