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Autore: Miyaki    18/10/2006    24 recensioni
La verità cominciava a farsi orribilmente chiara, quando i due uscirono il serpeverde si alzò di scatto, cercando qualcosa che lo aiutasse, sfrugugliò fra le scartoffie della scrivania di Madama Chips con il cuore in gola e vide, posato a parte, il rapporto delle loro condizioni, cercò meticolosamente la data con occhi avidi e quando la trovò il foglio di carta gli sfuggì di mano cadendo a terra.
Era finito nel passato con Potter.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Da V libro alternativo
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Untitled Questo mondo spezzerà sempre il tuo cuore
Wicked Game, Him


- Ti ordino di aspettarmi! - ululò Draco, raggiungendolo. L'inclinazione forzatamente francese della sua voce rese il suo richiamo meno minaccioso di quel che lui desiderasse. Difatti il falso biondo non si curò minimamente di attenderlo, ma riprese a camminare per i prati vicino al lago.
Draco avrebbe scommesso tutto l'oro del mondo che in quel momento il maledetto aveva un sorriso sornione sul viso.
Non sbagliava. Alla fine Harry si decise a girarsi, con le mani sui fianchi, lasciando che lo raggiungesse.
- Sei una schiappa - lo stuzzicò, alzando un sopracciglio.
- Potter! - sibilò Draco, aggrappandosi al bavero della sua giacca - Vuoi che ti uccida? -
Harry non rispose, si limitò a scrollare la spalle. Draco alzò lo sguardo, perplesso.
Aveva sentito un tremito percorrergli la schiena? Non ne era sicuro.
- Però una cosa che voglio c'è. - ammise Harry, arrossendo lievemente sulle gote.
Draco rilasciò il bavero, cacciandosi indietro una ciocca di capelli blu.
- E cosa? - domandò, inarcando un sopracciglio.
- Beh…- cominciò lui avvicinandosi di un passo. Draco deglutì, stringendosi le braccia intorno al petto, con ostentata indifferenza. - Allora? -
Harry lo fissò un momento poi allungò una mano verso di lui, e prese la ciocca che Draco aveva cacciato dietro l'orecchio e l'afferrò fra due dita. - Chiederti se adesso ti trasformeresti in un furetto scuro, moro -
Il viso di Draco divenne color porpora e, senza dare il tempo a Harry di reagire, gli si gettò addosso, afferrando la sua vita fra le braccia e spingendolo a terra, mentre premeva la testa contro il suo stomaco.
Harry cadde indietro con un "oof" e Draco gli fu subito sopra. Gli teneva attaccate al prato le braccia, con un'espressione minacciosa che si faceva via via sempre meno credibile.
Il ragazzo aggredito infatti si limitò a sorridere con dolcezza. Draco si sorresse sulle braccia, vagamente stupito e più propriamente impressionato.
Era quello dunque il sorriso che Potter aveva riservato solo ai suoi due migliori amici, e che per lunghi anni a lui era stato negato? Quella piega tenera delle labbra, quegli occhi addolciti, di quel verde innaturale, che sembravano da soli sorridere?
Draco tentò di dire qualcosa, ma si accorse di essere a corto di voce, fiato e soprattutto di qualcosa d'intelligente da dire. Tutto quello che ottenne fu un inintelligibile verso strozzato che strappò una risatina ad Harry.
Alla fine fu lui a parlare.
- Sai una cosa? C'erano una serie di concetti che io davo per scontati. Cose che si escludono a priori.-
Draco aggrottò la fronte, ma non disse nulla, anche perchè sembrava voler parlare ancora. Ma non si spostò dalla su posizione, trattenendosi, anzi, dall'abbracciarlo più stretto.
- Credevo che un Malfoy ed un Potter non sarebbero mai andati d'accordo. Credevo che mi sarei innamorato di una ragazza, che avrei sposato una come Ginny e che non sarebbe mai stata nessuna di Serpeverde.- osservò il ragazzo sopra di lui con calma, un pò divertito - Le cose sono andate un pò diversamente da quel che credevo. -
Draco si rizzò, quasi istintivamente indietro, e si spinse fino a mettersi seduto di fronte a lui, con le gambe incrociate. Il viso, sempre pallido, era di un color porpora acceso. Harry si sorresse con le mani e si tirò a sedere, senza dire nulla. Nei suoi occhi uno sguardo attento avrebbe rivelato una traccia di dispiacere.
- Sarebbe a dire? - balbettò Draco, cercando, assai vanamente, di darsi un contegno.

Mantieni la tua dignità, sei un Malfoy, accidenti!

Davanti al suo imbarazzo, Harry sembrò prendere coraggio, inspirò profondamente prima di incrociare volontariamente i suoi occhi.
- Quello che è abbastanza evidente. - deglutì, arrossendo un poco di più sulle gote - Che ti amo.-
La mascella di Draco si spalancò, accompagnata dal battito improvvisamente accellerato del cuore, ogni fibra del suo corpo che instantaneamente dimenticava il significato della parola "contegno".

Dignità?
E che diavolo vuol dire?

- Dici davvero? - sbottò, con la voce involontariamente stridula, e più alta di parecchi toni del normale.
Harry arricciò un sopracciglio, evidentemente sul punto di scoppiare a ridere, ma Draco lo prevenne: diede un finto colpo di tosse, cercando di riacquistare il decoro ormai perduto, e assunse la meno credibile delle faccie tipicamente "malfoyane".
- Potter - cominciò - Starai scherzando, spero, non c'è assolutamente niente di più disg...-
S'interruppe quando vide l'espressione del viso di Harry: aveva un sopracciglio alzato, gli occhi che esprimevano un profondo scetticismo e le labbra che erano lì per lì per lasciar scappare una risata.
- Sei - cominciò - Un. Pessimo. Attore.-
- Non sto recitando! - sbottò il Serpeverde, incrociando le braccia.
- Draco...- riprese Harry, come quando si deve spiegare qualcosa ad un bambino molto piccolo e molto testardo.
Descrizione a cui Draco Malfoy corrispondeva perfettamente.
- Chiamami Malfoy! - brontolò lui.
Harry roteò gli occhi, prima di riprendere - Malfuretto, ascolta, se non sbaglio - e gli fece cenno di stare zitto quando tentò di protestare sul nomignolo - E credo di non sbagliare, sei stato tu il primo a...-. Non riuscì a continuare, ma avvampò sulle gote.
- A...? - intimò Draco, con aria divertita.
- Oh, accidenti! - sbottò Harry, e allungò di scatto le braccia verso di lui, buttandogliele al collo. Catturò le sue labbra con foga, in un bacio che durò a lungo, quanto meno fino a quando i polmoni di entrambi non gridarono la loro necessità di avere aria.
Harry si staccò da Draco piuttosto bruscamente, con il respiro accellerato. Deglutì, e posò gli occhi sui suoi, ancora un pò persi, mentre si passava la lingua sulle labbra d'istinto. Infine il ragazzo riuscì a focalizzare lo sguardo su di lui, scostando gli occhi da quel gesto istintivo, e arrossendo, provò a dire qualcosa, di nuovo senza risultato.
- A fare questo.-
- C...- borbottò, ormai con il viso dello stesso colore dei capelli di un Weasley - Cosa...-
- Dì che non mi ami. - gli intimò, riprendendo fiato.
Draco voltò la testa, con fare altezzoso, e tenne gli occhi chiusi.
- Non ti amo.-
- Vuoi guardarmi in faccia, quando lo dici? -
Draco scosse la testa.
- Mi fa schifo la tua faccia, Sfregiato, non la voglio vedere.-
Harry sospirò rassegnato e si tirò in piedi, spolevandosi la veste da Serpeverde. Gli voltò le spalle, facendo per andarsene. Draco aprì un'occhio solo, lanciandogli un'occhiata stizzita, senza muovere alcun altro muscolo.
- Dove vai?- domandò, brusco.
- Da Hermione - rispose placidamente Harry, allontanandosi di qualche metro dal ragazzo - Visto che a te non importa...-
- Cooome? - sbottò Draco, alzandosi di scatto in piedi, con il viso livido - Dove vai tu? -
Harry si girò mostrandogli la lingua, con aria scocciata - Vedi che avevo ragione io! - urlò e poi gli voltò le spalle, cominciando a correre verso il castello. Draco prese ad inseguirlo, sebbene in netto svantaggio.
- Fermati immediatamente, Sfregiato! -
Fu mentre che lo inseguiva, che sentì di nuovo la sua risata. Argentina, alta, come se nessun problema avesse mai accerchiato la sua mente. Compiaciuto, lo raggiunse in fretta, afferrandolo per le spalle.
- Vuoi buttarmi di nuovo a terra, Draco? - domandò il ragazzo, con una risata.
- E' un invito? - borbottò il serpeverde, arpiandolo con le mani.
- Lo vedi che avevo ragione! - esclamò Harry, voltandosi di scatto, rimanendo a pochi centimetri da lui. Draco arrossì vistosamente, senza tutta via scostarsi.
- Ora dimmi che non mi ami. -
- Non ti amo - esclamò l'altro aggrottando la fronte. Harry sbuffò e roteò gli occhi.
- Sei testardo come un mulo! -.
- Prego, come uno Slytherin. - lo corresse Draco, con nonchalance.
- Allora siamo in due, devo ricordarti gli abiti che indosso ora? - puntualizzò Harry, irritato.
- Sei solo un infiltrato.-
- Si, ma il capello mi ci ha spedito.-
Draco si grattò il mento, liberando una mano - E allora? -.
- E allora - cominciò Harry, con impazienza - Ti farò ammettere che mi ami. -
Draco arricciò un sopracciglio, con finta noia, nascondendo, con malagrazia, il coro di alleluia e di gioia che si ripeteva nel suo cuore, trascinandosi fino allo stomaco e al cervello. Non credeva di aver mai avuto tanta energia in vita sua.
- E intanto? - biascicò, fintamente indifferente.
- Intanto stiamo insieme.-
- Come? - balbettò Draco - Insieme? Coppia? Fidanzati? Amanti? Intendevi quello? Cioè, proprio quel tipo di insieme? -
Harry scoppiò a ridere, e si liberò gentilmente della sua presa, dirigendosi di nuovo verso il castello.
- Secondo te? - gli domandò ad alta voce.
- E se io non volessi? - gli urlò di rimando Draco, avanzando con passo marziale.
- Tre giorni di prova - gli disse Harry, senza voltarsi a guardarlo, ma alzando una mano con tre dita alzate - Dammi tre giorni, e poi vediamo. -
- Tre? Perchè tre? - gli chiese il finto moro, osservando la sua schiena. Di nuovo, sentì uno strano formicolio all'altezza della nuca.
- Perchè tre è il numero perfetto.-

Poco dopo erano di nuovo al castello, all'entrata, dove si era precedentemente dato appuntamenteno con Hermione, che lo raggiunse in fretta.
La ragazza gli si accostò, porgendogli un bicchiere di cartone con caffèlatte, con la sua solita familiarità che Harry aveva imparato bene ad apprezzare, e si scostò i ricci perfetti dietro la schiena, lanciando un'occhiata al suo migliore amico, mentre sorseggiava dal suo bicchiere.
- Dov'è Alexis? -
- Oh, alla sala comune. - rispose semplicemente lui, mentre la ragazza lo conduceva al cortile di pietra, con calma. Era domenica mattina, e ben pochi studenti erano in giro.
Avvicinò il bicchiere alle labbra, sorseggiando un pò di liquido ancora troppo caldo.
Hermione annuì, poi gli chiese, a bruciapelo - Bacia bene? -
Superato il principio di infarto e soffocamento, Harry tossì per due minuti buoni, durante i quali la sua pelle assunse la tonalità di un pomodoro maturo.
Scoccò all'amica un'occhiata allibita che valeva più di mille parole. E sicuramente più di una confessione.
Hermione non disse nulla, ma riprese a bere il suo caffè, deliberatamente divertita e compiaciuta.
Non c'era mai stato niente da fare.
Hermione era molto più brava di chiunque altro a capire cosa succedesse nel campo sentimentale.
Dopo un lungo silenzio, infine l'amica intervenne.
- Harry, che hai intenzione di fare? E non parlo solo di Malfoy.- disse, e il tono della voce mise un chiaro arresto alla leggerezza del dialogo.
- Tre giorni, Hermione.-
- Come? -
Tre giorni.
Solo tre.


E Draco Malfoy non era mai stato famoso per la sua grazia. Neanche quando aveva un tono di capelli che non gli si addiceva per niente o un altro nome.
Un bel faccino non equivale a grazia, e Draco ne era la prova vivente.
Quindi non si curò affatto di strappare Harry dalle chiacchiere scambiate con il padre e i suoi amici, ben sapendo che, infondo fosse una delle poche occasioni per il ragazzo di parlare con i suoi genitori.
Una parte di se provò a convincersi che era meglio così per lui, che lo faceva per il ragazzo, perchè altrimenti il distacco sarebbe stato troppo duro.
Quando si rese conto che, in effetti, stava solo cercando di giustificarsi scrollò il capo.
Lui era Draco Malfoy e, oltre a non avere grazia, non aveva neanche il bisogno di spiegarsi. A nessuno.
- Draco, hai intenzione di portarmi in america? -
Domandò Harry, candido.
Fu solo in quel momento che Draco si rese conto che erano arrivati quasi ai cancelli di Hogwarts. Si girò verso di lui, con aria di sfida.
Il solito sopracciglio alzato, che però non ottenne gli effetti desiderati.
Harry sorrideva.
Cioè, Sfigato Potter sorrideva.
E questo non aveva decisamente senso.
- Che hai da sorridere, Frocetto? - borbottò, un pò stizzito.
Harry sollevò a sua volta il sopracciglio, perplesso.
- Mi spieghi che... -
- Sei il mio ragazzo per tre giorni, no Potterino? - continuò, incrociando le braccia - E sai cosa pretendo dal mio ragazzo? -
- Baci? -
Draco arrossì di punto in bianco, sicuramente segno che se Harry non aveva colto il punto, c'era andato comunque vicino.
- No, razza di invertito.-
Harry si astenne dal commentare che era ben strano che fosse lui a commentare in quel modo, ma preferì sorvolare.
- Non lo so allora, cosa? -
- Devi guardare solo me. -
Disse, come fosse un ordine.
Solo me. Non Weasley, non Granger, nè tanto meno chiunque altro. Solo me. Devi essere tu a guardarmi.
Ed Harry sorrise, lasciando che gli occhi verdi s'illuminassero di un piccolo guizzo di gioia. Non gli dispiaceva affatto. Di certo lo stupiva cominciare a capire solo in quel momento cosa i vari capricci di Draco nascondessero.
Non che il capirlo lo inducesse a considerarlo un angioletto.
- Quindi niente baci? - domandò, all'improvviso, con fare pratico - Ti devo solo guardare? -.
Chiunque conoscesse Harry sapeva bene che questo suo modo di fare non è era...da lui.
Persino Draco che aveva cominciato a conoscerlo da poco si stupì. Diretto, sicuro.
Harry Potter non lo era mai stato. Almeno, non nelle situazioni sentimentali.
- Ehm...- borbottò il biondino mascherato da moro - Ecco...-
Harry scoppiò a ridere, ed era una risata che sapeva di gioia.
Una gioia che però riempiva il suo "ragazzo di tre giorni" di una paura irrazionale.
Che non era normale, non in quelle condizioni. Non per lui.
Ricordava troppo il sorriso di un condannato a morte mentre si gusta la sua ultima sigaretta.
Un cuore spezzato non sorride.
Un cuore spezzato che sorride fa paura. Perchè sorride solo quando sa che smetterà di piangere.
Si rabbuiò, non ricambiando affatto la risata di lui.
- Che sta succedendo? - domandò, aspro.
Smettila di ridere.
- Mi sembri un idiota, non c'è niente da ridere. Smettila. -
Smettila.
- Sai perchè rido? - domandò Harry, attudendo la risata in un sorriso dolce.
- No. -
E mi fa paura.
- Perchè ci sei tu. -
E non riesco a smettere d'avere paura.
- E perchè so che manterrai la promessa.-
Draco continuò a guardarlo, interrogativo.
E la paura non se ne andava. Non se ne andava, non voleva andarsene.
Ho paura.
Sorrise amaramente quando gli tornò alla memoria quel giorno, come era già successo tante volte, in cui nella foresta nera lui gli aveva chiesto se aveva paura, derisorio.
E ne aveva avuta.
E una parte di se già sapeva che il suo cuore si sarebbe spezzato. Lo sentiva.
Tre giorni.


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Ehm.....Perdoonoooooooooo! ç_ç Mi ero impantana proprio di brutto, non sapete quante volte ho aperto questa pagina e ho guardato con amarezza una riga che non riuscivo a superare ^^;;;;;!
Ma ce l'ho fatta e anche se immagino che di sta fic non se ne ricordi più nessuno...
Cerco di riprendere tutte le fanfiction in cui sono indietro (-.-" chiedo umilmente perdono...)!
Un bacio a tutti.
*Miyaki s'inginocchia in segno di scuse*
  
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