Il gioco della pallina

di Sokew86
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11/01/2013

Bacchette di metallo

 

Non  doveva finire così.

L’uomo che aveva pensato a questa frase, aveva all’incirca una cinquantina d’anni e ormai i capelli ingrigiti, solo i baffi gli erano rimasti neri come quando era stato giovane.

 Il signore appariva nervoso e agitato e la sua agitazione aumentò quando prese in mano delle piccole asticelle di metallo: erano delle bacchette, di quelle che gli orientali usano per mangiare.

Non si manda una figlia a studiare all’estero per ritrovarsi un genero dagli occhi a mandorla pensò l’uomo.

No, lui l’aveva insegnato che il detto “ Moglie e buoi dei paesi  tuoi” era sacrosanto ma era evidente che non l’avesse ascoltato.

<< Ma io lo amo . >> gli aveva detto la figlia piangendo. – Ti prego non rifiutare il tuo permesso.-

E sì, il permesso: il tipo era venuto a chiedere il permesso di sposarla, cose da altri tempi.

Per lo meno, l’orientale era stato educato e alla fine il padre aveva accettato.

Ed eccolo lì ad esercitarsi a mangiare con quelle stupide bacchette nel locale del cugino del suo futuro genero.

Il signore si guardò attorno, il locale era scarno e non cercava ipocriticamente di ricreare atmosfere finte orientali come altri locali del genere.

Un altro punto a favore, forse …

<< Comunque sia. >> bofonchiò l’uomo: << Moglie e buoi dei paesi tuoi. >> e fece un brindisi a quella che a lui sembrava la sacrosanta verità alzando il bicchiere davanti a sé.





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