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Autore: AlwaysSev    01/01/2012    5 recensioni
There’s a stranger in my bed
There’s a pounding my head
Glitter all over the room
Le mani tra i capelli, uno sguardo impaurito che si dipinge sul volto della ragazza.
Non poteva credere che aveva fatto una cosa del genere.
Genere: Erotico, Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finn Hudson, Noah Puckerman/Puck, Rachel Berry | Coppie: Puck/Rachel
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Ma cosa successe veramente quella notte?
Com’era finito Puck nel letto di Rachel?
Ma soprattutto che cosa avevano fatto quei due?
Per rispondere a queste domande bisogna tornare indietro fino all’ultima ora di scuola, quando Rachel avverte tutto il Glee Club. E dopo varie titubanze accettano tutti di venire
 

*

 
Rachel aveva sistemato tutto, aveva tolto tutto l’alcol dei suoi papà e l’aveva chiuso nel mobile della loro stanza, stanza che aveva chiuso a chiave, non si sapeva mai quello che sarebbe potuto succedere.
 
Suona il campanello, si affretta ad aprire e un’orda di gente la travolge. Il capo della “banda” è Puck che, come s’immaginava, aveva portato birre a volontà e aveva chiesto ad altre persone di portare dell’alcol.
- Noah Puckerman! – Esclama irritata la ragazza, appena lo vede. Lo ferma e lo mette in un angolo per parlarci meglio, mentre in casa sua sta per scoppiare il finimondo, lo stereo è già acceso e già ci sono ragazzi che si baciano o che girano, con bicchieri pieni di alcol, per tutta casa.
- Avevo detto niente alcol, i miei papà mi ammazzeranno e penseranno che non sia la ragazza di cui si possono fidare – Il tono di Rachel era più melodrammatico del solito, questo perché i suoi papà le avevano dato un’educazione più che rispettosa e rovinare tutta la loro fiducia verso di lei, con un solo party, era veramente l’ultima cosa che avrebbe fatto prima di morire.
- Su bambina, calmati e bevici su. I tuoi papà domani neanche si accorgeranno che c’è stata una festa fantastica, grazie a me. – Le risponde con un tono superiore, come se avesse tutto sotto controllo, cosa che non era così.
- Noah, te mi aiuter… - Si bloccò e si precipitò a togliere dalle mani di un Kurt ubriaco la mazza da baseball di uno dei suoi papà, solo Dio sa cosa ci avrebbe fatto.
Fulminò con lo sguardo Puck, che sembrava non essersene accorto dato che se ne andò con una birra aperta in mano, a provarci con tutte le ragazze che riusciva a “colpire”.
 

*

 
Si stavano divertendo tutti, la musica e l’alcol aiutavano molto, ma solo una persona non stava bevendo, anche Rachel ormai si era abbandonata all’alcol, cosa che Finn non avrebbe voluto.
Gli dava fastidio vedere una Rachel che ci stava, gli dava fastidio vedere Rachel in quelle condizioni e tutto questo per colpa di Puck.
 
Un braccio sulla spalla di Puck lo fa girare.
- Puck vai subito a prendere Rachel e a metterla a dormire, guarda in che condizioni sta – In effetti Finn non aveva tutti i torti, non aveva mai visto la ragazza dimenarsi, sotto gli occhi di tutti, sul suo tavolino mentre beveva fiumi di alcol a quantità.
- Io mi occuperò di cacciare tutti e di pulire casa – Il tono di Finn era particolarmente duro, un tono che non aveva mai usato, ma teneva troppo a quella ragazza ubriaca, per lasciarla a rovinarsi la sua inesistente popolarità e poi, anche se non lo voleva ammettere, provava qualcosa per lei.
- Ok, ok, ma datti una calmata e stammi lontano – Gli rispose a tono, salutò le ragazze con cui parlava e andò da Rachel.
- Piccola scendi la festa è finita –
- Uffa, proprio ora che mi stavo divertendo! – Esclama con una voce da bambina piccola e viziata.
- Se non vuoi seguirmi con le buone, sono costretto a fare di testa mia – Non appena finì di parlare, la prese a mo di sacco di patate e mentre salutava tutti, si recava sulle scale per accompagnare la ragazza nel letto.


*

 
- Noah –
Il ragazzo si girò verso Rachel, sdraiata sul letto. – Dimmi piccola –
- Mi togli le scarpe? – Scoppiò a ridere, senza motivo, era solo l’alcol che era in circolo e che faceva sentire che c’era.
Puck la guardò e vedendola in quello stato non poteva non dirle di no.
Le tolse le scarpe e Rachel si sedette sul letto, con Puck vicino. Si avvicinò con il volto accanto al suo e sorrise.
- Ora ti bacio – Forse era la birra o forse era solo il suo inconscio che parlava. Voleva baciare Puck da molto, molto tempo e forse quella era l’occasione giusta per farlo.
Il ragazzo non disse niente, anzi non appena Rachel finì di parlare, lui la baciò, facendo intrecciare le loro lingue.
Ancora attaccati per le labbra, Noah ne approfittò facendola sdraiare sotto di lui, iniziando a far scendere le sue mani dai capelli fino alle cosce.
Rachel non diceva niente, l’alcol e la voglia di stare con lui non glielo permettevano, sapeva che l’indomani, però, si sarebbe pentita di tutto ma sapeva anche che questo pensiero per il momento non la toccava minimamente.
D’istinto la ragazza gli tolse la maglia, che volò sul pavimento, le loro labbra riuscivano a star lontane giusto il tempo di togliersi i vestiti.
La foga con cui Puck baciava Rachel era la stessa con cui Rachel gli sbottonava i pantaloni.
Il ragazzo ci rimase, non si aspettava che quella ragazza era la stessa perfettina che tutti odiavano per i suoi modi di fare.
Se sapeva che quella ragazza si trasformava bevendo un po’ di birra, gliel’avrebbe fatta bere molto tempo fa, quando stavano ancora insieme.
 
Tra un pensiero e l’altro, Rachel si trovò in intimo, con un reggiseno di pizzo nero. Puck non pensava neanche che la ragazza sapesse cosa fosse il pizzo.
Le mani del ragazzo si muovevano lungo la linea del corpo della ragazza, non si lasciavano sfuggire neanche una microscopica parte del suo corpo, lo voleva tutto per se.
 
Proprio mentre le mani di Puck si stavano per insinuare dentro l’intimo di Rachel, per iniziarle a far provare una sensazione mai provata prima, la ragazza lo bloccò.
- Puck, non l’ho mai fatto – Era ubriaca, ma certe cose se le ricordava.
- Tranquilla, lascia fare a me – La voce di Puck, la incoraggiò così tanto che la ragazza si lasciò andare, facendo fare al ragazzo quello che doveva fare.
 
Nella stanza c’era il silenzio, si sentiva solo Rachel che fremeva dalla voglia di entrare in quel mondo dove tutta la scuola era già entrata.
 
Il silenzio si ruppe e si riempì di gemiti della ragazza, gemiti dovute alle mani esperte di Noah, che si muoveva come se sapesse dove cercare.
Quel ragazzo sapeva veramente il fatto suo.
 
Gli mise le mani sulla cresta e lo attirò a sé, alle sue labbra, voleva baciarlo, voleva che fosse veramente suo.
 
Ormai era l’ora di dar il cambio alle sue dita, avevano fatto il loro dovere ed era ora di far diventare Rachel una vera donna, di farla sentire una donna e di farle provare emozioni che ancora nessuno le aveva mai fatto provare.
Si abbassò i boxer e sfilò l’intimo della ragazza, che finì sopra gli altri abiti.
- Non ti farò male – Le sussurrò, non era mai stato dolce con una ragazza, tantomeno se quella ragazza era ubriaca persa ma Rachel non era la solita ragazza, lei era quella per cui aveva provato qualcosa, era quella che, anche se le tirava le granite addosso o la trattava male, era quella che le era rimasta nel cuore.
Rachel deglutì e prese il volto del ragazzo.
Le loro labbra si unirono contemporaneamente ai loro corpi.
Rachel chiuse gli occhi e lasciò che facesse tutto il ragazzo.
Un ritmo lento per la prima volta era l’ideale.
Le sue spinte si adeguavano ai movimenti che faceva Rachel involontariamente.
 
Ma non ci volle molto che Rachel si lasciasse andare del tutto, buttò via la sua vergogna e il suo pudore e si lasciò andare a gemiti ed ansimi di piaceri portati dalle spinte del ragazzo.
Non ci volle molto che i loro corpi s’iniziassero a muovere all’unisono come se fossero uno stesso corpo.
 
Proprio quando la stanza si riempì dei loro gemiti la porta si aprì.
- Ehi, Rachel, ti ho portato dell’asp… - Non finì di parlare, che la visione di Puck sopra la ragazza gli fece cadere il bicchiere con l’acqua, per terra, sporcando anche il pavimento.
I due ragazzi videro la porta ormai già chiusa e ripreso i loro movimenti, non avevano neanche capito bene che fosse successo.
 
Fuori dalla porta c’era un Finn distrutto, spalle alla porta e seduto per terra con la testa fra le gambe.
Era appena stato tradito dal suo migliore amico, era stato tradito dalla ragazza che sperava diventasse la sua ragazza, lui che le aveva anche fatto finire la festa, anche beccandosi qualche parolaccia di troppo.
 

*

 
Il mattino dopo Rachel si alzò e andò a controllare tutta la casa, aveva un forte mal di testa, non si ricordava niente della sera precedente.
Poi una voce.
- Ehi! Bambola, che ci fai in piedi? Torna qui – La sua voce le riecheggiò nell’orecchio.
Si accoccolò al ragazzo e chiuse gli occhi.
- Penso che mi sia divertita anch’io ieri sera, Puck. - 
  
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