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Autore: Meramadia94    14/02/2012    1 recensioni
Violet Callister è una poliziotta con alle spalle un difficile passato, che sarà costretta a riaffrontare per salvare un collega. La aiuta la sua migliore amica.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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15 Ottobre 2011
Il giorno seguente arrivò un mandato di perquisizione a casa dell'agente Thompson, e del compito venne incaricato il giovane agente Robinson.
Ma resosi conto di quanto fosse importante per Violet risolvere quel caso glielo cedette volentieri.
Così la giovane poliziotta andò a casa dell'amico e collega Thompson accompagnata da Wendy.
L'appartamento di Jhon era molto semplice: dopo un piccolo ingresso c'era il soggiorno- sala da pranzo nel quale c'era un acquario con almeno dodici pesci rossi, un divano  blu di fronte al quale c'era un tavolino da caffè in vetro e vari oggetti di arredamento: un cactus, una lampada da salotto e proprio accanto al soggiorno una piccola cucina.
In fondo c'era la sua camera da letto: a due o tre metri dalla finestra c'era un letto da una piazza e mezzo con una coperta blu sopra il quale era appesa un poster di Marilyn Monroe.
A sinistra c'era un piccolo comodino con un abat-jour, e a destra un piccolo scompartimento per i libri.
L'armadio era a muro ed era leggermente aperto.
Lo perquisirono con la massima attenzione ma non riuscirono a scoprire niente di nuovo.
Ma c'era una cosa che le confortava molto: non c'era traccia della refurtiva della gioielleria e ciò costutituiva per loro un ulteriore prova dell'innocenza del giovane.
Poi ad un certo punto...
''Violet, guarda un po' qua.''- disse Wendy avvicinandosi all'amica che stava perquisendo una seconda volta la cucina.
La giovane avvocatessa mostrò a Violet tre piccoli bottoni a righe gialle e nere.
Violet ne prese in mano uno e lo osservò da molto vicino e poi impallidì: erano delle microspie.
''Vuoi sapere dov'erano?''- chiese Wendy-:'' una era nel ricevitore del telefono, un'altra sotto il calorifero e l'ultima sotto il comodino: non so chi ci sia sotto, ma John veniva tenuto sotto stretta sorveglianza.''
''Ormai non ho più dubbi...qualcuno vuole rovinargli la vita e stroncargli la carriera, ma io non lo permetterò. Non lascerò che succeda un'altra volta.''- disse la poliziotta il suo viso era contratto dalla rabbia.
Fu in quel preciso istante che Wendy si accorse che la sua amica tremava violentemente. Ad un certo punto Violet mollò un pugno sul tavolino da caffè che andò in pezzi.
Wendy, spaventata, tirò fuori dalla tasca un fazzoletto che legò intorno alle nocche della mano destra della poliziotta che sanguinavano, come a volerla medicare.
''Tu stai ancora pensando a Leonardo, non è vero?''- chiese l'avvocato-:'' in tutti questi anni non hai ancora incontrato un uomo che te lo faccia dimenticare.''
Violet la guardò male-:''Senti, se ho cominciato a fare questo mestiere c'è una ragione precisa: trovare il modo di riscattare la sua memoria e onorarla. E' solo questo che mi ha spinta ad andare avanti per tutti questi anni.''
Evidentemente, non le importava un fico secco del fatto che l'assassino stesse scontando vent'anni per omicidio e che il responsabile di tutto ciò si era tolto la vita il giorno dopo il funerale di Leonardo, schiacciato dai rimorsi di aver fatto uccidere una persona buona.
Era sicura al cento per cento, che il fatto che una persona importante per lei si fosse ritrovata nella stessa situazione del suo ex ragazzo perchè il cielo aveva deciso di darle l'opportunità di onorare la memoria del ragazzo.
''Stessa situazione, stessa maniera in cui il mio angelo è stato incastrato... non può che essere un segno.''- pensò tra se e se-:'' ci siamo tesoro mio: l'ora della giustizia è arrivata.''
''Ascolta Violet...''- le disse Wendy-:'' mi rendo perfettamente conto che Leonardo era il tuo porto sicuro e un pilastro portante... so anche quanto l'amavi e quanto hai sofferto per la sua tragica e prematura fine.
Ma sono trascorsi dieci anni da quel tragico incidente: è l'ora di ricominciare ad amare. E a vivere. Se Leonardo fosse qui... ti direbbe la stessa identica cosa.''
''Lo so...''- fece Violet iniziando a tremare convulsamente-:'' ma prima devo riuscire a risolvere il caso. Solo allora potrò vivere di nuovo in pace con me stessa e con il mondo.''
In quel momento Violet iniziò a piangere-:''A-aiutami...ti prego ''- implorò la poliziotta-:'' aiutami a fare giustizia... ti supplico... non ce la faccio da sola, non sono forte abbastanza, ti prego non abbandonarmi anche tu.''
L'avvocatessa abbracciò l'amica confortandola-:''Io non ti lascierò mai da sola. Non ti ho lasciata da sola quando Julia Anderson di rompeva gli occhiali alle elementari, nè quando Leonardo ha perso la vita in quel modo... e non ti lascerò da sola adesso.''
''Oh, Wendy...''- disse la ragazza tra i singhiozzi-:'' non so cosa farei se tu non ci fossi.''
Wendy accarezzò il volto dell'amica e le sorrise-:''A che cosa credi che serva avere delle amiche, altrimenti.''
Anche Violet le sorrise. Ma era un sorrise triste, senza gioia-:'' Noi non siamo amiche...''- le disse-:'' noi siamo sorelle per la vita. Rammenti?''
A quel punto le due amiche si abbracciarono e Violet inzuppò il tailleur viola della giovane avvocatessa di lacrime calde.
Sul  pavimento e sul divano cadevano lacrime e sangue vermiglio.
 
16 Ottobre 2011
La mattina seguente Violet e Wendy decisero di andare a fare quattro parole con il proprietario della gioielleria svaligiata per sapere se il negozio era dotato di telecamere a circuito chiuso e di richiedere i filmati per vedere cosa o chi avessero ripreso.
Per andare decisero di utilizzare la macchina di Violet, una magnifica spider rossa fiammante che la stessa poliziotta aveva chiamato ''Fiamma Scarlatta'', e di agire in incognito.
Wendy era seduta sul sedile del passeggero vestita con un sottogiacca nero, giacca e pantaloni bianco latte e un paio di scarpe a spillo nere. I  capelli dell'avvocato erano pettinati a chioma e fermati con un fermaglio nero.
Violet guidava e aveva i capelli sciolti morbidi sulle spalle. Indossava  una camicetta viola  abbottonata davanti e una minigonna rosso fuoco, pieghettata e che le arrivava fino al ginocchio. Le scarpe con il tacco e la borsetta erano in tinta con la gonna.
La poliziotta parcheggiò proprio davanti alla gioielleria ed entrò nel negozio: ne uscì dopo trenta minuti, con un malinconico sorriso.
''Allora?''- chiese l'avvocatessa quando l'amica salì in auto.
''Le telecamere hanno ripreso un uomo della stessa corporatura di Thompson.''- sospirò-:'' non so che fare: se c'è una prova che lo potrebbe scagionare, salta fuori qualcosa che invece lo inchioda.''- disse mostrando delle foto che ritraevano una figura alta e magra che fuggiva.
''Ma che strano...''- fece Wendy-:'' osserva la foto che reca le tre e mezzo: ha inquadrato sia il ladro che la cabina... ma avrebbe dovuto prendere anche l'informatore e invece...''
Ormai non c'erano dubbi: quel testimone era il ladro e aveva accollato a Jhon tutte le sue colpe.
''Ma certo, ha usato il trucco dello scherzo telefonico.''- sorrise Violet-:'' lo usavo anch'io da piccola. Basta premere il tasto cancelletto, digitare trentanove, di nuovo cancelletto e poi il numero interessato.''
''Allora è andata così: il ladro approfittando del buio si è fatto riprendere dalla sorveglianza, in modo che inquadrassero solo la corporatura. Dopo di che  è scappato, e al sicuro dalla telecamera ha telefonato al Distretto di Polizia denunciando il furto con il cellulare usando il trucco che hai appena descritto.''- dedusse l'avvocato.
''E adesso, dobbiamo solo sapere chi cercare e come inchiodarlo...''- disse Violet pensando -''hai detto niente.''
''Non credo che basti schioccare le dita per far apparire quel criminale.''- fece Wendy schioccando il pollice e l'indice della mano destra.
In quel momento, neanche a farlo apposta, sfrecciò davanti a loro un'audi di colore verde- bottiglia.
''O forse si...''- disse Wendy allibita-:'' dove crede di essere quello li, al Gran Really?''
''Di auto rubate... quella è la macchina del capo della polizia.''- disse Violet premendo sull'accelelatore al massimo e partendo all'inseguimento.
''Scusa, e la tua indagine per fare giustizia?''- chiese Wendy leggermente terrorizzata da quella corsa.
''Si, lo so...''- rispose Violet con un'espressione imperscrutabile sul viso-:'' ma non posso fare finta di non aver visto il responsabile di un crimine.''
Wendy guardò la sua amica: non la riconosceva più. Un attimo prima era disperata all'idea che tutti i suoi sforzi per scagionare il collega e rendere giustizia al fidanzato morto anni prima fossero sempre resi vani.
Adesso, invece, sprizzava energia da tutti i pori e stava inseguendo un criminale infrangendo leggermente il limite di velocità.
Si fermarono alla periferia della città davanti un bar-stamberga.
Il Ritrovo Degli Squartatori.
''Non propormi di fermarci a mangiare un boccone qui.''- fece Wendy nauseata.
''Ma sei pazza?!?''- fece Violet additando il ''barman'' che si vedeva dalla finestra, un brutto ceffo tutto peli e tatuaggi-:'' hai visto il tipo dietro al bancone?''
''Non sapevo che il tuo istinto femminile, percepisse anche la cattiva cucina...''- scherzò Wendy.
''Sherlock Holmes diceva sempre che la conclusione a cui arriva una donna tramite una sensazione...''- citò Violet-:'' è più valida di una soluzione trovata con complicato ragionamento analitico.''
Le due donne uscirono dalla macchina e si recarono subito sul retro del locale.
Trovarono una porta nascosta da un telo sul terreno, e quando lo scostarono...
''Abbiamo trovato la cantina. Non ti chiederò di venire con me.''- disse Violet aprendo la porta.
''Non c'è bisogno, infatti: verrò.''- disse l'avvocatessa.
''Ma...''-  cercò di obiettare la poliziotta che non voleva in alcun modo coinvolgere l'amica in una situazione pericolosa.
''Niente ma.''- e stavolta Wendy fu irremovibile-:'' te l'ho detto tempo fa e l'ho ribadito ieri... non ti lascerò da sola.''
Così le due donne entrarono lentamente nella cantina lasciando aperte le porte.
Entrarono in uno scantinato buio e polveroso pieno di vetture di ogni tipo, e tutte avevano  la targa sostituita con dei numeri inesistenti.
''Credo che abbiamo appena scoperto qualcosa di grosso.''- affermò Wendy.
In quel momento la porta che conduceva dal bar allo scantinato si aprì e gli occhi delle due donne dviennero vitrei per la paura.
''Svelta, dietro a quelle casse!!!''- ordinò Violet, anche lei visibilmente spaventata.
Le due amiche si nascosero dietro ad alcune casse di legno, pronte ad osservare e ad ascoltare con la massima attenzione quello che di li a poco sarebbe accaduto.
L'uomo che le aveva quasi sorprese era un giovane dai capelli bruni e corti, alto e magro.
Indossava una camicetta azzurra a maniche corte e dei pantaloni marrone chiaro.
Al polso sinistro portava un orologio.
''Ma è...è...''- balbettò Wendy sconvolta. Quell'uomo altri non era che il giovane e noto imprenditore Adrian Fellman.
''Avevi ragione Wendy: c'è qualcosa di molto grosso sotto.''- sussurrò Violet.
  
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