«Non ricominciare con l’idea di farmi sposare Hermione Granger. Io non la voglio, lei non mi vuole, punto!»
«Tu puoi anche non crederci, ma io SO che quella sarebbe la soluzione giusta a tutti i nostri problemi!»
«Padre – Draco ricomincia con pazienza a spiegare l’acqua calda a suo padre – per me non sarebbe un gran dramma sposarmi con lei o con qualunque altra strega. Io sono abituato all’idea del matrimonio come contratto politico-commerciale, ma lei la pensa in tutt’altro modo, ritiene di dover sposare uno di cui è innamorata. Sicuramente finirà con un quattrocchi, suo collega dell’università.»
«Ma che ti costa farle la corte e farla innamorare di te?»
«No! Non lo farò. Non è una sciacquetta qualsiasi. Se io le faccio la corte e lei mi sposa si aspetterà da me fedeltà e tutto il resto! Non intendo cacciarmi in un simile guaio! Che cosa non ti è chiaro? Posso sposare lei, o qualunque altra, solo a patto che la mia vita non ne risulti del tutto rovinata. Se questo non è possibile non se ne fa niente!»
«Vorrà dire che andremo in bancarotta per consentirti di sollazzarti tra le cosce di qualche sgualdrina!»

Harry è morto e Ron è ad Azkaban. Hermione e Ginny si svegliano in un luogo oscuro, sono rinchiuse, separate, non sanno però quanto siano vicine. Draco ne sa qualcosa.

“Sei ingiusta Mezzosangue. Io ero qui per proporti uno scambio.”
“Scambio di cosa?”
Il Serpeverde espirò una lunga boccata di fumo.
“Di favori. Io ti faccio prendere il massimo in pozioni e tu in cambio mi dai qualcosa che voglio.”
Hermione rimase un attimo in silenzio, pensierosa.
"Cosa vuoi in cambio?”
“Prima di saperlo devi accettare…”
C’era una nota di sfida nella sua voce. ...
E se Hermione si lasciasse tentare dalla sfida di una Serpe... In che trame potrebbe trovarsi coinvolta?

E' una mattina spensierata per gli studenti della scuola, non c'erano lezioni e tutti avevano altro da fare.
Ron ad un certo punto incontra un personaggio alquanto strano, Damon Salvatore.Cosa ci farà lì ad Hogwarts?
Ebbene si! C'è Damon Salvatore, il bel vampiro di The vampire diares, in questa ff.

"Portaci due Martini, offro io."
Una voce maschile alle mie spalle.
Una voce affilata, perentoria, crudele e musicale in ogni sua sfumatura.
Mi volto, irritata dalla presunzione della sua offerta.
Ma non avrei mai dovuto farlo.
Il mio sguardo infastidito si scontra con due lastre di ghiaccio, iridi di puro argento che sciolgono la mia rabbia e disintegrano il mio respiro.
Il cuore accelera i suoi battiti, l'ansia mi fa tremare. E un calore innaturale si diffonde in ogni centimetro di pelle, in ogni stilla di sangue... E' veleno che brucia, scotta e ferisce, ma non provoca dolore.
Cos'è questo fuoco che sento?