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Autore: Black Nana    30/01/2012    5 recensioni
Questa storia è incentrata, su come l'incontro fra Soul e Maka abbia cambiato le loro vite. Sicuramente se non si fossero incontrati non avrebbero trovato qualcuno che li sostenesse nel bene e nel male e che rendesse la loro vita migliore. Maka è da poco iscritta alla Shibusen ed è in cerca di un partner. Una mattina passando nei sotterranei della DWMA, ascolta una melodia quasi ipnotica.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Black Star, Death the Kid, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Tsubaki
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Soul pensava davvero che Maka fosse cambiata, poiché non riusciva a spiegarsi come mai tollerasse maggiormente alcuni suoi atteggiamenti, probabilmente la ragazza ricambiava davvero i suoi sentimenti. Quell’accenno di un primo appuntamento gli era piaciuto parecchio, poiché aveva scoperto un aspetto della sua compagna che fino ad ora lei non gli aveva mai mostrato, la dolcezza. L’albino desiderava davvero che Maka comprendesse quanto profondo fosse il sentimento che provava per lei, perciò se doveva organizzarle un primo appuntamento degno di questo nome, avrebbe dovuto agire con stile, se proprio doveva perdere la faccia, almeno l’avrebbe persa con dignità e da maschio cool, come era solito definirsi. Era quello che più innervosiva Maka, evidentemente quello era uno di quegli atteggiamenti che lei reputava infantili e che le facevano dubitare seriamente di aver compiuto la scelta giusta restando a Death City al suo fianco. L’unico con cui si confidava era forse la persona meno adatta, eppure lui era stato il primo a capire che tra lui e la sua meister c’era qualcosa di più di una semplice amicizia.

Non si sarebbe mai aspettato che un giorno la sua ancora di salvezza in quella situazione sarebbe stato proprio lui, quello che gli aveva creato parecchi problemi, ovvero l’incarnazione della sua follia, il diavoletto rosso in doppio petto. A volte i suoi consigli non erano molto utili, infondo era pur sempre il sangue nero, ma in certe occasioni i suoi consigli gli erano davvero utili. Lui lo aveva soprannominato Antuan, poiché gli ricordava molto il suo insgnante di piano di quando era bambino. Il diavoletto non gradiva affatto, così gli rivelò che il suo nome era Red e non voleva assolutamente essere chiamato con un altro nome che non fosse stato quello. Non sopportava di essere trattato quasi come un animale, lui infondo era un essere vivente, non umano, ma vivente e voleva essere considerato come tale. Egli non riusciva a spiegarsi come Soul potesse essere così tonto, se voleva stupire Maka doveva organizzarle qualcosa di eccezionale, e chi meglio di lui poteva aiutare Soul in quell’impresa, che pareva essere impossibile data l’ottusaggine del suo “coinquilino”.

Il consiglio di Red lo aveva sconvolto, ma era davvero cool. Gli sarebbe bastato soltanto chiedere il simmetrico aiuto di quella zebra fissata con la simmetria, pieno di soldi e soprattutto molto influente e finalmente avrebbe potuto invitare Maka a cena fuori in uno dei migliori ristoranti della città, il Deathourant. Nessuno riusciva ad ottenere un tavolo in terrazza, se non dopo mesi di attesa, ma grazie al figlio del Sommo Shinigami, quel tavolo lo avrebbe ottenuto subito. Quando si recò alla Villa del Patibolo, rimase scioccato, poiché infuriava una battaglia di cuscini tra le sorelle Thompson e Ragnarock, che sotto minaccia, aveva costretto la povera Crona a partecipare a quella stramba sfida. Kid dal canto suo era sconvolto e Black*Star che lo prendeva in giro, sottolinenando la totale assenza di simmetria presente in quell’ambiente, non contribuiva di certo a migliorare la situazione. Infatti Tsubaki non era presente lì per vegliare sul proprio ragazzo, infatti era in biblioteca con Maka per terminare un progetto extracurricolare assegnato loro dal professor Stein e dalla professoressa Marie, sulle origini di Death City.

Soul rimase scioccato, quando Kid tra i suoi tanti deliri, avvenuti in camera sua, unico posto dove la simmetria era rimasta immutata ammise di voler fare un’importante proposta alla sua amata. I tre erano stati costretti a rifugiarsi in camera dello Shinigami, poiché quello era l’unico luogo dove la simmetria non era stata infranta. Proprio in quella stanza, davanti a lui e Black aveva confessato di voler organizzare una grande festa per festeggiare il suo fidanzamento con Crona. Infatti il giovane Dio della morte, voleva chiederle di sposarlo, poiché data la forza del loro amore, lui riteneva che chiederle di diventare la sua compagna per la vita, fosse la scelta giusta. L’albino non riusciva a comprendere come fosse nato quell’amore strampalato, ma erano pur sempre entrambi suoi amici e se si amavano era giusto che compissero quell’importante passo.

Forse non era molto corretto, ma era decisamente il momento giusto per chiedergli quel dannato favore, perché oramai la sua priorità era solo la felicità della sua amata Maka. Così con molta calma e pazienza, rassicurò l’amico per poi chiedergli: “Senti Kid, ho un enorme favore da chiederti e ho bisogno che tu acconsenta. Lo so non è il momento giusto, ma è necessario che tu mi presti attenzione e che mi dia il tuo aiuto. Solo tu puoi risolvere questo problema!”. Il giovane dai capelli corvini e gl’occhi d’ambra, rimase un po’ perplesso, per poi rispondere all’amico dicendogli: “Non preoccuparti Soul! Dimmi pure, farò il possibile per aiutarti, siamo amici e tra amici è normale darsi una mano quando serve. Perciò chiedimi pure questo favore e io farò il possibile per aiutarti!”. L’albino abbracciò forte l’amico per poi chiedergli: “Kid il favore è questo: Ho bisogno che tu mi prenoti un tavolo al Deathourant, per domani sera, possibilmente sulla terrazza. Lo so che sono un approfittatore, ma è molto importante che tu mi aiuti. Qui non si tratta di me, ma di Maka. Voglio offrirle un vero primo appuntamento coi fiocchi. Lei crede che io non sia serio, vorrei solo poterle dimostrare che si sbaglia, perciò ho bisogno del tuo aiuto!”.

Kid accettò immediatamente di aiutare Soul, così chiamò il ristorante e prenotò il miglior tavolo possibile per i suoi amici. Doveva assolutamente aiutarli, solo così la sua amata Crona sarebbe stata fiera di lui. La sua dolcezza e le sue premure erano per lui il dono maggiore che potesse ricevere, per questo voleva donare alla sua compagna la più grande felicità possibile, perché solo così sarebbe stato felice anche lui. Quella sera sarebbe stata la migliore in assoluto, aveva riunito i suoi amici per un’occasione speciale, che però si era premurato di tenere nascosta alla sua amata. Voleva che per lei fosse un’immensa sorpresa quella proposta di matrimonio. Doveva assicurarsi che fosse tutto perfetto e degno di lei, che aveva reso la sua vita decisamente più simmetrica e degna di essere vissuta, ma soprattutto il suo merito maggiore era stato quello di renderlo per la prima volta completo.

Ammirava la sua decisione e la sua dolcezza, soprattutto perché con quella rivelazione, le aveva decisamente migliorato la giornata. Lo studio e le faccende di casa erano faticosi, ma quella notizia le aveva decisamente migliorato la giornata. Non solo quella sera avrebbero festeggiato il fidanzamento della sua più cara amica, ma soprattutto la sera successiva avrebbe cenato nel miglior ristorante della città. Tutto grazie a lui. Maka non sarebbe mai potuta essere più felice di com’era quel pomeriggio. Dopo aver ricevuto la splendida notizia da Soul lo abbracciò come mai prima di allora e l’albino rispose di conseguenza, prendendola fra le sue braccia e rubandole un bacio a fior di labbra.

La serata era stata piuttosto tranquilla, e Kid si era premurato di chiedere a Crona di sposarlo, senza che nessuno li intralciasse. Per Kid quello era un passo importante e conoscendo la sensibilità e la timidezza della sua fidanzata, la accompagnò in camera sua e dolcemente le propose di sposarlo. Inizialmente la meister dai capelli rose ebbe un attimo di puro terrore, poiché non sapeva come comportarsi in tale circostanza, ma poi intervenne la sua arma, nonché scurrile ed irascibile “coinquilino” a risolvere la situazione. Non gli ci volle molto per convincere la sua partner, che se era attratta dalla fottutissima zebra fissata colla simmetria, era giusto che accettasse di sposarlo, se lei era innamorata di lui perché avrebbe dovuto essere terrorizzata dall’idea di sposarlo? La giovane comprese quale fosse il suo desiderio ed accettò la proposta dello Shinigami, che mai prima d’allora era stato così felice.

Il mattino dopo il risveglio era stato tranquillo per tutti o per quasi tutti. Infatti Soul si era svegliato cadendo dal letto, accompagnato da una serie di rumori molesti provenienti dalla cucina. Svegliarsi in quel modo era decisamente poco cool, soprattutto per il genere di sogno che aveva fatto. La sua mente aveva immaginato di poter osservare la piccola Maka in desabigliè, senza essere disturbato. La sola idea per lui rappresentava un’utopia, sia per la visione “celestiale” che per il trattamento alquanto doloroso che avrebbe ricevuto dall’oggetto delle sue attenzioni, o meglio dalla persona a cui rivolgeva le proprie attenzioni. Infatti in sogno, veniva scoperto e malmenato per poi essere spedito con un calcio fuori dalla finestra. Osservata la sveglia che riportava le 12 in punto, si arrese all’idea di doversi alzare e raggiungere la cucina per scoprire cos’altro, oltre alla caduta avessero rovinato il suo sonno. Quando entrò in cucina, per poco non gli venne un colpo.

Maka era appena tornata da un’estenuante corsa di 5 kilometri, per poter scaricare le troppe energie accumulate in quei giorni. Era tardi e doveva incominciare ad organizzarsi per il pranzo, altrimenti Soul al suo risveglio, che probabilmente sarebbe avvenuto entro un’ora circa, non avrebbe trovato nulla in tavola. Conoscendo il suo coinquilino, sapeva che quando dormiva fino a tardi si svegliava sempre molto affamato e pretendeva di poter almeno iniziare a mettere qualcosa sotto i suoi denti aguzzi da squalo. Così stanca e sudata, con addosso solo una corta canotta nera, che le lasciava scoperto l’ombelico, e dei semplici leggins bianchi leggermente trasparenti, lunghi fino a poco sotto il ginocchio, stava iniziando ad organizzarsi per il pranzo. Mentre era intenta a sistemarsi, si sentì improvvisamente stringere da dietro. Il calore di quella stretta misto alla dolcezza ed al profumo di menta erano dei chiari indizi su chi la stesse abbracciando. Ogni volta si stupiva della dolcezza di Soul, ma in quell’occasione più che stupirsi per le attenzioni che le rivolgeva, si sorprese più di quanto si fosse mai immaginata quando il suo sguardo smeraldino incrociò quello fiammante di lui. Il suo viso andò a fuoco quando si accorse che l’albino addosso aveva solo un paio di pantaloncini da basket neri.

Vestita così Maka era davvero sensuale, gli faceva un effetto totalmente diverso dal solito. Sensuale. Quel termine accostato a Maka per tanti anni gli era parso assurdo, ma ora non era poi così inverosimile. Era cresciuta e anche parecchio e le sue curve erano tutte al punto giusto. Il leggins bianco semi trasparente e la canotta, che lasciavano intravedere le gambe ed il decoltè della ragazza, erano decisamente uno spettacolo molto gradito per gl’occhi dell’albino. Non resistette alla tentazione e la abbracciò da dietro, per poi stringerla sensualmente tra le sue braccia. La reazione della ragazza lo fece ghignare di soddisfazione. Era arrossita come un pomodoro. Voleva riuscire a far comprendere a Maka quanto desiderio nutrisse nei suoi confronti. Consocendo la sua partner, sapeva di dover procedere con i piedi di piombo, in quanto non solo lo avrebbe riempito di botte, gli avrebbe dato anche del maniaco pervertito ed allora la situazione sarebbe stata irrisolvibile. Quella era un’opzione decisamente poco cool. Così decise di mettere a suo agio la ragazza che stringeva tra le braccia, baciandola prima dolcemente e poi quando ebbe sondato la possibile reazione della compagna, divenne più passionale.

Una volta separatisi, le rivolse un dolce sorriso e la posò in piedi di fronte a lui. Messa giù la compagna le si avvicinò e le sussurrò con voce roca, ma con un’evidente dolcezza ed una punta di sensualità, mista ad un pizzico di malizia le disse: “Sai Maka, devo ammettere che vestita così non sei niente male! Devo ricredermi, allora un po’ d’attrattiva ce l’hai anche tu a quanto vedo. Le gambe e il sedere di sicuro. Sai, mi sbagliavo, infondo non sei messa così male, dovrò rivedere le mie considerazioni, non sei più una senza-tette!”. Detto ciò le baciò una guancia e filò dritto in camera sua a rifare il letto ed a riordinare la stanza.

Maka rimase senza parole quando Soul la lasciò rossa in volta e totalmente sconvolta, per andarsene in camera sua. Assurdo, semplicemente sconvolgente. Da quando Soul era così strano nei suoi confronti. Era la prima volta che le si rivolgeva così. Gatta ci covava, qualcosa gli era successo e lei doveva scoprire la causa di quello strano comportamento del ragazzo. Se di gatti si doveva occupare, c’era solo uno di loro, o meglio una di loro, che sebbene a malincuore, le avrebbe fornito le risposte che cercava. Blair. La colpa era sua, o meglio, lei era l’unica che poteva darle una mano in quella bizzarra situazione che si era verificata poc’anzi. Non avrebbe mai pensato di rivolgersi proprio alla sua coinquilina, ma a mali estremi occorrevano estremi rimedi. Quello di Soul era un male estremo che andava drasticamente corretto, perciò la sua unica scelta era quella di rivolgersi alla stregatta. Non l’aveva mai considerata un’amica, anzi era stato a causa sua se Soul ci aveva impiegato molto più del previsto per diventare una Death Scythe. In quel caso però una sua consulenza l’avrebbe aiutata non poco a gestire quella situazione complicata.

Blair dopo un’estenuante serata di lavoro ed una nottata trascorsa ad intrattenere la Falce della Morte, era davvero esausta ed in barba agl’impegni si era addormentata. Era consapevole che al suo risveglio Maka se la sarebbe presa a morte con lei, ma era preferibile dormire e non fare danni, piuttosto che distruggere tutto con la stanchezza addosso. Sfortunatamente il suo sonno fu interrotto da un profumino, che però le provocò un immenso sorriso. Infatti sul tavolino del salone erano stati sapientemente serviti da Maka una ciotola di latte fresco e un piatto di sardine, le pietanze predilette dalla gatta nera. Riprese la sua forma umana per gustare meglio lo squisito pranzetto che le era stato servito dalla sua coinquilina, che qualche secondo dopo comparve dinnanzi a lei con un’espressione alquanto sconvolta. Era raro vederla con quell’espressione, perciò la invitò cordialmente a sedersi accanto a lei affinchè le rivelasse cosa la tormentava.

Maka non aveva mai considerato Blair come una possibile confidente, ma in quel caso era l’unica su cui potesse contare. La ragazza dai capelli viola, conosceva bene Soul e sapeva come interpretare i suoi svariati atteggiamenti. Il tempo in cui l’aveva odiata perché rappresentazione del suo fallimento e per la sua mania di corteggiare l’albino, si era concluso da un po’ di anni. Dopo l’esperienza del libro di Eibon l’aveva vista sotto una luce diversa. I suoi costumi erano discutibilissimi e la strana relazione che aveva con Spirit non migliorava la considerazione che aveva di lei, ma nonostante ciò l’aveva accettata per ciò che era. Blair domandò alla piccola bionda cosa la turbasse: “Maka-chan, che ha combinato Soul-kun stavolta? Dalla tua espressione direi qualcosa di grosso!”. Ovviamente la strega felina aveva perfettamente centrato il punto, ma come al solito la maestra d’armi cercò di portarla fuori strada: “Cosa ti fa pensare che c’entri lui?”. Sarebbe stata convincente se il suo viso non si fosse tinto di un delizioso rosso fragola, che strappò a Blair un sorriso divertito: “Ok Maka-chan, adesso ti decideresti a dirmi che ha combinato Soul-kun?”. La ragazza dagl’occhi verdi si arrese alla coinqulina felina e le raccontò per filo e per segno quanto accaduto prima: “Mi ha mandata in confusione! Mi ha abbracciata da dietro, mi ha sollevata e poi mi ha baciata in modo poco consono. Fin qui è abbastanza normale trattandosi di quel tonto! Quello che ha detto dopo mi ha scioccata! Ha detto qualcosa del tipo… Sai Maka, devo ammettere che vestita così non sei niente male! Devo ricredermi, allora un po’ d’attrattiva ce l’hai anche tu a quanto vedo. Le gambe e il sedere di sicuro. Sai, mi sbagliavo, infondo non sei messa così male, dovrò rivedere le mie considerazioni, non sei più una senza-tette!”.

Blair aveva immediatamente compreso il significato delle parole dell’albino, infondo non ci voleva molto per trovare la risposta. Soul era attratto da Maka, ma questo lei lo aveva sempre saputo, l’unico problema era l’evoluzione di quella sensazione. Già, l’albino voleva che la sua partner si sentisse apprezzata e potesse percepire tutto l’affetto che nutriva nei suoi confronti e quanto effettivamente la desiderasse accanto. Così la risposta che doveva alla sua coinquilina non si fece attendere: “Semplice Maka-chan! Io non gli ho fatto nessun incantesimo, quella che lo ha stregato sei tu! E’ attratto da te carina!”. Dopo aver chiarito alla ragazza accanto a lei il suo dubbio, scoppiò in un’altra sonora risata quando il viso di lei andò a fuoco e le si rivolse in malo modo: “Ascoltami gatta dei miei stivali, sono stufa di te! Ho accettato che tu abbia avuto una strana relazione con Soul, sopporto di vederti accanto a mio padre, mentre fate i vostri strani giochetti, ma questo non lo tollero! Fa tornare Soul normale o giuro che entro domani ti caccio di casa!”. Maka era proprio cieca, a tal punto da non riuscire nemmeno ad accorgersi dei sentimenti del ragazzo che tanto le stava a cuore. A chiarire la faccenda ulteriormente c’avrebbe pensato lui.

Maka entrò in bagno sbattendo la porta molto violentemente. Proprio non sopportava quei loro atteggiamenti. Negl’ultimi tempi si domandava se avesse fatto bene a restare a Death City accanto a lui, piuttosto che servire Shinigami a Londra, istruendo una nuova arma senza maestro che aveva tutten le carte in regola per diventare una Death Scythe. Era stata stupida come sua madre, poiché aveva preferito l’amore al lavoro. Mentre era sotto la doccia, scippiò in un pianto di rabbia. Perché Soul doveva essere così idiota, perché non cercava di essere più chiaro, ma soprattutto perché continuava a prenderlo in giro, era un mistero. Non era mai stata sfiorata dall’idea che Soul avesse apprezzato i cambiamenti fisici che aveva subito nel corso del tempo. Ripensando alle parole di Blair dubitò di se stessa e le lacrime di rabbia sgorgarono più forti. Possibile che non riuscisse a fidarsi di Soul? Lei lo amava allora perché dubitava delle sue parole? Possibile che non riuscisse ad accettare l’idea che gli piacesse relamente? Di quei suoi dubbi in futuro avrebbe riso assieme al diretto interessato, perché tanti altri sarebbero stati i dolori, ma con essi ci sarebbero state le gioie. Ma di questo narreremo quando sarà il momento opportuno, per ora basti sapere che una volta uscita dalla doccia Maka decise di ignorare quanto accaduto e riprendere a rapportarsi con Soul normalmente.


N.D.A: Salve gente come andiamo? Ok sono palesemente in ritardo di otto giorni, davvero non volevo

fare così tardi, ma purtroppo ho avuto gravi problemi tecnici. Giuro che cercherò di tornare ad essere

puntuale con le storie. Allora nel precedente capitolo Soul e Maka hanno avuto una specie di primo appuntamento che a quanto pare vi è piaciuto. Ho cercato di seguire i vostri consigli, ma non ci sono riuscita al meglio, ma nei prossimi cercherò di seguirli al meglio. In questo capitolo Soul ha iniziato a capire che se vuole dimostrare a Maka che le sue intenzioni sono serie, deve farle capire pre bene cosa prova. Rileggendo i capitoli precedenti mi sono accorta che in certi punti non ho rispettato i caratteri originali dei personaggi e per questo mi scuso. Qui invece credo che Soul sia molto IC, o almeno credo. beh che dirvi di più, se non che spero vi piaccia. Vorrei aggiungere una piccola precisazione, questo è in parte un capitolo di transizione, perchè presto ci sarà il vero primo appuntamento tra Soul e Maka e allora ne vedrete delle belle, parola di Black Nana.


   
 
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