Vicini di casa... Amici d'infanzia... Compagni di squadra...
Il legame che unisce Kemna a Kuroo può essere definito in molti modi.
Il loro rapporto è sempre stato unico e speciale, costruito sulla complicità, sulla comprensione ma soprattutto su una particolare specie di coordinazione, sia nella vita che sul campo.
Ma cosa succederebbe se un giorno questa idilliaca affinità si dovesse improvvisamente spezzare?!
- Dal testo -
"Come ho detto prima siamo uguali, io e te: stessi interessi, stessi gusti, stesso modo di fare. Nessuna novità, nessun compromesso: tra di noi non ci potrà essere che una specie di” imitazione”, e questo, credimi, alla lunga stanca. La coordinazione è tutta un’altra faccenda: può nascere solo tra due individui diversi, in grado però di superare le proprie differenze per completarsi a vicenda".
Partecipante al contest "Let's Sport" indetto da Mad_Fool_Hatter (che mi ha suggerito questa "ispirante" idea con il suo prompt ^.^) la dedico a tutti i fans di Haikyu!! ma soprattutto a coloro che, come me, adorano Kuroo e Kemna (presi singolarmente o come coppia... Sono comunque pucciosissimi!! *.*)

Tu mi hai cambiato, quando tutti pensavano che cambiarmi fosse una cosa impossibile, un’utopica speranza. Perfino mia nonna, che tanto mi ha amato da bambino, non vedeva in me che un involucro contenente organi, che cammina ma non vuole, che respira ma non se ne accorge, che vive ma non gli interessa. E, effettivamente, ero così. E lo sono ancora, in parte. La mia vita è qualcosa di superfluo, diciamo pure inutile. Se morissi in missione, credo che nessuno se ne accorgerebbe. E questo, fino a poco tempo fa l’ultimo dei miei problemi, ora squarcia la mia anima in mille pezzi.

Rin si irrigidì all'improvviso e scattò all'indietro, paonazzo.
«Ha—Ha...»
Haruka batté gli occhi un paio di volte. Era stato troppo diretto per i suoi ormoni?
«HA—»
«...Rin?»
«Mistaidicendochestoiosopra?»
“...Oh.”
I nostri due idioti fanno a palle di neve, si bevono una cioccolata calda mentre guardano un film horror e poi... la prima volta è sempre imbarazzante.

L'avrebbe fatta pagare al suo compagno di averlo ridotto in quello stato. Stava letteralmente impazzendo, non sarebbe resistito ancora a lungo. Lo voleva, voleva possedere quel piccolo corpo, forse troppo magro per un ragazzo di sedici anni, solo per convincersi di essere l'unico in grado di proteggerlo e custodirlo con la propria vita. Come poteva definire un sentimento del genere?

"Una grande esplosione attirò l’attenzione di tutta Magnolia... Natsu gli si gettò contro caricando un pugno... Gray teneva Natsu per il collo con un braccio mentre gli dava dei pugni in testa, il suo sguardo non poteva che essere più arrabbiato..." Una lite, una punizione e un risvolto inaspettato. Spero di avermi incuriosito un minimo...Baci!

Ancora non ha capito, Tobio, come abbiano fatto a finire in quella situazione.
[...]
E ora… ora spinge un ginocchio tra le gambe del rosso mentre questi affonda le mani tra i suoi capelli e tira così forte da fargli male - ma Tobio se ne frega altamente, iniziando a mordere la pelle scoperta del collo.

Erza entrò nella stanza e scoccò a Gajeel e Laxus un'occhiata interrogativa.
I due imprecarono mentalmente. Dannazione, perché quella donna doveva entrare in scena proprio quando non era il momento?!
“Che vi prende?” indagò Erza, notando che entrambi ansimavano pesantemente. “Stavate litigando, per caso?”
“Certo che no” replicò secco Laxus. “Stavamo solo...”
“... litigando” concluse per lui Gajeel a denti stretti, lanciandogli un'occhiata di monito.
Erza sbuffò. “Hmpf. Stavo giusto per proporvi di fare un cambio di stanza, e a quanto vedo è davvero la soluzione migliore”
Fermi tutti. Cambio di... stanza?

Appena aprì la porta vide il suo compagno di stanza seduto sul letto intento a leggere un libro.
Si presentò facendo uno dei suoi meravigliosi sorrisi.
"Ciao io sono Naruto Uzumaki."
Sasuke era rimasto a bocca aperta. Lui aveva sperato fosse passabile ma questo era un dono del cielo.
Si alzò dal letto e gli si avvicinò fino a sfiorarlo e gli disse piano all'orecchio "E io colui che ti scoperà. "
Poi uscì senza aggiungere altro.
Naruto rimase di sasso.
Quando sentì chiudersi la porta alle sue spalle si riscosse "E che cazzo?!..."
Doveva trattarsi sicuramente di uno scherzo di cattivo gusto e lui ci era caduto in pieno.
Era proprio un idiota.
Chissà le risate che si stava facendo alle sue spalle di fronte alla sua espressione allibita.
L'aveva appena incontrato e già gli stava sulle palle.
(......)
In classe Naruto lo guardò e attese che dicesse qualcosa ma il moro lo ignorò.
Il biondo si irritò, non essere considerato era la cosa che odiava di più. “Ehi Teme, lo scherzo di prima potevi risparmiartelo.”
Sasuke lo interruppe “Non era uno scherzo, era un’informazione. Tra un mese sarai mio."
NARUSASUNARU

Oneshot ispirata a un yaoi che ho letto dal titolo INTERVAL di Itsuki Kaname mi è piaciuto molto e l'ho voluto rivisitare in chiave SASUNARU
Dal testo:
Naruto non riusciva ancora a capire come avesse fatto a cacciarsi in una situazione simile.
Eccolo lì nell'ennesima pausa pranzo inginocchiato sul terrazzo della sua scuola intento a fare un pompino a quello stronzo del suo compagno di classe, Sasuke Uchiha.
E non certo perché lo avesse voluto o perché stessero insieme, assolutamente no. Quel bastardo lo aveva in pugno, non poteva ribellarsi ...
Tutto era cominciato esattamente una settimana prima.

{Matsuoka Rin x Nitori Aiichirou}
Tremante, Aiichirou si inginocchiò per terra, le mani sul pavimento e la testa china in totale segno di sottomissione. “Puniscimi, senpai.”
“Ai, ma che dici?”
“Sono stato mancante in moltissime cose. Durante la staffetta amichevole con il club Iwatobi abbiamo perso per colpa mia, perché sono stato troppo lento. Speravo che tu mi punissi per questo, come facevi l’anno scorso quando prendevo un brutto voto o lasciavo la camera in disordine, e invece non lo hai fatto. E poi durante i provinciali, ho fatto un tempo pessimo e anche lì tu non mi hai punito. Per questo ho pensato che tu non tieni più a me come prima.” Una lacrima solitaria cadde sulla moquette.

"Iniziò a pensare a tante, troppe cose insieme e sentì un nodo alla gola che gli impediva di respirare bene, ma no, doveva rimanere lucido, doveva pensare razionalmente come solo lui sapeva fare.
Ma in fondo Rei sapeva che il solido muro di cemento dei calcoli razionali e delle deduzioni critiche non era che un mucchietto di briciole di fronte all’amore.
Da quando conosceva Nagisa era cambiato qualcosa dentro di lui, aveva capito che le emozioni non erano solo per i perditempo e che erano sostanzialmente inevitabili e, forse, necessarie.
Ma ancora non era riuscito ad aprirsi del tutto, aveva paura di quel sentimento smisurato che provava, rischiava di fargli perdere il controllo.
Sapeva che non poteva tenere la cosa nascosta a lungo, non voleva fosse solo una cosa passeggera, non riusciva ad immaginare il suo futuro senza Nagisa. E tutto questo amore platonico lo spaventava a morte."