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Autore: themissingpiece    09/03/2012    6 recensioni
Li abbiamo lasciati così: Alex che se ne va, lasciando Joseph e tutta la sua nuova vita dietro di sé. Un nuovo inizio, nuovi sorrisi, lacrime, parole mai dette che usciranno come sorprese. Siete pronti per farli tornare tutti nella vostra vita? Se la risposta è positiva mettetevi comodi e iniziate a leggere.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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oh, ma chi si rivede!
dite la verità, pensavate fossi morta? eh no
, bbbellezze.
sono ancora qui a postarvi un altro schifosissimo capitolo.
scusate per il super-maxi-mega-assurdo ritardo, ma tra la scuola, il periodo un po' ''così'' e
la poca ispirazione, le mie mani non ne volevano sapere di collaborare.
btw, spero che ci sia ancora qualcuno qui che abbia voglia di leggere questa FF.
dai, vi lascio leggere
.
ccciao (L)

G.

My price to pay
  capitolo sei

 

 Fin da piccola, quando morì la prima persona che amavo con tutto il cuore, ovvero mio padre, ho sempre pensato che la vita non ti regala mai la felicità.

Proprio quest'ultima ha sempre un prezzo, un costo.

Non puoi pretendere di sposarti e poi avere una vita felice per sempre, senza battibecchi con tua moglie o tuo marito.

Ecco perché ho sempre pensato che la vita sia stronza.

Sì, insomma, come quelle ragazze a scuola che ti verrebbe da investirle una ad una perché ogni giorno di fanno sentire uno schifo.

 

 La mia felicità? Mi sembra ovvio, Joseph Adam Jonas. 

Il mio prezzo da pagare? Il mio migliore amico, Jack. 

 

Ero seduta su quella dannatissima seggiolina della sala d'aspetto da ormai due ore abbondanti, con il cuore in gola.

Possibile che nessun dannatissimo dottore venisse a dirmi come stava?

Mi misi le mani nei capelli e l'unica cosa che riuscivo a vedere era il volto di Josh, sconvolto e pallido, mentre mi diceva «Jack è stato investito».

Quelle parole investirono me.

Mi dissero che era stato portato subito al pronto soccorso, ma nessuno sapeva ancora come stava.

«E' lei la signorina Alex?» un signore in uniforme mi si avvicinò mentre io ciondolavo la testa per annuire. Aveva l'aria di chi la sa lunga, di chi non si fa sfuggire niente, un po' alla Horatio Caine.

Si sedette tranquillamente nella seggiolina accanto a me e mi mise una mano sulla gamba «Mi dispiace molto per l'accaduto, alla reception mi hanno detto che non le hanno ancora parlato» scossi la testa nuovamente per negare e lui fece un sorriso amaro «Si divertono a tenere la gente sulle spine» disse cercando di risollevarmi, invano, l'animo. Sospirai e mi lasciai cadere stancamente sullo schienale «Abbiamo interrogato il conducente dell'auto che ha investito Jack » spiegò lentamente, come se avesse paura di traumatizzarmi «Il signore afferma che il ragazzo si è buttato spontaneamente in mezzo alla strada, che c'erano dei testimoni che possono confermarlo e che non è riuscito a frenare in tempo».

Mi morsi il labbro così violentemente quasi da farlo sanguinare.
Cos'avrei dovuto dire? Era colpa mia? Il conducente dell'auto diceva davvero la verità?

Mi persi in quelle domande, momentaneamente senza risposta e il poliziotto, vedendo le mie poche intenzioni ad aprire bocca, si congedò con un ''la lascio pensare da sola''.

Rannicchiai le gambe contro il petto e ci appoggiai la testa «Amore, ti ho portato una tazza di the caldo » mi voltai verso Joe mentre appoggiava il bicchierino sul tavolo affianco a noi e quando si girò, non riuscii a trattenermi: mi buttai fra le sue braccia, nascondendo il mio viso tra il suo incavo del collo e le lacrime scesero libere, come un fiume in piena.

«Se solo non l'avessi lasciato lì» m'incolpai ad alta voce «Non devi pensare neanche per un secondo che sia colpa tua» sussurrò Joe nel mio orecchio e i singhiozzi si fecero più rumorosi. Strinsi con forza le mie mani alla sua felpa, come per sfogare tutta la mia rabbia.


 

 

«Alex.. Tesoro svegliati» il tono dolce e pacato di Joseph mi fece svegliare lentamente, come se fosse una giornata qualunque, iniziata con affianco il mio ragazzo. Pian piano, però i sensi si stabilizzarono e iniziai a sentire l'odore fastidioso di disinfettante e la scomodità delle poltroncine dell'ospedale. Sospirai e aprendo gli occhi intravidi una figura con un camice bianco. Raddrizzai immediatamente la schiena e cercai di sistemarmi i capelli alla bell'è meglio.
Realizzai che il medico era in realtà più un ragazzo sui trentacinque anni e, sicuro di sé, teneva in mano una cartelletta con fogli che continuava a sfogliare.
«Come sta?» chiesi con la voce ancora un po' impastata dal sonno «L'impatto è stato forte e dopo varie operazioni siamo riusciti a salvarlo» sembrò come uscire da un'apnea durata ore. Tirai un sospiro di sollievo, ma quando vidi lo sguardo triste del dottore, tornai nuovamente seria «ma..?» «ma ora è in coma. Dopo l'intervento non si è più svegliato»

 
 

no no no no no no no no no.
 

«Quando.. Quando si sveglierà?» «Non lo sappiamo, ci dispiace».

 

Colpo di grazia. Perché diavolo dare una bella notizia per poi smontare tutto con una singola parola? ''coma'' e tutto scompare, tutto non ha più senso.
 

Senza Jack tutto non ha più senso. Lui non poteva arrendersi così, non poteva lasciarmi, lui... non poteva.

Il dottore si dileguò senza farsi troppi problemi mentre la stretta del mio ragazzo si fortificò «Lasciami» sibilai, Joe mi guardò confuso «Lasciami, cazzo!» urlai tanto forte da far voltare tutte le persone nella sala d'attesa e, tra le lacrime e la vista offuscata, mi rinchiusi nel bagno che si trovava alla fine del corridoio.

Il mio respiro era talmente veloce che mi faceva girare la testa e il mio camminare avanti e indietro nel piccolo bagno, mi fece diventare quasi paranoica. Feci un ultimo passo e poi mi voltai velocemente sferrando un pugno al muro, che non fatto di cartongesso, mi fece imprecare di dolore e scivolare sul pavimento freddo, proprio come mi sentivo io in quel momento: fredda.
 

Portai le mie gambe al petto mentre vedevo la mia mano sporcarsi di sangue, quando ormai il dolore era passato in secondo piano.

 

Jack, non farlo. Jack, rimani. Jack, io non vivo senza te.

  
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