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Autore: Nadine_Rose    12/03/2012    2 recensioni
Nadine ballava, rideva ed era viva.
[Continuo di “Un amore diviso da un filo spinato”]
Nadine e Werner sedettero vicino alla riva del lago all’ombra di un’alta conifera e restarono lì, stretti l’uno all’altra, avvolti dall’aria fresca dell’estate berlinese mentre dentro di loro scoppiava la primavera. Una nuova stagione era cominciata per la loro vita ma i due contavano ancora i loro inverni.
[Capitolo 33: Il dono della vita]
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopoguerra
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Capitolo 4

 

Il chiarore delle stelle,

il mormorio del vento e

il profumo della tua pelle

                                                                                                              

“ Io andavo lungo il sentiero, tu venivi,
il mio amore cadde tra le tue braccia, il tuo amore tremò nelle mie.
Da allora il mio cielo di notte ebbe stelle
e per raccoglierle la tua vita si fece fiume ”.
Pablo Neruda

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Tramonto a Schlachtensee (1895), Walter Leistikow

Lago di Schlachtensee[i], 24 giugno 1945

 

Werner strinse più forte la mano di Nadine mentre il terreno, procedendo verso il lago, si faceva sempre più in discesa. La luce del sole quasi al tramonto, la natura tutta in fiore e la silenziosa tranquillità della foresta, offrivano già ai due innamorati l’atmosfera perfetta. Nadine e Werner sedettero vicino alla riva del lago all’ombra di un’alta conifera e restarono lì, stretti l’uno all’altra, avvolti dall’aria fresca dell’estate berlinese mentre dentro di loro scoppiava la primavera. Una nuova stagione era cominciata per la loro vita ma i due contavano ancora i loro inverni. Come dimenticare il dolore di Ravensbrück, la furia dei soldati, il fumo nero che ogni giorno ininterrottamente saliva al cielo e i volti delle persone a cui la vita non aveva dato una possibilità di salvezza? Come dimenticare se le ferite del corpo non erano ancora cicatrizzate? E Werner come poteva cancellare dalla mente la sua iscrizione al partito nazista, le sue tesi mediche redatte a favore della teoria razzista, l’eutanasia e gli esperimenti praticati dai suoi colleghi e il suo silenzio che diventava loro complice? Come allontanare il rimorso se la donna che amava ne era stata vittima e sotto le macerie s’intravedevano ancora corpi senza vita? Per entrambi la risposta aveva un nome, un volto, degli occhi nei quali ritrovare una parte di se stessi, assopita durante gli anni della guerra e delle braccia nelle quali rifugiarsi e soffocare le ombre del passato. Sulla sponda di quel lago, saldamente abbracciati l’un l’altra quasi da sembrare un sol corpo, i due capirono che non tutto era stato vano. Solo a causa del suo orientamento politico e della sua professione, infatti, Werner era stato catturato dai russi e condotto a Nadine. E anche per lei Ravensbrück non era stato inutile perché le aveva poi donato Werner. Allora la sua sofferenza acquistò un senso e benedisse quei cinque anni di prigionia. Nadine alzò gli occhi al cielo e finalmente riuscì a scorgere il chiarore delle stelle. Il fumo nero del forno crematorio e le scie degli aerei militari non offuscavano più il firmamento. E, in quel preciso istante, Nadine riacquistò i suoi venticinque anni e quella giovinezza che nel campo era stata spenta. Il tempo della guerra, del nazismo e dell’odio lasciava adesso spazio a quello dell’amore. Tutto stava cambiando, dentro e fuori di loro. Adesso non c’era il frastuono della guerra, il rumore degli spari e le urla disperate a impedire l’ascolto del mormorio del vento, del fruscio degli alberi e del suono rilassante dell’acqua che accarezzava le rive del lago. “ è tutto finito, amore. Adesso ci sono qui io. ” le disse teneramente Werner stringendola di più a sé.

Il sole era già da un bel po’ giunto al suo tramonto, segnando la fine del giorno e della loro tristezza e con un bacio cominciò una nuova vita, l’inizio di un futuro migliore e di un’eternità felice insieme. Con quel bacio, gli anni di dolore vissuti da Nadine svanirono e il velo di paura che ricopriva i suoi occhi cadde. I terribili ricordi e gli incubi del lager si dispersero tra il profumo di Werner e le sue carezze. Poi un “ ti amo ” esplose dai loro cuori, finalmente liberati dalle catene del passato. 

Il buio cadde prepotentemente sulla città di Berlino che sembrava tanto lontana da loro con la sua devastazione e le sue rovine mentre la luce della luna e delle stelle illuminò quel paesaggio reso incantato dall’amore. I due innamorati avevano lasciato l’albero e adesso erano in piedi, a un passo dal lago, a scambiarsi un bacio appassionato. Poi il vento si fece più forte e il foulard di Nadine volò via.

 

Ora alza gli occhi al cielo

e dimmi quando mancherà al tramonto.

Ci vuol buio a questo punto,

voglio farti tenerezza.

La tristezza si dissolve con il fumo.

Resta solo il tuo profumo,

il profumo della pelle,

lo sfondo delle stelle

e un vago senso di dolore che scompare col respiro,

col respiro del tuo amore. 

 

Lucio Battisti, Dove arriva quel cespuglio

 

 

 

 

 

 



[i] Lago situato nella Foresta di Grunewald (detta anche “ foresta verde ”) all’interno della città di Berlino.  

 

   
 
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