Le conversazioni profonde e significative non sono mai state il punto forte dei fratelli Winchester. Ma quando vengono catturati dai demoni, con l'anno di tempo del patto di Dean che si avvicina alla fine, imprigionati e divisi soltanto da un muro, le rispettive voci sembrano essere l'unico possibile rifugio da mostri, interrogatori e torture.
Da un lato all'altro del muro, Sam e Dean ricordano, fantasticano, rivelano segreti mai confessati e paure sempre taciute.
Intanto l'orologio continua a ticchettare...

L'ultimo sigillo è stato spezzato e Lucifer calca la terra degli uomini, portando con sé l'Apocalisse.
C'è una battaglia a cui prepararsi e un'intera razza da spazzare via dal mondo, ma prima... prima viene la famiglia. E quello che Lucifer ha in serbo per la famiglia, è semplice, quasi poetico.
Si lecca le labbra, assaporando il momento in cui metterà le mani sui suoi fratelli, pronto a farli cadere uno dopo l'altro.

Fu come se per un momento tutto ciò che stava succedendo fosse stato cancellato, come se sotto di lui non ci fosse più il pavimento, come se le pareti girassero lì. I suoi pensieri cominciarono a rimbombargli in testa e all’improvviso si fermarono di colpo, per poi ricominciare a girare, un’altra volta, senza avere un senso compiuto o una logica. E si ritrovò a sfiorare appena quelle labbra con le sue, senza nemmeno rendersene conto.
Si staccò da Kurogane con una lievissima tachicardia e con il volto in fiamme, coprendosi la bocca con le dita e quasi non si accorse che quegli occhi vermigli lo stavano scrutando.
«Cos'era quello?» biascicò una voce assonnata e stupefatta.

Dal primo capitolo: "D’un tratto sentirono l’acqua attorno ai loro corpi divenire piacevolmente tiepida e una tenue luce alzarsi da essa e per logica necessità abbassarono lo sguardo.
La superficie originariamente scura pareva stesse sobbollendo e increspature sempre più veloci la muovevano e fu in quel momento che Derek capì in quale pasticcio si era appena infilato"

A quel punto Dean scosse la testa con decisione e riempì di acqua calda un pentolino.
Il peso delle tre prove aleggiava sulle sue spalle, lo sentiva, insieme alla dolorosa convinzione che, qualunque cosa fosse accaduta, la colpa sarebbe stata sempre sua.
“Ecco, bevi.” ordinò il ragazzo diversi minuti dopo, appoggiando una tazza fumante sul tavolo, accanto alle dita di Sam.
“Cioccolata calda? Sul serio?”
“Sta' zitto e bevi, ti farà stare meglio.”
[Winchest! Spoiler!]

-Sono passato a fare una visita e a raccontarle una fiaba. Le piacciono le fiabe dottore?
-Solo se il cattivo muore.
Moriarty ride sgraziatamente lasciandosi cadere sulla poltrona e gustandosi la scena.
-Vedrò se posso accontentarla. Prego, si sieda.
Dal capitolo 8...
-Ti prego.
Un sussurro che scivola dalle labbra del dottore; implora pietà, al destino, ai suoi ormoni, a quel cuore impazzito che gli squassa il petto e a lui che, immobile, continua a studiarne ogni lineamento. Può vedersi completamente deframmentato nella sua mente e riposto con cura in cassetti di cui solo Sherlock stesso conosce la combinazione. John poggia la fronte sulla sua, abbandonandosi a un sospiro tremante, sincronizzato a quel pollice niveo che lo accarezza. È caldo e freddo allo stesso tempo, un paradosso chimico talmente affascinante da togliere la ragione (se mai ne ha avuta una in sua presenza).
-Ti annoierai.
Sherlock lo guarda, un lampo di curiosità tra i loro volti estremamente vicini.
-Di cosa?

Aveva promesso a Merlin che non si sarebbe più avvicinato; non esageratamente almeno. Ma come poteva farlo quando toccava a lui servirlo?
Aveva promesso di non toccarlo, sfiorarlo e fargli alcunché. Ma erano le sue mani a vestirlo, lavarlo e a curargli le piccole ferite.
Lo sfiorava in modo impercettibile, leggiadro.
Lo toccava con gesti delicati, attenti. Il calore delle esili dita si trasmetteva sulla sua pelle ed esse scivolavano sul suo corpo con gentilezza. Tocchi premurosi sulle ferite lievi, piccoli sorrisi di incoraggiamento e cortesia. Gli occhi luminosi e vitali.
Ma c’era troppa frustrazione e disagio tra loro. Era tutto così palpabile da poter essere tagliato con un coltello.
Merlin non mentiva ai suoi occhi, non negava quello che era successo e non poteva dimenticare come credeva avesse fatto lui. Semplicemente tentava di non pensarci.
I suoi sorrisi, le sue attenzioni e la sua fedeltà erano sincere, ma non poteva ignorare quando il valletto tremava leggermente nel momento in cui si avvicinava troppo o il contatto diventava troppo intimo.
Poteva vedere quelle immagini scorrere nei suoi occhi, vive e reali.
Poteva vedere le sue pozze chiare inumidirsi ed il tocco rallentare e vacillare.

CAPITOLO 10 pronto al 25 %
[Thor/Loki] [Contesto: post Avengers]
Era sempre andata così, fin dall'inizio. A lui spettava l'umiliazione, la sconfitta, a Thor la gloria e il trono. Non c'era modo di cambiare le cose. D'altronde, se ci fosse stato un modo, Loki avrebbe smesso di lottare già da tempo.
Invece continuava a tramare, ad inventare, a usare il cervello. Proprio perché in cuor suo non vedeva margini di vittoria.
La sua era la natura di un titano. Avrebbe perso, qualunque cosa tentasse di fare, ma vincere non era il suo obiettivo reale. Quello che veramente voleva Loki, arrivato a questo punto e sbolliti gli spiriti caldi dell'adolescenza, era finire la sua storia a testa alta.
Ma prima aveva un altro compito da svolgere.

Dunque,questa è la mia prima Fanfiction e spero vivamente che si possa definire tale!
E' una Thor/Loki,riproposta da me in un ambito slegato dal fumetto,si potrebbe definire un post-film così come lo vedo io.
Questa storia dovrebbe avere un seguito,ovviamente,dato che questo primo capitolo lascia la vicenda un tantino in sospeso,ma diciamo che prima voglio valutare un po' se valga la pena di continuarla!
Detto questo,spero di non aver stravolto totalmente i personaggi e spero che...beh,che vi piaccia,insomma!

"Mi è successo qualcosa che non era nei miei piani, che non avevo calcolato, qualcosa che sfugge a ogni logica..."
Quando la scienza non aiuta.

A causa di una stramba serie di eventi, Goku è costretto a sposare, seppur per finta, nientepopodimeno che Vegeta! Ma cosa succede quando a mettersi in mezzo è, sorprendentemente, il vero amore?
In quello stesso momento, Yamcha era appena uscito dalla grande Capsule Corporation. Teneva una lattina di birra in mano e, con un’espressione alquanto ebete in faccia, aveva iniziato ad inspirare a pieni polmoni la fresca aria del mattino. “Ah, che meravigliosa giornata!”, disse, “Il sole brilla, gli uccellini cantano... tutto è perfetto”. Aprì la lattina e ne prese un sorso, “Sì, è davvero tutto perfetto”.
Improvvisamente Vegeta gli sfrecciò davanti, continuando a colpirsi selvaggiamente in testa, “SVEGLIATI! SVEGLIATIIIIIIII!”.
E Goku, dietro: “Quando ti avrò preso, Vegeta, ti renderò la donna più felice della Terra! Credimi!”.
Li guardò sparire all’orizzonte, versando il resto della birra per terra. “Pual ha ragione, devo smetterla di bere la mattina presto”.

-1889 At Night- 
-Vattene!- vedo gli occhi del mio padrone brillare di rabbia. 
Andarmene? 
Io non posso andarmene...
Il mio compito è quello di proteggerlo fino alla fine, fino a che non potrò prendere la sua anima. 
-Signorino..?- la mia voce esce in un sussurro, ma sono sicuro che l'abbia sentita, nonostante il violento crepitio delle fiamme.
 -Non mi hai sentito, Sebastian?! Vattene! Non voglio più vedere la tua faccia, è un ordine!- 
Sono passati dodici anni da quando Ciel Phantomhive, cane da guardia della Regina, ha allontanato da sè il suo fedele maggiordomo Sebastian, per motivi sconosciuti a tutti, tranne che a lui.
La vita di Sebastian, lontano dal suo signorino è stata vuota e priva di stimoli, ma ora, è pronto a tornare da lui anche per capire il motivo di questo allontanamento, perché lui non ha fatto altro che obbedire agli ordini...
E' la mia prima fic su Kuroshitsuji, spero che vi piaccia, lasciatemi un commentino se avete tempo, anche per eventuali correzioni ^^

Questa storia non è solo tragica, ma anche molto immorale e senza nessun lieto fine. è orribile e piena di torture fisiche e psicologiche, quindi se siete impressionabili o molto sensibili, vi sconsiglio di leggerla.
Qui si parla di Dimitri, un ragazzo che per diventare più forte ed ottenere così la sua vendetta si sottopone a qualsiasi tortura pensando che sia il modo giusto per diventarlo.
NB: si parla anche di vampiri, ma non sono l'argomento principale.

«Allora io vado.»
E gli sorride forzatamente, mentre nervoso cerca di infilare il braccio nella manica del cappotto.
Sherlock lo guarda e mentalmente fa una smorfia, che però non arriva al viso impassibile.
[Sherl/John][Pre-Slash][Semi POV Sherl]

Draco e Luna si incontrano, per caso, nel bagno di Mirtilla Malcontenta e iniziano, sempre per caso, una strana frequentazione.
- Sapevo che prima o poi saresti venuto, Malfoy.-
Luna sorrideva, i grandi occhi azzurri fissi in quelli grigi del Serpeverde, mentre aspettava che le dicesse qualcosa. Il silenzio tra i due sembrò durare un’eternità finchè Draco distolse lo sguardo e mormorò:
- Insegnami.-
Luna lo guardò continuando a sorridere incoraggiante, invitandolo a continuare.
- Insegnami a immaginare, Lovegood.-
Storia partecipante al Cliché Contest di Sophie_85.