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Autore: MagicaAlessiuccia    22/09/2006    10 recensioni
Il desiderio della comunità magica viene finalmente esaudito, lasciando però un sapore amaro alla vittoria: Voldemort è morto ed Harry è fuggito.
Dopo oltre quattro anni il destino lo fa accidentalmente scontrare con Hermione in mezzo ad una strada babbana.
Amicizie che tornano, legami che si rinforzano, gelosie insaspettate ed un filo di ironia.
Sperando che vi piaccia la mia seconda Long-shot,
MagicaAlessiuccia
Un grazie speciale a lisachan, la mia insostituibile beta-reader!
Baciotto a tutti!
"Hermione, voglio innamorarmi di una ragazza vera. Non credere che costringa le donne a venire a letto con me: molte volte sono loro che gestiscono il gioco. Io non illudo nessuna di loro, sanno quali sono le mie intenzioni. Ma quando arriverà la ragazza giusta lo saprò, lo capirò. E con lei sarà tutto diverso, fin dall'inizio. E.. Se sono fortunato, l'ho già trovata"
"Wow"Esclamò Hermione, rimasta senza parole.
"Anche io reagisco così quando divento sentimentale. Mi odio"Scherzò Harry.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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"La complicità che c’è tra di noi
Non è amore ma cos’è?
Chiedo a te amica mia
Forse è solo compagnia

Questa sintonia che c’è da un po’
Non è amore ma cos’è?
Alchimia gioco e magia
Non so farne a meno
Quando sto con te
Io mi sento vero e libero
E mi accorgo che sei dentro:
Ogni sogno ogni momento
Ogni giorno che se ne va
Ogni respiro ogni sospiro ogni colore
Se non è amore cos’è?
Che cos’è?

Questa affinità l’intesa tra noi
Non è amore ma cos’è?
Se per te la vita mia
Non ha più segreti
Quando sto con te
Sembra tutto un po’ più facile
E mi accorgo che sei dentro:
Ogni sogno ogni momento
Ogni giorno che se ne va
Ogni respiro ogni sospiro
Ogni colore che passerà

Ma non possiamo nasconderci
Dietro la normalità
Siamo sul ciglio di un brivido
E divideremo ogni notte che verrà

Ogni sogno ogni momento
Ogni dolore che passerà

Ma non possiamo difenderci
Dalla nuda verità
Siamo sul ciglio di un brivido
Prima o poi ci travolgerà
Prima o poi

La complicità che c’è tra di noi
Non è amore..
Forse"


(Eros Ramazzotti-Non è amore)



"Devo chiederle un consiglio, se posso"
"Mi dica pure, sono quì apposta per lei"
"Bene, non potevo chiedere di meglio"
Harry, dopo aver lasciato la casa di Hermione, era andato nel centro di Londra.
Entrato in uno Store era rimasto spiazzato di fronte ad oggetti di ogni tipo, ma
nessuno era perfetto per il regalo che doveva fare. Così si era rivolto ad una
commessa, piuttosto carina, per una consulenza. La giovane donna, più o meno
trentenne, indossava la divisa tipica delle commesse, di un blu scuro, ma che le
scopriva le belle ed affusolate gambe. I capelli biondi erano legati in una coda alta e
gli occhi color cielo scrutavano interessati quelli di lui. Fece un grande sorriso
al moro, mettendosi sensualmente una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
"Per essere così giovane sei piuttosto.. Socievole" Esclamò la donna, mostrando
sicurezza.
"Dipende dalla persona che mi ritrovo di fronte. Lei mi ispira"
"Ah sì!? E cosa ti ispiro?" Domandò lei, stampandosi un'espressione furba sul viso.
"Non posso dirglielo quì, Signorina. Per adesso può aiutarmi a fare un regalo"
"Alla sua ragazza?"
"No. Cosa posso regalare ad una Signora ricoverata in Ospedale?"
La giovane donna cominciò a camminare nella direzione di Harry, e dopo averlo
superato, entrò con sicurezza in un corridoio del grande Store. Camminò per qualche
metro, poi si fermò davanti al reparto delle piante.
"Fiori. Banali, ma efficaci per questo tipo di problema" Disse la bionda, incrociando
le braccia al petto. Harry si avvicinò pericolosamente alla donna e, senza degnare si
uno sguardo tutto quel verde, lesse sulla spilla della commessa il suo nome:
"Katleen, quale mi consiglia? Non sono un buon intenditore di fiori"
"Questa signora quanti anni ha, se posso chiederlo?" Domandò lei, facendo finta che
Harry non avesse diminuito la distanza tra i due.
"Ne avrà una cinquantina"
"Non ti accontenti mai" Esclamò divertita Katleen, prendendo a caso una pianta di
Orchidee e portandola elegantemente alla cassa. "Non prendi altro, ..?"
"Harry" Disse il moro, prendendo il portafoglio dalla tasca posteriore dei
pantaloni. "No, va bene così, purtroppo" Continuò poi, ammiccando alla commessa; lei,
sorridendo, prese a battere alla macchinetta, passando la pianta sulla fotocellula.
"Sono 18 sterline"
"Banali e care queste piante. Non mi ha consigliato molto bene"
"Sono specializzata in altre cose. Magari un giorno, quando sarai più grande,
saprai di cosa sto parlando"
"Sono piccolo, ma non scemo" Replicò sorridendo Harry, prendendo il resto. Si
allontanò leggermente dalla cassa, posando la pianta a terra:
"Mi può dare una penna, per favore?"
La commessa gliene porse una, scrutandolo incuriosita senza darlo a vedere. Dopo
qualche secondo il moro tornò alla cassa e, allungandole una banconota e la penna,
disse:
"Di sicuro la sua specialità non sono i conti. Mi ha dato 5 sterline in più"
La commessa rimase sbalordita, con i soldi in mano. Harry si allontanò con la pianta e
prima di superare la porta di uscita esclamò:
"Mi raccomando, però, le tenga per sé quelle 5 sterline. E ne faccia buon uso. Spero
di poter usufruire ancora dei suoi consigli"
Uscito dallo Store, percorse la via per andare a casa sua. Rise tra sé e sé,
complimentandosi della sua genialità e, contemporaneamente, sperando che aver scritto
il suo numero di cellulare sopra la banconota da 5 sterline non risultasse troppo
infantile agli occhi di una trentenne.

"Hai intrigato chi?" Domandò ad alta voce Hermione. I due ragazzi si erano incontrati
fuori dal S.Mungo poco dopo ed Harry le stava raccontando dell'incontro con la
commessa.
"Katleen. Te l'ho ripetuto dieci volte"
"Sì, ma non ho ancora ben capito cosa intendi con intrigare" Rispose la brunetta,
leggermente irritata, mentre camminava lungo il corridoio principale. Evitava con
leggiadria e velocità le persone intorno a lei, senza curarsi di un gruppo di
giornalisti che venivano loro incontro.
"Hermione, è la mia prossima preda" Disse il moro, il più chiaramente possibile.
"Preda?! Come preda?!"
"Eri più perspicace una volta.. Ti devo fare un disegnino?"
"Quindi se n'è andato dal Mondo della Magia per darsi all'arte?"
Harry si voltò in cerca della persona che aveva interrotto il loro discorso: dietro di
sé vide una decina di persone con in mano macchine fotografiche e taccuini con penne.
"Piacere, sono Drew Sallivan. Lavoro per la rivista Aiuta a migliorare. Posso rubarle
qualche minuto di tempo?"
Una ragazza era avanzata tra la folla ed aveva attirato l'attenzione di Harry. La sua
piccola statura non le permetteva di farsi notare, ma la sua gentilezza aveva colpito
il ragazzo, tanto da farlo fermare. Pensò immediatamente che fosse una giornalista
alle prima armi, visto il grande nervosismo. Inoltre non aveva ancora dato il comando
di fare qualche foto all'uomo dietro di lei, che puntava insistentemente l'obbiettivo
contro di lui. Molti flash scattarono prima che lui potesse risponderle:
"Credo che tornerà a casa a mani vuote perchè non ho nemmeno un minuto. Mi spiace"
La ragazzina rimase un pò sconcertata; tuttavia rispose, sorridendo nervosamente:
"Va bene"
Poi la folla dietro Harry e Hermione li sorpassò e li bloccarono in mezzo al
corridoio. Il moro sì sentì strattonato da ogni parte, con i flash delle foto che gli
accecavano la vista. Hermione lo prese per un braccio e cercarono di scappare dai
giornalisti, senza ottenere risultati. Domande e quesiti volavano da ogni parte,
innervosendo particolarmente Harry.
"Dov'è stato tutti questi anni?"
"Come ha fatto a sconfiggere Colui-che-non-deve-essere-nominato?"
"E' scappato, magari, per una sofferenza d'amore?"
"Che cosa l'ha convinta a tornare nel nostro mondo?"
All'improvviso la voce di un uomo sovrastò le altre, duramente:
"Andate fuori! Andare fuori tutti! Questo è un Ospedale! Quì si lavora!"
I giornalisti cominciarono lentamente ad allontanarsi, spronati dal comando che Harry
scoprì essere di un vecchio dottore; questo, rosso di rabbia, si allontanò solo dopo
aver visto l'ultimo giornalista uscire dall'Ospedale.
Pensando di aver passato il pericolo, il moro si fece sfuggire un sospiro di sollievo.
La pianta era ancora intatta nel sacchetto, mentre la giacca era completamente
sgualcita e in vari punti strappata.
"L'ho pagata con un intero stipendio" Esclamò Harry, cercando di reprimere l'istinto
di mandare una Maledizione senza Perdono ai giornalisti.
"Magari Katleen è specializzata anche in queste cose.." Commentò acidamente Hermione,
rimettendo in ordine i capelli e l'abito rosa.
"Ecco la conferma che sei innamorata di me. Sei gelosa"
"Smettila con queste cretinate. Piuttosto, andiamo da Molly"
Camminarono ancora per qualche metro e raggiunsero la camera dove era stata ricoverata
la Signora Weasley. Bussarono leggermente alla porta ed Harry sentì la voce di Arthur:
"Venga pure, Dottore"
"Arthur, siamo noi"Disse Hermione entrando nella stanza.
"Noi?" Domandò l'uomo; ed Harry, seguendo all'interno la brunetta, vide dopo quattro
anni, con un gran nervosismo, il Signor Weasley:
"Ci sono anche io, Signore"
Vide gli occhi azzurri di Arthur allargarsi notevolmente, e non fu certo di aver fatto
una bella sorpresa. Ma quando sul suo volto si accese un sorriso, non poté fare altro
che abbracciare il vecchio uomo.
"Non ci posso credere! Harry! Sono così felice di rivederti"
"Anche io, Signor Weasley"
"Chimami Arthur, Harry! Così mi fai sentire ancora più vecchio" Esclamò l'aziano uomo,
facendo un passo indietro per guardare meglio il ragazzo davanti a sé.
"Sei ancora più alto! E vedo che hai messo su anche i muscoli! Sei cambiato così
tanto, eppure ai miei occhi sei ancora l'Harry di quattro anni fa"
"E' talmente diverso in realtà, Arthur, che stenteresti a capire se si tratti
veramente di Harry Potter" Intervenne Hermione, con un tono non curante ma molto
tagliente. Il moro la vide avvicinarsi a Molly e baciarle una guancia:
"Non sarai mica diventato un delinquente!?" Disse Arthur ridendo.
"No, ho solamente aperto gli occhi. Ed Hermione è contraria" Rispose Harry,
sorridendo alla brunetta, che si voltò dalla parte opposta, con aria scettica.
"Credo di aver capito" Continuò l'anziano uomo, guardando la reazione della ragazza.
"Sei diventato un donnaiolo, Harry"
"Diventato.. Diaciamo che ho migliorato certe cose. Vero, Hermione?" Commentò
modestamente lui. La brunetta lo guardò severamente, ammiccando leggermente ad Arthur.
Poi cercò di ricomporsi e, passandosi una mano tra i capelli, disse:
"Harry, fai vedere cosa hai portato a Molly"
Mentre Harry toglieva dal sacchetto la grande pianta e la metteva sul comodino accanto
al letto della donna, la brunetta continuò:
"Sai, Arthur, la commessa Katleen è stata così gentile da consigliargliela"
"Hermione, non vorrei entrare in argomenti che non mi riguardano, ma.. Sembrerebbe
quasi che tu preferissi l'altro Harry Potter"
"Lo preferiresti anche tu, credimi. Adesso è uno sfacciato, un Don Giovanni; un
fissato, vanitoso.."Rispose Hermione. Ed è anche tremendamente sensuale ed
affasciante. E non ha smesso di essere serio nei momenti che lo richiedono
Pensò lei,
e si sentì avvampare immediatamente. Allora si girò verso la finestra, facendo finta
di interessarsi alla strada della città babbana.
"E' naturale, Hermione. Ogni uomo prima o poi finisce per maturare. In ogni senso,
anche quello a cui ti riferisci" Commentò Arthur, avvicinandosi alla moglie.
"Il MediMago che la segue dice che dovrebbe svegliarsi entro stasera. Sono sicuro
che apprezzerà il pensiero che le hai preso. Le donne hanno un certo gusto per i
fiori"
"E le sue condizioni?" Domandò seriamente Harry, sedendosi sulla sedia vuota, vicina
al letto. Anche Hermione si voltò verso Arthur, aspettando la risposta.
"Si deve svegliare per vedere se il corpo ne ha risentito. Ma sono tutti ottimisti"
"E fanno bene" , commentò il moro, "Anche nel mondo dei babbani un infarto
generalmente non ha delle conseguenze. Consigliano solo riposo e niente sforzi"
"Sarà dura con Molly, voi la conoscete"
"Ma ci saremo noi a darle una mano" Esclamò Hermione. Harry vide che con gli occhi
cercava un posto per sedersi, ma l'unica sedia era già occupata da lui. Così indicò le
sue gambe, offrendole come appoggio. Ma la brunetta non fece altro che muovere le
labbra, facendogli leggere il labiale: No, lì si siederà Katleen. Allora il moro
accavallò le gambe, ed invitò con la mano Arthur a sedersi sul letto della moglie,
annullando ogni possibilità di spazio ad Hermione, ancora in piedi. Hai ragione mimò
con la bocca Harry, passandosi una mano sulle ginocchia. Vide la brunetta fargli una
smorfia e appoggiarsi alla finestra. Non si meravigliò della sua testaddargine, ma
vederla infastidita rispetto ai suoi rapporti con le altre donne gli dava una grande
soddisfazione. Ai tempi di Hogwarts l'aveva vista ingelosirsi più volte di Ron, mai di
lui. Ma Hermione, come aveva fatto capire, non aveva nessuna intenzione di lasciarsi
andare a lui. O meglio, come aveva detto lei la mattina, non poteva. Quel pensiero gli
procurò una gran fitta all'altezza dello stomaco. Sdrammatizzava, ma non poteva negare
quella sensazione di benessere, tranquillità e attrazione che provava in sua compagnia
e nei suoi confronti. Semplicemente, Hermione non era più l'Hermione di un tempo. E
non perchè lei fosse cambiata, ma perchè lui la vedeva sotto un altro aspetto. Harry
era nelle sue mani, e lui di certo non voleva andare via..
"Hai voglia di accompagnarmi a fare la spesa? Se ci vado da solo finirò per comprare
quelle due o tre cose che non fanno per niente bene al mio delicato stomaco" Disse il
moro, sorridendo alla ragazza di fronte a lui.
"Non sono sicura di dare ottimi consigli come Katleen" Obbiettò duramente lei, senza
ricambiare il sorriso.
"Io ho chiesto il tuo aiuto" Rispose lui, adesso senza sorridere.
"Non mi avete invitato al vostro matrimonio" Scherzò Arthur, ridendo di cuore alla
vista dei due ragazzi.
"Cosa!?" Esclamò Hermione, arrossendo violentemente. "Non sposerei mai un essere del
genere per poi vivere nella sofferenza, come succede nella maggior parte dei matrimoni
babbani"
"Peccato. Quella della spesa era una scusa per portarti in una gioielleria, dove
avresti scelto l'anello che avrebbe simboleggiato il nostro amore"
"Nei tuoi sogni" Confermò acidamente la brunetta, innervosita dalle continue risate
del Signor Weasley.
"Sì, che tu hai trasformato in realtà"
"Che ho fatto di male.." Mormorò Hermione, sbattendo teatralmente la nuca contro il
vetro della finestra dietro di lei. Anche Harry si mise a ridere:
"Mi hai conosciuto ed è stato colpo di fulmine"
"Hai una fantasia unica. Perchè non scrivi un libro di fantascienza?"
"Non riuscirò a scrivere nemmeno un capitolo se tu non mi sposi. Mancherebbe la mia
musa ispiratrice"
"Facciamo un passo alla volta. Per adesso andiamo solamente a fare la spesa"
Acconsentì infine Hermione, tagliando quella situazione imbarazzante di fronte ad
Arthur.
"Se devo dirti la verità, Hermione, un foglio firmato che ci confermi la nostra unione
non è il massimo.. Perchè non passare direttamente al seguito, la luna di miele?"
Scherzò il moro, ridendo e alzandosi dalla sedia; andò velocemente ad abbracciare la
ragazza. Inizialmentela brunetta rimase impassibile, le braccia incriociate tra loro.
Ma presto lasciò andare i nervi, e rilassò il corpo contro quello del moro. Appoggiò
la fronte contro la sua spalla e si lasciò invadere da scosse elettriche e brividi che
le percorrevano la schiena. Sarebbe rimasta un'intera vita in quel modo.
"Bravi, prendetevi una tregua" Disse Arthur, col sorriso sulle labbra mentre guardava
i due sciogliersi dall'abbraccio, un pò imbarazzati.
"Arthur, vuoi venire a mangiare qualcosa in un bar babbano?" Domandò gentilmente
Harry.
"Mi piacerebbe molto e ti ringrazio. Ma preferisco rimanere accanto a Molly, almeno
finché non avrò notizie sicure sulla sua salute. Non voglio che quando si svegli la
stanza sia vuota. Rimandiamo l'invito di qualche giorno, ok?"
"Certamente. Dillo anche a Molly e Ron, mi raccomando. E se Ginny vuole unirsi a
noi.." Disse a bassa voce il moro. Si era completamente dimenticato della piccola
Weasley. Probabilmente era la persona che aveva desiderato più degli altri rivederlo,
e lui non se ne era curato. Si promise di parlarle perchè, come Hermione e Ron, era
una delle persone che aveva più diritto delle altre di conoscere la verità.

"Sei stato gentile ad invitare Arthur"
"Grazie"
"E sei stato un idiota quando hai cominciato a farmi guerra di fronte a lui"
"Sì, sono stato spietato. Divertente"
"Da morire" Commentò con sarcasmo Hermione. Lei ed Harry stavano pranzando in un
piccolo bar babbano, non lontano dall'Ospedale del S.Mungo. Erano rimasti d'accordo
con Arthur che sarebbero tornati la sera, in modo da vedere Molly svegliarsi.
"Molly sarà così felice di vederti" Esclamò la ragazza, sorridendo.
"Speriamo che non le venga un altro infarto" Disse il moro, facendo ridere di gusto
la ragazza; ma quando si rese conto della battuta si ricompose:
"Era una cosa di cattivo gusto"
"Però ti ho fatto ridere. Era quello che volevo"
Harry guardò il locale: era decisamente intimo. Le pareti rosa e dei quadri di coppie
che camminavano mano nella mano gli davano un'aria romantica. E, ciliegina sulla
torta, una musica melensa risuonava in tutto il bar.
"Non trovi che questo bar sia un pò troppo.. Romantico per noi?" Chiese con un sorriso
il ragazzo. Hermione si voltò ad analizzare il locale, e dopo una breve occhiata
disse:
"Sembra di essere nell'ufficio della Umbrige quando era preside ad Hogwarts"
"A me sembra il bar dove sono andato al primo appuntamento con Cho Chang"
"Il primo, ma anche l'ultimo" Commentò lei, leggermente infastidita.
"E' stata una giornata orribile. Vedevo le coppiette intorno a me scambiarsi dolci
effusioni, ed io ero troppo stupido e timido per fare le stesse cose con lei. Avevo
paura anche di prenderle la mano.. Mi vergogno di me stesso"
"E' lo stesso giorno in cui hai concesso l'intervista alla Skeeter, vero?" Domandò
la brunetta, ridendo al racconto dell'amico.
"Sì, ed è stata una tua idea"
"E quando siamo tornati al castello ci siamo messi a parlare del fallimento del
tuo appuntamento. Ed è stato in quell'occasione che mi hai detto che non mi trovavi
brutta"
"Era vero. Credo di aver cominciato a considerarti una ragazza al ballo del Ceppo.
Quando ti ho vista con quel vestito azzurro a braccetto con Victor. Eri veramente
bella"
"Grazie, Harry" Rispose compiaciuta lei.
"E naturalemente ero troppo idiota per riuscire a dirtelo"
"Avrei pensato che ci stessi provando" Obbiettò Hermione. "E tu sai che mi è sempre
piaciuto Ron"
"Gli unici che non l'avevano capito eravate solo voi due"
"Sì, che l'avevamo capito. Ma ci mancava il coraggio"
"Che idioti che eravamo" Commentò sinceramente Harry.
"Eravamo adolescenti, cafone. Provavamo cose che non avevamo mai provato e ne eravamo
spaventati. Quando ti sei innamorato di Cho-"
"Andiamo, Hermione" , esclamò ridendo lui, "Io non ero innamorato. Ero
semplicemente arrapato. Mi piaceva il suo aspetto fisico, ma finiva lì. Era una
fontana vivente, per niente compatibile con il mio carattere"
"Va bene, allora parliamo di Ginny"
"Quella era una vera e propria passione che mi era presa per lei. La verità è che
non mi sono mai innamorato, Hermione"
Harry vide la ragazza guardarlo insistentemente, senza l'intenzione di distogliere lo
sguardo. Il cuore del moro cominciò a battere velocemente, senza lasciargli un attimo
di respiro. Si sistemò meglio sulla sedia, abbassando lo sguardo sulle sue mani.
"Come hai fatto a non innamorarti mai?" Domandò lei, cercando di catturare i suoi
occhi verdi. Lui la accontentò e il suo stomaco ebbe un fremito: "Prima perchè non mi rendevo conto delle persone che mi erano intorno.." Rispose
Harry, ammiccando proprio alla brunetta. "E adesso perchè dalle donne che incontro non
posso pretendere altro che sesso"
"Se tu cambiasssi quell'atteggiamento di sicurezza e non considerassi ogni ragazza una
donna da sfruttare, potresti anche innamorarti"
"Hermione, voglio innamorarmi di una ragazza vera. Non credere che costringa le donne a
venire a letto con me: molte volte sono loro che gestiscono il gioco. Io non illudo
nessuna di loro, sanno quali sono le mie intenzioni. Ma quando arriverà la ragazza
giusta lo saprò, lo capirò. E con lei sarà tutto diverso, fin dall'inizio. E.. Se sono
fortunato, l'ho già trovata"
"Wow" Esclamò Hermione, rimasta senza parole.
"Anche io reagisco così quando divento sentimentale. Mi odio" Scherzò Harry.
"Invece è stata una bella visione" Confessò sinceramente la brunetta, ancora molto
scioccata dalle parole dell'amico. Lui la guardò con curiosità e decise di non
intervenire con una delle sue solite battute per sdrammatizzare:
"Sono contento che tu adesso abbia visto anche la mia parte sentimentale e seria,
oltre a quella da fissato, Don Giovanni.. Sentirselo dire è bello, ma fino ad un certo
punto"
"Scusami, Harry, non volevo offenderti"
"Ma non l'hai fatto. Io sono davvero così"
"Non è vero. Se posso pronunciarmi.. Secondo me questo è quello che vuoi far
vedere fuori. In realtà esiste ancora quell'Harry di quattro anni fa. Arthur ha
ragione, sei maturato molto. Hai acquisito sicurezza, ti sei accettato per quello che
sei, ma quando ti ritrovi nel mondo esterno hai un atteggiamento costruito" Continuò
lei, dandogli modo di comprendere il suo pensiero. Harry reagì seriamente, come
Hermione non avrebbe pensato:
"Lo sapevo che mi avresti scoperto subito, ma non mi dovrei sorprendere: ti ho avuto
al fianco per sette anni" Harry la vide sorrise e decise di continuare:
"E voglio che tu sappia che stanotte, o stamattina vedi tu, non ho finto nessun
comportamento"
"Credo di averlo capito" Rispose Hermione, arrossendo leggermente. Come avrebbe potuto
dimenticare? Era stata la cosa più bella e istintiva che aveva mai desiderato e voluto
fare. Adesso non comprendeva il motivo per cui aveva deciso di smettere. Non poteva
togliersi dalla testa il ricordo della sue labbra incollate a quelle di Harry,
la passione con cui le accarezzava il corpo, la dolcezza con cui l'assaporava. E lui
aveva detto di sentirsi diverso con lei, e non poteva negare di averlo visto premuroso e
dolce. Aveva ragione quando diceva di non aver finto di essere qualcun'altro.
"Non volevo metterti in imbarazzo" Disse poco dopo Harry. Lei in tutta risposta gli
prese la mano che era appoggiata al tavolino e gliela strinse tra le sue:
"Non l'hai fatto. Ho solo ricordato"
"Ed è stato un ricordo piacevole?"
"Molto"
"Bene. Anche per me" Rispose lui, baciandole il dorso della mano. Poi il suo sguardo
fu catturato da un flash. Credendo che si trattasse di un giornalista alzò lo
sguardo, ma non vide nessuna macchina fotografica. Quello che si presentò ai suoi
occhi lo fece sobbalzare leggermente: una massa di capelli rossi e degli occhi
azzurri, fin troppo conosciuti. Ginevra Weasley lo guardò con un'espressione
sbalordita, gli occhi che cominciavano a riempirsi di lacrime. Harry si alzò dalla
sedia, spaventando Hermione dell'improvviso gesto.
"Che succede?" Domandò lei, ritirando la mano che lui aveva lasciato. Il moro non le
rispose e si avvicinò a passo svelto alla ragazza, che ora sembrava spaventata. Non si
fermò nemmeno per scambiare qualche parola: la abbracciò. Ginny appoggiò la testa
contro il suo petto, stringendolo forte a sé. Sentì più volte i suoi singhiozzi che
gli bagnavano la camicia, ma non ci fece caso. Si ricordò che quando erano insieme,
lei adorava sentirsi accarezzare i capelli. Mi tranquillizzano gli aveva detto una
volta. Così ripeté quei gesti, pensando a qualcosa da dire.
Ma quella situazione non richiedeva nessun tipo di dialogo.
  
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