• dark!Bright, Rein; drabble di centonove parole.
Non le serve abbassare le iridi sul candido vestito per sapere che si sta tingendo di sfumature rossastre. Le stesse che caratterizzano le stille color sangue che l’accompagnano mentre s’accascia al suolo, inerme.

«Non ricominciare con l’idea di farmi sposare Hermione Granger. Io non la voglio, lei non mi vuole, punto!»
«Tu puoi anche non crederci, ma io SO che quella sarebbe la soluzione giusta a tutti i nostri problemi!»
«Padre – Draco ricomincia con pazienza a spiegare l’acqua calda a suo padre – per me non sarebbe un gran dramma sposarmi con lei o con qualunque altra strega. Io sono abituato all’idea del matrimonio come contratto politico-commerciale, ma lei la pensa in tutt’altro modo, ritiene di dover sposare uno di cui è innamorata. Sicuramente finirà con un quattrocchi, suo collega dell’università.»
«Ma che ti costa farle la corte e farla innamorare di te?»
«No! Non lo farò. Non è una sciacquetta qualsiasi. Se io le faccio la corte e lei mi sposa si aspetterà da me fedeltà e tutto il resto! Non intendo cacciarmi in un simile guaio! Che cosa non ti è chiaro? Posso sposare lei, o qualunque altra, solo a patto che la mia vita non ne risulti del tutto rovinata. Se questo non è possibile non se ne fa niente!»
«Vorrà dire che andremo in bancarotta per consentirti di sollazzarti tra le cosce di qualche sgualdrina!»

Konnichiwa, minnasan!
Questa è la storia di come Aioros e Saga si riavvicinarono e ripresero la loro situazione sentimentale grazie ai rispettivi fratelli minori.
Alla base di questa fiction c'è un problema serio: come si fa a rendere divertenti Saga ed Aioros? Come si può scrivere qualcosa di comico su 'sti due merluzzi imbalsamati (detto senza offesa anzi con tutto l'amore possibile)?
Non si può a meno di non coinvolgere qualcun altro.
Da qui la gentile richiesta di collaborazione ad Aioria e Kanon, il loro deciso rifiuto e la mia padellata sulle loro nobili teste per convincerli.

[Partecipante al Contest Estivo di Gold Insanity] "Se ci pensava davvero, erano quei gesti amorevoli ed silenziosi che avrebbe rimpianto sempre negli anni a venire. Le premure di una donna che s’era innamorata di lui." Storia di un addio, sofferto e inevitabile.