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Autore: Jade MacGrath    17/08/2006    2 recensioni
[incompleta](...)Guardava allo specchio quel riflesso estraneo. Il suo riflesso. Non avrebbe mai dimenticato la mattina del suo ventunesimo compleanno, in cui l’aveva visto per la prima volta. Un riflesso, che a giudicare dagli sguardi che aveva raccolto fino a quel momento, l’avrebbe probabilmente marchiata più del nome che il destino le aveva impedito di portare. Tremando, toccò la superficie liscia dello specchio, in corrispondenza della sua faccia. Strinse il pugno. E infranse lo specchio.(...)
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Bellatrix Lestrange, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Lucius Malfoy, Luna Lovegood, Molly Weasley, Narcissa Malfoy, Nuovo personaggio, Pansy Parkinson, Rodolphus Lestrange, Ron Weasley, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma Draco non era a casa sua, e dopo essere entrata aveva notato dalla polvere che probabilmente non ci metteva piede da un po’. Non sapendo che altro tentare, si Smaterializzò diretta al castello. Hermione non era mai stata al maniero dei Malfoy, e ora che l’aveva vista doveva ammettere che era una residenza imponente. Antica. E sicuramente costruita per impressionare. Confrontarla con la residenza di Harry era inevitabile… ma la luce e l’accoglienza di quella casa non c’erano. Doveva fungere da baluardo per la sua nobile famiglia, non gli era richiesto di essere ospitale o confortevole.

L’elfa che l’aveva accolta, un esserino tremante che aveva detto di chiamarsi Pinky, l’aveva introdotta in soggiorno e le aveva detto di aspettare. Hermione approfittò dei momenti di solitudine per dare un’occhiata in giro. Sopra l’enorme camino di pietra troneggiava un enorme ritratto di famiglia. Doveva essere non troppo recente, Draco sembrava avere sedici, diciassette anni… e per essere un quadro magico, erano fin troppo immobili. L’espressione di Narcissa era quanto mai tirata. Giravano voci su una crisi della regale coppia… forse c’era del vero?

“Di tutti i visitatori, tu sei la più inattesa… ma anche la più gradita.”

Hermione si voltò e vide che Lucius era entrato. Era abbigliato con una ricca veste da mago rosso scuro, perfetta per lui quanto per l’ambiente, ed Hermione non poté fare a meno di sentirsi totalmente inadeguata. Era venuta come si era trovata, ovvero con una maglietta a maniche lunghe e jeans, e i suoi capelli non erano esattamente in ordine… forse avrebbe dovuto pensarci meglio.

“E sicuramente la più distratta” commentò guardando il suo abbigliamento.

Lucius le prese la mano, e con molta sorpresa di Hermione le fece un perfetto baciamano. Altra cosa a cui doveva abituarsi… I Rosier erano stati ricchi, e alla stregua dei Malfoy, praticamente degli aristocratici. Doveva proprio mettere in conto di cambiare qualcosa.

“Un anno. Verrebbe da chiedersi che cosa ti abbia trattenuto lontano così a lungo, dopo una partenza così… improvvisa.”

“Signor Malfoy…”

“Siamo tutti compagni sotto un’unica bandiera, Hermione” disse Malfoy sfiorando il suo braccio sinistro dove si trovava il marchio nero “Puoi anche chiamarmi Lucius.”

“Verrebbe anche da chiedersi come mai io sia ancora in vita, Lucius, quando sappiamo bene tutti e due che il Signore Oscuro ha ucciso membri ribelli per molto meno.”

“Il Signore Oscuro ti ha concesso una cosa che non concede a molti, per non dire a nessuno, ovvero la sua magnanimità. Ha visto i tuoi turbamenti interiori, e ha capito che avresti fatto qualcosa di impulsivo… ma che saresti tornata dove realmente appartieni.”

Era in trappola. Di nuovo. Tanto valeva giocare.

“Ha già saputo la lieta novella? Che Hogwarts non è più del Ministero?”

“Era nell’aria. Ma nessuna parola su chi…”

Hermione sorrise “E allora sarò io a dirglielo.”

“Tu sai a chi andrà la scuola?”

“E altre cosette interessanti. Dove posso trovarlo?”

“Nessuno può raggiungerlo. È lui che ti convoca, dove e quando desidera.”

“Sono ritornata. Direi che se non vorrà uccidermi vorrà vedermi, e in entrambi i casi capiterà presto. Intanto che aspetto il decidersi del mio fato… volevo salutare Draco. È in casa?”

Un ombra, per un istante, passò sulla faccia di Lucius “Non sapevo che tu e mio figlio foste amici.”

E se la decisione sarebbe spettata a lei, pensò Hermione, non avrebbe mai saputo nient’altro.

“Abbiamo un’amicizia in comune, Victoria Wellington.”

“Già, la nipote di Charity… che folle ad accollarsi la figlia di quella sbandata. Temo se ne accorgerà presto. Draco dovrebbe arrivare a momenti.”

“Bene” sorrise Hermione, accomodandosi in salotto. Lucius la salutò e la lasciò da sola.

Non poté evitare di sorridere anche lui. E così Voldemort aveva avuto ragione, era tornata. Tutto poteva procedere come stabilito. Non poteva fare a meno di provare fastidio però nel sapere che Draco ed Hermione si frequentassero. Il cambiamento di Hermione era relativamente recente, e poteva significare solo che i rapporti tra loro si fossero appianati molto prima che si scoprisse la verità.

Una Mezzosangue… Lucius avrebbe fatto un discorsetto al figlio. Fortunatamente la cosa si era risolta inaspettatamente per il meglio. Se non fosse stato così, qualcuno avrebbe dovuto pagare il prezzo di quel disonore.

 

Draco, quando arrivò, fece sollevare e di parecchio un sopracciglio di Hermione. Non era esattamente nella sua forma migliore, e la cosa si estendeva ai vestiti, spiegazzati e non esattamente freschi di bucato… d’un tratto smise di preoccuparsi per il suo abbigliamento, e si alzò in piedi. Era lampante però che Draco non si era dimenticato per niente la sua fuga rocambolesca, e non aveva intenzione di scontarle niente.

“Ma guarda che cosa ha portato il gatto.”

“Preferivi un ratto morto?”

“Non farmi rispondere.”

“Allora mi risponderò da sola e mi dirò ‘No, sei meglio tu, ovviamente’. Non hai un gran bell’aspetto.”

“Vale anche per te.”

“D’accordo, oggi non siamo proprio in vena di gentilezze…”

Draco le si avvicinò, furioso “Esattamente come non lo sei stata tu quando te ne sei andata! Sono passato da te, e non c’eri. Non c’era niente che mi dicesse dove fossi andata, se eri ancora viva…”

Si fermò giusto prima di chiederle se aveva una vaga idea di come se fosse sentito o quanto fosse stato difficile fingere che non gli importasse della sua scomparsa. Avrebbe proprio voluto sapere quando aveva smesso di pensare ad Hermione come un passatempo e iniziato a considerarla qualcosa di più.

Hermione abbassò gli occhi per un istante, rialzandoli subito dopo. “Scusami”, mormorò. “Ma se non fossi scappata, credo avrei preso un coltello e mi sarei tagliata le vene. Al posto del vuoto avresti preferito trovare il mio cadavere? È questo che vuoi dire?”

“Non mettermi in bocca cose che non ho detto.”

“Non lo sto facendo. Vorrei solo che tu capissi che non sei l’unico ad aver passato un anno all’inferno, facendo i salti mortali perché nessuno se ne accorgesse! Sono tornata solo per una ragione… e la scoprirai fin troppo presto. Cos’è questo?” disse poi Hermione, indicando una macchia sulla spalla di Draco, che si allontanò di un paio di passi prima che Hermione potesse osservarla più da vicino.

Purtroppo per Draco, Hermione durante le vacanze estive lontano da Hogwarts si guadagnava qualche sterlina dando ripetizioni di inglese e matematica ai ragazzini delle scuole medie, oltre che a fare occasionalmente la babysitter. Sapeva riconoscere suo malgrado un rigurgito quando ne vedeva uno.

Draco aveva un bambino? Sapeva che Pansy era incinta… Draco si era sbagliato e il bambino era suo? L’aveva sposata?

Tutt’a un tratto, sentì che le mancava l’aria. Doveva uscire da quella casa, e alla svelta.

“Credo che ora possa anche andare. Ciao.”

Prima che Draco potesse fermarla, ci pensò suo padre, materializzatosi sulla porta prima che Hermione potesse varcarla.

“Hermione, mia cara, vuoi già lasciarci?”

“Ho degli affari da sbrigare, Lucius, e devo dare loro piena attenzione.”

“Sono certo che potrai dare loro piena attenzione domani. Mi piacerebbe restassi a cena con noi.”

Tradotto significava più o meno ‘Rimani a cena perché ho deciso così.’ Rifiutare avrebbe creato sospetti, pertanto Hermione si trovò entro cinque minuti dietro un elfo domestico che le mostrava la strada fino al guardaroba di Narcissa visto che Lucius era ‘certo che a Narcissa non dispiacerà prestarti qualcosa per la cena, e poi ultimamente la vediamo tanto di rado…’.

Sperava fosse vero. Sapeva per esperienza che rovistare nel guardaroba di qualcun altro, o di Madeline, senza il permesso, non era una cosa furba da fare. Una volta viste le dimensioni di quel guardaroba, fu felice di avere un elfo vicino che sapeva muoversi. Altrimenti, avrebbe avuto bisogno di un lanciarazzi.

Sfiorò leggermente con la mano i tessuti mentre passava. Velluto, broccato, seta, raso, tutti magnifici, tutti preziosi e costosi. L’elfo la condusse verso la parte dove erano stipati gli abiti da sera meno formali, e la lasciò libera di osservarli e toccarli. Percepito il dubbio di Hermione, che non aveva mai toccato e nemmeno posseduto abiti di quel tipo e di quel valore, si permise di aiutarla a scegliere un vestito di velluto rosa scuro stile impero dalla scollatura quadrata e poco profonda e dalle maniche appena accennate, ornato da una passamaneria rosa e dorata. Dopo averlo indossato, l’elfo le fece trovare un paio di scarpe adatte e le porse anche il cofanetto dei gioielli.

“No, è troppo, non dovrei…”

“Padrone insiste, miss, affinché lei si abbigli come si conviene. Questo implica anche gioielli.”

Hermione sbuffò, e prese il cofanetto dalle mani dell’elfo. Prese gli orecchini e la collana di perle meno appariscenti e preziose che trovò lì dentro e l’indossò. Riuscì a tenere i capelli sciolti dopo una lunga mediazione con quell’esserino che le stava diventando sempre più antipatico, e arrivarono al compromesso che Hermione avrebbe tenuto i capelli giù ma avrebbe trattenuto le ciocche che le finivano sul viso con un fermaglio.

“Padrone sarà molto soddisfatto, miss. Lei è bellissima… anche se non come la padrona, lei è un angelo” aggiunse poi sottovoce.

Hermione fissò il suo riflesso. Era qualcosa a cui avrebbe dovuto abituarsi… ma per quanto fosse di nobili origini, continuava a sentirsi come la cameriera che prova i vestiti della sua signora di nascosto.

E quando trovò Narcissa sulla porta del guardaroba, si sentì così ancora di più.

 

  
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