"Vuoi stare con me?", chiede Naruto un po' imbarazzato.
"Nel senso che dovrei essere la tua ragazza?", risponde Sasuke con un tono strano, ma sorridendo in un modo quasi sfacciato, quasi troppo felice per essere credibile.
"Non essere ironico. È strano anche per me", risponde Naruto abbassando lo sguardo.

C'era una volta la principessa più triste del mondo.
Era sempre sola con la sua baronetta dai capelli d'oro nel suo castello incantato coi fiocchi ed i merletti dei suoi bellissimi vestiti tra i fianchi nudi.

Hinata era una ragazza alta. Aveva capelli lunghi e neri. Il suo corpo era sempre stato generoso, fin troppo rotondo e morbido e per questo Hinata si era sempre sentita a disagio, se messa a confronto con le sue amiche snelle e ben vestite. In quel momento, con quel ragazzo sconosciuto e le promesse della sua bocca sensuale a giocare pericolosamente coi suoi limiti, per la prima volta nella sua vita si sentiva bellissima. Era stata con altri ragazzi prima, ma non si era mai sentita così; era stata con altri ragazzi prima, ma non aveva mai desiderato così tanto essere presa in modo tanto selvaggio, tanto animalesco.

-Scusa ma tu... chi sei?- chiese.
I tre si raggelarono.
-N-non sai chi sono?- balbettò il moro, shoccato.
-Non ti ho mai visto prima.- replicò Naruto.
Il medico, estremamente preoccupato e con un terribile sospetto, si rivolse a Sasuke.
-Vi conoscete?- domandò.
Il moro annuì.
-Stiamo insieme...- sussurrò sconvolto.
Il medico annuì, i suoi sospetti erano esatti. -Naruto, quanti anni hai?-
-Tredici.- rispose il biondo.
Il dottore guardò la cartella, triste. Uzumaki Naruto, nato il 10 ottobre 1992 a Tokyo, ospedale di Beika, anni 19...
Sospirò. Decisamente la botta alla testa aveva fatto danni.

Manhattan durante i goirni feriali è una delle mete più ambite dalle coppiette, ma a Sasuke ed a Naruto non importa. Mentre si accarezzano, camminano mano nella mano e si scambiano baci bellissimi, non c'è altro che abbia importanza al mondo.

Sasuke si avvicinò di un passo al biondo e, sussurrando in modo davvero osceno, disse «spogliati.»
Naruto ne era certo: quel bastardo stava giocando con lui!

Dato che ormai adoro scrivere di Minato e Naruto (anche perchè non se ne trovano troppe su loro due), eccomi qui con un'altra (spero) dolce shot su loro due. E' una notte buia, una notte speciale, quella delle stelle cadenti. Cosa desidererà il piccolo Naruto? E' una shot riflessiva, più che altro.
Mi farebbe piacere se la leggesse e, magari, commentasse ^///^
Grazie in anticipo!

Sogghignava all’idea di quanto fosse stato geniale nel concedersi un paio di ore di sonnellino pomeridiano il giorno prima. Del resto, non capitava tutti i giorni di essere ospiti di quella famiglia, dunque, avrebbe dovuto approfittarsene.

Itachi non era mai stato geloso di nulla che appartenesse al suo fratellino. Poi ha incontrato Naruto. [Traduzione a cura di: zeroschiuma]

Sasuke lo sveglia al mattino accarezzandolo. Gli prepara il caffé ristretto, il suo preferito. Vanno a lezione insieme e Sasuke a volte frequenta con lui corsi per esami che ha già dato per non lasciarlo andare da solo. Studiano insieme. Vanno insieme in palestra, al corso di teatro, a vedere lo sport la domenica sera, a mangiare il ramen al giapponese. Si ubriacano insieme. Naruto non parla che di Sasuke. Sasuke non fa che occuparsi di Naruto. È forse da amici questo?

Naruto osserva l’adulto davanti a sé.
Assume l’espressione convinta di chi ha deciso di non darla vinta all’altro, sebbene non sia più di un mocciosetto per nulla indipendente. Un piccoletto di soli tre anni, in pratica, ma dalle idee decisamente troppo chiare.

"Scusa", miagola Naruto.
Il ragazzo inchioda i suoi occhi. Gli stringe forte il colletto della divisa e lo attira a sé, catturando l'attenzione di tutti nella Gelateria Sannin. "Ti va di divertirti con me, ragazzo del gelato?".

-Mm, scrivi per favore- si schiarì la voce -nel locale non sono ammessi avvocati-
-Fino a nuovo ordine?- domandò.
-Almeno finchè Naruto non si dichiara-
[ripostata a parte]

Quattro brevi storie riguardanti ognuna una coppia di Noi, Luce e Primavera, abientate nel periodo tra l'ultimo capitolo e l'epilogo, scritte per augurarvi un felice natale.

Finirono scaraventate in un angolo del salone,protette soltanto da quella flebile luce che non sarebbe bastata per altri.Cristalli neri e taglenti occuparono il castello ,tanto affascinanti quanto pericolosi.L`oscurita` inghiotti gli altri,lasciando soltanto polvere dietro il suo passaggio.
Il sole non sarebbe piu` sorto…