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Autore: only dreamer    27/02/2012    1 recensioni
Dopo circa un'ora Cam mi prese per la mano e mi portò fuori dalla festa. Mi portò in una stanza che non conoscevo, nel nostro stesso piano. Mi fece sedere e lui fece altrettanto di fronte a me. -hai mai amato nessuno- la domandà mi arrivò all' improvviso, come una lama che mi trafiggeva -non credo nell'amore, nei suoi poteri- -sai, neppure io, fino ad ora, tu però sei diversa - i suoi occhi smeraldo si fermarono sui miei -sei...sei perfetta- si avvicinò sempre di più a me, ora sentivo il suo respiro nella guancia -mi ami?- chiesi così ingenuamente, sapendo già la risposta -ti amo più di quanto la luna ama le sue stelle…tu mi ami?- sorrisi -ti odio a tal punto da amarti- le nostre labbra si avvicinarono lentamente, ora non era un gioco, c'era qualcosa di diverso in me, come se sapessi sin dall'inizio che era questo quello che io volevo. Sentii la sua mano poggiarsi sulla mia guancia. e...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Io e Zack ci appoggiammo ad un albero. Guardai il mio migliore amico. Zack era bellissimo: aveva gli occhi scuri, quasi neri, i capelli erano sempre ordinati e castani scuri, era un po più alto di me ed aveva un fisico a dir poco perfetto, valorizzato dalla camicia nera che indossava quel giorno. Era il mio contrario, sia di aspetto fisico che di carattere: lui era tranquillo, simpatico...buono. Si girò e mi sorrise, quel sorriso che mi aveva rapito sin da quando ci siamo conosciuti. Gli risposi, ma il mio sorriso era troppo tirato e lui se ne accorse, perchè mi prese la testa tra le mani e appoggiò la sua fronte alla mia. -infondo non è così terribile- esclamai, più per calmare me stessa che lui. -se ci pensi, potremo fare dei fantastici festini horror nel cimitero no? Una specie di caccia al tesoro tra le bare-. Zack mi guardò e si mise a ridere, lo feci anch'io, era da un po' che non lo facevo e quello mi liberò. -ora passiamo alle cose serie- mi guardò ed indicò la guardia -maschio o femmina?- -femmina- -io non ne sono propriamente sicuro..- -uno a zero per la biondina- un ragazzo si avvicinò a noi, il ragazzo dagli occhi verdi che avevo notato prima mentre entravo -capire il sesso della nostra guida è uno dei test per entrare nella nostra scuola- si fermò avanti a me, mi prese la mano e me la baciò -madame, lieto di conoscerla, il mio nome è Cam- -il piacere è tutto mio- dissi togliendo la mano dalle sue labbra. -non vuoi dirmi il tuo nome?-. Guardai Zack sbarrendo gli occhi, ma che voleva questo? -no, non per ora-. Suonò una campanella, ora di pranzo, io e Zack ci diremmo verso quella che dovrebbe essere la mensa. Cam mi prese la mano, mi spinse a sé e mi bisbigliò all'orecchio -tanto scoprirò come ti chiami-. Mi staccai dalle sue braccia e mi aggrappai al braccio di Zack. Alla sala mensa trovammo un posto vicino a dei ragazzi. uno aveva dei dread e un sorriso quasi ammaliante, l’altro aveva dei capelli oro, la pelle abbronzata e gli zigomi alti. Mi stupì quello che indossava: una giacca di pelle con una sciarpa rossa. Insieme a loro c’era una ragazza dai capelli biondi e le unghie rosa pastello. -siete nuovi?- disse la ragazza strascicando le parole. -siamo appena arrivati- -piacere Gabbe- e mi allungò la mano. -piacere, Chanel, lui invece è Zack- dissi stringendole la mano, lei ricambiò e la strinse a Zack. -lui invece è Roland, e lui è Daniel- i due ragazzi mi sorrisero e io ricambiai. Nel frattempo la sala si stava riempiendo di ragazzi vestiti tutti di nero. -in che stanza siete?- chiese Roland, fu Zack a rispondere –sinceramente non cel’hanno ancora detto, ce lo diranno adesso, chissà perché…-. Vidi avvicinarsi il ragazzo dagli occhi verdi, cercai di nascondere il viso tra le mani, ma lui mi notò lo stesso. Si avvicinò e mi sussurrò all’orecchio –ciao biondina- girai lo sguardo verso di lui, finsi un sorriso e dissi –ei ciao, Cam, guarda c’è un posto laggiù, alla fine della stanza, se vuoi puoi sederti lì- -no, non credo, penso invece che mi siederò qui.- disse, appoggiando il vassoio vicino al mio. Sospirai -perfetto-. Gabbe lo guardò e gli disse –perché non la lasci stare un momento, non vedi che è appena arrivata!-. cam non la degnò neanche di uno sguardo. Nel frattempo io mi ero spostata più verso Zack, così da avere almeno una piccola distanza da quel ragazzo così strano. Per il resto del pranzo i tre ragazzi ci parlarono della scuola, delle punizioni, degli insegnanti… i nostri discorsi furono interrotti solo dalla guardia. -Chanel Devis e Zack McGoode- io e Zach ci alzammo –ho il numero delle vostre stanze, i vostri genitori hanno voluto a tutti i costi che voi abbiate la camera più grande, perciò Chanel avrà la camera numero 72 e Zack la numero 65, siete nello stesso piano-. La guardia uscì e io e Zack ci sedemmo. –benebenebene, allora è così che ti chiami, Chanel, bel nome, sì, mi piace- -soddisfatto?- -oh, non puoi immaginarti quanto- -che corso hai ora?- a parlare era stato quel ragazzo biondo, Daniel. –non ne ho idea, so solo che è in aula 3- -sei nel corso con me, tu Zack?- -idem-. Ci alzammo tutti dalle panche e ci diremmo nelle aule. Fortunatamente c’era qualcuno di normale in quella scuola!! **** Ero di nuovo nella mia stanza bianca, non c’era niente che spezzasse quel senso di totale purezza se non una figura che veniva verso di me, per la prima volta quella persona alzò la testa, ma il suo viso era deformato, morto. Avevo paura, iniziai a correre, ma tutto intorno a me era solo ed unicamente bianco, e la figura si avvicinava sempre di più, non avevo più via d’uscita. Poi, quando la figura mi stava sovrastando, tutto divenne nero e io mi sveglia, sola, nel mio letto. Mi alzai, avevo bisogno di qualcuno. Uscii dalla stanza e mi diressi nella stanza di Zack. Iniziai a bussare, quando aprì la porta mi gettai tra le sue braccia, senza aprire neppure gli occhi. Mi preparai a sentire quel suo odore stupendo. Ma quello non, arrivò. A pensarci bene, neppure le braccia che mi circondavano la vita sembravano quelle del mio amico. Mi staccai e vidi il fatale errore, di fronte a me non c’era Zack, ma Cam! Avevo sbagliato porta, accidenti! -Zack è nell’altra stanza, ma se vuoi posso consolarti io- non feci in tempo a rispondere perché arrivò la solita guardia. –bene, sapete che non potete stare fuori a quest’ora- -mi scusi prof ma…- -niente ma, domani mattina vi voglio vedere entrambi al cimitero all’alba-. Detto così, la guardia si allontanò, guardai Cam di fronte a me, era appoggiato alla porta, visto così non era neanche male, anzi, a dire il vero, era stupendo. -ti vengo a chiamare io, Chanel-. Mi recai verso la porta, prima di entrai però gli dissi –non dimenticarlo- -come posso dimenticarti?-. mi chiusi la porta alle spalle, mi allungai sul letto, e tutto ricominciò ad essere bianco.
  
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