Alzò gli occhi ed osservò il ragazzo addormentato. Dopo averlo atterrato per ben 5 volte poche ore prima, lo aveva preso in braccio di peso e portato alla macchina. Almeno, privo di sensi non poteva combinare guai.

[Stalia]

«Non farlo mai più» ripeté Malia tra sé e sé, col respiro leggermente accelerato e gli occhi vigili sulla strada. Si morse il labbro inferiore e lanciò uno sguardo al contachilometri, spostandosi poi sul profilo di Stiles.
Il suo naso alla francese fu la prima cosa che attirò l’attenzione di Malia, che spostò poi lo sguardo sulla sua pelle chiara e sui piccoli nei che risaltavano su di essa. Non aveva alcun accenno di barba, il che rendeva il suo viso candido ancora più innocente. Seguì poi la linea delle sue braccia fino ad arrivare alle sue mani sul volante. Le dita lunghe e sottili si muovevano su e giù, seguendo un ritmo che probabilmente Stiles aveva in testa, le sue unghie erano corte e mangiucchiate.
«Che c’è?» domandò il ragazzo, sentendosi osservato, ma senza osare distogliere nuovamente lo sguardo dalla strada.
Malia tornò a guardargli il viso serio e concentrato.
«Nulla» disse. «Ti stavo guardando» ammise, senza nessuna traccia d’imbarazzo o timore nella voce.

“Stiles è piuttosto sicuro che essere disposti a dividere la propria porzione di letto – il proprio spazio vitale, in pratica – con qualcuno equivalga né più né meno ad amare quel qualcuno. E anche parecchio.
Non è il caso che Malia si senta autorizzata a scoprirlo ogni santa notte, comunque. […]
È quando Malia giura di aver sentito un ‘sta migliorando, sta migl-’ soffocato che si fa leva sugli avambracci e gli atterra vicino.”
(Di quanto Stiles sia affezionato alla sua porzione di letto e di quanto Malia ce la metta tutta per rubargliela. E di come, per qualche assurdo motivo, trovino entrambi che non sia così orrendo dormire abbracciati.)

Ginny lasciò cadere il discorso, perdendosi ancora alla vista dei capelli di Hermione. Quest’ultima, che aveva all’inizio minimizzato il tutto con uno sbuffo scocciato, si sentì preda di quelle parole prima ancora che il suo cervello avesse realizzato l’enormità di quanto gli era appena stato detto.
Colore?
Le mani di Hermione scattarono sui propri capelli. Una ciocca blu elettrico penzolò di fronte alla sua vista orripilata; in pochi istanti fu in grado di collegare tutto quanto.
Malfoy.
Il ricatto.
Le lettere di Viktor.
Finta fidanzata.
Sentendosi mancare, Hermione si lasciò ricadere con un tonfo sul cuscino.
Non era stato un incubo. Era tutto vero.
Così maledettamente vero.
« E’ finita. » Mormorò tragicamente al soffitto. « La mia vita è finita ».

I grandi occhi scuri guardavano oltre la finestra di casa sua, dandogli le spalle: non voleva che sapesse che stava piangendo.
«Hermione, sei troppo intelligente per non comprendere la gravità della situazione.»
Oh, ma lei comprendeva benissimo. Era proprio quello il problema: avrebbe desiderato rimanere all’oscuro, non sapere, non sentire niente del genere. Avrebbe preferito strapparsi occhi e orecchie pur di non ascoltare quella che non era altro che un’orribile verità.
Il Sole stava per tramontare: l’arancio e il rosso brillavano nel giardino, mutandone i colori. Quante volte era rimasta lì ad ammirare quel momento con lui?
Tante. Troppe per potere rispondere alla domanda di Ron.
«Mi spiace, Ron. Io non so niente.»
Un sospiro dietro di lei le lasciò intendere che non le credeva. «Va bene.» Si avvicinò e le posò un bacio sulla guancia, indugiando qualche secondo. «Non permettergli di farti del male.»
E poi, lentamente, uscì dalla stanza ed Hermione, tristemente sola, poté dar sfogo al suo dolore scoppiando in un sonoro pianto di disperazione.

Venivano dai due più lontani estremi della vita, questo è stupefacente, da pensare che non si sarebbero mai sfiorati, se non attraversando da capo a piedi l'universo; e invece nemmeno si erano dovuti cercare, questo è incredibile.
La guerra è finita, Voldemort è stato sconfitto, e la vita sta lentamente tornando alla normale quotidianità. Harry, Ron ed Hermione, diventati "Auror ad honorem", si impegnano per eliminare anche le ultime tracce di resistenza da parte dei Mangiamorte ancora rimasti in libertà, pur non condividendo le azioni del Ministero della Magia, tanto da andare contro il Ministro Scrimgeour e a favore di un loro ben noto nemico. Quando Hermione Granger decide di aiutare Draco Malfoy a cancellare la sua infamante accusa, non sa ancora a cosa andrà incontro: cambiamenti radicali, sentimenti irraccontabili, una nuova vita.
«Devi solo…»
«Non dirmi cosa devo fare, Granger»
«Ma se non riesci…»
«Ci riesco benissimo, sei tu che mi deconcentri con il tuo puzzo da Mezzosangue»
Hermione sbuffò. Era inutile, non sarebbero mai riusciti ad andare d’accordo.