N.B.: questa è la ri-pubblicazione di una storia che ho già pubblicato e che per errore si è cancellata!
"Attirerò le persone a me. E allora... allora saranno loro a creare il mio mondo!".
Un piccolo sogno e il suo innocente desiderio di vivere. Ma cosa si intende con "saranno loro a creare il mio mondo?". Qual è il mistero legato alla voce del piccolo sogno? Quale strada macchiata di rosso (ma anche di blu, verde e giallo) stanno per percorrere cinque amici?
E soprattutto, saranno ancora amici o si volteranno le spalle a vicenda?
Troverete queste risposte nelle stanza di una vecchia casa, tra carte da gioco, rose e castelli reali, nella più nera delle notti.
Genere: Dark, Mistero, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaito Shion, Len Kagamine, Meiko Sakine, Miku Hatsune, Rin Kagamine
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 6 - Sogni
d'oro
Il fuoco ardeva
di nuovo nel caminetto, e di nuovo illuminava i quadri e gli specchi
appesi alle pareti.
I bambini si guardarono intorno, storditi. Avevano male alla testa. Un
attimo prima erano in un mondo strano... la casa si era trasformata in
un posto rosso, blu, verde e giallo, catapultandoli in fretta tra sogno
e follia... un posto che li aveva uccisi. Com'era possibile che fossero
di nuovo lì
tutti e
cinque?
La nonna era, esattamente come la sera prima, seduta sulla sua sedia a
dondolo, gli occhi che sorridevano da dietro le lenti degli occhiali.
"Oh, ciao, bambini", li salutò. "Siete... tornati".
Era tutto uguale alla sera precedente. Uguale a prima della storia del
piccolo sogno...
"Ho... ho capito!", mormorò Len. "E' stato tutto un sogno!
Vero, nonna? Non ci hai mai letto la storia del piccolo sogno, non
siamo mai andati di sopra, ci siamo addormentati qui... vero?".
La nonna sospirò, e qualcosa nel suo sospiro la cambiò. Improvvisamente
nei suoi occhi c'era un che di diverso. Si alzò dalla sedia
a
dondolo e uscì dalla stanza chiudendosi la porta alle
spalle, senza dire una parola.
"Len, se è stato solo un sogno, allora abbiamo sognato le
stesse
cose", gli disse Kaito cupamente. "Anche io ho sognato la storia del
piccolo sogno, e anche io ho sognato che siamo andati di sopra".
"Anche io", si unì timidamente Rin.
"Beh, Rin", tentò di ragionare il fratello, "è
normale che i gemelli facciano sogni simili".
"I gemelli sì, gli amici no", gli ricordò Kaito.
Diede
uno sguardo preoccupato a Meiko e Miku, che se ne stavano in disparte a
fissare il pavimento, i volti corrucciati... quasi arrabbiati. "Secondo
me non si è trattato di un sogno. In un qualche modo,
è
accaduto davvero", finì.
"Ma eravamo tutti morti!",
gli ricordò Len. "E' stato per forza un sogno".
"Magari non eravamo morti sul serio...", tentò Rin.
"Oh,
sì che siete morti sul serio, bambini miei", disse una voce a tutti
ben nota. "E vi dirò di più: tutto
questo non è stato
un sogno, tutto questo è
un sogno. Voi state semplicemente ancora sognando".
"Piccolo
sogno!", esclamarono i cinque all'unisono. Si guardarono intorno, ma
del fantasmino bianco non c'era traccia. C'era solo la nonna, in piedi
sulla soglia della porta, con in mano il libro di fiabe. Era andata di
sopra a prenderlo...
Il primo a capire fu il piccolo Len, uno dei bambini più
intelligenti che si fossero mai visti. Spalancò la bocca, ma
non fu in grado di emettere alcun suono. Poi, anche Kaito
realizzò, ma sul suo viso non apparve alcuna emozione. Il
suo sguardo si limitò ad incupirsi.
Fu Rin a decidersi a prendere la parola:
"Nonnina, sei tu il piccolo sogno, non è vero?".
La nonna sorrise, e tutti poterono riconoscere quel sorriso. L'avevano
già visto tante volte sul volto tagliato da una cicatrice di
un piccolo spettro bianco...
"Ma brava,
Rin. Non è esatto, però. Mi sono impossessato della
cara nonna, perché avevo bisogno di voi. Ora, grazie a voi,
ho tutto quello che desideravo".
"Tutto quello che
desideravi?", ringhiò Kaito. "Ci hai uccisi! Ci hai usato
come bestie da macello! Hai compiuto un... un sacrificio umano!".
"Senza che noi ne sapessimo niente!", si unì Len.
"Bambini
miei. Non ditemi così, vi prego. Lasciate che vi spieghi.
Voi siete entrati nel mio mondo quando vi siete addormentati. Vi
starete chiedendo come mai, se state tutti sognando, non vi siete mai
incontrati prima d'ora. Ho semplicemente fatto entrare nel sogno prima
Meiko, poi
Kaito e poi Miku, mentre Len e Rin ci erano già entrati da
soli. Avete portato al mio mondo tanti aspetti positivi e negativi del
vostro. Ogni singolo filo d'erba, ogni atomo dell'aria che
respiravate lo stavate portando voi stessi, senza
accorgervene.
Era una creazione del vostro inconscio. E ogni volta che i vostri
sentimenti erano troppo
forti,
nasceva una rosa. Mi
avete portato cose meravigliose, ma se vi avessi tenuti in vita prima o
poi vi sareste svegliati, e ciò che mi avevate regalato si
sarebbe dissolto. L'unico modo per far sì che non vi
destaste mai era che io, il vostro stesso sogno, vi uccidessi,
rivoltandovi contro ciò che proprio voi mi avevate portato.
Così facendo, i vostri corpi continueranno a vivere e a
dormire nella vostra stanza da letto al piano di sopra, ma in uno stato
simile al coma. Non si sveglieranno mai più, e quando
avrò finito con questa spiegazione, nemmeno voi esisterete
più all'interno di questo sogno. Restarà solo
ciò che mi avete regalato.
Per i miei cari Len e Rin, invece, è diverso. Non volevo
stare tutto solo nel mio mondo, continuando ad uccidere le persone che
lo visitavano. Avevo bisogno di compagnia, e ho capito subito che voi
due gemelli eravate proprio chi faceva il caso mio. Ma se vi avessi
uccisi io, vi avrei persi!
Dovete sapere, però, che io sono un sogno speciale, diverso
da tutti gli altri. Avete presente quando, in un sogno qualsiasi,
qualcuno vi uccide? Che cosa succede?".
"Ci si sveglia?",
azzardò Rin.
"Esatto,
Rin! Ci si sveglia. Ma non quando il sogno in questione sono io. Se
qualcuno vi uccide mentre siete all'interno del mio mondo, sono solo i vostri corpi
addormentati a
morire. E se solamente i vostri corpi muoiono, voi invece, che
siete le menti, le anime...
continuerete a vivere per sempre nel mio mondo".
I gemelli si
scambiarono un'occhiata terrorizzata.
"Chi... chi ci ha ucciso?", chiese Len. Ricordava di quando Rin aveva
detto di averlo visto ricoperto di sangue, ricordava di quando la mano
di vecchia era uscita dallo specchio e aveva quasi afferrato sua
sorella, ricordava la visione istantanea che aveva avuto di correre per
il cimitero con Rin in braccio. E soprattutto ricordava che, nonostante
tutto questo, avevano continuato a vivere. Erano state delle morti
istantanee... non se ne erano nemmeno accorti...
Il cuore del bambino si ghiacciò quando vide gli occhi di
Miku e Meiko, fino a quel momento zitte e in disparte, illuminarsi di
cattiveria, e due sorrisi malvagi nascere sui loro visi.
"No...", mormorò. "Come... come...".
"Eravate nostre amiche!", urlò Rin disperata, accorgendosi
anche lei dell'espressione delle due bambine. "Ci avete
traditi, ci avete uccisi! Perché?!".
"E' stato il piccolo sogno a dirci di farlo", si giustificò
Miku, mantenendo il ghigno.
"Ma perché gli avete obbedito?!".
"E' semplicissimo", rispose Meiko, indurendo l'espressione fino a
guardare i due gemelli come nemici mortali. "Il piccolo sogno ha deciso
di lasciarvi vivere. Noi invece eravamo destinate a morire. Non
è ingiusto? Dovevate morire anche voi. Il piccolo sogno ci
ha detto di uccidervi, e noi non abbiamo atteso un momento di
più".
"Non posso crederci". Len era allibito. "Ci avete uccisi per... per invidia?!".
"Non è una motivazione più che
legittima? Io ero una bellissima regina e Meiko una forte guerriera,
tutto ciò che avevamo sempre desiderato essere. Se noi non
potevamo continuare a fare tutto quello che volevamo, perché
voi invece avreste dovuto? Così, voi non vi risveglierete
più, e non vedrete più tutte le persone a cui
avete sempre voluto bene. E questo, forse, è peggio della
morte, miei cari".
"Eri tu qulla vecchia nello specchio, Miku?", non poté fare
a meno di chiedere Rin, nonostante la rabbia nei confronti della
bellissima bambina dai capelli verde acqua.
"No". Miku fece una risatina isterica. "E' la personificazione
della mia
vanità.
Però,
quando vi ha uccisi, io non ero ancora del tutto morta, quindi dentro
di lei c'era ancora un po' di me. E' stata lei ad invitarvi al
castello... E' una regina, una regina che continuerà a
dominare
sul
mondo del piccolo sogno. Una regina che probabilmente sarà
per sempre arrabbiata con voi. Ma tanto, anche se tenterà di
uccidervi, voi non morirete mai. Siete già morti!".
Rin prese la mano di Len, gli occhi che rilucevano di paura.
"Le nostre due amiche ci hanno uccisi. Non rivedremo mai più
il nostro mondo e la nostra vita. Io... io...", balbettò Len.
"Ma
bambini! Suvvia, sono sicuro che ci divertiremo tanto nel mio mondo.
Anzi, adesso...". Tutto
si fece scuro, la stanza svanì e la nonna si
tramutò nel fantasmino bianco. Un sorriso a mezzaluna
oscurò il suo viso. "Adesso inizia
la nostra nuova vita!".
Caddero tutti
quando nel vuoto, in un vuoto nero e risucchiante. Meiko fu avvolta da
mani nere quanto quell'oscurità e svanì in una
scia di petali di rosa rossi. Kaito cominciò a sanguinare
alla testa e si dissolse in petali
blu, mentre Miku fu stretta da spinosi rovi fino a tramutarsi in petali
verdi svolazzanti.
Len e Rin continuarono a cadere, a cadere e a cadere, mentre il piccolo
sogno li seguiva, beandosi di quello che sarebbe stato il loro futuro
tutti e tre insieme nel suo nuovo, meraviglioso mondo intriso di petali
sanguinanti.
* * *
Il mondo del piccolo sogno aveva bisogno di tanto, tanto altro.
L'arte. La cultura. Anche la semplice
crudeltà.
Il piccolo sogno è andato in cerca di nuove Alice per tanto,
tanto tempo, mentre Len e Rin lo aspettavano seduti su un prato
all'ombra di un albero.
Ha cercato e cercato, ma non ha mai trovato nessuno di adatto.
Ma potrebbe trovarlo in qualsiasi momento, e potrebbe trattarsi di
chiunque.
Anche di te che stai finendo di leggere questa storia.
Ma dopotutto, con tutte le persone che ci sono al mondo,
perché dovrebbe scegliere proprio te?
Ricorda, però, che è comunque possibile.
Non pensarci ora, però, tu che stai leggendo.
Finisci di leggere, vivi la tua giornata e vai a dormire, entrando nel
mondo di quelli che si chiamano i sogni.
C'è qualche probabilità che tu ne possa
incontrare uno di cui hai già sentito parlare.
Buona notte, e...
...sogni
d'oro.
.: Fine:.