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Autore: Liquid King    04/03/2012    1 recensioni
In seguito a un sogno ho deciso di scrivere questa storia e vi chiedo di recensire. Walter riceve una lettera che lo porterà a compiere nuovi crudeli omicidi. Solo per fan di Sullivan.
Gli aggiornamenti avveranno ogni fine settimana.
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti, Walter Sullivan
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Ecco il nuovo capitolo, sì avete capito bene: un nuovo episodio. Ho deciso di proseguire la storia di Walter Sullivan. Vi chiedo di recensirla e al tempo stesso ringrazio anche quei lettori che sono passati di qua e si sono soffermati a leggere. Alla prossima!



Walter Sullivan, un'inizio non proprio buono.

-Che mal di testa... non mi era mai capitato di sbattere contro un'albero.- Walter si massaggiava la testa, il viaggio era stato più brusco del solito. O almeno per lui.

Si alzò dal terreno polveroso e infangato, non era molto sorpreso di trovarsi in una foresta, o forse più precisamente in un giardino fin troppo grande per i suoi gusti. Si spolverò per bene il vestito e si tirò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, gli occhi brillarono di una luce misteriosa o forse sadica e  rotearono in direzione di un tronco d'albero soffermandosi per la precisione su un buco... All'interno di esso  luccicava qualcosa di metallico, Walter non esitò a controllare, allungòil braccio all'interno dell'albero e la  sua mano uscì armata.

"Una pistola.." Walter giustamente si chiese chi mai poteva avere l'interesse a nascondere un'arma in un luogo così  insolito... ma poi scoppiò a ridere un pò istericamente.

"Che sciocco che sono... Niente è insolito a Silent Hill, tutto è possibile." Con questa convinzione decise di tenersi l'arma e di esplorare il luogo.


Mente  avanzava,  decise di studiare l'arma: Una beretta semiautomatica con un caricatore all'interno da diciassette colpi. Lesse le parole sulla canna erano state incise con un oggetto appuntito.

"Usala poco. " Walter intuì facilmente che l'arma doveva  avergliela  procurata lo stesso che aveva mandato la lettera.

Dopo qualche metro, il biondo arrivò a una costruzione di legno scuro... probabilmente un capanno per gli attrezzi abbandonato, la porta era semiaperta. Vi entrò silenziosamente pronto a uccidere senza pietà l'eventuale  sfortunato abitante.

Vuoto... l'interno era vuoto... lui rizzò le orecchie come un segugio, intenzionato a percepire il minimo suono umano.

"Non c'è nessuno..."  L'uomo 11/21  si guardò in giro, il luogo non aveva niente all'infuori dell'ordinario,nell'unica grossa stanza non vi era che un tavolo quadrato, delle sedie pieghevoli, un banco da lavoro con sopra un recipiente d'acciaio pieno di uncini che probabilmente servivano a mettere in ordine gli attrezzi artigianali abbandonati un pò alla rinfusa,senza un ordine precostituito. Walter posò la pistola sul tavolo e si sedette su una delle sedie.

"Uhmm... qui c'è qualcuno che vuole che io elimini degli obiettivi prefissati, altrimenti non si spiegherebbe la lettera e la foto." Walter cacciò dalla tasca la foto che ritraeva la donna vestita con un golf di lana e con i piccoli triangoli rovesciati sugli zigomi.

"Questa donna non ha niente di anormale... i suoi occhi sono semplici e timidi, la sua bocca è piegata in un sorriso cristallino... non sembra essersi macchiata di qualche peccato." Walter scosse la testa... "No, è impossibile. Lei deve avere qualche scheletro nell'armadio, sta a me scoprire quale."

La foto gli scappò di mano e cadde con l'immagine riversa al suolo. Il retro riportava una scritta con una penna stilografica...

Lesse: "Cercala e seguila." Walter non nascose la sorpresa, come si era fatto sfuggire questo particolare?

 Si alzò dalla sedia e, lasciata la foto accanto alla pistola, si avvicinò al bancone degli attrezzi.

Un vestito spiegazzato era posto sul legno tarlato  del banco e sembrava a prima vista ( nella penombra)come un uomo inerte, abbandonato dalle proprie forze, disteso a riposare:nella realtà vi era una camicia azzurra con una giacca a maniche lunghe rossa e finiva il completo un pantalone dal colore indescrivibile,ma sempre tendente al rossiccio.  

 "Quest'uomo dev'essere molto intelligente... mi ha fatto trovare un vestito che non permette di notare macchie di sangue, ciò è segno eloquente... vuole che io uccida qualcuno."

Si tolse la giacca blu e si levò la maglia che indossava. Si abbottonò la camica e  chiuse la giacca.  

Il biondo trovò un elastico all'interno della tasca della giacca, lo usò per legare i capelli a coda di cavallo. Fece per prendere la bibbia...

"Cazzo, no! La bibbia!" Walter si accorse che cosa  gli mancava... la sua bibbia!  Stava per mettersi a urlare ma qualcosa lo trattenne.

Un rumore lo attirò... qualcosa stava accadendo fuori dal capanno...

"Che cosa sarà? Vado a vedere..." Walter lasciò l'arma sul tavolo ma si prese la foto. Fuori l'aria si era fatta più pungente, una nebbia stava scendendo. Il biondo non se ne preoccupò, ci era abituato.

Quello che vide era una ragazza poco più bassa di lui che scappava in direzione opposta rispetto a dove lui si trovava. Stringeva tra le braccia un libro.

"Quella... ha la mia bibbia!!" Walter iniziò a inseguirla, correndo alla cieca  e cercando di non inciampare su ogni radice sporgente.

-Fermati!- Gridò con quanto fiato aveva in gola... voleva riprendersi quello che era suo.

Dopo qualche metro si perse nella nebbia...

-Merda! Merda! Non la trovo più...- Si guardò furiosamente intorno... se fosse capitata tra le sue mani l'avrebbe squartata selvaggiamente...

Fece un passo e scivolò cadendo in uno strapiombo... rotolando sulla schiena non riuscì a fermarsi, procurandosi anche qualche contusione e graffi alla faccia. Finchè non si bloccò con la schiena su un pezzo di ferro.

"Maledizione... Non mi sento le gambe." Walter si alzò con un grande sforzo, reggendosi su un pezzo di ferro.

"Questo è... Oh no!" Walter si appiattì su di esso (guardarail) evitando una macchina che suonava il clascon con impeto.

-Razza di sbronzo, guarda dove vai!- Imprecò l'automobilista allontanandosi da lui.

Walter camminò sul bordo della strada,si era smarrito... in tutti i sensi.

"Non ho la bibbia, non ho un'arma... non so dove sono... avessi almeno una fottutissima mappa!" Walter avanzava con il capo chino, meditando di tornare a casa, ma come poteva farlo?

Un  rombo cupo di motore attirò la sua attenzione, un autobus bianco fece capolino dalla nebbia e curiosamente si fermò proprio dove era Walter.

-Sali vagabondo...-  Una voce lo apostrofò  dall'interno.

"E adesso? Cosa mi aspetterà?" Walter salì all'interno, era spazioso e c'erano oltre a lui solo due anzi tre passeggeri o almeno per quanto poteva scorgere al buio così gli sembrava.

La prima persona era un ragazzo più giovane di lui  vestito con una maglia semplice con un disegno astratto sopra, un pantalone nero con una cinta in finta pelle di serpente e delle scarpe grigie. La seconda era un vecchietto con un basco verde che gli copriva la fronte e gli occhi, aveva una giacca scucita e malandata con diverse toppe sui gomiti e infine un pantalone largo. L'ultima persona,infine,  quella al fianco della quale lui si siederà  era una ragazza con i capelli bruni corti ed  era proprio quella che gli aveva sottratto il libro rosso.   

-Restituiscimi il libro...- Walter la fissava torvamente.

-Ma chi siete? Non vi ho mai visto finora.- La ragazza strinse il libro al seno.

-Non essere bugiarda... il libro rosso mi appartiene.- Walter alzò il braccio.

La bruna non si scompose nè  per i modi bruschi  e nè per il  tono maleducato usati dall'uomo ma si limitò a mostrare il libro.

-Questo non è il mio libro...- Walter strabuzzò gli occhi.

-Che scoperta.- Disse lei usando un tono ironico nei confronti del biondo.

Walter si lasciò cadere sul sedile al fianco della ragazza e si perse nei suoi pensieri.

"Accidenti, che figuraccia. Ma il mio libro dov'è? Non posso mica scendere dall'autobus..."

-Ehi! Mi sente?- La ragazza cercò di attirare l'attenzione di Walter.

-Sì?- Walter si voltò verso la sua direzione . Potè anche meglio osservarla: aveva una maglia di lana rossa e blu, una giacca a vento marrone e una collanina d'oro al collo. Aveva anche delle cuffie alle orecchie collegate a una radiolina che portava in una borsetta a trancolla, aveva un pantalone blu che arrivava fino al ginocchio, delle scarpe con il tacco completavano il suo abbigliamento.

-Mi chiamo Samantha, sono al quarto anno di liceo artistico. Tu sei?- Lei porse la mano con le unghie laccate di viola.

-Walter Sullivan...- Lui preferì non dare la mano.

-Sei simpatico, eh?- La ragazza ritirò la mano.

Walter non l'ascoltò ma mise la mano in tasca per cacciare fuori la foto della donna misteriosa.

-Ehi, come fai ad averla!- La voce di Samantha lo soprese non poco. La voce era così forte che anche il ragazzo e il vecchio presenti si voltarono nella loro direzione. Il ragazzo ridacchiò mentre il vecchio borbottò qualcosa di incomprensibile.

-Quella è mia zia! La conosci?- Lei riprese nella sua foga a tempestare di domande il biondo.

-No... ma vorrei conoscerla.- Walter si mantenne sul vago cercando una possibile scusa.

-Oh capisco! Stai cercando un lavoro? Fai bene, ultimamente lei sta cercando un bravo cuoco.- La bruna aveva già riposto le cuffie e ora si  era dedicata al giovane.

-Perchè non mi parli di lei?- Walter assunse un tono confidenziale anche perchè era tantissimo tempo che non parlava con un essere vivente.

-Oh beh... posso dirti ben poco. Di solito noi ci vediamo solo in rare occasioni e quasi sempre di festa. Lei mi ha chiamata dalla scuola perchè venissi  presto da lei...- La sua voce si fece più bassa.

-Che è successo?- Walter la spronò a continuare sfogiando quel sorriso misterioso che quasi sempre lo aveva accompagnato nei suoi delitti.

-Uhmm... non  so se lo posso dire. Ma voi avete un'aria seria.-  Inarcò un sopracciglio. -Lei soffre di continui incubi di uomini che la vogliono violentare.- 

Walter iniziò a ragionare utilizzando le poche informazioni a sua disposizione.

"Uhmm... Qualcuno mi manda una lettera rovinata dicendo di conoscermi bene e mi chiede di arrivare in un paesino del Giappone, con lo scopo di trovare una donna che soffre di incubi ricorrenti
. I soggetti dei suoi sogni sono uomini che abusano del suo corpo. Questa donna chiama sua nipote che per una strana combinazione incontro... Forse... ho capito: Io devo uccidere gli uomini che abusano o hanno abusato nel passato della zia di Samantha!" Walter batte il pugno sul palmo dell'altra mano. "Ma questo non ha senso... perchè questa donna non denuncia questi stupratori? Ha qualcosa di più pericoloso da nascondere? Interessante..." Sul viso di Walter si delineò un sorriso largo.

-Walter? Siamo arrivati.- Samantha prese per mano il giovane e lo trascinò fuori dall'autobus, fuori la nebbia era scomparsa.

"Che faccio adesso? Non saprei orientarmi..." La ragazza gli battè la mano sulla spalla. -Deduco che lei non sa dove andare, eh? Ti accompagno io.-

Il giovane seguì la ragazza fino a un officina.



Eccoci alla fine, che vi è sembrato?
Ho anche una buona notizia: gli aggiornamenti avverrano ogni fine settimana
(o almeno cercherò di fare il possibile per farli).
Ora la storia si dipanerà in due periodi:
-La ricerca delle vittime.-  
-La feroce esecuzione dei ventuno sacramenti-
Spero che vi divertirete! Alla prossima! 
 
 

  



   
 
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