Harry si distrae in classe, e ascolta confidenze che lo cambieranno drasticamente. La storia parte da dove l'odio cieco che si era protratto per anni finisce, frantumato all'improvviso contro gli spigoli di una verità assai diversa. Inizia, ossessiva, l'attrazione.
"Dopo quella lezione rivelatoria, niente fu più come prima per Harry. Le lunghe interrogazioni-trappola lo coglievano sempre impreparato, non perché realmente non avesse studiato ma perché si ritrovava agitato dagli occhi intensi di Snape a inchiodarlo alla sedia, che lo facevano immaginare in ben altra situazione. Sempre inchiodato. A un letto, sotto di lui."
(Collocazione, libro V)

Non l'avrebbe più rivisto.
Non avrebbe mai saputo se era sopravvissuto.
Non avrebbe mai più sentito la sua voce calda e bassa, così sensuale.
Non l'avrebbe più baciato.
Non avrebbe più accarezzato quel corpo marmoreo che tanto lo faceva impazzire.
Non avrebbe più guardato quegli occhi neri, che un tempo gli incutevano timore e ora gli tramettevano solo desiderio.
Non avrebbe potuto dirgli che lo amava.
E questo bastò per farlo morire, ancora prima che il colpo mortale gli venisse inflitto.
Strinse gli occhi e pianse, una sola lacrima intrisa di tutto quel dolore e della rabbia.
Una voce ovattata. "AVADA KEDAVRA!"
Il cuore di Harry cessò di battere...

Tratto dal testo:
Snape si protese sul tavolo, con uno scintillio brillante negli occhi di pece: “Considera la mia persona: la sorte che mi è toccata è quella di non servire né la Luce, né l’Oscurità. La mia vita scorre ugualmente nel rimpianto, nell’espiazione costante di vecchi errori.
Nella tua vecchia realtà avevo rivelato la Profezia, decretando il fatto che Voldemort ti perseguitasse, ma in fondo non è quello che ho fatto anche qui, seppur in modo differente? Posso dire che nella mia vita sono cambiati dei dettagli, ma sostanzialmente la struttura portante non cambierà mai.
Il nostro destino è uno solo, è una cornice immutabile all’interno della quale la nostra libertà è unicamente quella di poter fare le nostre scelte all’interno di un percorso tracciato. […]
Perché la nostra storia, in fondo, è come un serpente che si morde la coda. Un gigantesco Uroboro”

Severus Tobias Snape è costretto a corteggiare Harry James Potter.
La storia doveva essere pubblicata in un unico capitolo - come l'originale - ma sono stata costretta a dividerla.

Non sempre sconfiggere il male vuol dire vincere una battaglia.
Lo sa bene Harry. Ha ucciso Voldemort e liberato l'intero Mondo Magico dalla minaccia mefitica che la sua presenza rappresentava eppure lui non si sente di aver vinto nulla anzi, quel giorno ha perso tutto: la sua umanità ponendo fine alla vita di un altro essere umano, i suoi amici scegliendo di mentire loro per non farli soffrire, la sua dignità ...
Ha perso tutta la sua intera vita e i sogni ingenui che parlavano di felicità e famiglia ed è scappato. E' andato via da quel mondo che ha spremuto ogni singola goccia del suo essere succhiando sino a lasciarne un guscio vuoto e rinsecchito; lontano da quelle persone che non avrebbero capito, non avrebbero accettato, perché Harry quel giorno aveva perso tutto se stesso e non sarebbe mai più riuscito a ritrovarlo. "

“Dopo una punizione dalla Umbridge, Harry vaga per i corridoi, con una mano sanguinante. Incontra Snape che è, ovviamente, curioso per quale assurdo motivo Harry non sia a letto. Poi vede la sua mano. Nell’oscurità della mezzanotte, la loro relazione cambia. Tuttavia c’è una guerra che sta per iniziare. Che cosa dovranno sacrificare così che possano vincere?”

Harry Potter ha sconfitto Lord Voldemort, il Signore Oscuro. Ma qualcosa è cambiato dentro di lui, qualcosa che non riesce a capire, a comprendere. Ma tutto il Mondo Magico lo acclama e lo esalta, tutti vogliono vederlo, ringraziarlo... ma nessuno, nemmeno i suoi migliori amici, riescono a capire che cosa sia successo al loro amico, all'Eroe del Mondo Magico... che lui è cambiato, anche se non lo comprende appieno neanche il Bambino Sopravvissuto. E l'unica persona che potrà aiutarlo, sarà quella che lo conosce meglio di tutti, che l'ha sempre osservato attentamente... l'unico che non lo vede avvolto dalla patina dorata che il Mondo Magico ha messo addosso al suo Eroe.

Alzi gli occhi al cielo. «Buon Dio, Potter, ricordami cosa ci faccio qui e perché non ti ho ancora strozzato.»
«Perché ti ho chiesto io di venire.»
«Questa non è una ragione valida.»
Harry scrolla le spalle. «Allora non lo so. Cibo gratis? Il caldo? Forse ti aspetti che ti faccia di nuovo un regalo?»
«Sì, dev'essere così.» Accompagni l'affermazione con un cenno solenne del capo. «Per il cibo gratis.»
[Questa fanfiction è uno spin-off della flash "Forse non è così stupido"]

La storia inizia nell'anno scolastico dopo la morte di Sirius Black. Harry non ha affrontato il turbine di emozioni dopo la sua morte. Una sera, dopo una detenzione con il suo odiato insegnate di pozioni, si scontra con la sua nemesi platinata, che gli lancia un antica magia oscura. I risvolti di questo avvenimento stravolgeranno la vita del ragazzo-che-è-sopravvissuto, e di tutti coloro che lo circondano. (Tutta la storia è incentrata sull'evoluzione dei due personaggi protagonisti, Harry il ragazzo d'oro di Silente e Piton il più brillante Maestro di pozioni di tutta l'Europa, terrificante ex- Mangiamorte e spia della luce. Ricca di momenti intensi, introspettivi e divertenti, dei due protagonisti assoluti).
Dal Cap 16
“Non puoi obbligarmi!” replicò il moro
“Davvero? Quindi piuttosto che applicarti, preferisci scorrazzare tranquillamente nella mente del Signore Oscuro? Ma in fondo dovevo aspettarmelo, tu sei il nostro salvatore, il nostro EROE temerario! Mi inchino davanti alle tue infinite capacità. Sono sicuro che ci riuscirai, anche senza il mio aiuto” disse con grande sarcasmo e si voltò per allontanarsi.
“Aiuto! quale aiuto? Tu non sei qui per aiutarmi. Vuoi solo deridermi, avvilirmi, distruggermi! Sei una persona orribile, e io di detesto.

Questa storia è stata scritta per partecipare al contest "Quando Harry smise di essere il figlio di Potter" indetto da passionbertotti sul forum di efp e successivamente annullato per mancanza di iscritti.
- Intro:
Piton inarcò un sopracciglio, ma dubitava di essere vagamente minaccioso, non avvolto in un camice bianco da Ospedale.
"Che giorno é?"
"Il 23 di agosto."
Piton deglutì a vuoto. Quattro mesi. Era rimasto in coma quattro mesi.
Quattro mesi di nulla.
"Come mai sei vivo?"
Harry aveva abbozzato un sorriso. "Potrei chiederle la stessa cosa."
"E non saprei darti una risposta."
Harry sospirò. "D'accordo, ha vinto lei."

Il buon vecchio Cornelius Caramell, ministro della magia e uomo dai mille valori, si era sempre preso a cuore l'istruzione dei giovani maghi. Non riusciva a concepire l'idea che dei poveri ragazzi innocenti venissero costretti a subire l'autorità da parte di un adulto, al solo pensiero sentiva l'orticaria avanzare sulla propria pelle. Aveva perciò deciso di emettere il Decreto Legge n.394, secondo il quale ogni alunno della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts era libero di fare ciò che riteneva più opportuno e utile per accrescere il proprio livello culturale.
[...]
Ad essere particolarmente entusiasti della novità, furono sopratutto i giovincelli risiedenti all'interno del castello.
[Questa fanfiction partecipa al "Reverse Contest” (indetto da hiromi_cha) e agli Oscar EFPiani 2015 (indetti da Frandra). Si é classificata seconda al contest "Harry Potter: non solo una storia per ragazzi", indetto da PadellaBarella sul forum di EFP]

A Harry morì il sorriso sulle labbra. Doveva aver capito male.
- C-come Professoressa?-
-Hai capito bene Potter, non fare quella faccia. Quest’anno si terranno le gare internazionali di Danza Classica! Questa sera il Preside darà l’annuncio durante la cena, ma ho voluto annunciarvelo privatamente. Le lezioni inizieranno da domani, nei sotterranei.-
Harry deglutì. – E chi ci darà lezione?-
-Il Professor Piton –

Ha la forma di un rettangolo e pesa un po'. Sicuramente è un libro.
Lo rigiri e trovi un biglietto. Semplice, bianco. C'è scritto "Buon compleanno da Harry Potter".
[Questa fanfiction si è classificata seconda allo "Slice of life Contest"]

"sono qui per dirti che ti amo." Gli disse appoggiandosi contro lo schienale della poltrona. "Harry..." Sussurró Piton, chiamandolo per la prima volta col suo nome di battesimo, per invitarlo ad avere il contegno che a lui stava sfuggendo. "Severus." Disse lui inclinando la testa per guardarlo meglio. Credere a quello che stava succedendo era difficile per tutti e due: lo volevano con tutte le loro forze, ma non erano preparati. Da una parte c'era il fresco entusiasmo di Harry, al quale non sembrava vero di poter stare con quell'uomo ora che finalmente era tutto apposto, dall'altra c'era un confusissimo professore di pozioni che aveva voglia di saltare addosso al ragazzo che gli si era appena dichiarato ma la sua morale glielo impediva tanto quanto la sua razionalità che gli ricordava quanto fosse probabile che quelle parole non fossero veritiere.