Parigi, 1902.
Quando una serie di omicidi rituali scuote la città Claude Verger, un alienista appassionato d'arte e letteratura, è chiamato a risolvere il mistero.
Ben presto però le cose fra lui e l'assassino si fanno estremamente personali e il gioco letale fra le loro menti finisce per stravolgere la vita di Claude e della sua famiglia, esponendo pericolosi segreti.

Dominik è un pianista ceco…e cieco.
Suona il pianoforte da quando ha sei anni, e a 13 ha lasciato Praga per raggiungere Milano e studiare al Conservatorio Giuseppe Verdi.
A 18 anni è una promessa della musica, con la passione per Mozart e Chopin.
Suona il piano perché è come vedere i colori.
Vive per la sua musica, ma si ritroverà a dividere il bilocale in cui vive con Federico, un barista estroverso e terribilmente disordinato. Federico, però, gli insegnerà che i colori non sono solo nella musica.
A lui piaceva l’arancione; la mamma diceva sempre che era un po’ come il calore delle coperte d’inverno, quando fuori faceva freddo e si mettevano a dormire insieme.[...]
Gli avevano insegnato le note, l’adagio, il notturno. Gli avevano insegnato Mozart, Chopin, Bach.
Nessuno, però, gli aveva insegnato di quanto fosse bello il calore di un bacio.
Quello, doveva essere il rosso.
Revisione in corso. Ci saranno modifiche importanti.

Sette anni dopo la diffusione di un virus che quasi spazzò via milioni e milioni di persone, l'umanità non è mai stata più lontana dal ristabilire l'ordine. Assenza di leggi e di controllo, la fame e le risorse contate hanno creato colonie che estendono il proprio potere su più territorio che possono difendendosi da altri umani e Mutanti. Quello che all'inizio doveva essere un virus usato come arma militare si è trasformato in una catastrofe mutando gli esseri umani in animali affamati di carne e sangue.
Solo un gruppo ridotto di esseri umani si sono scoperti immuni a questo virus e vengono usati per fornire sangue ai soldati delle varie colonie rendendoli temporaneamente immuni.
Liam è uno di loro. Dopo un'adolescenza passata a nascondersi in una casa blindata con sua sorella, Antje, e lo zio Bill è riuscito ad evitare i pericoli fuori. Questa vita non può durare a lungo, perchè quando lo zio Bill è morto con lui sono finite anche le ultime le provviste.
Poter uscire fuori dopo anni passati al chiuso è qualcosa di surreale. I fratelli, però, non hanno considerato che ora avrebbero avuto molti più pericoli da affrontare e, forse, la cosa peggiore non saranno i Mutanti.

Mirorix è il capo di un insediamento della Gallia, con un forte senso del dovere e un'indole malinconica e ombrosa. Publio un legato romano sadico e instabile, reso tale dal clima di violenza e soprusi in cui ha sempre vissuto. Nemici, fin da subito, ma legati l'uno all'altro da un'attrazione sofferta e malata che non lascerà loro scampo. Due destini intrecciati indissolubilmente, come le corde di un torque.

Perso tra le terre ghiacciate e innevate di Yor, Hania sta per morire. È l'ultimo rimasto del suo gruppo di amici, morti a causa di una bufera di neve che li ha presi alla sprovvista e non ha lasciato loro alcuno scampo, ma il ragazzo resiste, con le unghie e con i denti, fino a che la fine non sembra inevitabile, portata dalla figura di un bellissimo uomo dai capelli neri, gli occhi color del ghiaccio e che sembra non patire il freddo pungente che ha sconfitto mille uomini.
Portato in salvo dalla misteriosa figura Hania verrà rinchiuso in una yurta e ridotto a una sorta di prigioniero sessuale, ma la difficoltà più grande sarà la barriera linguistica, che gli impedisce di comunicare con Victus, il capo villaggio che lo ha scelto come "moglie".

[MOMENTANEAMENTE SOSPESA]
Si dice che i figli della stirpe dei draghi siano gli eletti da Cahelian, la Dea amorevole che regge gli equilibri di Lamyl, che ha generato questa stirpe potente per proteggere il delicato genere umano.
Eppure, quando nascono Dreias e Iazrael che sembrano legati dal destino, la Dea predice che i due passeranno la loro esistenza a cacciarsi in eterno, scatenando una guerra che mette in ginocchio l'anima di due giovani.
Dal testo - -
Padre e figlio si scrutarono a lungo, poi Kan pronunciò poche parole, lapidarie, parole che Dreias temeva da molto tempo, ma sapeva che prima o poi sarebbe accaduto.
“Non lo vedrai più. Taglierai ogni ponte. Chiaro?”
Il suo cuore sanguinò, la sua anima emise un grido straziante, nelle proprie orecchie Dreias sentì il chiaro rumore di qualche cosa che andava in frantumi e mai come quel momento maledisse la sua incapacità di piangere.
Con occhi vuoti annuì e si sentì morire.
Dannato cuore, perchè non segui l'anima e cessi di battere?

"Aveva promesso, aveva giurato, aveva dato la sua parola d’onore e lui avrebbe mantenuto a tutti i costi quello che aveva accettato di fare."
C'era una volta il sole.
Poi dall'Abisso arrivarono i demoni, decisi ad averlo, possederlo. Volevano quello che gli era stato negato... ma non era stato creato perché loro potessero averlo.
La corruzione li seguì, silenziosa passeggera delle loro lame sanguinanti e dei loro sorrisi desiderosi di violenza. Il cielo venne oscurato e, ancora una volta, il sole si nascose da loro.
Qualcuno ha fatto un giuramento, però. E da questa promessa, frutto di un amore fra schiavo e padrone, è nata la speranza. Al di sopra dei demoni e delle creature dalla pelle lunare da cui prende vita, Samhat adempie all’antica promessa.
Ma è destino dei demoni vivere sotto il sole?

"3 Ottobre 1805
Cara madre, vi scrivo questa missiva per rendervi partecipe del mio viaggio e rincuorarvi, poiché so che siete in pena per me; ci muoviamo ormai da giorni ma sembra di essere sempre fermi allo stesso punto , il paesaggio è grigio e spoglio, comincio quasi a temere che il cocchiere si sia perso e voglia nasconderlo per non farmi preoccupare"
"5 Ottobre 1805
Cara madre, è con un nodo alla gola che adesso vi scrivo, siamo arrivati al villaggio di Rosestone e ci siamo trovati davanti ad una assoluta desolazione, il viale d’accesso è circondato da lapidi; quale essere civilizzato terrebbe un cimitero all’entrata del villaggio?"
"6 Ottobre 1805
Cara madre, vi scrivo in preda al terrore chiuso nella mia stanza, oggi mentre facevo un giro in compagnia del mio fidato amico Alexander, mi è capitato di assistere ad una scena a dir poco raccapricciante"

La conoscenza zoologica di Eleazar applicata al nome del Signore era tanto vasta che Ezekiel, al suo solo aprire bocca, andava in combustione spontanea. Abituato com’era a sentirlo affibbiare termini tassonomici al’Onnipresente ad ogni piè sospinto –E mutilato da una gamba del tavolo di passaggio-, gli bastava vedere il guizzo dei muscoli attorno alla bocca, il tremore alla mascella, lo spalancarsi degli occhi e l’affinarsi della pupilla per abbrustolirsi fino alla punta delle angeliche orecchie, in un esemplificativo fenomeno di riflesso pavloviano.
[Raccolta legata ai Dieci Comandamenti]