Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: unleashedliebe    18/01/2012    7 recensioni
2008, il tour dei Tokio Hotel viene interrotto a causa dei problemi alla gola del cantante Bill Kaulitz.
“-Tu sei musica- sussurrai guardandolo negli occhi, mentre il suo viso si apriva in un sorriso innamorato.
-Sembri un’illusione- sussurrai. -Sono qua, al tuo fianco- mormorò caldo, rabbrividì.
-Sei bello, troppo. È normale domandarsi se esisti veramente, sai? Tanta perfezione in una persona non è ammessa. Tu, tu sei l’eccezione alla regola Bill-"

L’amore colpisce all’improvviso, non si è padroni di scegliere la persona di cui ci si innamora, succede e basta. Questo Bill e Mel lo sanno bene.
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

(c)

. . . .
. . . .
. . . .
. . . .

CAPITOLO XIV (E) 

-Tu sei la mia musa-

Dopo questa affermazione altre parole potevano risultare solamente banali e superflue, cosa potevo rispondere? Era la cosa più bella che mi avessero mai detto, la più sincera e la più sentita. Poggiai la mia testa sul suo petto e mi lasciai avvolgere dalla fragranza che tanto amavo, mi sentivo perfettamente a mio agio con lui.

Due parole scivolavano dal cuore e giungevano fino alla punta della lingua, dove venivano bruscamente fermate dalla mia razionalità: ti amo. Ero una contrapposizione vivente: sapevo di non dovergliele dire, mi ero autoimposta di non farlo, ma a volte lo stimolo veniva automatico. Ho sempre avuto un’idea tutta mia dell’amore, un’idea contorta e assurda, nata grazie ai libri che leggevo, quelli che ti mostrano una realtà dura e spesso avversa, la quale però alla fine si piega al sentimento dei protagonisti, terminando così con un consueto “e vissero per sempre felici e contenti”. Ecco, ciò a Bill e me non poteva succedere, quindi confessare quelle cinque lettere sarebbe potuto sembrare una bugia, una presa in giro; mi chiedevo come fosse possibile provare ciò, ci conoscevamo da così poco, però già credevo d’essere in qualche modo assurdo e masochista destinata a lui. Nonostante ciò imprigionavo quelle due parole in un angolo remoto della mia mente, soffocandole perché non uscissero involontariamente. Sospirai, perché doveva essere tutto così complicato?

-Vado a cambiarmi okay? Ci vediamo fra mezz’ora- disse discostandosi da me e alzandosi.
-Va bene- mugugnai io, cercando di trattenere l’effetto che aveva su di me lui.
-A dopo Mel- sorrise, uscendo.
Mi passai le mani sul viso, per riprendere il contatto con il mio corpo, ancora sotto effetto della presenza di Bill.
-Mel, riprenditi. Respira lentamente e calmati- dissi a me stessa, dando un’altra occhiata allo specchio e passandoci davanti soddisfatta. Non trovando nulla da fare, scesi giù e mi sedetti sulla panchina di fronte all’entrata.
-Guarda chi si vede, non mi sei mancata per niente ragazza!- presi paura sentendo questa voce venire da dietro di me, la riconobbi subito come quella di Tom.
-Neanche tu Kaulitz- risposi a tono, mentre il chitarrista si accomodava tranquillamente al mio fianco.
Mi girai verso di lui e dovetti trattenere una risata, era strano vederlo con addosso vestiti della sua taglia!
-Lo so che vuoi ridere, non provarci! Bill mi ha obbligato a vestirmi così!- sbuffò scocciato.
Lo squadrai meglio, aveva un semplice paio di jeans che facevano capire quanto magro fosse anche lui, indossava poi una camicia bianca leggermente aperta sul davanti, stretta. Aveva abbandonato fascia e cappello e copriva gli occhi con un semplice paio di occhiali da sole neri.
-Guarda che stai bene così, dovresti adottare questo look! Sembri quasi.. bello- sorrisi, tutti e due i Kaulitz erano bellissimi, di una bellezza a dir poco impressionante.
-Io sono bello sempre, tu sei troppo impegnata a guardare l’altro gemello per accorgertene- rispose con sufficienza.
-Sei troppo modesto Tom, ma davvero guarda!- ridacchiai prendendolo in giro.
-Lo so! Allora, Bill non mi ha detto nulla, mi ha solamente cacciato dalla stanza per prepararsi! Dimmi un po’, scommetto che sentirlo parlare ti ha fatto venir voglia di..- lo interruppi.
-Non dire quello che stai per dire, sei un pervertito! E Bill è stupendo- sorrisi innamorata.
-Risparmia gli occhi a cuore, per favore! Mi bastano quelli del mio gemellino, l’hai fatto andare su un altro pianeta! Complimenti, non ci era mai riuscito nessuno- esclamò, facendomi arrossire.
-Aspetta un secondo Kaulitz, la mia amica mi sta chiamando- dissi sentendo il cellulare vibrare nella borsa, stavolta avevo guardato chi chiamava.
-Mel! Ho finito con il gruppo, per fortuna! Fra quanto scendo? Oddio sono emozionatissima, non vedo l’ora di vedere i gemelli dal vivo! Cioè, li ho visti da lontano ma non bene! Scommetto potrei rimanerci secca, soprattutto Tom è un gran figo! Con quel piercing.. oddio scusa sto parlando troppo!- concluse dopo un minuto filato, aveva respirato?

Vidi il ragazzo sogghignare, avendo origliato la conversazione, lo fulminai.
-Ehm, io sono già scesa, mi raggiungi fra cinque minuti? Cerca di non morire prima però-
-Simpatica! Mi sistemo e arrivo- mise giù il telefono e mi girai verso il rasta, con un sorriso sornione stampato in viso.
-Così.. la tua amica va pazza per il qui presente sostituto del sole- scoppiai a ridere sentendo il soprannome, qualcosa mi diceva se l’era dato da solo.
-Lei va pazza per tutti e quattro, non farti illusioni!- feci crollare tutti i castelli con questa semplice frase, la sua espressione si fece ridicolamente mogia. Non avevo detto proprio la verità, infatti Julia adorava quel ragazzo, chissà per quale strano motivo poi!
-E Bill invece, quando scende?- mormorai, avevo troppa voglia di stare con lui.
Tirò fuori il cellulare e mi mostrò il messaggio che gli aveva appena spedito, stava scendendo.
-Eccomi!- esclamò qualcuno uscendo dalla clinica e raggiungendoci, il mio ragazzo.
Lo squadrai per bene: indossava una semplice t-shirt azzurra – adoravo quando si vestiva di quel colore!- e un paio di jeans né stretti né larghi. Anche lui portava occhiali da sole e aveva legato i capelli in una coda bassa.
-Ciao Bill- mi alzai e andai ad abbracciarlo.
-Mel, Tom- ricambiò. –Julia?-
-Eccola- risposi, vedendola arrivare, con passo incerto e imbarazzato.
 I ragazzi la scrutarono e il chitarrista, dopo averla sottoposta a radiografia completa, ghignò maliziosamente.
-Beh, penso tu conosca già ‘sti due-  ridacchiai di fronte alla sua espressione basita.
-Piacere, io sono Tom Kaulitz- annunciò porgendole la mano con fare da seduttore.
-J-Julia Hosen- balbettò stringendola, terribilmente in soggezione.
-E io sono Bill- si presentò il mio ragazzo, con quel sorriso capace di sciogliere anche la pietra più dura.
Spalancò la bocca, non si aspettava di sentirlo parlare.
-Già, posso parlare- si spiegò.
-Aspettate un secondo, torno subito- dissi ai gemelli prendendo la mia amica da parte.
-Julia, respira!- esclamai vedendola quasi in apnea.
-Sono così.. cazzo!- borbottò.
-Ti capisco, fanno un bell’effetto insieme eh? Tolgono il fiato, vedrai ti ci abituerai- la rassicurai.
-Lo spero! Ma.. quando aspettavi di dirmi che gli era tornata la voce? Non ero psicologicamente pronta..-
-L’ho saputo poco fa.. è arrivato in camera e beh, non hai idea di come ci sia rimasta io!- dissi.
-Posso capire! Beh andiamo, altrimenti pensano ci abbiano rapite!- esclamò prendendomi a braccetto e trascinandomi verso la vettura del rasta, la sua amata Cadillac. I gemelli si erano già posizionati nei sedili anteriori.

Salimmo silenziose in macchina.

-Allora, dove si va?- domandai.
-Cinema, vi va bene? Avevamo pensato di vedere una commedia,non c’era altro- scosse le spalle il resta.
-Benissimo!- esordimmo in coro. Era da anni che non andavo al cinema!

Il viaggio in macchina fu breve, di sottofondo i battibecchi fra i ragazzi, uno voleva mettere Samy Deluxe, l’altro Nena.

-Ecco, siamo arrivati!- annunciò il rasta fermandosi davanti all’entrata di un grande cinema.
-Come mai non c’è nessun’altra macchina?- domandai stranita.
-Diciamo che, per precauzione, abbiamo prenotato tutto il cinema- rispose il minore sorridendo.
-Ma vi sarà costato moltissimo, siete fuori di testa?- esclamai io, anche Julia annuì.
-Nessun problema, almeno così siamo sicuri di non aver problemi con le fan e possiamo stare tranquilli- spiegarono.
Entrammo silenziosamente e fummo accolti direttamente dal padrone del cinema, che ci portò in sala.

Io mi sedetti fra Bill e Julia, Tom di fianco alla mia amica.

Iniziò il film, seguì la prima ora poi però mi persi osservando il profilo del mio ragazzo, il quale aveva gli occhi attenti alle immagini, mentre la sua mano stringeva dolcemente la mia. Lui era mille volte più interessante di qualsiasi altro schermo, avrei passato tempo indeterminato a guardare la sua figura, scoprendo sempre qualche dettaglio nuovo.

Qualche sedia più in alto gli altri due ridacchiavano per qualche sconosciuto motivo.
-Mel, ci sei? È finito- disse Bill, sventolando una mano davanti al mio viso, ridacchiando per la mia immobilità.
-Si si, ci sono- mormorai scuotendo la testa, -Ora che si fa?-
-Sono quasi le sette, direi di andare a cena, no? Chiamate l’ospedale e avvertite- suggerì Tom.
-Perfetto!- annuì Julia allegra, tutta l’ansia di prima si era già sciolta!

Così chiamammo, informando saremmo tornati più tardi.

-Dove si va?- chiesi. I gemelli si guardarono e si lanciarono uno sguardo di intesa.
-PIZZA!- esclamò la mora. La guardai stranita.
-Cioè, insomma.. ho visto un’intervista in cui avete detto di adorare la pizza quindi..- balbettò imbarazzata gesticolando velocemente, facendo scoppiare a ridere i due.
-Amiamo la pizza!- esordirono in coro, telepatia gemellare!
-Pizza sia- confermai io, così mezz’ora dopo arrivammo in un ristorante fuori città, con pochissima gente.
-Avevate già programmato tutto vero? È impossibile la sala sia completamente vuota!- commentai.
Si scambiarono un'altra occhiata complice, -In effetti.. sì!-
-Come mai non abbiamo incontrato nessuna vostra fan in giro? È strano!- interruppe Julia.
-Vedi..- iniziò Tom.
-Abbiamo elaborato un piano perfetto affinché ci fossero meno fan possibili in giro- assentì l’altro.
-Già! Oggi hanno mandato la registrazione di un nostro concerto e varie interviste sul canale musicale-
-Quindi, in questo modo, ci siamo assicurati che le ragazze stessero a casa e non in giro per Colonia- finì Bill sorridendo fiero del piano.
-Voi due siete diabolici!- rise Julia.
-Non volevamo impacci, volevamo passare una giornata piacevole!- esclamò il mio ragazzo.
-Ed è stata una bellissima giornata- intervenni io allegra.
-Eh, non capita tutti i giorni di passare un pomeriggio con questi due pezzi di fighi!- convenne Tom, beccandosi una gomitata dalla mia amica, intraprendente la ragazza! Però fui felice di vedere come s’era integrata, aveva un’espressione talmente entusiasta che contagiava anche me, si meritava di passare del tempo con i suoi idoli.
-Ma sei violenta, non vorrai fare del male al tuo chitarrista preferito?- domandò ironico, alzando un sopracciglio.
-Cosa? Hai visto Saul Hudson in giro?- fece ironica, riferendosi a un chitarrista che non era il Kaulitz.
-Credi di essere simpatica? Non lo sei- esclamò Tom infastidito, facendoci ridere.
-Oh dai, un po’ di ironia non fa male- sorrise Bill.
-Scusate, volete ordinare?- ci interruppe un cameriere per prendere le ordinazioni.
-Io vorrei una pizza con le patatine- incominciai io, notando lo sguardo compassionevole dell’uomo, fermatosi troppo sulla mia figura.
-Anche io- dissero gli altri tre in coro, scoppiando a ridere subito dopo.
-Va bene, se volete altro chiamate- si congedò.
-Allora, Julia..- iniziò il mio ragazzo, -Qual è la tua canzone preferita?- domandò curioso.
-Le adoro tutte sinceramente- balbettò imbarazzata, perdendo tutta la spavalderia di prima, -però, se proprio devo scegliere, direi Ich bin da- affermò.

-Perché?- chiese Tom.

-Non so spiegarlo, è quella che mi ha colpito di più, tanto dolce e bella! Stai aprendo i tuoi occhi, tutto è come prima. Non voglio disturbare e non voglio rimanere a lungo, sono qua solo per dirti: io sono qua, se tu vuoi, guardati intorno e potrai vedermi. Capite? Questa canzone riusciva e riesce a non farmi sentire sola- sorrise.
-E’ quello lo scopo, ricordare che non si è mai soli, c’è sempre qualcuno al tuo fianco, basta volerlo capire- annuì Bill.

Un po’ mi sentivo estranea al loro discorso, non conoscevo quella canzone, non ne conoscevo nessuna.
-Oh, cambiamo argomento, non voglio svelarti tutte le nostre canzoni prima che le ascolti- intervenne il cantante, dolce.
-Allora, di che parliamo?- chiese Tom.
-Allora, avete qualche hobby particolare o nascosto ragazzi?- esordì Julia, curiosa.
-Il mio unico hobby è..- il chitarrista lasciò la frase in sospeso, ammiccando.
-Fai schifo! Tu Bill, vero che sei diverso?- disse speranzosa.
-Beh, non ho hobby particolari- scosse le spalle, -Non ho molto tempo libero di solito, e quando ce l’ho lo passo dormendo oppure scrivendo. Insomma, sono una persona piena di interessi- ridacchiò. –Tu invece Julia?-
-Mi piace la moda, quindi mi tengo sempre aggiornata sulle nuove tendenze e cose del genere, quando uscirò da qua so già che lavora fare, vero Mel?- si girò verso di me e io annuì allegra, -Sicuramente lei diventerà un’autrice di successo, mentre io sarò la sua stilista personale- sorrise.
-Io non mi farei mai vestire da lei- affermò Tom, prendendola in giro.
-Smettila di fare lo spiritoso tu stavolta, non lo sei credimi!- ribatté piccata.
-Mel, tu invece che hobby hai?- sviò il rasta.
-Mh, scrivo anche io. Oltre a questo.. mi piacciono i fiori- rivelai in imbarazzo, era una passione nata recentemente e abbandonata per un periodo, l’avevo accennata solo una volta al moro, uno dei tanti pomeriggi insieme.
-Me l’avevi accennato- ricordò infatti lui.
-In che senso i fiori?- domandò il biondo inarcando un sopracciglio.
-I fiori, il loro linguaggio, è interessante. Per esempio, Bill hai presente i fiori che ho in camera?- annuì.
-Sono Convallaria majalis e Cyclamen, rispettivamente mughetto e ciclamino. Nei linguaggio dei fiori significano “ritorno della felicità” e “timida speranza”. Lo trovo molto affascinante, si possono dire tante cose attraverso i fiori- spiegai.
-Figo!- commentò Julia. –Un giorno mi insegnerai qualcosa.. però adesso mangiamo!- disse guardando con occhi famelici la pizza che le stavano porgendo davanti. Ridemmo.

-Buon appetito!-

Visti dall’esterno potevano sembrare quattro semplici amici che si ritrovano una sera per mangiare qualcosa insieme, non due personaggi famosi e due normali ragazze con qualche problema di salute in più.

L’atmosfera era rilassata, allegra. Da quando non passavo una serata così? Da prima che entrassi in clinica ovviamente, da quando ero solamente una normale adolescente che usciva coi compagni di classe.
-Oh, Mel? Ti sei incantata? È da un minuto che ti chiamo!- esclamò la mora sventolandomi una mano davanti, scossi la testa e annuì imbarazzata, ancora una volta mi ero persa nei miei pensieri.
-Beh, si è fatto tardi, andiamo?- rispondemmo positivamente alla domanda del rasta, salendo in macchina.
-Grazie per la bellissima giornata. Ora ho un sogno in meno da realizzare- mormorò Julia, una volta tornati alla clinica.
-Se vuoi realizzare un altro sogno, basta che mi chiami- convenne Tom, prendendole il cellulare di mano e salvando velocemente il suo numero, con fare malizioso.
-Va bene Kaulitz- l’altro annuì convinto, -Appena avrò voglia di picchiare qualcuno so chi chiamare- ghignò, mentre l’espressione del chitarrista si trasformò dal malizioso al seccato.
-Sh, non cominciate di nuovo!- li bloccò Bill, prima che cominciassero a prendersi a parole.
-Buonanotte Tom- salutai io, sorridendo.
-Notte a tutti, io mi ritiro- affermò, tornando verso l’auto per dirigersi all’albergo.
-Anche io, ci vediamo domani Mel- si congedò anche l’altra ragazza.
-E così rimaniamo solo noi due, saliamo?- domandò il cantante, annuì.

Entrammo in camera sua e mi sedetti sopra al suo letto.

-Allora, divertita?-
-Si, tanto.. è stata una bellissima giornata, grazie a te- arrossì.
-Vieni qui- disse, indicandomi il posto affianco a lui, lo raggiunsi e lo abbraccia dolcemente.

Tirò il cassetto e ne estrasse un piccolo pacco regalo, porgendomelo.
-Ma che..?- mormorai.
-E’ un regalo per te- mi sorrise. Cominciai a scartarlo lentamente, una volta tolta la carta si rivelò il contenuto: un ipod.
-Ci sono tutte le nostre canzoni, tranne Heilig.. quella voglio cantartela io, il prima possibile- spiegò accarezzandomi un braccio.
-Io.. non so che dire. Grazie, le ascolterò tutte!- promisi.
-Spero ti piacciano- disse leggermente in imbarazzo.
-Sono sicura siano bellissime!- lo guardai negli occhi, così vicini ai miei. Sentivo le sue lunghe ciglia accarezzarmi il viso, il suo fiato sulla fronte.

Annullò la distanza appoggiando le sue labbra sulle mie, senza fretta. Dischiusi le labbra e mi abbandonai completamente al suo tocco, al suo sapore. Era così bello, sarei potuta morire fra le sue braccia senza sentire dolore.
-Buonanotte principessa- sussurrò dopo essersi staccato, sorridendomi.
-Notte superstar- ricambiai io, dandogli un piccolo bacio in fronte.
-A domani..-

Uscì con aria trasognata, raggiungendo velocemente la mia camera. Nel giro di pochi minuti mi ero struccata, messa il pigiama, posizionata sotto le coperte e infilate le cuffie nelle orecchie.
Guardai l’elenco della canzoni, selezionando l’album “Zimmer 483

E poi, furono solo brividi e emozioni.

Le canzoni che più mi colpirono furono Wir sterben niemals aus, Vergessene Kinder, Spring nicht e Ich bin da.

Presi la mia agenda e annotai le prime cose che mi vennero in mente.

Wir sterben niemals aus:
restiamo sempre, ci urliamo nell'infinito. Io grido quasi sempre
quando da qualche parte resta qualcosa. Noi sentiamo, non siamo pronti per la fine.
non moriremo mai, ci portiamo fino a tutti tempi
E mi chiedo se Bill legga nel pensiero, come faccia a scrivere
canzoni che mi capiscano meglio di me. Così.. su misura.
Almeno, io ero pronta per la morte, è da tre anni che l’aspetto.
Poi Lui entra nella mia vita e cambia tutto, è diventata un appiglio
che non voglio abbandonare. Io, se vado avanti, lo farò solo per lui”

Vergessene Kinder:
Nessuno è da incolpare, il tempo non guarisce.
Fu la prima volta che piansi per una canzone.
Questa, è dannatamente perfetta. La voce di Bill, è perfetta.
Sembra accarezzarti ad ogni parola, ti si conficca nel cuore e diventa un
tutt’uno con esso. Colpisce, rapisce, ammalia, incanta.
Tutto dovrebbe andare in un altro modo.”

Spring nicht:
Non saltare, e se tutto questo non ti porterà indietro, allora salterò io per te.
Questa è la canzone che ha salvato Julia, e ora che l’ho sentita,
penso abbia salvato tante altre ragazze.
Ora che l’ho sentita, un po’ ha salvato anche me.
Ora capisco perché sono così amati dalle fan, basta una canzone
per riportare la speranza e far brillare quella scintilla vitale che,
piano piano, questo mondo opaco fa spegnere.
.. I Tokio Hotel hanno la capacità di ridare vita.

Ich bin da:
Nessuno sa cosa provi, nessuno qua che ti capisce. I giorni erano scuri e soli,
stai scrivendo aiuto ‘Aiuto’ con il tuo sangue, benché ti ferisca più e più volte.
Stai aprendo i tuoi occhi. Tutto è come prima.
Questa canzone è dolcezza, speranza, amore, fiducia, tenerezza.
Questa canzone è meraviglia, splendore.
Ho ascoltato questa traccia con gli occhi chiusi e la bocca socchiusa.
Ho ascoltato questa traccia lasciando che le parole mi cullassero.
Ho ascoltato questa traccia e non mi sono sentita sola.
Al tuo fianco, per un momento. Non sei sola”

Rimasi sveglia quasi tutta la notte, non riuscivo a fermare la musica, non volevo fermarla. Ogni pezzo era una scoperta, con ogni melodia scoprivo qualcosa in più sulla vita dei ragazzi, con ogni pezzo scoprivo qualcosa su me stessa, sul mondo. La voce di Bill era magia, dolce ma energetica allo stesso tempo, sincera e dura.

Cominciavo a capire tutto l’affetto per questa band.
Una volta che ti colpiscono, non ti lasciano più. Ti scelgono e si fanno amare. Ti capiscono e ti salvano.

“troppo amore per la musica,troppi confini..
 così tanti pensieri, e non dovrebbe finire.
Non penso che finirà presto
Quel ragazzo è una sorpresa, sa farsi adorare ogni giorno di più.
Bill, anche se non te lo dirò mai, io ti amo più di ieri ma meno di domani.
E continuo a sospirare, innamorata.
Domani gli dirò grazie, magari non capirà perché,
l’importante è che lo sappia io.
Grazie, se ho forza di affrontare la vita lo devo a te

. . . .
. . . .
. . . .
. . . .

* * * * *

. . . .
. . . .
. . . .
. . . .

NdA: Allora, sì sono sparita di nuovo! Ho avuto problemi con la linea internet e altri vari casini, ma ora eccomi :) niente scuola per me oggi, sono stata poco bene così ho trovato il tempo per postare. Ci tengo a spendere quattro parole per questo capitolo, c'è tanto di me, penso si capisca, soprattutto nell'ultima parte! Chissà, magari vi rispecchiate un po' nelle mie parole. Che altro? Questa storia ha sempre meno recensioni c.c lo so, è soprattutto colpa mia e dei miei immensi ritardi D: però ci terrei a ricevere qualche commento, per sapere se vale la pena continuare, anche perchè tengo molto a questa fanfiction!
Detto questo, a presto!
unleashedliebe

   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: unleashedliebe