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Autore: marphell    08/02/2012    2 recensioni
Anche quest'anno è arrivato il Natale... e anche se non è più bello come quando eravamo piccoli possiamo scrivere storie che ci rallegrano e ci fanno sognare. Jisbon natalizia ;)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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21 dicembre – Ore 07.30

Entro nel mio ufficio e mi stendo sul divano chiudendo gli occhi; pochi secondi dopo, sento quell'odore forte, caratteristico della mia bevanda preferita: caffè. Sorrido, sempre con gli occhi chiusi, e so che sta sorridendo anche lui, il suo sorriso potrebbe illuminare una stanza buia. Riapro gli occhi e trovo i suoi che mi lasciano senza fiato, sono azzurri, ma cambiano secondo il suo umore e da quando John è morto sono limpidi quasi sempre.

-Caffè?- mi chiede senza smettere di sorridere.

-Non dovresti neanche chiederlo!- afferro la tazza e finisco il contenuto, incurante del fatto che sia bollente.

Oggi è l'ultimo giorno di lavoro e questa sera c'è la festa organizzata da Jane, sono curiosa di vedere cosa ne esce fuori.

-Allora, come ti vestirai questa sera?- mi alzo dal divano e mi siedo alla scrivania.

-Metterò uno smoking, e tu?-

-Un vestito nero.-

-Bene, passo a prenderti alle sette e mezza, fatti trovare pronta.-

-Come scusa?- ha detto veramente quello che ho sentito?

-Fatti trovare pronta.-

-No, prima. Quello che hai detto prima.- a volte mi chiedo se fa apposta o è davvero lui che non ci arriva.

-Oh, passo a prenderti alle sette e mezza.-

-E questo chi lo avrebbe deciso?- non nego che mi fa piacere che Jane mi abbia proposto di andare con lui, voglio solo stuzzicarlo un po'.

-Beh, non l'ho proprio deciso, era più una proposta... Se non vuoi...- non posso crederci! C'è cascato in pieno!

-Jane! Tranquillo, va bene. Era uno scherzo.- non riesco a trattenere le risate, ha una faccia spaesata e imbarazzata che è difficile vedergli addosso.

-Ah, era uno scherzo. Molto divertente, davvero...-

Un momento, cos'era quel lampo che ho visto passare nei suoi occhi? Come avevo capito, appena mi alzo dalla sedia, inizia una battaglia di solletico che, sicuramente, perderò. Dopo alcuni minuti, infatti, mi ritrovo sdraiata sul divano senza fiato per le risate; le mani del mio consulente sono ancora sui miei fianchi. Come qualche giorno prima, i nostri visi sono vicinissimi e i nostri occhi incatenati gli uni in quelli dell'altro. Sempre come qualche giorno prima, veniamo interrotti, le mie guance assumono una colorazione rossastra e Jane si sposta per farmi passare.

-Avanti.- vedo entrare Grace con un sorriso sulle labbra.

-Buongiorno capo, ciao Jane. Volevo dirle che oggi sembra tutto tranquillo, nessun caso in vista.-

-Bene, grazie Van Pelt.- le rispondo, ma non la sto ascoltando veramente, la mia attenzione è ancora focalizzata su quello che stava per succedere poco fa.

-Ah, avete visto come hanno addobbato il ristorante per stasera? E' bellissimo! Ma non voglio rovinarvi la sorpresa!- come è entrata nel mio ufficio, ne esce. Mi giro verso Patrick e lo scruto.

-Anche questo è opera tua, vero?-

-Non capisco di cosa parli, Lisbon.- mentre lo dice, un sorriso si allarga sul suo viso.

-Sai benissimo di cosa parlo: le decorazioni del ristorante. Hai organizzato anche quello, non è vero?- non sono arrabbiata, solo sorpresa.

-Ok, lo ammetto: sono stato io. Sai che potresti diventare più brava di me?- gli sorrido e un pensiero mi passa per la mente: come mai Jane si sta sforzando tanto per questa festa? Dove vuole andare a parare?

-Tranquilla Lisbon, non ho nessun piano maligno in mente. Voglio solo divertirmi e godermi una serata in compagnia.- sembra sincero e forse lo è, ma conoscendolo ha sicuramente qualcosa in mente.

-La verità salterà fuori questa sera, fino ad allora hai il beneficio del dubbio.- mi risiedo alla scrivania e Jane si stende sul divano. Ripenso alla battaglia di solletico e un sorriso mi spunta sulle labbra; mi sembra impossibile che, in quell'attimo in cui ci siamo avvicinati, potessi sentire i nostri cuori battere così veloci.


 

Ore 19.00

Sono a casa e ho davvero bisogno di una doccia rilassante. Apro l'acqua e il getto bollente colpisce la mia schiena, sento i muscoli distendersi e divento subito più calma. Mi lascio cullare dall'acqua e dopo venti minuti esco dalla doccia, indosso il vestito nero che voglio mettere per la festa, mi trucco velocemente e prendo una borsetta nera, abbinata al vestito, in cui metto il cellulare, il portafoglio e le chiavi.

Mentre guardo l'ora, suona il campanello e un sorriso compare sulle mie labbra: puntuale, puntualissimo. Vado ad aprire e trovo un Patrick Jane molto elegante e... senza parole?

-Jane?- lo chiamo e la scena mi ricorda un episodio di un po' di tempo fa: stavo indossando l'abito da damigella per il matrimonio di Grace, e Patrick era entrato, come al solito, senza bussare. Era rimasto a bocca aperta e mi aveva paragonata ad una piccola principessa arrabbiata a cui qualcuno ha rubato la corona.

-Wow, Lisbon sei bellissima! Sei... wow!- arrossisco subito al complimento di Jane e abbasso lo sguardo.

-Grazie, anche tu sei molto elegante.- sorridendomi mi offre il braccio e ci dirigiamo verso la sua macchina per andare al ristorante.

Arriviamo in orario ed entriamo; Van Pelt aveva ragione: le decorazioni sono davvero belle! Ci sono molte lucine verdi lampeggianti che ricoprono muri, pareti e soffitto e un albero di Natale gigantesco occupa una parte di ingresso; i camerieri indossano dei cappellini diversi, alcuni da Babbo Natale, alcuni da elfi e altri con le corna da renna.

Arriviamo alla sala prenotata per noi e salutiamo Grace, accompagnata da Rigsby, Cho e Wainwright. Van Pelt indossa un vestito rosso, non troppo lungo né troppo corto, il colore si abbina, ovviamente, al colore dei suoi capelli; Rigsby, Cho e Wainwright hanno un semplice smoking, ma sono comunque eleganti. Ci sediamo ai nostri posti: di fianco a me ci sono Grace e Wayne, di fronte c'è Jane che ha vicino Cho e Wainwright. Per tutta la serata Van Pelt e Rigsby si lanciano occhiatine e, sinceramente, mi sento di troppo; Jane ovviamente lo nota e mi sorride. Finalmente arriva il dolce: mousse di cioccolato con fragole a parte; decido di non cedere alla parte più golosa di me e solo qualche fragola. Ne addento una, tutti stanno mangiando il delizioso dessert, ma Jane è immobile. Mi sta fissando e le sue pupille sono leggermente dilatate; mi torna in mente una cosa che aveva detto qualche mese prima, quando eravamo in compagnia di Mashburn: quando le pupille si dilatano è perchè desideriamo quello che stiamo guardando. No, non può essere così. Sicuramente è sovrapensiero e si è incantato per un attimo, a chi non succede? Il problema, però, è che il suo sguardo non è perso nel vuoto, anzi: mi sta fissando le labbra. Sento le guance scaldarsi e, come svegliatosi da uno stato di trance, un leggero sorriso compare sul suo volto.

La serata prosegue fra racconti e risate, anche se la presenza di Wainwright ci frena un po'; di solito io e il team ci troviamo per la pizza del caso chiuso senza il capo.

Davvero non riesco più a vedere Rigsby e Van Pelt che si guardano come se volessero saltarsi addosso da un momento all'altro, così sto per alzarmi e dire che vado in bagno, ma qualcuno mi precede.

-Lisbon, posso parlarti un attimo?- vedo Jane che si alza e mi fa cenno col braccio di seguirlo.

-...certo.- mi alzo e lo raggiungo. Appena ci allontaniamo un po', ricomincia a parlare.

-Ho notato che non ti sentivi proprio a tuo agio, così ho pensato di venire in tuo soccorso...-

-Oh, ma grazie mio cavaliere!- ridiamo entrambi e dopo un po' riprendo il discorso.

-Seriamente, grazie. Scommetto quanto vuoi che stasera Grace e Rigsby tornano a casa insieme!-

-Quello è sicuro. Ormai l'hanno capito tutti, tutti tranne Wainwright. Troppo ingenuo per pensarlo o troppo romantico per cedere all'evidenza, lascio a te la scelta.-

-Pensi davvero che non se ne sia accorto? Insomma è così lampante!- in genere, quando qualcuno fa una domanda, poi ci si aspetta una risposta, invece le sue labbra si allargano in un sorriso.

-Cosa c'è?- non riesco proprio a capire cosa gli passa per la testa quando fa così.

-Voglio farti vedere una cosa.-

-Adesso? Gli altri ci aspettano!-

-E allora aspetteranno! Dai, vieni con me!- comincia a trascinarmi per un braccio al piano di sopra, arriviamo davanti ad una porta in legno e ci fermiamo.

-Dove stiamo andando?-

-Adesso lo vedrai...- odio quando fa così! Divento nervosa, anche se si fa perdonare subito dopo. Apre la porta e ci ritroviamo in una stanza con una grande tavolata.

-Questa è la sala per le prenotazioni con tante persone, il proprietario mi ha assicurato che oggi è libera.-

-Ok, ma non sto capendo perchè siamo qui. Cosa c'è di speciale qui dentro?-

-Qui dentro niente, è fuori che è bello.- mi indica una porta a vetri che conduce ad un balcone. Rimango sbalordita dalla quantità di stelle che si vedono, ce ne sono tantissime e sono molto luminose. Il cielo è nero e tira un leggero venticello.

-Jane, è bellissimo!- sono davvero stupita, non avevo mai visto tante stelle tutte insieme.

-Sono felice che ti piaccia.-

-Mi piace molto, grazie.- mi appoggio al bordo del balcone e chiudo gli occhi; sento solo il vento fresco che mi passa tra i capelli.

-Teresa...- apro gli occhi appena sento il mio nome pronunciato da lui. Mi giro e ci guardiamo negli occhi, sta per continuare e avvicinarsi, ma veniamo interrotti anche questa volta. Wainwright, infatti, ci raggiunge proprio in quel momento.

-Agente Lisbon, Jane vi stiamo aspettando di là. Si è fatto tardi e pensavamo di andare.-

-Sì capo, arriviamo.-

Mi giro ancora verso il mio consulente e poi torniamo dagli altri. Van Pelt è a braccetto con Rigsby, Cho è in piedi che ci sta aspettando; hanno già i rispettivi cappotti, manchiamo solo io e Patrick. Usciamo dal ristorante e, dopo aver salutato tutti e augurato buone vacanze, saliamo sulla Citroen di Jane per andare a casa mia. In poco tempo arriviamo e scendiamo dalla macchina; non penso che resisterò ancora molto con questi tacchi, così me li tolgo e faccio l'ultimo pezzo fino alla porta a piedi nudi. Prendo le chiavi e apro la porta.

-Vuoi entrare un attimo?- chiedo a Jane che è rimasto in silenzio dietro di me fino ad ora.

-No, grazie. Penso che andrò a riposarmi un po'.-

-Ok. Allora grazie per la bella serata, mi sono divertita molto. E sì, pare che ti volessi solo divertire, niente piani malvagi.- appena finisco la frase, Patrick mi da un bacio sulla guancia e mi sorride; è un sorriso dolce e sincero.

-Buonanotte Lisbon.- un momento, da quando siamo tornati a Lisbon? Mi piace come pronuncia il mio nome.

-Buonanotte Jane.- aspetto che la sua macchina esca dalla mia visuale e poi richiudo la porta.

Non mi preoccupo di cambiarmi, sono troppo stanca; mi stendo sul letto e chiudo gli occhi. Mi tornano in mente tutti i momenti passati in questi giorni e hanno tutti una sola costante: Patrick Jane. Automaticamente il mio cuore accelera i battiti e un sorriso compare sulle mie labbre. Prima di addormentarmi mi ricordo di una cosa: sono in vacanza!




Sono tornata nel mondo dei vivi! :D Scusate se non ho postato per un po' di tempo! Spero vi piacerà questo nuovo capitolo! Recensite per favore! ;)
Ciao :)

  
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