Crossover
Segui la storia  |       
Autore: LarcheeX    02/02/2012    1 recensioni
Voldemort è tornato. Servendosi dell’alleanza di un potentissimo mago di nome Aster e la baldanzosa e fiera astuzia di un mezzodemone ambizioso di nome Naraku cerca la porta per l’Abisso, Kingdom Hearts, per poter controllare il destino di ogni essere vivente e giungere ad un’incrollabile immortalità.
Liberando il demone Sesshomaru, Rin è costretta a rintracciare le altre Principesse del Cuore per impedir loro di aprire l'Abisso. Maka e Tsubaki, studentesse di Hogwarts, vengono contattate da un misterioso Shinigami per catturare l'anima di un utilizzatore illegale di Death Note. Claire deve catturare un risvegliato maschio. Sora deve uccidere l'Organizzazione XIII. La ribellione è in atto.
Cosa potete trovare qui:
Harry Potter, Inuyasha, Kingdom Hearts – Chain of Memories, Kingdom Hearts II, Saiyuki, Le Cronache del Mondo Emerso, Pandora Hearts, Soul Eater, Twilight saga (non adatto ai fan), Claymore, Death Note, qualche comparsa di Toradora!, Kuroshitsuji e Omamori Himari.
Buona lettura.
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Libri, Videogiochi
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

11 years later…

1. Il triumvirato dei mezzi.

 

“Sei sicuro di quello che fai?” chiese Sephiroth, guardandolo dall’alto della sua invidiabile statura. Rise: “Non ti preoccupare, mio caro Sephiroth. Non posso certo tirarmi indietro, ora che sono qui.”

Le due figure, una alta e muscolosa, l’altra piccola e quasi invisibile nella notte, seguite da altre quattro che non si riuscivano a definire per il mantello, si diressero con rapidità verso l’ingresso secondario del Ministero della Magia.

“Che squallido.” Commentò l’uomo dai capelli argentati: “Un’entrata in un bagno.” Ma, nonostante quanto avesse detto, infilò senza proteste i piedi nella tazza e tirò la catena, seguito dalla piccola figura che si celava ancora dietro un cappuccio di una tunica nera e rossa.

“Che schifo!” squittì una voce acuta e querula scappata da sotto uno dei quattro mantelli, e il proprietario di quella schifata esclamazione fece un passo indietro. Un altro degli ammantati lo minacciò con qualcosa di molto simile ad una spada: “Muoviti.” Gli altri due sembrarono voler difendere il primo, ma la figura in tunica li redarguì con voce dura: “Non è il momento di litigare, e per quanto non possiate andare d’accordo dovete collaborare. Riku, riponi immediatamente la tua arma, prima che qualcuno ti veda.”

Gli ordini giunsero secchi e senza possibilità di replica agli orecchi dei quattro, che, riposto ogni bollente spirito, entrarono nei bagni e tirarono la catena.

Trovarono Sephiroth e una vecchia donna ad attenderli. La donna era davvero molto vecchia, sembrava doversi sgretolare tra le sue rughe da un momento all’altro, ma nei suoi occhi ancora traspariva ciò che si poteva definire energica e spassionata determinazione.

“Sono Bellatrix Lestrange.” Si presentò: “Il Signore Oscuro mi ha incaricato di portarvi nella sala del consiglio.”

Sephiroth, da brava guardia del corpo del proprio padrone, si guardò intorno per captare pericoli ma, a parte l’aura maligna che permeava ormai su tutto il mondo magico, non rilevò nulla. La figura con la tunica aspettò che il suo sguardo si facesse più tranquillo, poi disse: “Va bene.”

Camminarono attraverso le sale lignee del Ministero della Magia con una sorta di aria d’attesa che spirava dai loro corpi, mista anche alla curiosità degli impiegati che si affaccendavano attorno a loro.

Procedettero in silenzio e in fila indiana per tutto il percorso fino alla sala del consiglio, e lì furono introdotti da qualche parola di Bellatrix, poi fu permesso loro di entrare.

Era una sala circolare piuttosto grande con un soffitto altissimo, quasi invisibile, verso il quale sembravano volersi protendere le otto gradinate sulle quali avevano già trovato posto una decina di persone, in attesa. Quelli dovevano essere i principali generali del Signore Oscuro.

C’era un uomo in particolare che attirò la sua attenzione: era completamente ammantato da una folta e bianca pelliccia di babbuino e sedeva scomposto, con i piedi appoggiati sul tavolo. Doveva essere abbastanza importante, per potersi sistemare in una tale maniera senza ricevere un ammonimento.

Voldemort stava al centro della prima scalinata, su uno scranno intarsiato, e guardava con interesse il piccolo gruppo di persone che si era affacciato alla porta. Aveva capito che quello che doveva essere il capo era anche quello apparentemente più piccolo e fragile di statura, e cercò di capire di quale potere fosse capace per ottenere l’obbedienza di un guerriero come quello dai lunghi capelli argentati, che tutto sembrava tranne qualcuno incline alla cieca sottomissione.

Anche l’uomo dalla pelliccia di babbuino, da sotto il cappuccio peloso, sebbene sembrasse, dalla posizione, qualcuno con poca voglia di lavorare e concentrarsi, cercò di focalizzare chi era venuto a visitarli così all’improvviso. Voldemort si accorse della sua reazione, e avrebbe voluto chiedergli cosa ne pensasse, ma si rivolse invece al proprio ospite: “Chi sei?”

Lui per tutta risposta si cavò il cappuccio, mostrando il proprio liscio volto di impubere circondato da una folta chioma di capelli blu e pieni di boccoli che cadevano su due iridi smeraldo.

A quella vista l’uomo con la pelliccia di babbuino cominciò a ridacchiare, mentre Voldemort, irritato sia da quella risata profonda che dal fatto di essere stato disturbato a riunire il consiglio per uno stupido ragazzino, esclamò: “Non ho intenzione di sprecare il mio tempo a subire le chiacchiere di un moccioso! Aria!”

Il ragazzo non si lasciò intimorire dalle sue parole e, anzi, sorrise. Ma c’era qualcosa di terribilmente spaventoso nel suo sorriso, tanto che l’uomo che prima rideva smise immediatamente. C’era qualcosa di perverso e contorto in quel sorriso all’apparenza così innocente che il silenzio si fece così fermo da risultare soffocante.

Soddisfatto per aver conquistato l’attenzione del suo importante pubblico, cominciò a parlare: “Il mio nome è Aster e, a dispetto di ciò che dice il mio aspetto, ho quarantasette anni.”

Il silenzio di fece imbarazzato e curioso. Un uomo piuttosto anziano dai capelli color platino strabuzzò gli occhi. Aster continuò il proprio discorso: “Sono un mago che ha deciso di non andare ad Hogwarts né ad altre scuole di magia per sviluppare da autodidatta il proprio potere, e vengo qui a proporre un’alleanza.”

“La cosa si fa interessante.” Commentò l’individuo impellicciato, levando i piedi dal tavolo e posando un gomito sulla scrivania, ancora seduto di sbieco. La sua voce era così profonda da risultare distorta, ma quasi nessuno ci fece caso, tanto erano abituati a sentire quel modo di parlare in cui qualsiasi cosa fosse stata detta sarebbe risultata spaventosa.

“Non accetto alleanze con chicchessia.” Sibilò il Signore Oscuro, ancora diffidente. Aster ebbe modo di allargare il suo sorriso: “Oh, ma avrete tempo per esaminare le mie straordinarie qualità, dopo che avrò parlato.” Si godette appieno la reazione alle proprie parole, poi tornò serio e cominciò a spiegare il proprio contratto: “So che voi state cercando di aprire l’Abisso con le vostre forze, ma io potrei collaborare con voi, dato che serve un mago abbastanza potente da incanalare tutta la magia che fuoriuscirà dalla Porta.” ammiccò a Voldemort: “So anche che voi volete rinascere per davvero, dato che ora la vostra esistenza è legata a uno Shinigami. Io potrei perfino tagliare questo contatto tra voi e il vostro tutore del mondo dei morti.”

Voldemort, si alzò, irato e punto sul vivo su quanto riguardava la sua terza esistenza sulla Terra: “Come hai fatto a radunare così tante informazioni, lurido mezz'elfo?”

Uno degli incappucciati al servizio di Aster fremette, sapendo che il proprio padrone avrebbe resistito a tutto tranne che a quell’insulto, e strinse la mano al suo compagno. Sephiroth posò la mano sull’elsa della spada, pronto a sedare una qualsiasi esplosione sia dalla sua parte che da quella avversaria.

Aster chinò il capo, e, quando lo rialzò, il suo sguardo affabile e conciliante risultò trasformato in una rabbia incontenibile e furibonda, con così tanto veleno da domare con un’occhiata il Platano Picchiatore, una rabbia che lasciava presagire solo una morte tra le più atroci, uno sguardo tanto spaventosamente tenebroso da far tremare un momento la sicurezza di Voldemort, così temibile che perfino le mura sembravano voler crollare. Ma la cosa davvero preoccupante era l’aura di magia che si stava alzando da quel corpo all’apparenza fragile e minuto: nemmeno Voldemort era capace di tanta nera e nefasta capacità magica. Tutto quello che un mago ordinario possedeva – concentrazione, potere magico e buoni riflessi – in quella manifestazione di potere risultavano centuplicati e resi ancora più terribili dal largo uso di magia nera che ormai permeava ogni fibra dei suoi riccioli color crepuscolo, ogni muscolo e ogni singolo neurone che si nascondeva dietro a quei tanto affascinanti occhi verdi.

Voldemort scese dal suo scranno e si precipitò di fronte ad Aster, facendo intendere che non si sarebbe certo fatto scoraggiare da quella straordinaria manifestazione di malvagità, perché infondo lui era capace delle stesse cose. Il fatto era che, seguendo il consiglio di quel ragazzino, aveva partorito l’idea di rinascere davvero, ma in un modo tutto suo: avrebbe sfruttato al massimo il suo potenziale magico e poi, al momento giusto, lo avrebbe assorbito come aveva fatto con la Strega Bianca.

“E, in cambio di questa generosa disponibilità tu cosa desideri?”

L’aura magica sparì all’improvviso, domata a perfezione: “Due cose: voglio che facciate sterminare tutti i mezz'elfi non ancora morti.” Silenzio: “Poi, a Hogwarts, una studentessa è un mezz'elfo ma ancora non è stata riconosciuta, dato che si tinge i capelli: il suo nome è Nihal Fromthewind. Sono stato costretto da una maledizione, la stessa che mi tiene il corpo in questo stato, a un destino uguale al suo, quindi se lei muore muoio anch’io.”

“Bella magagna.” Commentò il tipo avvolto nella pelliccia, avvicinatosi con un balzo. Aster cercò di individuare almeno gli occhi di quel nuovo interlocutore ma, trovando solo il buio di un cappuccio, si rivolse di nuovo a Voldemort: “Lei è la Sheireen dei mezz'elfi, e la sua missione è uccidere me. Come la mia missione è uccidere lei. Voglio un modo per rompere questa maledizione, dato che non può essere spezzata dal diretto interessato.”

Voldemort guardò velocemente il suo alleato nascosto dal mantello bianco, dopodiché, avendo intuito un cenno d’assenso, disse, con voce chiara: “D’accordo. Ti nomino secondo in comando.”

Sephiroth sembrò borbottare qualcosa a riguardo del secondo in comando, ma non disse nulla di particolarmente udibile.

“Loro chi sono?” chiese Voldemort, indicando i quattro incappucciati e Sephiroth. Aster mosse una mano per invitarli ad avvicinasi: “Lui” e posò una mano sul braccio dell’uomo dai capelli d’argento: “è la mia guardia del corpo. Starà ovunque io sarò, quindi non proverete nemmeno ad allontanarlo. Mentre loro” e lì i quattro si levarono il cappuccio, mostrando i volti di un giovane dai capelli chiarissimi, e tre ragazzi molto simili tra loro, uno basso con una lunga treccia nera, uno mingherlino ed effeminato e un uomo dai capelli a spazzola. “sono Riku, Bankotsu, Jakotsu e Suikotsu, apprendisti.” Poi guardò l’interlocutore che ancora giaceva nell’anonimato, in attesa di una presentazione.

“Oh, giusto.” Ridacchiò lui, alzando un braccio per levarsi il cappuccio, mostrando un viso d’alabastro incorniciato da una lunga chioma corvina mossa come il cupo vento della notte più fredda, un viso dalla sfumatura di perfida ironia sul quale spiccavano due braci rosse dall’anima calcolatrice e avida di potere. “Io sono Naraku, e sembra che saremo colleghi.” Si presentò, con un ghigno per niente rassicurante. Aster ricambiò con un sorriso ugualmente pericoloso.

Voldemort non poté non pensare che si era scelto due alleati assai potenti e utili, ma che avrebbe anche dovuto concentrarsi per captare ogni minimo movimento, perché di doppio gioco ne aveva già subito uno e di sicuro non voleva fare la stessa fine.

La camera del consiglio, dopo qualche minuto e un secco ordine di Voldemort, si svuotò delle altre, inutili persone che avevano svolto solo la funzione di muti spettatori, lasciando i tre componenti di quel pericoloso triumvirato da soli a squadrarsi.

Persino Sephiroth fu congedato, anche se rimase a vegliare fuori dalla porta mentre gli altri quattro venivano scortati alla mensa da Bellatrix, e appoggiò un orecchio alla porta per captare qualsiasi segnale di un litigio.

“Sei un demone?” chiese Aster a Naraku, che era tornato a sedersi in maniera scomposta su una delle scalinate, liberandosi dell’impiccio del mantello lanciandolo sullo scranno del Signore Oscuro.

Lui non rispose subito, prima di proferir parola si passò una mano in un punto preciso del polso, come a voler controllare la presenza di qualcosa. Stava per rispondere, ma il suo superiore lo anticipò: “È un mezzodemone.”

Lo sguardo del diretto interessato si posò con ira sul volto bianco di Voldemort, ma non disse nulla.

I due maghi cominciarono a discutere sulla maledizione che incombeva sul nuovo adepto, cercando di carpirne i punti deboli senza entrare troppo nel particolare, e ben presto si persero in discorsi banali su bacchette e fabbricanti.

Naraku, invece, sembrava tutto assorto nelle proprie valutazioni: “Un mezz'elfo” alzò l’indice, con un sorriso misterioso, ammiccando ai propri alleati che erano stati interrotti dalla sua penetrante voce: “Un mezzodemone.” E alzò il medio, a formare un vittorioso due: “E un mago mezzosangue.” E a quel punto, alzando l’anulare, fissò lo sguardo sull’uomo a cui aveva giurato fedeltà: “Curioso che siamo noi a voler purificare la razza, no?”

Aster valutò con scarso interesse la constatazione del nuovo collega, provando a indagare più che altro sulla sua vera natura: gli era parso infatti che quell’essere dagli occhi rossi fosse un attore, che recitasse mille parti e che si divertisse a confondere la gente con i suoi volubili modi di fare, e che non avesse punti deboli proprio per quello. Quale sarebbe mai potuto essere il suo obiettivo?

 

Quando le tre metà

Si uniranno

L’oscurità

Divorerà

I sette cuori

Della luce.

-

-

-

-

-

-

-

-

ed è qui che mi domando: c'è qualcosa che non va nella storia? come mai nessuno tiene a lasciare commenti? D:

dunque, qui i cattivoni sono stati presentati >:D c'è Naraku, c'è Aster, c'è Sephiroth, c'è Voldemort e io sono tanto felice :DD (Larchy non ha mai tifato per i cattivi. noo) se all'inizio può sembrare lento, vi garantisco che poi prenderà una bella piega u.u

vorrei inoltre ringraziare ReMShipping e Targul per aver messo la storia nelle seguite. grazie ^^

se volete inserire un personaggio che vi sta a cuore, se non l'ho già fatto lo farò.

sayonara!

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: LarcheeX