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Autore: Meme06    09/03/2012    13 recensioni
Salve a tutti! Eccomi di nuovo da voi con il continuo di una storia che come ho potuto vedere è piaciuta parecchio. Beh... prendendo in considerazione la mia indole sadica mi sono resa conto che non sarei mai riuscita ad abbandonare del tutto questa storia e per questo avverto a tutti quelli che mi hanno seguito che questo è il continuo di 'Blood Story'. E adesso vi chiederete voi, cosa succederà? Cosa potrà mai accadere nel continuo di questa ff? Scopritelo leggendola! ^ ^ Kiss kiss la vostra piccola psicopatica!
Genere: Dark, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'The smell of your blood'
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- Amu! - gridò Ikuto mentre la ragazza veniva avvolta dalle fiamme che le donavano carezze mortali e dolorose.

Lei si voltò verso di lui. Sarebbe toccato a lei proteggerlo stavolta. Lui le aveva salvato la vita. Era arrivato il momento di contraccambiare. A pensarci bene che cosa sciocca. Ogni volta non riuscivano mai a passare abbastanza tempo insieme che uno dei due moriva.

Addio Ikuto…

Le fiamme le dilaniavano il corpo e nonostante lui fosse proprio lì non poteva far nulla per aiutarla. Si sentì inutile. Terribilmente inutile.

Alzò di nuovo lo sguardo. Perché quella stupida stava sorridendo? Eppure lo sapeva come sarebbe andata a finire. Non credeva affatto che non sentiva il dolore.

Sorrideva. Contenta.

Lui no. Lui non ce la faceva a sorridere. Come avrebbe potuto?

La stava vedendo morire. Senza poter fare niente.

Eppure i suoi occhi non volevano staccarsi dal vedere quell'orrendo spettacolo. La carne stava iniziando lentamente a consumarsi. Tra poco sarebbe tutto finito.

Notò il viso soddisfatto di Utau, il suo sorriso di gioia e di trionfo stampato in faccia. Negli occhi lilla venivano riflesse le fiamme che si ergevano maestose dinanzi a lei che le guardava come opere d'arte.

Fu un attimo. Un attimo che ad Ikuto sembrò un'eternità e che dopo realizzò semplicemente come salvezza.

Un getto d'acqua arrivò addosso ad Amu. Spegnendo le fiamme e scaraventando la ragazza a terra.

Ikuto si voltò verso sinistra, da dove veniva il getto dell'acqua. Una ragazza dai lunghi capelli bianchi era lì. Aveva il fiatone, probabilmente aveva corso. La mano era aperta e puntata verso il punto dove cinque secondi prima Amu era ricoperta dalle fiamme.

- Sata… - fece Ikuto incredulo, riconoscendo la ragazza. - Che ci fai qui?

- Beh, in qualità di Majo che avverte le cose prima che accadano e che aveva avvertito qualcosa di spiacevole, nonché un grande cambiamento, sono corsa qui. Beh, il cambiamento vedo che è avvenuto… - disse squadrando Ikuto. - E a quanto pare stava per avvenire qualcosa di veramente brutto… Anzi, credo addirittura che se non sarei intervenuta, beh… non credo sarebbe finita bene.

Guardò Utau che ora aveva l'aria di una che la voleva uccidere per aver interrotto il suo divertimento. Sata non vi badò. Sarebbe stata in grado di tenere testa anche a lei d'ora in poi.

Mentre correva verso di loro aveva sentito come una grande forza nascerle dal petto ed improvvisamente quello che non era mai riuscita a fare ora era diventato realizzabile. Gli elementi. Li sapeva invocare, ma solo nel cerchio e come 'accompagnatori'. Mentre ora sapeva anche fondersi con loro. L'acqua le era sembrato l'elemento più giusto vedendo la situazione.

Si avvicinò ad Amu mentre Ikuto si avvicinava ad Utau. A breve una battaglia sarebbe iniziata. Ma a lei non importava. Doveva curare quella ragazza che a vederla non sembrava affatto una vampira. La portò distante e iniziò a fasciarla con delle bende di cui si era munita, calcolando un'eventualità come questa.

Non era ridotta malissimo, la carne era loro arrossata e lacerata in alcuni punti. Ma si sarebbe ripresa. Contando anche sul fatto che i vampiri guariscono in fretta.

Senza frasi d'effetto e quasi senza pensare Ikuto si gettò addosso ad Utau, iniziando la lotta.

Il ragazzo la colpì con una gamba allo stomaco. Lei rimase un attimo interdetta, poi attaccò tirandogli un pugno sotto il mento che prontamente il ragazzo schivò, allungandosi verso la sua schiena e colpendola con una gomitata. Questa volta Utau rispose prontamente e con un calcio lo colpì alla tempia intontendolo un poco e procurandogli un graffio abbastanza profondo, giusto il tempo di colpirlo allo stomaco e mandarlo a terra.

- Tu non sai quanto mi costa farti questo… - disse d'un tratto Utau avvicinandoglisi e mettendogli un piede sopra il petto.

- Ahh… ancora con questa storia? Se non te la senti di batterti puoi anche morire. Perché la differenza è poca. - le disse.

Avrebbe giurato di aver visto qualche goccia rossa scenderle lungo il viso, ma pregò che non si mettesse a piangere.

Lei lo guardava. Sembrava soffrire davvero per quello che stavano facendo. Glielo si leggeva negli occhi. Meglio, almeno sarebbe crepata più in fretta.

Questo pensava Ikuto e questo mise in pratica.

Le afferrò la caviglia gettandola a terra. Dopotutto lui aveva uno scopo per combattere. La vendetta.

Si avvicinò a suo corpo che si stava rialzando. Lui 'l'aiuto' a fare più in fretta. La prese per i capelli e le sbatté la faccia in un tronco lì vicino. Continuò a sbattergliela fino a che non vide il naso rotto e il sangue che sporcava il suo viso e la corteccia.

Ma non aveva ancora finito. Utau provò a reagire tentando di colpirlo con un pugno, ma lui le afferrò il braccio e le stritolò il polso. Talmente forte che le ossa assieme a qualche goccia di sangue schizzarono fuori. Utau si morse la lingua. No, non voleva urlare. Non doveva dargli questa soddisfazione. La ragazza si allontanò di poco da lui, ma non fece in tempo a fare altro che il vampiro l'afferrò di nuovo e le si avvicinò con il volto a pochi centimetri. La bionda per un momento credette che tutto si sarebbe messo a posto e che l'avrebbe lasciata andare perché era sua sorella. Ma fu troppo sciocca e abbassò la guardia. Proprio quell'attimo che il fratello le sfiorò la guancia con le dita, fino a raggiungere il suo occhio destro, per poi infilarle l'occhio all'interno, spingendolo e lasciando dell'occhio solo una molliccia massa di cui una parte era finita sulle dita del ragazzo. Utau non ce la fece a resistere e gridò. Gridò forte. Facendo godere ancora di più il fratello.

- Sai… - fece guardandola negli occhi che esprimevano dolore. Dolore. Smise di urlare, per non dargli la soddisfazione di averle fatto ancora del male, per darsi un po' di contegno. Poco importava. La bellezza di stare con la sorella era che non gli fregava nulla qualunque cosa facesse. A lui bastava vedere la sua sofferenza negli occhi lilla per gioire. Quindi, nonostante ora stesse resistendo con tutte le sue forze per non far sentire la sua voce dolorante al fratello, a lui non lo toccava per niente. - Ti berrei tranquillamente il sangue… ma l'ultima volta che l'ho fatto ho danneggiato la mia esistenza, quindi meglio non rischiare… non trovi, sorellina?

Gocce cremisi le rigarono le guance, lasciando scie rosa pallido, come conferma del loro triste passaggio.

- Già… - disse la ragazza. - Allora fini…

- Oh no, non ti farò apparire come un'eroina lasciandoti dire le tue ultime tristi e profonde parole… - la derise mentre con la mano le afferrava il collo candido ed esile. - Ciao ciao.

E detto questo le frantumò gli ossi, assaporando lo scricchiolio che sentiva sotto le mani e la pelle quasi svuotata di tutti quegli ossicini. Che cosa fantastica… è bastato così poco per ucciderla. Sorrise sadico e le lasciò andare il corpo. L'occhio sinistro si fece opaco e il destro volle donare come ultimo atto di pietà una lacrima rossa distillata dal sangue della poltiglia oculare.

Si volto tranquillo e si diresse verso Amu come se non fosse successo nulla.

La ragazza si stava riprendendo. Gli occhi erano leggermente aperti e piano piano riusciva a mettere a fuoco ciò che la circondava. Quando aprì totalmente gli occhi non poté non notare una ragazza di sua conoscenza accanto a lei e Ikuto di fronte.

- Ben svegliata Amu! - esclamò allegra Sata.

- Ah? - mormorò stordita la ragazza. - Che ci fai qui?

- Hey! Dopo che ti ho salvato la vita neanche mi ringrazi? - domandò la Majo fingendosi offesa.

Amu sorrise.

- Non lo sapevo… - ecco. Questo era il suo modo per ringraziarla. Sata annuì, il sorriso ancora sulle labbra.

Amu vagò ancora con lo sguardo, fino a notare poco lontano da loro le ceneri del corpo di Utau.

Guardò Ikuto e sorrise. Chi poteva essere stato se non lui? Avrebbe tanto voluto assistere a quella lotta, ma ahimè terribile disgrazia l'aveva colta! Si sorprese di lei stessa. fare dell'umorismo da parte sua era molto raro. Doveva essere proprio intontita.

- Beh, torniamo a casa. - disse Ikuto sollevando Amu e portandola all'interno dell'oscura dimora e poi dentro la camera. L'unica stanza che possedesse un letto.

Sata lì seguì solo per restare un po' affianco della ragazza. I vampiri non possono dormire. Ma questo non vuol dire che non possano riposare.

Poco prima che se ne andasse, Amu afferrò la mano di Ikuto e gli toccò con l'altra la tempia, la cui ferita - anche se adesso non gettava più tanto sangue - era ancora aperta. Com'era successo mesi fa. La ferita gli fu rimarginata. A quanto pare la sua magia funzionava solo con le altre persone e con quelle a cui teneva.

Ikuto sorrise e la lasciò sola, uscendo assieme a Sata.

- Come lo sapevi?

- Ah? - fece la ragazza fissandolo stranita.

- Come sapevi dov'eravamo?

- Te l'ho detto. Ho una cosa che comunemente si potrebbe definire 'sesto senso'. Solo che per me è come un messaggio in codice che m'investe all'improvviso e non so esattamente cosa mi succede o perché. Ma sapevo che dovevo intervenire.

- Quindi puoi avvertire le cose prima che accadono?

- Si, si potrebbe definire anche così. Ma non accade sempre. Dovrei imparare a controllarlo. - rispose pensierosa. - E ho deciso che lo farò.

- Ah?

- Guardando Amu e passando tutto quel tempo con lei ho capito una cosa alla quale non avevo mai pensato, nonostante fosse scontata. Credo sia perché mi sembrava talmente lontana che il solo pensarlo non bastava e allora lasciavo perdere.

- Che cos'è?

- Il coraggio di ritrovarlo.

Ikuto fece una faccia stranita fissandola e chiedendole indirettamente una spiegazione. Nonostante si stesse chiedendo anche perché ne stava parlando con lui.

- Avevo un fratello al quale ero molto legata e che mi strapparono via proprio nel giorno in cui avevo più bisogno di lui. - spiegò la ragazza. Lo sguardo a terra. - Da quel giorno ho sempre pensato e sperato di rivederlo. Ma non ho mai preso seriamente in considerazione l'idea di andare a cercarlo. Nonostante tu odiassi tua sorella lei è stata migliore di me e ha avuto più coraggio e più tenacia. Io ho sempre pensato a quanto avessi voluto vederlo di nuovo. Vederlo tornare. Non vederlo e basta. Volevo che fosse lui a venire da me. Quindi me ne sono sempre stata buona buona ad aspettare quel giorno. Credendo che la speranza da sola bastasse a far avverare il mio desiderio. Improvvisamente però ho capito che mi sbagliavo. Che non devo aspettarlo, ma devo andare a prenderlo io.

- Quindi te ne andrai. - constatò Ikuto. Per nulla toccato dalla cosa. - Ora quello che mi sorge spontaneo chiederti è… perché mi stai dicendo tutto questo?

- Beh, a parte il fatto che avevo bisogno di sfogarmi…

- Potevi farlo con Amu tempo prima.

- No, non potevo. Non ero pronta. Ma… dicevo… a parte questo… Io ho intenzione di partire subito.

- Ora è chiaro. Devo dirglielo io ad Amu che tu te ne sei andata, giusto?

Sata annuì.

- Non è un atto di pietà nei suoi confronti o di vigliaccheria da parte mia. Semplicemente voglio partire subito. Non voglio aspettare ancora. - gli disse convinta. - Solo questo.

Ikuto annuì abbozzando un sorriso. Segno che glielo avrebbe detto lui senza problemi. Sata ricambiò il gesto del ragazzo, per poi voltarsi e uscire dal palazzo. Decisa e sicura di sé.


Quando riaprii gli occhi la prima cosa che vidi furono due occhi ametista che conoscevo molto bene.

- Buongiorno! - esclamò Ikuto mentre mi tiravo su a sedere.

- Buongiorno… - mormorai io. Ero ancora un po' indolenzita, dolci ricordi della notte passata. Sorrisi. Mi guardai un po intorno. Giusto per constatare dov'ero. - Sata?

Chiesi poi. Ricordavo perfettamente che mi aveva detto di avermi salvata. Nonostante non sia mai stata una persona sentimentalista un grazie glielo avrei anche potuto dire. Avrei voluto rimediare.

Guardai Ikuto chiedendogli una spiegazione con lo sguardo. Lui, senza farsi troppi problemi mi disse chiaro e tondo come stavano le cose.

In un primo momento sgranai gli occhi, per velarli con uno strato appena visibile di tristezza. Si, mi dispiacque non poco di quella partenza improvvisa. Visto che fu la prima persona umana che avrei potuto considerare di più di una semplice conoscente.

- Beh.. vedo che ti sei ristabilita abbastanza bene. - disse d'un tratto Ikuto, scrutandomi e controllando le ferite. Poi fece un sorriso che riconobbi fin troppo bene. - Questa cosa mi fa pensare in senso positivo!

- Idiota! - esclamai sorridendo. Ora si, anche io avrei potuto pensare in maniera positiva. Per un attimo ripensai al discorso che avevamo fatto quel giorno. Io gli avevo chiesto il motivo del suo odio verso la sorella. Per un attimo l'idea di domandarglielo di nuovo mi balenò nella mente. Poi ci ripensai e la faccenda rimase chiusa lì, sepolta.

Ikuto infatti non mi disse mai il perché di tanto odio e io non volli più toccare l'argomento. Non m'interessava più ormai.

Lo so. La nostra vita era sicuramente delle peggiori, nonostante a prima vista potesse sembrare eccitante e libera non l'augurerei a nessun altro.

Noi saremo per sempre creature della notte.

Saremo sempre incompresi dagli altri che non sono nostri simili.

Saremo sempre insieme è vero, ma non l'ho mai considerato amore, né ossessione. L'ho sempre visto come un bisogno reciproco l'uno dell'altro. Una cosa molto lontana dal concetto di amore, nonostante quello che provo sembra appartenere a quella categoria. Fatto che per molte volte mi ha fatto invidiare gli umani.

Saremo sempre 'vivi', resteremo sempre così e nonostante questo potrebbe sembrare bello perché immutabile non bisogna trascurare un fatto importante della questione.

Sempre vivi…

Sempre dannati.





FINE!!!!! Wow! Nonostante abbia scritto una storia più lunga di questa mi sembra di aver compiuto una grande impresa nel finirla! XD Beh, che ne dite? Fatemelo sapere mi raccomando! ;) Perché ci conto!

Comunque ringrazio tutti quelli che mi hanno seguita e che hanno aggiunto la mia storia tra le preferite o anche solo tra le ricordate! Mi ha fatto davvero tanto piacere.

Un bacio e un abbraccio a tutti!!!!! :D

Alla prossima!

Meme

  
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