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Autore: Meramadia94    08/03/2012    1 recensioni
Violet Callister è una poliziotta con alle spalle un difficile passato, che sarà costretta a riaffrontare per salvare un collega. La aiuta la sua migliore amica.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si consolava del fatto che finalmente le sue sofferenze sarebbero terminate e che avrebbe raggiunto il suo amore, ma allo stesso tempo odiava se stessa perchè aveva trascinato anche Wendy in quella terribile situazione, che non c'entrava niente.
Aspettava un dolore secco e profondo squarciare il suo petto, e invece...
''FERMO POLIZIA!!!''
La ragazza riaprì gli occhi e vide che il sergente Janet puntava una pistola alla tempia del criminale che le stava tenendo sotto tiro.
''Consegnami quella pistola.''- ordinò al criminale.
Fellman non potè far altro che obbedire e diede alla poliziotta dai capelli rossi la pistola.
Quest'ultima la lanciò alla sua legittima propietaria e mise le manette ai polsi del giovane imprenditore.
L'agente Greys diede una mano alla sua collega a rialzarsi e il poliziotto occhialuto fece altrettanto con Wendy.
''Callister, Besons... tutto a posto?''- chiese Janet tenendo ben stretto il criminale.
''Si, tutto bene...''- rispose Wendy per tutteddue-:'' grazie, ci avete salvato la vita.''
'' Questa si chiama fortuna.''- sorrise Violet.
''Non è come sembra''- piagnucolò l'imprenditore-:'' io sono innocente, queste due hanno rubato tutte queste vetture e io cercavo di fermarle.''- si giustificò Adrian convinto che non esistessero prove della sua colpevolezza e di riuscire quindi a farla franca.
Il sergente Janet lo guardò scettica-:''E' inutile che faccia la recita, tanto ci sono le prove.''
''Esatto''- continuò Greys-:'' l'agente Callister ha dimenticato di chiudere la trasmittente e abbiamo sentito e registrato tutto.''
''Sappiamo che è il responsabile della rapina alla Doblony, dei furti delle auto che hanno sconvolto la città, del fatto che organizzava corse illegali al porto, e anche che ha addossato all'agente Thompson tutte le sue colpe.''- lo informò Ledoy.
''Ma non solo''- aggiunse Wendy-:'' c'è anche la sua chiara intenzione di uccidere Thompson in cella, un duplice sequestro di persona per un totale di tre tentati omicidi.''
Adesso non era l'inseparabile compagna di Violet, era l'avvocato Wendy Besons.
''Nemmeno io sarei capace di difenderla in tribunale.''
Quando il criminale venne portato via, Wendy si rivolse alla sua migliore amica-:''Vedo che non hai ancora perso la sbadataggine che ti caratterizzava.''
Violet arrossì. Infatti era sempre stata sbadata e smemorata: dimenticava sempre di spegnere la luce e lasciava sempre le scarpe in mezzo al salotto.
Risultato, cadeva sempre ed era sempre piena di lividi sulle ginocchia.
''I nostri insegnanti si lamentavano sempre di te e della tua sbadataggine... ma quanto sbagliavano.''- sorrise Wendy mettendo un braccio intorno al collo dell'amica-:'' la sbadataggine, che tanto disprezzavano, oggi ci ha salvato la pelle.''
Le due amiche  si sorrisero a vicenda e scoppiarono in una risata divertita, come non capitava più loro dai tempi del liceo, quando erano ancora  felici e spensierate e prima che accadesse quella tragedia al fidanzato di Violet.
17  Ottobre 2011
Il giorno dopo, Violet anche se non si era ancora ripresa dallo spavento e dalla disavventura del giorno prima decise di andare lo stesso al lavoro.
Mentre camminava verso il distretto era fiera e sicura che avrebbe trovato il suo collega fuori prigione e  che le avrebbe sorriso.
Aveva raccolto prove a sufficienza contro Adrian Fellman e lui stesso aveva confessato di gestire un giro di scommesse clandestine, ed era certa che stavolta il vero colpevole avrebbe pagato le sue colpe fino all'ultimo centesimo e che neanche il miglior avvocato di tutto il paese sarebbe stato capce di farlo uscire a testa alta da quella situazione.
Entrò lentamente nella sala delle riunioni dove si riuniva sempre con i suoi colleghi ed amici più fidati e disse timidamente-:''Buongiorno...''
''Buongiorno a te, bimba bella.''- la salutò allegramente Thompson.
Allora il viso della poliziotta s'illuminò e si voltò: vide Jhon nello splendore dei suoi trent'anni con la sua aria furbetta e irriverente che le sorrideva.
La giovane non potè trattenere la sua gioia e felicità e con un balzo da fare invidia perfino ad un gatto selvatico si lanciò tra le braccia del collega il quale la abbracciò felice.
Più che due colleghi sembravano due fidanzati ricongiuntisi dopo una lunga assenza.
Nella giornata, mentre i due erano di pattuglia per le strade della città, Jhon raccontò all'amica che dopo che il capo della polizia aveva ascoltato la registrazione che conteneva la confessione di quel criminale e del modo con cui l'aveva incastrato, le accuse che erano state mosse al poliziotto erano state completamente ritirate ed era rientrato subito in servizio.
Intanto, il capo del gruppo finanziario Fellman era stato rinchiuso in una cella del commissariato in attesa dell'interrogatorio nell' isolamento massimo.
Stessa sorte era toccata ad alcuni dipendenti che lavoravano nella sua azienda che erano invischiati nel giro delle corse clandestine.
''Non sapeva che aveva a che fare con la poliziotta più sbadata di New York e dintorni.''- rise il poliziotto.
La ragazza si arrabbiò e gli mise il broncio-:''Ehy, se non fosse per questa poliziotta sbadata, tu saresti ancora in galera. Attento a come parli quindi.''
Nel dir questo però non potè fare a meno di sorridere: l'amico si era del tutto ripreso da quella brutta avventura, e per quanto impossibile poteva sembrare, tanto che lei stessa si stupì di quello che aveva appena pensato... le prese in giro del collega le erano mancate, e neanche poco.
''Mi dispiace che tu sia stata sospesa dal servizio per colpa mia.''- le disse Jhon.
Infatti, Martinez aveva scoperto che non solo la poliziotta aveva rivelato tutti i dettagli delle indagini all'avvocato Besons, ma aveva anche indagato su un caso che l'aveva coinvolta personalmente e per questioni personali.
Una mancanza imperdonabile per un poliziotto, e tale mancanza le aveva procurato un mese di sospensione.
La ragazza però sorrise e gli rispose-:''Non è niente: almeno non vedrò il Gran Capo  nè dovrò ascoltare le sue fanfaronate per un po'. E poi, è da tanto che volevo prendermi una vacanza.''
Poi però si rabbuiò pensando-:'' Devi farlo Violet. Tanto lo verrà a sapere, non più tardi di dopodomani.''
Thompson se ne rese subito conto-:''Ehy... va tutto bene?''- le chiese leggermente preoccupato.
La ragazza annuì.
''Senti Jhon... dovrò stare fuori città per qualche giorno.''- disse la poliziotta-:''Vado a Washington dai parenti.''
''Davvero?''- fece eco il poliziotto.
''Si''- confermò la donna-:'' avevo promesso loro che dopo essermi occupata del tua caso sarei andata a trovarli.''
''Certo, capisco... dopo due anni e mezzo che non vi vedete vi mancherete a vicenda.''- affermò il poliziotto pensando-:''Donne... tutte uguali. Pur di non ammettere che vanno a trovare il moroso s'inventano pure il funerale di un parente.''
Non lo dava a vedere ma soffriva profondamente nel sapere che la ragazza che lo aveva salvato dalla vergogna e della quale era innamoratissimo lo lasciava per stare con un altro.
Se solo avesse saputo...
La sua paura più grande è che decidesse di rimanere nella capitale e di non rivederla più. Nonostante la paura le chiese-:''Per quanto starai via?''
La ragazza rispose-:''Non lo so nemmeno io... un giorno però ci rivedremo, te lo prometto.''
Entrambi sorrisero, ma era un sorriso triste che sapeva tanto di addio più che di arrivederci.
  
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