Capitolo 24
– Tu sarai nel mio cuore
Udendo quell’urlo, Trunks si
sollevò a sedere di
scatto.
«Bra?!»
esclamò, stupefatto.
La bambina
era sulla soglia, gli occhi arrossati dal troppo piangere,
l’espressione stravolta… Di colpo, chiuse la
bocca, mentre Goku faceva capolino da dietro di lei, controllando
allarmato l’interno della stanza…
Trunks
scambiò appena un’occhiata con
l’uomo, ma poi dovette distogliere lo sguardo,
poiché Bra gli si era gettata addosso.
La bambina
si inerpicò sulle ginocchia del fratello,
gettandogli le braccia al collo. «Sei forte, sei forte, sei
forte» singhiozzava.
«Bra,
che cosa…?»
Lei,
però, non rispose: stava piangendo così
forte che non aveva fiato per parlare.
«Bra…»
sussurrò Trunks.
Non
riusciva a credere di averla sulle proprie gambe, non riusciva a
credere che lei si stesse davvero premendo contro di lui con autentica
disperazione… Dopo la scena di poco prima, aveva pensato di
non vederla mai più… Okay, forse di vederla
sì, ma solo durante i pasti o quando si fossero incrociati
casualmente in casa… Di certo, aveva pensato che non
l’avrebbe mai più toccata.
Il pianto
della piccola si calmò un po’, quel poco
che bastava per permetterle di mettere in fila qualche parola senza
soffocare.
«Non…
Tristezza…»
farfugliò. «Per favore, guarisci, guarisci! Io ho
detto a Trunks che la sua mamma sarebbe guarita subito, non appena lui
fosse tornato da lei!»
Stranito,
Trunks portò una mano sulla nuca della sorellina.
In quel
momento, si accorse che sulla soglia non c’era
più nessuno: Goku si era dileguato in tutto
silenzio…
«Io
sono tornata» continuò Bra,
«e allora tu… Guarisci!»
Sollevò
gli occhi lacrimanti sul fratello.
«Io…
ti faccio guarire?»
domandò, con un fil di voce.
Trunks
impiegò qualche istante prima di riuscire a parlare.
Quella bambina poteva fare di lui tutto, tutto… Poteva
guarirlo e poteva distruggerlo.
E in quel
momento stava certamente facendo la prima cosa.
«Sì,
Bra» le rispose perciò,
con forza. «Sì».
La bimba
tirò rumorosamente su col naso. «Tu non
sei cattivo…» piagnucolò. «Il
cattivo è Algid, e io non voglio un altro
fratello…»
Lo
abbracciò di nuovo, mentre Trunks si sentiva quasi
stordito.
Le diede un
bacio delicato sulla guancia, sfiorandola appena con le
proprie labbra. E poi ripeté il gesto, per asciugarle le
gote bagnate.
Bra,
intanto, gli accarezzava la spalla. Aveva smesso di tremare.
Improvvisamente,
irruppe in una sorta di risatina. Trunks, stupito,
alzò gli occhi a guardarla, e lei rise più forte.
Il ragazzo, allora, contagiato da quell’allegria forse
immotivata – forse dovuta più a una crisi nervosa
che ad autentica felicità –, si mise a ridere a
propria volta.
Lei gli
fece il solletico, lui la imitò, e continuarono a
ridere insieme.
Poi si
fermarono, e Bra si strinse contro di lui, e insieme piansero un
po’.
Quando
ebbero esaurito tutte le loro lacrime, Bra inarcò la
schiena, premendo la faccia contro il petto del fratello. Ecco,
sì… Era lo stesso odore del ragazzo del futuro,
però… Però era questo, il suo Trunks.
«Trunks?»
sussurrò la bambina, con voce
esilissima.
Lui le
accarezzò i capelli.
«Non è
vero che ti odio…»
Il giovane
le rivolse un’occhiata timorosa.
«No?»
Bra scosse
la testa, con decisione.
«Ne
avresti tutte le ragioni, sai?»
La bambina
annuì. «Sì, ma non
voglio» rispose. «Io ti voglio bene».
Trunks la
guardò attentamente, mentre sentiva il proprio
cuore gonfiarsi di sollievo. «Non mi merito il tuo
perdono» obiettò, giusto perché gli
sembrava di doverlo dire.
Bra,
però, gli picchiò una mano sul petto, senza
fargli male. «Lo decido io!» pretese. «E
io ti perdono!»
Dopo averlo
detto, sembrò abbastanza soddisfatta.
«Sono
buona?» s’informò poi,
guardando il fratello dritto negli occhi.
«La
bambina più buona che io conosca»
confermò lui. La abbracciò, affondando le labbra
nei suoi capelli turchini, e pensò che stare così
per sempre… Gli sarebbe bastato.
Bra fece un
piccolo sbadiglio. «Posso dormire qui?»
pigolò, timidamente.
Trunks
sorrise debolmente, perché era più di
quanto avesse mai sperato. «Certo»
sussurrò.
La bambina
gli si spostò dalle ginocchia con
agilità, andando a rannicchiarsi sul materasso del letto del
fratello.
Quest’ultimo
la seguì con lo sguardo.
Bra
sembrava assonnata, ma continuava a tenere gli occhi aperti e ad
osservare il ragazzo.
«Trunks?»
chiamò, dopo un po’,
con voce triste. «Le cose non torneranno più come
erano prima,
vero?»
Lui
sentì una stretta al cuore. «No» si
ritrovò costretto ad ammettere.
«Però»
mormorò Bra,
confusamente. «Però… Possono diventare
più belle di come sono adesso, giusto?»
Trunks
annaspò, come se le parole pronunciate dalla
sorellina fossero per lui come una boccata d’ossigeno dopo
anni di apnea.
Bra, non
udendo nessuna risposta, parve riscuotersi. Fissò
Trunks e ripeté, un po’ preoccupata:
«Giusto?»
Lui tese la
mano, accarezzando la testa della bimba. La piccola chiuse
gli occhi, come un gattino che si crogiola nell’affetto del
proprio padrone.
«Giusto»
confermò Trunks, in un sussurro.
Bulma era
sinceramente perplessa.
Goku,
infatti, l’aveva salutata con un mezzo sorriso, con
l’aria di chi pregusta una felice sorpresa, e se
n’era andato senza protestare o attendere con aria speranzosa
che lei lo invitasse a restare per cena.
In
più, nonostante ormai fosse sera tarda, l’unico
ad essersi presentato per reclamare l’ultimo pasto della
giornata era stato Vegeta.
E dire che
tanto Trunks quanto Bra facevano solitamente onore al
proprio sangue saiyan con un appetito decisamente fuori dal comune.
Improvvisamente
preoccupata, la donna si avviò verso la
porta della sala da pranzo, ignorando lo sbuffo seccato di Vegeta.
Il saiyan
occhieggiò con un certo desiderio la pentola
posata in mezzo al tavolo, poi si accigliò e si
alzò da tavola, seguendo la sua donna.
Bulma
passò dapprima in camera di Bra ma, visto che della
bimba non vi era traccia, decise poi di proseguire verso la stanza di
Trunks.
Quando
giunse a metà del corridoio, però, le
parve di udire qualcosa. Si arrestò d’istinto,
tendendo le orecchie… E si sentì raggelare.
Prima che
Vegeta potesse dire alcunché, si rimise in moto,
quasi di corsa, precipitandosi verso la stanza del suo primogenito.
Non poteva
star succedendo di nuovo, non poteva!
E invece,
quando fu accanto alla porta, capì che stava
accadendo eccome.
«Prendi solo la mia mano
Stringila forte»
cantava la voce di Trunks, in tono sommesso,
ripetendo le parole che per un lunghissimo tempo avevano infestato gli
incubi di Bulma.
La donna
cercò gli occhi di Vegeta, che rispose con uno
sguardo imperscrutabile.
Prima di
chiedersi perché il saiyan sembrasse
così poco preoccupato, Bulma posò una mano sulla
maniglia. Aprì la porta piano, silenziosamente…
E fece
bene, perché la scena che si stava svolgendo
all’interno della camera era assai diversa da quella che lei
si stava immaginando.
Trunks
cantava sì, ma lo faceva senza lo sguardo vacuo e
perso che aveva accompagnato quella melodia tempo addietro. E lo faceva
non rivolto al vuoto, ma alla bambina che dormiva accanto a lui.
Bulma
trattenne il fiato, osservando la piccola Bra raggomitolata sul
letto del fratello.
Abbassò
appena gli occhi, notando la manina della bimba
aggrappata inconsciamente a quella più grande del fratello,
e improvvisamente si sentì come se il cielo avesse esaudito
il più grande dei suoi desideri.
Sentendo
voglia sia di ridere che di piangere, perché era
felice e commossa allo stesso tempo, si tirò silenziosamente
indietro, richiudendo piano la porta.
«Io ti proteggerò
Da tutto ciò che ti
circonda
Sarò qui
Non piangere».
Bulma
scambiò uno sguardo con Vegeta. Ora capiva
perché lui le era sembrato molto meno allarmato: il saiyan
doveva aver percepito subito che il figlio non era solo, e che quindi
stava cantando la ninnananna alla sua sorellina. Davvero, questa volta.
«Andrà
tutto bene?» sussurrò.
Lui mosse
il capo e lei lo interpretò come un sì.
Più
serena, gli diede un colpetto scherzoso sullo stomaco.
«Vieni, saiyan» mormorò, prendendogli un
braccio, «andiamo a riempire quel tuo pozzo senza
fondo».
Lo trasse
con sé con un sorriso, mentre dietro di loro
ancora si sentiva la voce di Trunks.
Una voce
emozionata, incredula e piena di speranza.
La voce di
un Trunks che non sarebbe più tornato come prima,
ma che sarebbe riuscito a sentirsi un po’ meglio.
«Perché tu sarai nel
mio cuore
Sì, tu sarai nel mio
cuore
Da questo giorno in avanti
Ora e per sempre».
Spazio dell’Autrice:
E così si conclude la storia.
Non. Ci. Credo.
E sono anche un po’ triste, a dire il vero
>.<””
Scusatemi per la posticipazione dell’aggiornamento, ma ieri
dovevo proprio studiare...
Non sono del tutto convinta di come è venuto questo
capitolo, spero di sbagliarmi e che vi sia piaciuto!
La ninnananna, naturalmente, è la traduzione di
You’ll be in my heart di Phil Collins (quella di Tarzaaaan!
:D).
Comunque, grazie a tutti!
A tutti quelli che hanno letto;
a tutti quelli che hanno recensito;
a tutti quelli che hanno inserito questa storia tra le preferite;
a tutti quelli che l’hanno messa tra le seguite;
a tutti quelli che l’hanno aggiunta alle ricordate.
GRAZIE,
davvero!
Ah, se vi mancano già Trunks e Bra, sappiate che presto
riprenderò in mano un’altra fanfiction in cui compaiono loro
due, anche se decisamente diversa (il genere è comico, e poi non è così incentrata sul legame fraterno,
quindi... XD). Se vi interessa, non avete che da cliccare qui
(oddeo, ora mi sento in colpa per essermi fatta pubblicità
da sola O_O).
Alla prossima (prima o poi)!
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