Come ogni primo settembre alla stazione di King’s Cross al binario 9 e ¾ c’è una grande confusione in cui i figli salutano i famigliari per iniziare un nuovo anno scolastico nella scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Scorpius si accorgerà subito della piccola Rose, ma lei ci metterà qualche anno per accorgersi di lui. Ma avranno qualche problema e scopriranno che non sempre ci possiamo fidare della nostra famiglia e che non sempre sono come ci aspettiamo. Tra amicizie, litigi, intrighi, punizioni e amori i nostri protagonisti cresceranno nella scuola, una volta cresciuti dovranno affrontare anche una dura battaglia con le sue perdite.

Jacob, alla fine di Eclipse, è distrutto dal dolore per Bella, che si presta a sposare un vampiro e diventare come lui. Una sofferenza così grande che lo spinge a scappare lontano. Ma c'è una persona in particolare che comprende pienamente la sua agonia: Leah Clearwater. Lei, così acida e insopportabile, si rivelerà invece una vera amica e forse molto di più. Tra litigate furenti e momenti di puro sentimento i due coltiveranno insieme un insolito ma forte legame.
Ma gli amori passati non sono così facili da dimenticare e riaprire il proprio cuore potrà rivelarsi estremamente difficile. A ostacolare ulteriormente tutto ciò un imprinting imminente, che ancora una volta rischia di distruggere i sogni e le speranze di Leah.
Una fanfiction che vuole ripercorrere gli avvenimenti di Breaking dawn ma con delle sostanziali modifiche e un finale tutto da scoprire.
Dalla storia:
"Quando hai amato donando l’anima e in cambio hai ricevuto solo dolore, cosa ti costringe ad aggrapparti ancora a quel sentimento? Cosa ti obbliga a non tradirlo se non una razionalità che ormai non ha nemmeno più senso?
Non ero costretta, eppure, per molto tempo, lo ero stata.
Quei battiti che sentivo appartenevano forse ad un’altra persona o potevo definirli veramente miei? Se il cuore mi urlava disperato la sua libertà, che diritti avevo io di negargliela?”

*STORIA REVISIONATA E PUBBLICATA SU AMAZON*
Chiara accusò malamente il colpo, sapendo che lui l’aveva azzeccata in pieno. Era proprio così: oscillante tra i grandi autori che studiava e le banali storielle d’amore su cui sognava – libri di scarse pretese, Harmony, fanfictions -, lei aveva dovuto ammettere che la realtà non poteva mai competere con l’immaginazione, e non era riuscita ad accontentarsi, nella sua esistenza. Così, aveva finito per non avercela quasi, un’esistenza: pochissimi amici, con cui non usciva molto, poche relazioni naufragate di fronte alla sua incapacità di amare gli uomini di carne come amava quelli di carta, poco di tutto. Tranne che di parole. E di amore, che finiva per riversare sulle parole.