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Autore: __Aivlis    04/01/2012    4 recensioni
Brian Haner non ha mai avuto grosse ambizioni, gli è sempre bastata una chitarra e i suoi amici per arrivare in alto. Ma anche uno come lui - a tratti introverso e riservato, a tratti l'opposto di se stesso - nasconde una storia colma di malinconia e sentimenti.
In cerca di un'identità dopo la scomparsa del suo migliore amico, trova rifugio nelle braccia di una donna, Casey, anche se la sua pelle liscia contro la propria non è mai riuscita a consolarlo del tutto. Ma l'inizio di una nuova era, la pubblicazione dell'ultimo Cd e un nuovo tour europeo da affrontare, lo ricondurranno proprio alle sue origini per cercare di capire chi è davvero Brian Haner e come tutto questo era iniziato.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Image and video hosting by TinyPic  © Amor Vincit Omnia, 04/01/2012
 Avvertimenti:
Capitolo cortino anche questo, ma davvero, voglio che sia così. Vorrei che non fosse una lettura impegnativa per i lettori,  quindi manterrò questo regime a meno che qualcuno non venga ad insultarmi pesantemente e/o a minacciarmi con una pistola. A parte  le cavolate, è un capitolo un po' di transizione, scritto con poco tempo (sì, so che è passato molto dall'ultimo aggiornamento, ma  davvero, non ho tempo per fare niente). Quindi vi lascio alla lettura, ci vediamo a fondo pagina.











Se Brian pensava al primo ricordo che aveva di Emily doveva necessariamente portarsi a molti anni prima, quando entrambi erano ancora poco più che poppanti. Lui l'aveva vista e la prima cosa che aveva pensato era stata di volerle imbrattare il vestito di malta. Non si era neanche dato il tempo di pensarci una seconda volta che lo aveva fatto, instaurando così il primo contatto, in assoluto, con Emily. Il primo di una lunga serie, in ogni caso. Perché per qualche strano motivo, alla ragazzina quel gesto non era sembrato un dispetto, bensì qualcosa di molto divertente. Inutile dire che il carattere tenace di Emily si era fatto vedere sin da quel momento, dato che a sua volta aveva preso una manciata di terra – dove erano nascosti anche dei bei sassi – e l'aveva lanciata contro il ragazzo, ma con tanta forza da fargli male. Dopo qualche punto al pronto soccorso la testa di Brian era tornata come nuova e tra loro era nato quel rapporto che da bambini ti lega a qualcun altro solo perché ti senti in colpa nei suoi confronti, da parte di Emily, o perché senti che l'altro debba fare qualcosa per ripagare al danno, da parte di Brian.

I suoi pensieri furono interrotti e la sua testa si diresse fuori dalla cuccetta, a pochi metri da lui.
« Ci vado a parlare io »
La voce di Zacky gli parve lontana, ma non passarono neanche pochi secondi che se lo era trovato appena fuori dalla tendina.
« Posso entrare? »
Brian si era limitato a mettersi seduto a gambe incrociate e a scansare la tendina quanto bastava per permettere il passaggio di Zacky.
« Ma prima togliti le scarpe »
Eseguiti gli ordini, Zacky si posizionò proprio accanto a lui fissando il medesimo punto vuoto davanti a sé.
Inizialmente stette in silenzio per paura di dire qualcosa di fottutamente sbagliato. Conosceva Brian, conosceva le sue debolezze, ed Emily era una di quelle. Forse una delle poche cose al mondo in grado di farlo cedere. Proprio per questo motivo, l'argomento “Emily” era sempre stato un tabù da evitare per punto preso, e sin dall'inizio Zacky era stato dell'idea che tutta quella storia fosse solo un enorme sbaglio, anche se tutti, infondo, avevano bisogno di tornare alle origini, per poter digerire il fattaccio e andare avanti. Emily era stata con loro in qualsiasi momento, pronta a farsi in quattro per loro ed era quello di cui avevano bisogno adesso, di qualcuno abbastanza forte da sorreggerli tutti e quattro.
Quando Matt aveva esposto la sua teoria, in sala prove, uno di quei giorni in cui Brian aveva evidentemente fatto tardi all'appuntamento, le era sembrata una cosa molto stupida. Ma poi, pensandoci bene, giorni dopo, era arrivato alla conclusione che affrontare il proprio passato – ovvero l'unico tassello che era andato fuori posto dopo la morte di Jimmy – li avrebbe solo aiutati a crescere. E' come quando nella vita ti perdi, e pensi che l'unico modo per ritrovare te stesso sia scavare a fondo e tornare alle origini, dritto fino a ritrovare chi ti ha visto crescere e ti ha aiutato a farlo.
Emily gli era sempre stata vicina, nella buona e nella cattiva sorte. Li aveva sostenuti anche e soprattutto quando nessuno credeva in loro e gli era stata vicina quando i tempi erano sembrati farsi bui. Nonostante tutte le donne di passaggio, nonostante le amicizie iniziate e finite, lei era stata la costante che gli aveva dato forza; la migliore confidente che un uomo potesse desiderare.
« Allora, io so già che ciò che sto per dirti ti suonerà stupido e che alla fine vorrai solo spaccarmi la faccia, ma so anche che non avresti il coraggio di farlo, e che quindi sono libero di dire ciò che voglio... E' necessario tornare ad essere chi eravamo. Cerca di capire almeno questo. Ma per farlo è necessaria lei. »
« E sarò l'unico a pagarne le conseguenze, quindi, no? »
« Perché non sei mai stato sincero con te stesso e hai lasciato i fatti correre- L'hai lasciata e non puoi più tornare indietro. Accetta di essere stato un coglione e falla finita, stai per sposarti, per diamine! »
« Tu non sai un cazzo, Baker »
« E invece ne so più di quanto tu non voglia ammettere »
« Perché? »
« Perché tra tutti noi, tra tutti questi cazzoni, sono stato quello che ti è stato più vicino, in questa situazione, e ti ho visto fare le scelte sbagliate senza poter fare niente per impedirtelo. Tu l'hai lasciata per paura, per volere a tutti i costi qualcosa di nuovo dopo la morte di Jimmy, senza pensare che magari fosse lei l'unica cosa di cui avevi bisogno »
« Ce l'ho fatta anche senza di lei »
« Se così fosse non staresti in un angolo del tourbus a piangerti addosso tutto il tempo»
« Tu non sai niente, cazzo! »
« C'ero anche io accanto a te, in tutto questo. Sempre! »
« Ma non sei tu quello che ha vissuto in prima persona tutta la faccenda. Emily era la migliore amica di Jimmy, eravamo un trio da quando abbiamo iniziato a camminare. Questo significa fare i conti con il passato, e tu non sai com'era svegliarmi tutte le mattine e guardarla negli occhi vedendo le stesse cose che vedevo in quelli di Jimmy come se lui fosse ancora accanto a me. Venivamo tutti dallo stesso identico passato, con le stese immagini negli occhi. Per questo dico che non sei tu quello che ha dovuto fare i conti con ventotto anni di vita che sembrano stati sprecati. Ventotto anni di vita, equivalono ad altri dieci anni di terapia. Non sai cosa voglia dire convivere con un cazzo di strizzacervelli al seguito! »
« In terapia ci siamo andati tutti e a volte anche insieme, quindi vedi di non fare la prima donna come tuo solito! »
« Tu non capisci un cazzo come tutti gli altri, ecco cosa »
« Allora lo sai che ti dico? Marcisci nella tua stessa merda, me ne lavo le mani! »
Con tutta la rabbia che ora aveva in corpo, Zacky scivolò via dalla tendina e si bloccò prima di richiuderla.
« Non sei l'unico che sta soffrendo, ricordatelo »
E si chiuse il panno blu scuro alle spalle, lasciando Brian in balia di se stesso.

*

Il giorno in cui Jimmy era entrato nella sua vita, era un giorno soleggiato, lo ricordava bene. Era fuori nel cortile insieme ad Emily e ad altri bambini come loro, mesi dopo la storiella del fango sul vestito. Jimmy era questo bambino più alto degli altri, dagli occhi celesti e i capelli biondissimi, con un viso che potevi rimanere a fissarlo per tutta la giornata senza annoiarti. Si era trasferito con la sua famiglia in quel quartiere in seguito ad un allagamento che aveva distrutto al sua casa, come Brian aveva saputo anni dopo, ascoltando i racconti dello stesso amico, con qualche anno in più.
La prima emozione che Brian provò nei confronti di Jimmy fu invidia, e anche gelosia, quando il ragazzo aveva accennato a voler giocare con la sua amichetta. Non ci aveva visto più e aveva agito di conseguenza. L'aveva preso a morsi. Proprio così. Fortunatamente le loro mamme se ne erano accorte prima che i due si facessero realmente del male. Sua madre gli aveva raccontato, anni dopo, che la stessa storia era accaduta per due mesi filati, finché non erano intervenute le maestre dell'asilo e la psicologa del centro infanzia che avevano chiarito la faccenda una volta per tutte. Quindi potevano dire che la loro amicizia era nata con uno strizzacervelli, e a quando pareva era finita allo stesso modo. Forse era destino, pensava Brian. Fatto sta che, dopo varie visite di questa donna bruttissima di cui Brian ricordava solo i baffi da orso, i due avevano finito per adorarsi sotto tutti i punti di vista. Nonostante questo, se Jimmy aveva provato una qualche sorta di attrazione infantile per la bambina, il tutto era stato incanalato in una più sana amicizia. E così erano nati tre dell'avemaria, come li avevano denominati molte volte, in seguito.
Ora, a distanza di venticinque anni, la magia era finita, e anche loro tre erano finiti. Quel trio era diventato un ricordo del passato che Brian non ricordava più serenamente. Ogni volta che lasciava la sua mente vagare, andava a parare sempre lì, e ogni volta, puntualmente, gli si chiudeva lo stomaco per la malinconia. Il problema – questo l'aveva scoperto grazie allo strizzacervelli – era che tutta la sua vita era stata incentrata su Jimmy e Emily prima di tutto il resto, prima della band, prima della musica, prima della famiglia, perché loro erano stati la sua famiglia, in un certo senso. E aveva anche capito di non avere via di scampo. Allora si teneva impegnato a cambiare la sua vita, si teneva impegnato a fare dell'altro pur di non pensare a niente. Ma non sempre gli riusciva bene.

*

Quegli amori che ci sono sempre stati. Ecco tra quali tipi di amore poteva essere catalogato, il loro.
Già da quel primo giorno nel cortile, tra tutto quel fango, Emily e Brian avevano iniziato ad amarsi. E questo non vuol dire che già a quell'età i due fossero capaci di sentimenti tali, bensì che le fondamenta di quello che era poi diventato un'amore da film, erano state gettate proprio in quel periodo.
Poi erano cresciuti, avevano imparato a vedersi con occhi più maturi, fino a capire, all'età di tredici anni, che non sarebbero riusciti ad andare avanti senza essersi scambiati quel bacio. Il primo bacio per entrambi. Anche se solo dopo, con la maturità di chi comincia a programmare il proprio futuro, avevano capito davvero quello sguardo negli occhi dell'altro. Lo stesso sguardo che ora Brian riconosceva davanti a sé. Eppure per un attimo aveva faticato a riconoscerla.
La persona che era entrata nel tourbus, quando avevano accostato in un area di servizio, all'altezza di San Diego, aveva i capelli di almeno dieci cm più corti, ed era decisamente meno rifinita di come la ricordava. Dov'erano gli orecchini, lo smalto, il trucco? Dov'era l'immancabile cornice che si portava sempre dietro? No, per un attimo aveva creduto che quella persona fosse un'altra, ma si era sbagliato.
Gli occhi erano loro, sempre gli stessi, forse un po' più stanchi.
« Ciao »
Quella voce, quella maledetta voce.
Brian non voleva rispondere, ma fu costretto a farlo dalla parte razionale del suo cervello, quella che gli ripeteva che non poteva continuare a fottersene dei sentimenti degli altri. Allora lottò contro se stesso fino alla fine prima di cedere.
« Ciao »
Indifferente. Freddo. Eloquente. Tutte cose false che si era già prefissato di voler ostentare. Comportamenti che aveva già pianificato.
Quel momento fu interrotto dall'arrivo degli altri. Erano iniziati i saluti compassionevoli e, in tutto quel marasma, nessuno si accorse quando Brian si voltò ed andò nella sua cuccetta a smaltire lo shock e a prevenire un infarto.

*

Gli occhi azzurri, la bocca a cuore, la pelle diafana. La conosceva a memoria, quella pelle. L'aveva vista espandersi  per ospitare le forme di una donna adulta. Il miracolo del tempo che passa.
Era stato strano che qualcosa come un banale “ciao” fosse stato capace di toccare qualcosa in quell'essere addormentato che stava  diventato. E quindi ci voleva lei per smuovere qualcosa? No, non aveva smosso un bel niente, e sarebbe stato disposto a tatuarselo addosso, per dimostrarlo al mondo.
Si appoggiò al muro accanto alla sua cuccetta. Da lì poteva osservare la situazione. Emily era seduta al tavolo insieme a Zacky. Ma era di spalle, e non avrebbe potuto vedere che la stava fissando.
Quei due stavano parlando fitto di qualcosa che Brian avrebbe davvero voluto sapere.
« Beh, ti sei incantato? »
Johnny sventolò una mano davanti al volto di Brian, che rispose alzando un sopracciglio e tornando sui suoi pensieri.
« Te che ne pensi di tutta questa faccenda? »
Johnny lo guardò , convinto che quello sarebbe stato il pretesto per una chiacchierata infinita.
« Andiamo nella mia cuccetta? »
Quando Brian rilasciò i muscoli del viso e delle braccia, Johnny cominciò già ad incamminarsi, seguitò dall'amico.
« Tanto ormai si può avere privacy solo là dentro »
« E neanche troppa »

*
Note: Ebbene eccoci qua. Noto con dispiacere che tutti i recensitori (?) del prologo si sono misteriosamente volatilizzati *si dispera*, ma non sarà di certo questo a fermarmi. La storia viene letta, comunque, quindi va bene così.
Dovete sapere che questi giorni sono stati tumultuosi per me, essì. A parte il natale, i regali, il pranzo e tutto il resto, c'è stato capodanno che è stato distruttivo, e dopo di esso ho ripreso a scrivere. Ho anche conosciuto un nuovo gruppo che sono gli About Wayne, di Roma, fortissimi, hanno fatto la colonna sonora di Freaks, una webseries fantastica, e in generale loro sono fantastici. Tanto che il cantante mi presterà (senza permesso) la sua bella immagine per il protagonista dell'originale che sto scrivendo *yeppa*. Se non avete idea di quel che io abbia appena detto, andatevi a cercare tutto su google, se non trovate niente chiedete e vi mando i link sia del gruppo che della web series, meritano davvero.
Altra nota positiva, mi è finalmnte arrivata la batteria nuova *applaude* ed è bellissima. Ora vediamo di imparare a suonarla, però, eh.
Dopo questo sproloquio sulla mia vita (che era necessario perché dovevo sfogarmi D: ) vi lascio. Spero che il capitolo vi sia piaciuto, se non è stato così.. meglio. In entrambi i casi lasciate un recensioncina propio qui sotto, sì, sì... proprio lì, in quel quadrato bianco.
Grazie a todos per l'attenzione e la pazienza.
   
 
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