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Autore: Doll_    12/12/2011    12 recensioni
June è un'adolescente riservata e timida che al secondo anno di liceo viene inevitabilmente attratta nella tana del lupo cattivo. Jack è più grande e affascinante, ma anche col suo carattere intrattabile e scontroso, riesce a far innamorare di sé la ragazza e a portarla a letto, per poi lasciarla come suo solito. Peccato che l'anno dopo i due verranno messi a stretto contatto a causa dell'imprevedibile destino che, seppur detestandosi, li unirà sempre più...
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'June e Jack'
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Things We Never Wanna See


 

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Fastidioso. Troppo.
Quel mal di testa continuava a martellarmi le tempie neanche fossero dei tamburi.
Per non parlare della nausea… E il cuore. Dio, quello sì che faceva male.
Come mille punteruoli che infilzavano l’organo senza preoccuparsi di ferire la sottoscritta.
Dovevo smetterla di pensarsi, mi ripetevo, eppure era più forte di ogni sorta di volontà. Volontà del cervello, ovvio; i sentimenti continuavano a viaggiare con conto loro. Maledetti.
Ed ora rideva… ridevano insieme. Che carini, avrebbe detto qualcuno, ma no; erano pessimi. Erano maligni, nocivi. E li odiavo. Odiavo la felicità sul suo sorriso; il battito accelerato del cuore nel suo petto. Nel suo. In quello di lei. Lei che non ero io.
Poi lo accarezzava, passava la sua mano ossuta sul suo bel viso e i polpastrelli toccavano i capelli biondi di lui… Lui, che non era mio.
“Holly.”
Ecco, il momento che odiavo di più: i loro sguardi che si incrociavano mentre gli occhi si sorridevano, come due amanti che condividessero un segreto innocente ma prezioso. E lei sprizzava gioia da ogni fottutissimo foro, mentre lo guardava scherzare con gli altri e divertirsi.
Loro si divertivano, certo.
“Holly, mi senti!?”
Ma poi che diavolo ci trovava in lei? Quel prototipo di ragazza riuscito male, con i capelli di un colore indefinito –forse rame-, gli occhi celesti, belli sì, ma vuoti. Per non parlare del corpo.. Cristo non aveva tette! Era bassa, magra e piena di acne! Come diavolo faceva a piacergli!?
Non mi ero mai considerata miss Italia, io, ma di certo meglio di lei ero!
“Ma porca puzzola, Holly!”
“June!”
“Sono tre ore che ti sto chiamando!”
June… che dolce, June. Sempre con quell’espressione un po’ persa, un po’ pensierosa, che con quegli occhi verdi ti bloccava sul posto e appena apriva bocca ti stupiva per come riusciva a prendere subito il punto della questione. June ci sapeva fare con le parole, peccato che tutti i suoi sforzi sembravano dare pochi risultati con quel cerebroleso di Jack.
Non era una ragazza che si faceva notare per la sua esuberanza, tanto per la sua presenza. Quando entrava lei, di colpo l’atmosfera cambiava e tutto prendeva un significato diverso. June e tutte le sue paranoie ti facevano vedere oltre la semplice superficie… Ti entrava dentro, ecco.
Ed io ero fortunata ad averla come amica.
“Che c’è?”
“Volevo dirti che.. dopo devo parlarti.”
Era seria. Voleva dire che c’era da preoccuparsi.
“Se me lo dici così mi spaventi. Che è successo?”
“Qui no.” Mi congedò, alzandosi e dirigendosi dentro scuola.
Adesso riuscivo a vedere Abby che, nascosta dietro a June, prima non potevo scorgere.
“Tu sai cosa vuole dirmi?” Le chiesi quindi, cercando di estorcerle qualche informazione.
“Sì.” Anche lei era seria.
“E’ qualcosa di grave?”
Avevo il cuore a mille. Lo sapevo, erano riuscite a mettermi ansia. Bastarde, lo sapevano che ero una tipa curiosa!
Abby fece spallucce, ma lentamente; socchiuse di poco gli occhi e le pupille guardarono altrove mentre con i denti teneva stretto il labbro inferiore. Faceva sempre così quando c’era qualcosa di grave.
Abby era una tipa molto discreta, forse esageratamente ficcanaso, ma mai pettegola o criticona. I suoi occhi vispi, scuri come la pece, ti studiavano anima e corpo. Se quelli di June ti comprendevano e ti entravano dentro, quelli di Abby ti prendevano ed esaminavano con la cura più minuziosa. Dopo aver sottostato al suo sguardo attento, ti sentivi come svuotata, ma in senso buono. Come se avessi appena superato senza intoppi un test difficoltoso.
“Ma riguarda me?”
“Vai dentro.. Magari se becchi June al bagno te lo dice direttamente.” Mi consigliò e senza neanche salutarla e voltarmi a guardare gli altri, e loro, rientrai dentro.
Solo un’ultima risatina spensierata mi accompagnò fino all’interno.

§§§


Chissà se le avrebbe fatto piacere… Beh, io ci speravo.
Le collanine in fondo piacevano a tutte le ragazze o, almeno, a tutte le ragazze che avevo frequentato io, erano piaciute.
Ero stato uno sciocco. Lei non era come le altre. Dovevo trovare qualcosa di più originale, non soffermarmi sull’ovvio perché se dovevo aver capito almeno un’unica cosa di lei, era proprio quella di non essere mai ovvia. Mai scontata, mai monotona.
E il bello era che non sapevo se questo mi piaceva o meno. Sarebbe stata sempre una continua sfida, un mettersi alla prova continuo con lei, ma per il momento mi andava bene.
“Ehi Francine, hai visto June?” Beccai la rossa proprio mentre stava rientrando.
“I-io.. non so, aspetta.”
Era sconvolta, sul volto un’ombra scura di preoccupazione.
Cercai di non pensarci ed uscii fuori dove trovai tutti gli altri.
“Salve a tutti! Dove sono gli altri?” Salutai con un sorrisone.
Tutte facce da morti di fame. Neanche un sorriso, neanche un cenno… eppure ero uscito io! Io, che ero il ragazzo più popolare dell’istituto.
E che facevano questi? Non mi si cagavano di striscio?
“Ciao, John.” Ecco, almeno Abby si era accorta della mia presenza.
“Dove sono gli altri?” Ripetei, passando in rassegna tutto il muretto dove ci mettevano sempre nella pausa pranzo.
“Ehm… Fra un po’ credo che arriveranno.” Rispose sempre lei, con quel faccino adorabile e solare, ora però quasi accigliato.
Ma che avevano tutti?
“Oh, Jack, sai dov’è June? Volevo regalarle questa.” Gli dissi cercando di non fami sentire dagli altri, e tirando fuori la collanina con un ciondolo a stella, per ricordare la prima notte in cui ci siamo parlati.
Jack però non sembrò molto contento e con una smorfia schifata rispose: “June non porta ‘sta roba.”
“Che!? E perché?”
“Ma non ci hai fatto caso? Non porta bracciali, orecchini e collane. Non le piacciono, fidati. Si capisce, comunque.” Fece spallucce, minimizzando la sua accurata osservazione.
“E tu come lo sai, scusa.”
“Te l’ho detto: si capisce. Se la osservassi meglio invece di costruirti castelli per aria, te ne accorgeresti anche tu.” La sua espressione fintamente indifferente mi mandava sempre in bestia.
Avrei voluto urlargli: brutto coglione che non sei altro, se la osservassi meglio anche tu, ti accorgeresti che invece lei morirebbe per te!
Ma no, meglio starsi zitti.
Probabilmente ne sarebbe rimasto sconvolto e June mi avrebbe linciato.
Ma, diamine, che cretini che erano quei due! Lui stravedeva per lei, come se fosse la sua cucciola da proteggere, mentre lei pendeva praticamente dalle sue labbra… eppure non parlavano. Lei non gli diceva di amarlo e lui non le diceva di ricambiarla.
Me ne accorsi dal primo giorno in cui la conobbi, all’inizio dell’anno, quando si avvicinò timidamente a noi neanche fossimo degli dei e lanciava delle occhiate malcelate a Jack che invece si era irrigidito e l’aveva punzecchiata come se si sarebbe fatto bastare qualsiasi cosa pur di starle nuovamente accanto, pur di parlarle ancora e… Ma che cazzo di pensieri facevo!? A me che me ne fotteva? Avrei dovuto gioire se Jack non si filava June, così avrei avuto campo libero su di lei, però… Ecco: però.
Però lei era così sensibile, così…piccola. Sentivo che un altro po’ e Jack avrebbe potuto stritolarla con le sue manone. Avrebbe fatto di lei qualsiasi cosa volesse e nonostante ciò non riuscivo a placare la situazione. June mi piaceva, mi piaceva molto, ma lei apparteneva a Jack e le cose non sarebbero mai cambiate anche se avrei provato a fare qualunque cosa –persino mettermi in mezzo e far ingelosire ed infuriare mio cugino come un matto- per fermare il dolore che provava ogni giorno guardando in quegli occhi e accorgendosi che erano perennemente freddi, indifferenti.
“Quindi non gliela do?”
“Per me potresti anche bruciarla, John.”
“Tu la osservi molto, June, vero?”
Jack iniziò a tossire fino a diventare rosso peperone. Ooh! Finalmente ero riuscito a levargli quell’espressione del cazzo dalla faccia!
“M-ma che cazzo dici!?” Balbettò, riprendendo a respirare normalmente.
“Quello che ho detto.” Sorrisi, lasciandolo basito.
“Io non la osservo proprio!”
Si stava incazzando, proprio come previsto.
Ormai lo conosceva così bene che suo cugino era diventato quasi prevedibile.
“Ah beh, peccato. Ti perderesti mooolte cose.”
“De-del tipo?” Deglutì, reprimendo la curiosità.
“E che te le dico a fare? Tanto a te non interessa, no?” Inarcai un sopracciglio e feci il classico sorrisetto da chi la sapeva lunga.
“Ehm.. sì, hai ragione. A me non interessa.”
“Già…” lo sbirciai di sottecchi, “Però carina la maglietta rosa che ha oggi, vero?”
Lanciata l’esca.
“E’ azzurra, daltonico. Lei non indossa mai il rosa, non le piace.”
…E il pesce aveva abboccato.
“Ooh! Vaffanculo, John!”
Scoppiai a ridere come uno scemo.
Piccolo momento d’ilarità.. prima dell’uragano.

§§§


Sesso. Fare l’amore. Scopare. Fottere. Impantanare.
Come si voleva chiamare, non faceva differenza.
L’avevano fatto. Sì, ed il mio cuore come previsto era precipitato.
Avevo sentito proprio un gran boom e l’improvvisa oscurità.
Se prima faceva male… adesso lacerava.
Alla notizia ero stata immediatamente avvolta dalla tristezza, dalla delusione; ma soprattutto dalla consapevolezza che ormai era troppo tardi.
E l’avevano fatto.
Maggie era riuscita a portarmi via Chase.
Il mio Chase, che mio non è.
E mai lo sarebbe stato.
Infine, come un vulcano pronto ad eruttare, la furia che mi ero tenuta dentro in quei mesi, uscì fuori come un’esplosione.
E il boom si era trasformato in qualcos’altro.. forse in un bang, forse semplicemente in un grido di battaglia. Una battaglia già persa ma che non era mai stata combattuta.
E anche se tardi, quello era il momento di affrontarla.
“Holly, aspetta, che vuoi fare!?” June cercò di fermarmi per un braccio, ma lo strattonai talmente forte che uscendo quasi me la trascinai dietro.
Lorocontinuavano a ridere spensierati, a farsi le coccole e a guardarsi in quel modo odioso.
Il segreto innocente –che tanto innocente non era proprio- e prezioso adesso l’avevo saputo anche io. Ed ora erano cazzi amari.
Abby appena mi vide si alzò prontamente per pararsi di fronte a me.
Eh brave le mie amiche. Una che mi teneva le braccia e l’altra che mi bloccava da davanti.
Mi conoscevano bene, allora, sapevano che ero anche capace di voler ammazzare di botte qualcuno.
“Holly, ma che hai?” Maggie e la sua stupidissima espressione sorpresa mi chiesero cos’avessi.
Ora te lo dico brutta troia!
“Oh, dovresti saperlo, razza di vipera succhia vite!” Sbottai, sotto gli occhi di tutti.
Jack, Francine, Alicia, Freddie, Abby, June, John e… Chase.
“Ma che diavolo dici?”
“ME L’HAI PORTATO VIA! TI SEI PRESA ANCHE LUI!”
Sentivo la pelle andare a fuoco, la gola bruciare e gli occhi troppo piccoli per contenere le lacrime che bussavano prepotenti.
“I-io.. avrei voluto dirtelo, credimi!”
Eh, no carina, ora non ti mettere a piangere. Ora non fai la vittima… Altrimenti mi istighi ancora di più dallo scroccarti un bel pugno fra capo e collo.
“Ma credimi cosa!? Tu lo sapevi! Hai sempre saputo quello che provavo per lui e hai sempre fatto finta di niente! E ora sei andata oltre! Oltre ogni limite e te lo sei preso! PUTTANA!”
“Holly! Mi dispiace!”
Ecco. Stava piangendo.
“Ma non ti fai schifo, eh!? Non ti senti una merda per quello che mi hai fatto!?”
“Ma cosa potevo farci io!? Lui AMA ME! Non te, non vuole te!”
No, davvero, ancora oggi, quando mi capita di raccontarlo, non so descrivere bene cosa mi mosse.
Ma fatto sta che dopo neanche cinque minuti, mi ritrovai il suo sangue sulle mie nocchie.
Ebbene sì, le avevo sganciato un pugno sul naso, ed ora Chase la sosteneva preoccupato.
“Holly!”
June mi stava venendo vicino per bloccarmi nuovamente ma non la vidi, sentendo solo le parole biascicare di Maggie “Lui AMA ME! Non te, non vuole te!” e per la rabbia colpii anche lei. Le diedi una potente gomitata sullo stomaco e la feci cadere a terra.
E anche quello fu un attimo. Mi voltai per vedere come stava June, per chiederle scusa, aiutarla a rialzarsi; quando Maggie, da dietro, mi afferrò per i capelli.
Me li tirava e stringeva così forte che credetti di poter rimanere pelata.
Per levarmela di dosso poi, dovetti ovviamente riempirla ancora e ancora di pugni e calci.. fino a quando non fummo separate.
Non era June o Abby a trattenermi perché di certo quelle braccia calde e forti non potevano essere femminili.
Mi presero per le braccia e poi mi afferrarono la vita, stringendomi forte e quasi sollevandomi, sussurrandomi poi, dolcemente all’orecchio: “Stai calma, calma..”
John.
Erano le braccia di John. Il calore di John. La voce di John.
E mi calmai; improvvisamente il respiro affannato –quasi da bestia- si placò ed il rossore si attenuò. Ma il caldo rimase e John non sembrava volermi lascare andare.
“Tu sei pazza, Holly! Non ti credevo così!”
Però poi le parole di Chase riuscirono a farmi sprofondare di nuovo. Giù, giù.. sempre più in basso.
Nel fondo dell’oceano più freddo e più scuro.
Ed i suoi occhi.. quel celeste sempre bello e felice… ora era arrabbiato, deluso. Quasi schifato.
Da me.
Gli facevo schifo io.. Io!?
Io che lo avevo sempre amato in silenzio, senza pretese.
Io che avevo tollerato molto di più… Io gli facevo schifo.
“Andiamo Holly; andiamo via…” John, tenendomi ancora stretta a sé, mi portò via dalla scena dal delitto, da tutti quegli occhi spaventati, sopresi, accigliati… Semplicemente: mi portò via.

§§§


“Ora mi odieranno tutti.” Brontolò lei, trattenendo un altro sussulto a causa della medicazione.
Le stavo tamponando ancora il graffio che le aveva fatto sullo zigomo Maggie, mentre Holly cercava di trattenere le lacrime ed il dispiacere per l’accaduto.
“Non ti odierà nessuno.” Ripetei, come una cantilena.
“Tu non hai visto le loro facce… Erano… Oddio, mi guardavano come se fossi un mostro!”
Ora le lacrime scendevano giù fino alle labbra, bagnando un po’ anche la garza che stavo cercando di metterle.
“Le ho viste, e nessuna era così esagerata.”
“No, John, ti sbagli! Erano terrorizzati! Ed io non sono nemmeno così, devi credermi! Io non faccio certe cose, io non mi comporto così. Cerco sempre di trovare un accordo con le parole e spesso mi tiro pure indietro per paura di andare a finire a litigare… Io non sono così.. non sono così.” La voce era incrinata ed i suoi grandi occhioni neri erano spalancati e pieni di lacrime.
Faceva una tenerezza immensa; quasi non sembrava quella belva che fino a pochi minuti prima aveva assalito Maggie.
“Allora è un bene che hai tirato fuori tutta la tua rabbia. Succede questo quando si tiene per troppo tempo tutto dentro.”
“Perché lo stai facendo, John? Perché sei qui con me ora e non sei con gli altri a vedere come sta June e come ho ridotto Maggie? Io dovrei stare sola a leccarmi le ferite senza nessun altro.”
Quanto sei sciocca.
E quanto era bella. Ora, piena di lividi, col trucco calato, gli occhi rossi ed il viso bagnato: era bellissima. Una vera selvaggia, come mai se l’era immaginata. Holly, mentre picchiava e gridava tutte le sue emozioni in faccia a Maggie, mi aveva fatto pensare che anche io avrei tanto voluto farlo un giorno. Gridare contro tutte le critiche, tutte le aspettative che avevano i miei su di me, contro le chiacchiere di corridoio e contro al destino che mi aveva sempre fatto ritrovare da solo.
Avevo visto in Holly ciò che un giorno avrei voluto diventare. Una furia, una tempesta di sensazioni scatenate così, all’improvviso.
Mi aveva praticamente sconvolto più quanto le parole profonde di June avessero mai fatto.
“Ma che dici? June non si è fatta molto e poi non è la tipa da lamentarsi, soprattutto se Jack è riuscito a sostenerla prima che cadesse a terra.”
“Non è caduta a terra?”
“Non hai visto? Jack è stato più veloce di Edward Cullen, quasi!” Sorrisi più apertamente accorgendomi di averla fatta ridere, “Poi riguardo a Maggie.. Bah, non mi interessa proprio di lei. Tu stai messa peggio.”
“Scherzi, vero? Ma hai visto che le ho fatto? Sono fortunata se non ha il naso e le costole rotte.” Disse, agitando le mani e mettendo su un finto broncio ancora più adorabile.
Holly aveva delle labbra da schianto, proprio. Bellissime, sembravano disegnate, col labbro superiore leggermente alzato e piene, rosse. Belle, belle.
Sorrisi. “Ma io non parlavo del corpo, ma di questo.” Indicai col dito la parte sinistra del suo petto.
Proprio lì, dove si trovava il cuore.
Lei mi guardava, ora, con un’espressione da bambina spaesata. Sarebbe stato bello rubargliela con un bacio.
“Scommetto che ora sarai distrutta.”
Abbassò subito lo sguardo, privandomi dei suoi occhi.
Poi, annuì piano piano. “Sono a pezzi.” La sua voce tremò ancora.
“Vieni qui, avanti.” Allargai le braccia e senza alcuna esitazione, la strinsi nuovamente forte a me.
Il suo odore mi entrò nelle narici e più su… M’inebriò.
“Ho un regalo per te.” Sorrisi, poi, allungando un braccio per tastarmi le tasche dei jeans.
“U-un regalo? Per me? E perché?” Alzò finalmente il viso, buttando i suoi occhi nei miei.
Dio, stavo per annegare in quel buio stupendo.
Senza risponderle, poi, tirai fuori l’oggetto che cercavo.
“Uuuh! Che bella!! Adoro le collanine!”
I suoi occhi ora brillarono e se la fece mettere al collo, ancora elettrizzata come una bimba il giorno di Natale. E mai, mai, soddisfazione fu più grande nel rivedere il sorriso sul suo bellissimo volto.

§§§


“Ti fa ancora male?” Chiese lui, guardandomi con sufficienza.
“No, non sono mica fatta di carta, io.” Borbottai, guardandolo male.
“Hai ragione. La carta è più resistente.” Sorrise, facendomi deglutire a vuoto.
Persino quando m’infastidiva era bellissimo.
“Sei cattivo.”
“E tu sei una mocciosa.”
Ero su uno dei lettini dell’infermeria, mentre Jack era seduto accanto a me.
“Jack.. grazie. Prima, se non ci fossi stato tu mi sarei fatta davvero male.”
Cercavo di non guardarlo troppo negli occhi, per paura di confermare ancora le sue supposizioni, così presi ad armeggiare con la bustina di antidolorifici che mi aveva dato l’infermiera.
Soffrivo di mal di stomaco da quand’ero piccola, e diciamo che il ciclo mestruale non aveva aiutato le cose.
Figurarsi la gomitata di Holly…
Holly, chissà come stava Holly.
“Sì, lo so, se non ci fossi io a quest’ora staresti già all’obitorio.”
“Ehi! Non esageriamo adesso! Non sono così imbranata!”
“No, sei solo troppo pensosa.”
“Senti chi parla!”
“Io almeno gli occhi li tengo aperti. Ti ricordi quando eravamo andati a quel mercato e sei caduta così, all’improvviso, da ferma!? Poi davanti a tutti!”
Sì, eccome se lo ricordavo. Ricordavo esattamente che era stato quello il preciso istante in cui la consapevolezza di essermi forse innamorata di lui mi aveva presa alla sprovvista. Così tanto che mi fece persino cadere a terra.. beh, quasi. Perché anche quella volta mi aveva sorretta lui.
“Avevo avuto un mancamento.” Mentii, facendolo ridere ancora di più.
Quant’era bella la sua risata…
“June…” Ora era serio, però. “Ieri, quando ho detto quella cosa…”
Quella cosa.
Che ero innamorata di lui.
“Jack, perché l’hai detta?” Lo bloccai subito, col cuore a mille.
Le opzioni potevano essere queste:

A) Non lo sapeva e stava scherzando, così, per prendermi in giro.
B) Aveva qualche dubbio e con un bluff voleva farmi confessare.
C) Lo sapeva e basta, e senza bisogno di troppi giri di parole, me lo aveva detto.
“E’ vero?” Rispose però lui, con un’altra domanda.
Amore è una parola grande e so quanto tu ne abbia paura, Jack.”
“Appunto. Per questo spero di essermi sbagliato.”
Boom.
“Lo speri?” Cuore in gola, stretta più forte allo stomaco già ormai distrutto.
“S-sì…”
“Beh, allora è così. Non ti amo, Jack.”
Ed il cuore continuava a sanguinare, a sanguinare…




ANGOLO AUTRICE:
Capitolo dedicato ad Holly e John, due dei personaggi a cui sono molto affezionata :)
Spero non sia stato troppo pesante perché ho lasciato un po' da parte la coppia principale, ma ogni tanto qualche stacco ci vuole, ecco!
Mi scuso ancora per il ritardo ma ultimamente non mi è stato proprio possibile usare il computer u_u
Poi, per chi volesse bastonarmi anche on-line, ho creato un contatto facebook, forse provvisorio, poi chissà... -->
Doll_ Efp
Grazie infinitamente a chi mi segue ancora e continua a commentare!
Un bacionissimo! :)
PS: scusate per eventuali orrori grammaticali, ma non ho proprio riletto e ho voluto aggiornare in fretta prima di uscire ._.

   
 
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