"Sto trafficando con il registratore quando il sorriso più abbagliante che io abbia mai visto fa il suo ingresso e illumina la stanza.
Di persona è meno imponente di come appare sul grande schermo.
Tuttavia sotto la maglietta aderente non si fa fatica ad immaginare il risultato di un felice cocktail genetico abbinato ad ore e ore di lavoro in palestra.
Ha gli occhi neri e un sorriso pericoloso.
Rapido calcolo: la metà dei miei anni, forse meno.
- Benvenuta. Come stai? Posso offrirti qualcosa? -
Molto beneducato. Interessato al mio benessere.
Impeccabile davvero.
Un tantino arrogante. Forse."
Ho modificato le note della storia, visto che si può, e aggiunto "incompiuta". Proprio così, incompiuta. nel senso che quando mi verrà l'ispirazione (e mi verrà, oh se mi verrà!)mi sentirò libera di aggiungere capitoli seguendo il filo della mia fantasia. Non aspettatevi un finale perciò...

Ma quella notte, invece, il cuore di quello stesso Piton gli aveva fatto scoprire che il suo inconscio, la sua parte più nascosta e profonda, aveva bisogno d’altro. Che Piton aveva bisogno d’altro. Ma lui ancora, non riusciva a rendersene pienamente conto, avvolto com’era dal buio che lui stesso aveva contribuito a tessere giorno dopo giorno, come fosse una gelida tela.
Ma si sa: a volte il buio più pesto e profondo è solo apparente, perché in realtà non siamo capaci di accorgerci che, semplicemente, abbiamo gli occhi chiusi.

Cosa succederà in un normale giorno di prove? Siamo chiusi qui dentro da almeno cinque ore e lei non ha smesso un secondo di muovere la bocca: canta, parla, si lamenta, prova qualche accordo e si lamenta di nuovo: la capisco, anche a me sta scoppiando la testa,abbiamo lavorato tutto il pomeriggio...