Serie TV > Dr. House - Medical Division
Segui la storia  |       
Autore: Valeriaep    18/01/2012    2 recensioni
Possono passare anni, possono cambiare le persone, ma certe cose, non cambieranno mai.
(Huddy)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Greg House, Lisa Cuddy | Coppie: Greg House/Lisa Cuddy
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Guardava il soffitto. La sua testa non smetteva di pensare. Voleva ritornare a casa sua.
Voleva seriamente?
Continuava a mentire, mentiva a se stesso, mentiva al suo cuore. In realtà voleva rimanere ancora in quel dannato ospedale, per respirare il suo profumo, per vederla sorridere da lontano, mentre accarezzava qualche paziente, donandogli speranza.
La speranza, quella che mancava a lui. In fondo al cuore aveva sperato molto. Ma tutto, era crollato. Di quell’ esperienza gli rimaneva soltanto un livido, sul naso, e un labbro dolorante. Simbolo, di quanto fosse stato stupido, con lei, di quanto avesse sbagliato.
L’amava, quanto era stato difficile ammetterlo. Gli era entrata dentro, come nessuna donna mai..
Si alzò di scatto da quel letto, afferrò la giacca, lasciando un Foreman dormiente, sull’ altro letto. E uscì.
 
Bussò alla porta.
Nessuno aprì.
Ribussò pesantemente, facendo rimbombare quel maledetto rumore così  irritante di quel bastone legnoso.
-Ma che diavolo.- Park uscì dalla sua stanza, con un buffo pigiama, di troppe taglie più grande, con i capelli scombinati. Evidentemente dormiva.
-Vieni con me, ho fame.-
-Sei impazzito?- disse la ragazza.
-Sono il tuo capo. Se non vieni ti licenzio.-
Era bravo a minacciare le persone.
-Dammi un secondo-
La porta si richiuse, ma si aprì dopo pochi secondi.
-Vieni così?- disse lui.
Quella ragazza era così buffa, che  non riusciva ad essere bastardo con lei, gli ricordava una bambina di tre anni.
Park, aveva deciso di non vestirsi, uscì con il pigiama, coperta da un lungo cappotto, che le copriva il corpo, e un grande cappello, che le copriva il capo.
-Un orso delle nevi, sembri. Uno yeti.-
Non rispose. Era troppo stanca.
Camminarono, senza una meta, girovagarono per le strade di Boston, mangiarono un disgustoso panino al formaggio.
Fin quando House, si fermò su una panchina.
-La mia gamba, necessita di un lieve riposino.-
Ci fu silenzio.
-Sono vere le voci su te e la dottoressa Cuddy?-
Le chiese lei, senza peli sulla lingua, senza timore.
Quella domanda, in qualche modo non lo stupì.
-Sei, gelosa?- disse lui sorridendo.
-Dopo il pugno che hai ricevuto in pieno viso…-
-Non voglio parlare di quel pugno.- cercò di zittirla lui.
-Non voglio parlare del pugno.-
SI guardarono. Poi la ragazza riprese.
-Mentre tu dormivi, lei è venuta da te.-
Quelle parole gli fecero gelare il sangue.
-E’ rimasta sola con te, per una buona oretta, ci ha chiesto di non far entrare nessuno, mentre era con te.-
Adesso il suo cuore era una cascata di battiti. Come poteva essere vero?
-Le infermiere, mi hanno detto che..-
-Si, stavamo insieme, poi lei mi ha lasciato, ed io le sono entrato in casa con un auto.-
Cercò di essere il più superficiale possibile, cercò di nascondere quel fiume di sentimenti. Reprimendoli.
-Tu, la ami.-
Lui la guardò. Era quasi infastidito.
La ragazza gli sorrise.
-Io credo che, l’amore è  una patologia. Devi solo saperla estirpare via. Perché quando il dolore è più grande..-
-Non ti ho chiesto il tuo pensiero- disse lui.
-Sei qui, e vorresti essere da lei. Ti continui a dire di odiarla, ma in realtà la ami profondamente. Menti a te stesso. Probabilmente hai già superato la fase del dolore, adesso c’è quella dell’ angoscia. Vorresti fare mille cose, ma poi il tuo corpo si rifiuta. Non so se lei, ama te. Ma quello che conta è ciò che provi tu.-
Si guardarono ancora-
-diglielo.- disse lei.
-la fai semplice, tu.- disse House. Giocherellando con quel bastone.
 
Aveva trascorso la nottata pensando. Fissando quel soffitto bianco, e pensando a Cuddy, alle parole di Park.
Lui, per lei era il male. Entrare nuovamente nella sua vita, sarebbe stato farla soffrire nuovamente. L’amava, ma ormai aveva perso le sue opportunità. Sarebbe ripartito a breve. E non l’avrebbe più rivista.


Era fermo sul ciglio della strada. Le sue valige erano già state inserite nell’auto. Park, era seduta dietro. Ascoltava della strana musica urlante, e muoveva la testa a ritmo. Foreman, era disperso.
Poi la vide, sull’altro marciapiede, avvolta da un impermeabile grigio, camminava disinvolta su dei tacchi altissimi, e aveva in mano, la sua 24 ore. Probabilmente non abitava distante dall’ospedale. Tipico di Cuddy. Vide il capo della donna girarsi nella sua direzione. D’istinto voltò lo sguardo, fingendo di guardare altrove.
Quando lo rialzò, era praticamente di fronte a lui. Si stupì. Era bella, bellissima, sensuale come non mai. E.. diversa.
-Grazie- disse lei, -per il lavoro svolto.- Porgendogli la mano, e tenendosi a distanza.
Lui, guardò la sua mano. Le sorrise. L’afferrò, professionalmente. Quel contatto, suscitò in entrambi qualcosa. Lui si distaccò da quella stretta, che non gli apparteneva. Lasciandola ancora li. In lontananza vide arrivare Foreman.
-Non preoccuparti, lo so che sei incinta.-
Quella parole, lasciarono sconvolta lei. Mentre lui afferrò la maniglia della porta, e fece quasi per aprirla, la riguardò.
-Non ti sei fatta dei problemi, quando ti sei sposata. Adesso non devi chiedermi il permesso di procreare.-
Era arrabbiato. Aveva dei dubbi, sulla gravidanza di Cuddy. Ma quel silenzio, li elimino tutti. Entrò in macchina sussurrando un semplice e glaciale –Addio.-
Lasciandola ferma sul marciapiede, avvolta in quel meraviglioso abito, con le lacrime agli occhi.
House aveva ragione, era incinta, pochi mesi, probabilmente due. Era felice di quella notizia, ma l’arrivo di House, aveva portato allo scoperto, quei sentimenti che per troppo aveva cercato di reprimere. Sapeva che il suo cuore sarebbe sempre appartenuto ad House, sapeva di aver scelto un altro uomo a lui. Sapeva che forse aveva commesso un errore. Ma ora, non poteva tirarsi indietro. Aveva letto in House, in quei brevi giorni, dolore e dispiacere, aveva letto in House, che provava per lei ancora qualcosa. E sapeva di averlo deluso. Sapeva che se pure nella sua testa contorta voleva recuperare il rapporto con lei, adesso aveva definitivamente messo un punto alla loro lunga e travagliata storia.
Avrebbe voluto, farlo uscire da quell’ auto, abbracciarlo, sentire il suo profumo, farsi prendere in giro.
Ma per loro era arrivata la fine.
Era ferma, lo vedeva andare via.  Mentre il suo cuore, era pieno di battiti. Tutti per lui.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Dr. House - Medical Division / Vai alla pagina dell'autore: Valeriaep