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Autore: ArtemisiaSando    26/01/2012    0 recensioni
Salve a tutti, questa è la mia prima ff ^^ e spero davvero che sia gradita! Innanzitutto la storia segue abbastanza fedelmente la sequenza di eventi di AC 2, brotherhood e possibilmente dovrebbe seguire anche quelli del futuro Revelations. Ovviamente è incentrata sul personaggio di Ezio che si confronterà con una nuova conoscenza :)
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per sdebitarsi Estel mi convinse a salire in camera sua perché le facessi disinfettare le mie ferite. Mentre con una piccola garza imbevuta d’alcol tamponava il taglio sulla mia guancia tra noi il silenzio sembrava carico di qualcosa di stranamente dolce e incompiuto.

Avrei voluto dire qualcosa, qualsiasi cosa ma non facevo altro che guardare il suo viso attento e concentrato, bello come non mai. Sorrisi pensando ai momenti passati con lei, la dolcezza che la sua presenza mi ricordava.

– Grazie.- sussurrò poi arrossendo appena, senza riuscire ad alzare lo sguardo sul mio:- Eh?- chiesi sorpreso, quella tenerezza sospesa nell’aria tra noi mi rammentava quanto disperatamente fossi innamorato di lei.

– Per prima … se non fossi arrivato tu, forse Vieri … - soffiò accigliandosi:- No, io sono stato un disastro. Gli ho permesso di picchiarti … mi sento uno schifo per questo. Davvero, Estel mi dispiace per non essere stato là. – risposi tra i denti sentendo di nuovo montare la rabbia.

Lei sorrise appena scuotendo il capo, i capelli color mogano ramato si mossero appena:- Sei stato molto coraggioso. Però ti prego … non farlo mai più.- disse poi piano, senza alzare gli occhi.

– Come?- le chiesi stupito non capendo cosa intendesse, la sua mano si fermò sul mio viso.

- Vieri avrebbe … avrebbe potuto ferirti seriamente. Ezio io … so chi sono, so perché sono qui ora, però posso sopportare la tua lontananza. Se un giorno mi dirai addio io lo capirò, continuerò a guardarti da qui, da questo mio piccolo mondo e mi basterà sapere che la tua vita è così come la vorrei per te. Quello che sto provando ora, qui con te, così vicino che a volte mi sembra di non poter respirare, non cambierebbe se la vita ti allontanasse da me. Non sarebbe poi una gran cosa in un mondo così immenso, fra tutto ciò che potrebbe riservarti, se tu mi lasciassi indietro. Mi mancheresti però, tremendamente. Ma, Ezio, se ti dovessi perdere davvero sarebbe meglio morire piuttosto che vivere in un mondo in cui non esisti. Lo so che è una richiesta egoista, però preferisco saperti vivo e lontano da me. In quel caso ti chiederei solo di … ricordarti di me, di lasciarmi vivere nel tuo cuore.- sorrise appena, ma troppo tardi mi accorsi delle lacrime che le bagnavano il viso.

Mi sentii arrossire, nessuno prima di lei aveva considerato la mia vita così importante, mai. Ero miserabile, ma allo stesso tempo più che mai innamorato di lei. Per un lungo istante la guardai tentare di asciugarsi le lacrime dalle guance candide, poi senza più riuscire a trattenermi la strinsi forte al petto. Nella mia mente si affollavano parole, sentimenti, pensieri ma la cosa che desideravo sopra ogni altra era che lei accettasse di rimanermi accanto, che capisse che non l’avrei mai lasciata.

– Ma non lo capisci che non posso essere felice lontano da te?- sussurrai a denti stretti al suo orecchio, lei espirò piano tra le mie braccia:- Non mi importa niente di quello che dice la gente, di quello che potrebbe dire la mia famiglia, io ti voglio con me, ho bisogno di te. Il resto non ha alcuna importanza.- continuai più dolcemente, lei tremò leggermente mentre i miei sentimenti per lei spingevano nella testa al ritmo del mio cuore.

– Quindi, per favore, non dire più queste stupidaggini e lascia perdere quello schifoso di Vieri. Non sei sola, Estel, non devi per forza sopportare tutto. Sarò anche uno sbruffone, uno spendaccione, un donnaiolo, un’inaffidabile, ma sono qui per te ora, sono sempre stato qui per te.- sorrisi accarezzandole leggermente i capelli lisci e morbidi.

Le sue mani rafforzarono la presa sulle mie spalle:- Grazie. Sono una stupida.- soffiò lei meno tesa. Ero felice di averle potuto mostrare anche solo una piccola parte dei miei sentimenti, di quello che avrei fatto per lei se solo me lo avesse permesso, per il resto della mia vita. Risi piano mentre lei nascondeva il viso nel mio petto.

- Credo di avere un aspetto orribile ora.- sorrise, il suo respiro sulla pelle mi faceva impazzire:- Ho lo stomaco forte.- la canzonai inducendola ad alzare il viso per rimproverarmi.

Gli occhi erano ancora lucidi di pianto, ma il suo viso era lo stesso di sempre con quella dolcezza e grazia che mi avevano rubato il cuore:- Non sei mai stata così bella.- sorrisi facendola arrossire. Lei si schermì distogliendo lo sguardo:- Non abbiamo ancora finito con le ferite.- sussurrò prendendo una nuova garza e imbevendola nell’alcol, eppure era ancora rossa in viso.

 

Con leggerezza cominciò a tamponare un piccolo taglio sul mio petto all’altezza della clavicola sinistra, feci di tutto per sembrare naturale e affascinante ma sapevo di essere arrossito e il mio cuore batteva ancora piuttosto rapidamente.

Era strano come attraverso i suoi occhi d’oro tranquilli e concentrati potessi vedere ogni cosa in un modo totalmente diverso, come se tutto intorno a noi avesse preso ad esistere dal momento in cui le nostre strade si erano incrociate. Dal momento in cui lei era entrata nella mia vita aveva sconvolto ogni cosa, la visione che avevo del mondo, la considerazione che avevo di me stesso e di ciò che avevo intorno.

Non mi importava di soffrire, di dover lottare per tenerla accanto a me sentivo che dovevo farlo, per me, perché era la cosa migliore che mi fosse mai capitata, ma soprattutto per lei. Perché si meritava quello stesso lieto fine delle favole che mi raccontava.

Mi accorsi che le mie mani tremavano leggermente strette l’una nell’altra, ma sorrisi:

- Il mio cuore batte così forte che mi sembra di morire.- ghignai cercando di respirare. Lei arrossì violentemente fermando la mano, per un istante sentii le campane intorno a noi, come se ci fossimo incontrati solo per assistere a quel nostro momento. Lei alzò gli occhi magici sui miei e per un lungo istante nessuno parlò, l’istinto naturale fu quello di baciarla e quel pensiero non mi stupì perché ogni cosa sembrava essere andata al suo posto.

Chissà cosa pensava, cosa nascondeva dietro gli occhi preziosi e silenziosi come pietre, per un attimo mi illusi di essere nel suo cuore mentre sentivo qualcosa di misterioso tra noi accorciare le distanze tra il suo viso e il mio. Mi chiesi come sarebbe stato baciarla, come avrei dovuto farlo per non spaventarla, per non farla scappare. Ero giovane, ma sapevo che lei era quella giusta, lo sentivo nel petto, nello stomaco.

Sentii i muscoli tendersi, il cuore fallire qualche battito eppure lei rimaneva vicina, così vicina che quasi non mi accorsi di sfiorare già le sue labbra mentre ancora non riuscivamo a smettere di fissarci.

Eppure bastò un istante.

Coprii la sua bocca con la mia impedendole per un attimo di respirare, il suo corpo scottava accanto al mio, ma quando chiuse gli occhi capii quello che stava accadendo.

Solo un bacio. Niente di più, ma lo ricordo ancora nonostante siano passati quasi venti anni. Non posso scordare la sensazione che mi diede quel contatto, quel bacio candido e pulito.

   
 
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