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Autore: Altaria_18    23/03/2012    5 recensioni
Shu e Jiro sono amici d'infanzia ed eterni rivali nell'atletica, che praticano da circa otto anni; Shu si è fidanzato da poco con Kluke, la sua migliore amica, scatenando la gelosia di Jiro, almeno fino a quando il giovane non incontrerà Bouquet...
Zola, giovane campionessa nazionale del lancio del giavellotto, sta insieme al suo ragazzo, Conrad, da due anni, ma l'arrivo del suo nuovo allenatore, Logi, complicherà la sua relazione.
Lo so, sembra la trama di "Beautiful", ma credetemi, non è così deprimete(almeno credo. XD). Spero comunque che possa piacervi, buona lettura! E fatemi sapere che ne pensate!
P.S. Mi è, finalmente, venuto in mente un titolo più carino e ho, inoltre, alzato il rating da giallo ad arancione sia perché mi sono resa conto di aver usato termini abbastanza pesantucci in alcuni punti sia perché andando avanti ci saranno delle scene in cui sarà necessario
Genere: Comico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loghi, Un po' tutti, Zola
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Buonsalve a tutti! So che non vi aspettavate un capitolo ora, ma visto che la prossima settimana avrò vari problemi ho deciso di anticiparmi il lavoro; vi lascio alla storia, buona lettura!Ah, il titolo del capitolo è orribile, chiedo perdono! XD 


                                                                  Incominciano i guai                  

 

-Devo andare a casa, ho promesso al nonno che sarei tornato presto. Spero non ti dispiaccia-

-Non preoccuparti Shu vai pure, ci vediamo domani a scuola-Kluke gli si avvicinò con un dolce sorriso, e accostò le labbra a quelle del ragazzo, che rimase rigido come una statua di pietra, muovendo solo leggermente il braccio destro per toccarle la schiena. Il solito copione che adottava ogni volta. Quando la ragazza si staccò Shu le sorrise leggermente e la salutò con un gesto veloce per poi correre via. Uscito all'aria aperta fece un profondo respiro e rimase immobile a fissare il cielo notturno, sconsolato.

"Cosa devo fare?"pensò con rammarico; la sua amicizia con Kluke era in bilico:se l'avesse lasciata il rapporto fra loro si sarebbe rovinato per sempre, ma si stava rendendo conto che quella relazione non era ciò che voleva. Ogni volta che stava con lei si sentiva fuori posto e costretto a comportarsi diversamente dal solito, il suo era un atteggiamento forzato; Kluke era una ragazza davvero molto bella, non affermava certamente il contrario, ma per lui sarebbe rimasta sempre quella tenera bambina con cui giocava nel fango e che si portava sempre dietro dei cerotti e del disinfettante per curare i graffi che si procurava bazzicando tra i rovi. Forse la sera del suo compleanno, quasi tre mesi fa, avrebbe dovuto rifiutare la proposta, ma cosa sarebbe successo poi?

"Ma dovevo piacergli proprio io?" si chiese e, ricordandosi che suo nonno lo stava aspettando a casa, prese le chiavi del motorino dal giubbotto e partì, la mente ancora persa nei suoi pensieri.

*

Jiro e Bouquet si scambiarono messaggi per tutta la serata e il ragazzo era felice come non mai. L'idea che ci fosse qualcuno che lo apprezzasse e lo considerasse bello lo riempiva di orgoglio, soprattutto dopo lo smacco ricevuto con Kluke. Era tutto perfetto. Lui si sarebbe dimenticato della rossa grazie a Bouquet e tutto sarebbe filato liscio come l'olio. Eppure, per qualche strana ragione quei suoi pensieri invece che tirarlo su di morale stavano aumentando sempre più il peso che gli schiacciava il petto.

*

Una volta tornata a casa Zola si lanciò sul letto sfinita. Aveva fatto più veloce che poteva, e per fortuna era riuscita a tornare a casa alle otto. Conrad sarebbe passato a prenderla tra un'ora, doveva iniziare a prepararsi ma era esausta e non aveva neanche voglia di alzarsi per andare ad aprire l'armadio alla ricerca di qualcosa di decente da mettersi. Mentre pensava ai vestiti adatti per quella sera non potè fare a meno di pensare a Logi e alle parole che le aveva rivolto; doveva ammetterlo, quel tipo sapeva il fatto suo e non era un incompentente. Non poteva esprimere un giudizio completo su di lui visto che l'aveva conosciuto quel giorno stesso e non avevano neanche parlato tanto (anzi non si erano detti praticamente nulla, addirittura non si erano nemmeno presentati in maniera decente) ma doveva ammettere che non era tanto male.

"Deve sicuramente essere un atleta, lo si nota da come ragione e anche da quel fisico da urlo che si ritro...ma che vado pensando?!" Zola scosse violentemente la testa, cercando di togliersi dalla mente quell'ultimo suo pensiero e, per distrarsi, si alzò e infilò la testa nell'armadio alla ricerca di qualcosa da mettersi.

                                                                                      ***

-Nonno sono a casa!-esclamò Shu entrando in un piccolo appartamento che si apriva su un semplice salottino poco arredato.

-Figliolo vieni in cucina, è pronta la cena!-il ragazzo ubbidì e raggiunse una stanzina che si apriva sul lato sinistro del salotto, nella quale un uomo di circa settant'anni, con un'ispida barba bianca e i capelli dello stesso colore stava mangiando una frittata.

-Ho una fame!-esclamò Shu con un sorriso, sedendosi a tavola e addentando la sua parte di frittata, aggiungendoci anche qualche fetta di pane.

-Raccontami com'è andata la tua giornata, ti va?-chiese il vecchio, puntando i suoi occhi color carbone su quelli identici del nipote che, dopo aver ingoiato con un grande sforzo un boccone abbastanza grande, iniziò a raccontare cosa fosse accaduto a scuola e all'allenamento, evitando però di parlargli di Kluke. Suo nonno non ne sapeva nulla e Shu voleva che le cose rimanessero così.

-E quindi Jiro ti ha battuto ancora-

-Sì-disse aspramente Shu-Ma sta volta per poco, ero quasi riuscito a vincere!-

-Ce la farai ragazzo, tu continua ad allenarti-

-E dimmi nonno, come sono andati gli esami?-chiese Shu guardandolo leggeremente preoccupato. Il vecchio gli sorrise, con uno sguardo bonario e facendo una posa buffa.

-Benissimo naturalmente! Niente e nessuno sarà mai in grado di battere questa macchina da guerra!-esclamò indicandosi il petto, facendo ridere il ragazzo.

Quando il vecchio fu andato a dormire, Shu andò a frugare in un piccolo comodino accanto alla televisone, che in quel momento era sintonizzata su un film dell'orrore che il ragazzo stava guardando. Aprì il cassetto e individuò immediatamente una busta gialla; la aprì lentamente tirando fuori il contenuto senza fare rumore. In alto lesse "Risultati Chemioterapia". Sì era quello il documento.

"Tumore aggressivo alla pelle, secondo stadio" non serviva essere medici per capire; Shu sentì una stretta al cuore e, dopo aver messo a posto i fogli si sedette sul divano; fu allora che calde lacrime iniziarono a rigargli le guance, e alla fine il ragazzo si addormentò sul sofà col viso bagnato.

*

Kluke mangiò la pizza che aveva ordinato e pulì la cucina. Anche quella sera suo padre sarebbe tornato tardi; decise di provare ad aspettarlo in piedi, così prese un libro a caso da uno scaffale, "Cime tempestose", e iniziò a leggerlo, ma non le ci volle molto a capire che non sarebbe mai riuscita ad andare oltre il primo paragrafo; la sua mente era concentrata sull'immagine fredda e distaccata di Shu. Perché si comportava in quel modo? Era sempre stato un ragazzo allegro ed espansivo ma da quando si erano fidanzati era notevolmente cambiato. Parlava poco, faceva meno battute e cercava sempre di allontanarla; Kluke non riusciva a capire il perché. Forse avrebbe dovuto chiederglielo ma aveva paura che finisse tutto. Per anni aveva provato un grande attaccamento nei confronti di Shu, qualcosa che andava ben oltre la semplice amicizia e ora che il suo sogno si era realizzato non aveva alcuna intenzione di rovinare tutto. Per qualche motivo inspiegabile le venne in mente Jiro, col suo sorriso spontaneo, il leggero rossore che gli imporporava sempre le guance e la sua adorabile timidezza; sì, sperava davvero di poterlo rivedere presto. Era stato un suo grande amico dopotutto ed era certa che avrebbe potuto aiutarla con la storia di Shu.

*

Zola sentì il citofono suonare; abbandonò la matita nera sul lavandino e corse a rispondere.

-Conrad? Ora scendo-

-Ok piccola, ti aspetto- la ragazza corse in bagno per darsi un ultima aggiustata al trucco e lanciare una veloce occhiata allo specchio. Era bella. Molto bella, soprattutto grazie a quella maglia nera e ai jeans attillati che le mettevano in risalto le curve perfette del corpo. 

"Che sbruffona" pensò scuotendo il capo, per poi prendere la giacca e uscire di casa. Accanto al portone un uomo alto, con lunghi capelli castano chiaro e un viso dolce, a forma di cuore, la stava aspettando e quando la vide le sorrise.

-Sei bellissima, come sempre-le sussurrò all'orecchio prima di baciarla; Zola ricambiò il bacio ma si allontanò pochi secondi dopo.

-Da andiamo è tardi-disse, prendendogli la mano e trascinandolo verso un alfa grigia parcheggiata poco lontano. Il ragazzo rise e si lasciò trascinare senza oppose resistenza; saliti in macchina Conrad la bombardò di domande, e Zola non fece altro che rispondergli a monosillabi.

-Tutto bene?-chiese il ragazzo, guardandola preoccupato.

-Sì scusami, sono solo stanca-gli rispose Zola, guardando fuori dal finestrino le macchine che le sfrecciavano accanto, mente sentiva la mano di Conrad passarle lentamente sul collo e tra i capelli, accarezzandola leggermente; no, non andava bene per niente! Per qualche motivo incomprensibile non poteva fare a meno di pensare a Logi. Mentre si malediva mentalmente per quei suoi pensieri senza senso Conrad accostò in un piazzale pieno di auto e parcheggiò.

-Ci siamo piccola, dove sono Chintya e quell'altra?-pronunciò le ultime parole con un'acidità che non si addiceva ad un uomo con quel viso angelico.

-Dovrebbero essere qui, dai scendiamo- Zola saltò giù dalla macchina e non fece in tempo a muoversi di qualche metro che qualcosa, anzi qualcuno, le saltò praticamente addosso seguito da un'altra persona, che urlò il suo nome rompendole i timpani; ciò che Zola potè vedere in quella posizione furono un cesto di capelli fucsia alla sua destra e una chioma lilla alla sua sinistra. Sforzando i suoi muscoli già provati riuscì a staccarsi le due sanguisughe di dosso.

-Sì sono felice anche io di vedervi ma lasciatemi respirare!-sbottò allontanando le sue assalitrici, due ragazze davvero molto belle. Una, quella coi capelli lilla, era molto pallida e aveva due bellissimi occhi azzurro scuro, suadenti e provocatori. L'altra, la ragazza dai capelli fucsia, aveva anche lei gli occhi azzurri, che trasmettevano però un senso di superiorità e superbia, che mostrava con spavalderia.

-Siamo solo felici di vederti non essere sempre così scontrosa!-esclamò la ragazza dai capelli fucsia spostandosi altezzosamente i capelli dal viso.

-Chintya, non penso fosse necessario saltarmi addosso no?-chiese Zola sorridendo, ma lo sguardo indurito della ragazza dai capelli lilla la lasciò leggermente basita; quando capì chi stesse fulminando, fece un sonoro sbuffo.

-Dedy, puoi evitare di litigarci almeno per questa sera?- Delphiniumo la guardo biecamente, poi annuì.

-Va bene, ma solo perché non ti vedo da una settimana e mi sei mancata da morire-intanto Conrad si era avvicinato alle ragazze, passando un braccio attorno alle spalle di Zola.

-Salve Chintya-disse con un sorriso che si trasformò in un espressione corrucciata quando si rivolse alla seconda-Delphinium-disse atono.

-Anche per me è un vero piacere vederti, Conradino-disse la donna sarcastica, ricevendo un occhiata da parte di Zola. Chintya, abituata da tempo a risolvere quel tipo di situazioni richiamò l'attenzione su di sè.

-Vogliamo muoverci? Lameire ci sta aspettando al Roxi-

-Vai ancora dietro a quel tizio?- chiese Delphinium, guardandola storto.

-Ma certo! E dove lo trovi uno figo come quello? A proposito Zola ci hai parlato?-

-Ancora no, l'ho visto oggi all'allenamento ma non ho avuto tempo perché...ci sono stati dei problemi-

"Grandi e bellissimi problemi"pensò, maledicendosi per la quindicesima volta in un'ora. Stava impazzendo.

-Ah capisco, non fa niente! Su coraggio andiamo!-esclamò Chintya seguita dagli altri tre.

Il Roxi era un piccolo bar che aveva aperto pochi anni prima dove si riunivano ragazzi, di solito dai diciotto anni in su; un posto accogliente, dove si mangiava bene e si ascoltava buona musica. Appena entrati Chintya iniziò a gridare come una pazza per attirare l'attenzione di un ragazzo dai lunghi capelli azzurri che stava chiacchierando con un pallido ragazzo biondino, molto più basso e mingherlino di lui. Lamere si voltò, avvicinandosi con un sorriso e salutando amabilmente le ragazze, per poi rivolgersi a Zola.

-Non ti piace proprio rimanere dentro casa, vero?-chiese con un sorriso.

-No, preferisco una vita movimentata, come te dopotutto-rispose Zola dando al ragazzo una leggera spintarella scherzosa; poco dopo Lamere salutò Conrad con una stretta di mano e si sedettero tutti ad un tavolo.

-Ragazzi, lui è mio cugino Schneider-disse indicando il ragazzo biondo che salutò gli altri con un cenno di mano. La serata iniziò all'insegna di alcool; Zola, che non aveva avuto il tempo di cenare, divenne brilla dopo i primi due bicchieri di vodka; a Delphinium ne bastarono quattro. Chintya non faceva altro che provarci con Lamere mentre Conrad parlava con Schneider e si teneva una Zola particolarmente allegra stretta al petto per paura che potesse commettere qualche imprudenza insieme alla sua compare dai capelli lilla, che con grande probabilità era la più ubriaca tra loro.

Alla fine fu una serata breve, già a mezzanotte tutti tornarono a casa; Zola era talmente confusa che non si ricordava molto bene cosa fosse successo; sapeva solo che lei e Delphinium avevano passato la serata a ridere, parlare di chissà che e per un attimo avevano tentato di correre in pista, ma Conrad e Schneider le avevano fermate; era certa di averle detto qualcosa riguardo Logi, ma i suoi ricordi erano leggermente confusi e, considerando che Conrad era proprio dietro di lei mentre parlavano, sperava di essere riuscita a tenere la bocca chiusa. Non che avesse paura di dire qualcosa che avrebbe compromesso la sua relazione ma Conrad era un tipo geloso, e sicuramente se l'avesse sentita parlare di un nuovo e bellissimo allenatore non l'avrebbe presa tanto bene.

"Ci risiamo, devo smetterla di pensare a quel tipo!" si disse Zola con uno sbuffo.

Il suo ragazzo aveva riportato a casa Delphinium, che invece di ringraziarlo aveva fatto uno dei suoi soliti commentini acidi ed era sparita nel cortile di casa sua barcollando, dopo aver salutato Zola con un bacio.

-Vuoi che salga?-chiese Conrad una volta arrivati a casa della ragazza, che lo fissò attentamente per poi sorridere.

-Perché no?-le disse, facendogli l'occhiolino. Conrad parcheggiò e salì le scale aiutando la ragazza, per poi entrare in casa con lei e baciarla con passione, chiudendosi lentamente la porta alle spalle.

  
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