[Time!Skip][PWP]
"Keiji si è sempre considerato una persona razionale, equilibrata, poco avvezza a seguir l’istinto, ma di Kuroo non ne ha mai abbastanza[...]
Quella video-chiamata con Kou, che si trovava ad Osaka – essendo entrato nei Black Jackals – era routine. Ed era vero che nessuno dei tre si era dimenticato di quella volta che Koutarou, tra il serio e il faceto, aveva proposto loro di far "cose" mentre lui li avrebbe guardati. Ma sarebbe stato più corretto dire: ammirava.
La telefonata sarebbe arrivata nel tardo pomeriggio e quel giorno c’era una particolare tensione che aleggiava tra Kuroo e Akaashi. Qualcosa di elettrico. Qualcosa che li aveva portati a sfiorarsi per tutta la giornata senza mai toccarsi. Qualcosa che Kuroo - che era un mago a far salire la tensione sessuale, la voglia incontrollata e incondizionata di lui - aveva portato allo stremo[...]"

[Post Time!Skip]
“Com’è che era iniziata? Ah, già! Per colpa di Miya Atsumu ovviamente!
Era SEMPRE colpa sua.
Sì, vabbé: poi c’era anche il suo maledetto orgoglio di mezzo ma ok, dettagli. Quell’orgoglio che quando veniva punzecchiato non riusciva più a farlo ragionare correttamente. E lo portava a far cose assurde.
E questo Atsumu lo sapeva molto bene[…]
- È forse una scommessa Tobio-kun quella che mi stai proponendo? - come aveva ghignato tutto soddisfatto Atsumu. Diabolico.
- Vedila come vuoi. - aveva scrollato le spalle Tobio pur di farlo stare zitto[…]
- Allora mi aspetto da te il bacio della vittoria, ok Tobio? - gli aveva mormorato[...]”
Le fanart minano gravemente alla salute delle mia povera mente già irrimediabilmente compromessa.

[PWP][3SOME][Post Time!Skip][KageHina con special guest star 'Tsumu]
"È meravigliosamente rumoroso, Atsumu.
D’altra parte non ci si può aspettare niente di diverso da lui. Gli piace essere guardato, ascoltato. Gli piace primeggiare sulla scena. Sempre e ovunque[...]
Ed ora è lì, Shoyo, in mezzo a loro due, mentre li osserva rapito. Non si capisce se è Tobio che sta divorando le labbra di Atsumu o Atsumu a divorare quelle di Tobio.
Sente le mani di entrambi su di sé, mentre lo stanno spogliando freneticamente[...]
Per un attimo la parte razionale di Tobio si chiede come farà la prossima volta in cui – con una rete a dividerli – incrocerà quello sguardo strafottente e provocatore. Ma non ci vuole pensare in quel momento. Quello che fanno in quel momento i due alzatori è lanciarsi un’occhiata di intesa[...]"

[OiKage][Sfida]
"Oikawa e Kageyama avevano manifestato il loro disappunto, nonché sconcerto, nello stesso identico istante, spostando entrambi gli occhi sul volto dell'incriminato, che se ne stava seduto in posizione rilassatissima, divertito ovviamente.
- Kageyama, attacca! - Hinata era elettrizzato, facendo segno a Tobio di portarsi al centro di quel cerchio formato da loro sei – Non vorrai mica perdere un'altra volta contro il Daio-sama, vero? -
“Come sarebbe a dire un'altra volta?” si stava chiedendo Tobio, sempre più interdetto, e poi: che razza di incoraggiamento era quello?! Ma ancora peggio: Shoyo non avrebbe dovuto per niente incoraggiarlo in quella... cosa, che definir assurda era dire poco. Assurda e pericolosa. Indubbiamente pericolosa. Quando c'erano di mezzo lui e Oikawa non andava mai a finire bene, per niente. Ma eccolo là, il suo ragazzo che lo fissava tutto elettrizzato, nemmeno che lui e il suo micidiale senpai avessero dovuto dar vita alla sfida del secolo.
Era un incubo dai, non era possibile! Ora si sarebbe di sicuro svegliato[...]"
Ennesimo delirio partorito dalla mia mente malata e malsana.

[SakuAtsu][Post Time!Skip]
"- Senti Miya... -
Ma Atsumu non gli permise di dire altro perché sovrappose la propria voce alla sua.
- Sai Omi-Omi stavo pensando ad una cosa. - disse, mentre si stava togliendo la felpa nel momento in cui stavano per andare a dormire.
- Hum… sento già i sudori freddi guarda. - fu la scontata replica di Kiyoomi mentre riemerse con la testa dal collo della maglia del pigiama.[...]
Atsumu non si scompose minimamente di fronte a quella piccata.
- Quando ci sposeremo, tu prenderai il mio cognome. - ridacchiò, infilandosi sotto al piumone, incrociando le braccia al petto e aspettando la reazione dell’altro, con il ghignetto made in Miya Atsumu.
Reazione che non si fece attendere. [...]"
Colpa delle fanart, ovviamente!

[Tsurune: Kazemai Koukou Kyudo-Bu]
[Tsurune] [Fujiwara Shuu Narumiya Minato Takehaya Seiya. Un po' tutti]
"Shuu sentiva lo sguardo di Seiya su di sé. Sempre!
E sinceramente non capiva perché Seiya pensasse di dover proteggere Minato da lui.
Ma in quel momento quello che sentiva su di sé era lo sguardo di Minato [...]
Ci sarebbe stato il tempo delle risposte. Ora c’era il tempo del dover recuperare quello perduto.
Ecco perché in quel tardo pomeriggio di metà Giugno, quando Minato e Shuu avevano passato la giornata insieme a casa della loro sensei, Minato stava correndo a perdifiato sulle scale della stazione deserta.
- Shuu? -
L’urgenza con la quale Minato l’aveva richiamato fece bloccare Shuu di colpo, con il cuore in gola. Sollevò gli occhi verso l’alto da dove vide spuntare il volto dell’altro, con il fiatone.
- Shuu vuoi mangiare takoyaki? -
- E-eh? -
Minato aveva voglia di passare ancora del tempo con Shuu. Ora sentiva come quei mesi di silenzio, distanti, gli fossero parsi come se si fosse trattata di una eternità. Aveva sempre impedito a se stesso di pensare alla terribile sensazione che gli procurava la lontananza da Shuu[...]"

[Nelle note finali spiegazione del perché non abbia messo un personaggio specifico nell'intro]
"Non hai voglia di ricominciare.
È stancante…
E ti fa paura. Ora a te stesso la puoi anche dire questa cosa.
Ricreare nuove abitudini, routine (e spezzare le vecchie...)
Capire quali sono i meccanismi di interazione sociale nella nuova squadra, quali i delicati ingranaggi che muovono le persone tra di loro (e dimenticare di come funzionasse prima...)
Anche semplicemente muoversi fisicamente in un ambiente nuovo, in spazi nuovi, perché no: non è vero che le palestre sono tutte uguali, ognuna nasconde qualcosa. Qualche anfratto nascosto, parole non dette o parole sussurrate, irrisolti, storie mai raccontate, lacrime mai versate, sorrisi di circostanza, sogni infranti o una gloria improvvisa ma a lungo cercata, che lascia comunque un vuoto dentro…
Le palestre, gli spogliatoi, sono già esser squadra ancora prima della squadra stessa[...]"

[Ryman's Club - Salaryman's Club]
[Ryman's Club - Salaryman's Club][Rymans's club]
[Kirishima Hayato/Oginome Daiki]
"Ovviamente poteva capitare di tutto a star in ufficio - quelle rare volte in cui erano proprio costretti a ricordarsi che in quell’azienda erano anche degli impiegati e non solo dei giocatori di badminton – oltre all’annoiarsi a morte, ben si intende[...]
- Un penny per i tuoi pensieri. - lo risvegliò la bella voce scanzonata dell’altro e Daiki sollevò gli occhi cerulei verso la vetrata da dove poté vederlo attraverso il riflesso sul vetro.
L’attenzione dei suoi occhi scandagliò lentamente tutta la figura di Hayato arrivando alla fine al suo volto. Gli occhi si posarono dapprima sulle labbra piegate nella loro posa naturale per infine arrivare a far incrociare i loro sguardi. E quello che Daiki lesse negli occhi smeraldini di Hayato gli fece chiaramente capire che quella pausa sarebbe stata più lunga del tempo di una tazza di tea.
Dal canto suo Hayato si avvicinò a lui con le sue solite movenze feline e sinuose osservando la figura di spalle del proprio compagno.
Bevve ogni singolo particolare di quella schiena che così bene conosceva. Da sempre[...]"

Questa storia partecipa alla challenge indetta nel gruppo FB di HQ Italia #3personaggiincercadiestate
#5 Hinata Shoyo
#4 Inuoka
#6 Hinata Natsu
Io sono no uscita dalla mia confort zone, di più ^///^

#IwaOi #IwaBDay
"- Iwa-chan lo sai che ho scoperto che in Italia il conseguimento della maggior età si raggiunge con i diciotto anni? – esordì un felice Oikawa Tooru entrando in casa Iwaizumi (come se fosse casa sua. Ed in parte ciò corrispondeva alla realtà) e portando con il suo ingresso anche una ventata di frizzante allegria.
- Non me ne potrebbe fregare di meno. – fu la replica imperturbabile dell’altro che continuò imperterrito a leggere in divano senza neppure alzare gli occhi dal libro.
- E proprio per questo per il tuo diciottesimo compleanno, oggi, ti porto a mangiare nel ristorante italiano in centro. – esclamò Tooru tutto felice ed elettrizzato da quella prospettiva non facendosi minimamente scalfire l’entusiasmo dall’indifferenza di Hajime – c’era talmente abituato! – e facendo una teatrale piroetta con annesso inchino si sedette sul divano.
O meglio: si spiaggiò comodamente, poggiando la testa sulle sue gambe[...]"
Non poteva non scrivere niente per il compleanno di Iwa.

"Ne ha di forza sulle braccia Tobio. Il suo Tobio.
Come quella schiena alla quale si sta aggrappando. Quella schiena che, negli anni, si è andata forgiando sempre di più ed ora lui non può far altro che aggrapparvisi, perché le spinte sempre più vigorose e ben assestate di Tobio, che lo sta sorreggendo per le cosce (a proposito, è certo che i segni delle dita di Tobio attireranno a dir poco l’attenzione della qualunque) non gli permettono nessun margine di azione. È in sua completa balia e questa cosa lo inebria a dir poco[...]"
Dedicato ad Ely e Stefy

[Ryman's Club - Salaryman's Club]
Spoiler episodio 8
"Tatsuru non si sarebbe mai aspettato una domanda (retorica tra l’altro) così diretta e lapidaria da un Mikoto senza un elevato tasso alcolico nel sangue.
Rimase per un istante senza parole, come raramente gli capitava in vita sua.
E Mikoto gli impedì di dir alcunché e prese ad incalzarlo, muovendo un ulteriore passo verso di lui. D’altra parte, dopo quella bomba che gli aveva appena sganciato come avrebbe anche solo potuto pensare di fargliela passare liscia? Di non dirgli ciò che si stava tenendo dentro da giorni? [...]
- Mikoto, ascolta… - ma venne bruscamente interrotto dall’altro, che mosse un ulteriore passo verso di lui e ora erano uno di fronte all’altro. Così vicini…
- No, lasciami finire. -[...]"
Miyazumi Tatsuru/Shiratori Mikoto

"- Ti avevo detto di chiamarmi! - fu la secca ammonizione non appena Dino gli aprì la porta, mentre varcava la soglia di casa senza tante cerimonie. Compreso il portare all’interno il gelido vento artico che stava attanagliando la città in quei giorni.
Il sottinteso della suddetta frase era: prima di combinare uno dei tuoi soliti casini, dato che Kyoya sapeva quanto Dino riuscisse ad essere maldestro.
- Kyoya sei serio? Se ti avessi chiamato per chiederti un aiuto per le decorazioni natalizie mi avresti ucciso. -
- Altamente probabile. -
- Io direi certo più che probabile. - ci tenne a precisare Dino, con quel suo solito tono divertito che non faceva altro che aumentare l’irritazione in Hibari, sorreggendosi su di un piede solo, zoppicante, non facendosi intimorire per niente dallo sguardo “fulmina et uccide” dell’altro, anzi: allargando ancora di più il sorriso sulle labbra, per quanto il dolore al fianco glielo permettesse. Dopo cinque anni che lo conosceva ci era così abituato ormai [...]"
Scritta per l'Advent Calendar, gruppo Facebbo Hurt/Comfort Italia

Ovvero: di quella volta che Hibari scese in campo al fianco di Gokudera e Yamamoto non ne saprà mai il motivo.
"Enma davvero non capiva perché finisse per trovarsi sempre in mezzo a situazioni al limite del paradossale. E del perché, in una maniera o nell’altra, finisse sempre in mezzo a qualche rissa. Lui! Che era un pacifico di natura! Come lo era Tsuna. Come lo era stato il suo amato predecessore.
Doveva veramente avere una calamita, o più semplicemente una sfiga cosmica, non si spiegava altrimenti [...]
Il problema però, in quel frangente, non era quello. A quello ormai ci era abituato da una vita. Il problema era che Tsuna e Takeshi si erano rivolti a lui, perché sapevano che, tra i tre, l’unico dal quale sarebbero riusciti a cavar un ragno dal buco e capire cosa fosse successo, era proprio lui [...]"

[KageHina][SkipTime]
"- È alle sette e cinquantasette il treno? -
- Sì. -
- Il biglietto ce l’hai? I documenti anche? -
- Sì. E sì. - cerca di farlo ridere, Shoyo, ma ultimamente è un’impresa davvero titanica.
Tobio lo guarda con sospetto. Lo sa, se ne rende conto. Lo sente, l’ha sentito in quelle 48 ore nelle quali è ritornato a Tokyo, il peso del suo sguardo penetrante su di sé.
È impossibile per lui non capire Tobio. Da sempre. Il suo aggrottare delle sopracciglia, l’assottigliarsi degli occhi...
Non hanno affrontato l’argomento, anche se ha aleggiato sulle loro teste come una pesante spada di Damocle per tutto il tempo. Non per codardia, ovviamente, ma per non rovinare in qualche modo quelle preziose – quante rare ultimamente – ore insieme. A cercare di dar una parvenza di normalità.
E Shoyo aveva ben dovuto affrontare - e sostenere - un altro sguardo solo qualche giorno prima.
- Torni da lui? -[...]"