Capitolo
17 – Confusione
Liz fu la prima a doversene andare.
«Quando
l’ospedale chiama…»
sospirò, abbracciando brevemente Mary Jane.
«…tu
rispondi…»
completò l’altra, separandosi dall’amica
quasi a malincuore.
Liz
poteva essere anche diventata più riservata, nel corso
degli anni, ma era abbastanza incline a dispensare gesti
d’affetto come quello… Ed era un lato del suo
carattere che a Mary Jane piaceva molto.
La
ragazza bionda sorrise. «Mi hai tolto le parole di
bocca».
Poi
i suoi occhi si spostarono su Harry, e il sorriso le
scivolò via dalle labbra. Per un istante, la sua espressione
parve dire chiaramente: “A questo punto non so cosa diavolo
fare”.
Dal
canto suo, Harry pensò che, nonostante la scena alla
raccolta fondi, Liz non era poi così brava a
recitare… e tantomeno a nascondere le proprie reazioni.
«Ci
vediamo» le disse, forse un po’
troppo velocemente.
La
ragazza esitò, poi annuì e fece per
uscire… Solo all’ultimo momento, si
ricordò di Peter e si bloccò, salutando anche lui.
Quando
se ne fu andata, l’alter ego di Spider-Man
gettò un’occhiata interrogativa alla propria
fidanzata. «Stava bene?» chiese. «So che
probabilmente non sono la sua persona preferita, qui dentro,
ma… Sembrava un po’ distratta».
Mary
Jane aggrottò la fronte. Anche lei aveva trovato il
comportamento di Liz un po’ insolito. Gettò
un’occhiata rapida ad Harry, quindi rispose: «Non
lo so… Forse in ospedale lavora troppo. Harry, tu che ne
pensi?»
L’interpellato,
fino a quel momento impegnato a rimuginare
tra sé e sé, alzò di colpo gli occhi
sull’amica. «Di cosa?»
«Di
Liz» replicò Mary Jane.
Harry
la fissò con l’aria di chi è
rimasto senza parole.
«Dicevamo
che sembra un po’ distratta»
spiegò allora Peter, «e a quanto pare non
è la sola…»
Harry
gli indirizzò una smorfia, poi si voltò
verso Mary Jane: «Sono sicuro che sta bene».
La
ragazza dai capelli rossi lo guardò con aria scettica, ma
non disse nulla.
«Ah,
MJ, vuoi che ti diamo una mano a pulire questo
pasticcio?» aggiunse il giovane, accennando a tutti i
pop-corn disseminati sul pavimento.
Lei
sospirò. «Forse sarebbe il caso, visto che
è opera vostra».
Peter
assunse un’aria colpevole. Lui ed Harry si scambiarono
un’occhiata, ed un istante dopo erano già armati
di scopa e paletta, e intenti a spazzare il pavimento.
Mary
Jane quasi sorrise. Li aveva addestrati bene…
Harry,
dal canto suo, avrebbe voluto che quei pop-corn fossero
abbastanza interessanti da assorbire tutti i suoi pensieri. Purtroppo
per lui, pretendeva troppo da degli ex chicchi di mais.
Con
una sensazione indefinita – a metà tra il
rimorso e il disappunto – pensò al momento in cui
Liz l’aveva salutato.
La
ragazza era visibilmente a disagio, e lui si augurava che quel
comportamento non durasse a lungo.
Ultimamente,
aveva iniziato ad apprezzare la compagnia della ragazza
più di quanto volesse ammettere.
E
ora? Avrebbero perso la confidenza che avevano guadagnato per colpa
di un… il giovane non era sicuro di come
definirlo… un incidente?
A
quel pensiero, Harry strinse le labbra. Non voleva pensare di non
riuscire più a chiacchierare con Liz.
Forse
le persone impiegavano un po’, prima di entrargli nel
cuore… Ma una volta che erano lì, lui detestava
l’idea di doverle perdere (perderle… come aveva
perso suo padre).
Insomma,
che cosa diavolo era successo?
Quel
momento di immobilità, di vuoto mentale… Non
era il genere di cosa che sperimentava di fronte a chiunque.
Proprio
per questo, però, non aveva senso.
Stava
per baciare
Liz?
Perché?
Per quel che ne sapeva lui, il
proprio cuore era ancora fermo a Mary
Jane.
Anche
se ormai si era abituato al pensiero di non poterla avere. Anche
se ormai si era abituato all’idea che lei amasse il suo
migliore amico.
Gettò
un’occhiata alla ragazza, che stava dicendo
qualcosa a Peter con un sorriso.
Ma
Liz?
Era
difficile capire che cosa l’avesse immobilizzato quando
se l’era trovata così vicina, anche
perché in quel momento non aveva pensato a un accidente.
Ancora
adesso, ricordava dei dettagli con chiarezza quasi
assurda… L’ombra delle ciglia di Liz sulla guancia
della ragazza… Il profumo del suo shampoo…
Diavolo, era persino arrivato a vedersi riflesso nelle pupille di lei.
Forse,
si disse, tentando di razionalizzare la cosa, si era trattato
solo di attrazione fisica… In fondo, Liz era carina.
«MJ»
chiamò Peter in quel momento,
«la bottiglia della Coca-Cola è vuota. Dove devo
metterla?»
Harry
rivolse un’occhiata verso l’amico.
Mary
Jane, da parte sua, indicò un sacchetto trasparente
attaccato vicino al frigorifero. «Le cose di plastica le
metto là…»
«Bene»
disse Peter, con approvazione.
«Raccolta differenziata».
Harry
scosse impercettibilmente la testa, scaricando i pop-corn nella
pattumiera.
A
quel punto, fu colpito da un pensiero improvviso, che prima non aveva
nemmeno considerato. Se lui… se lui non fosse riuscito a
ritornare in sé quel che bastava per allontanare
Liz… lei avrebbe… lo avrebbe baciato?
Così,
senza allontanarlo?
Si
sfiorò il viso con le dita.
“Assurdo”
pensò.
Di
sicuro, entrambi avevano di meglio di cui occuparsi: una mossa del
genere era stata del tutto insensata.
Strappandosi
da quelle riflessioni, Harry si avvicinò a Peter e a
Mary Jane.
Qualche
giorno più tardi, Mary Jane e Liz scesero al bar
dell’ospedale per fare una merenda in compagnia.
«Accidenti»
fu il commento della ragazza bionda,
quando si sedettero ad un tavolino bianco e tondo, «devi
volermi davvero bene, se accetti di mangiare quello che vendono
qui».
Mary
Jane aggrottò la fronte. «È
davvero così terribile?»
«Abbastanza».
«Cosa
devo dirti» replicò allora la
ragazza dai capelli rossi, «il mio cuore è pieno
di compassione…»
Iniziò
ad armeggiare per aprire il suo pacchetto di patatine.
«Ma
come diavolo…?»
«Ah,
sì» disse Liz, sporgendosi in
avanti, «quei pacchetti sono insopportabili…
Da’ qui».
Mary
Jane cedette il pacchetto alla mano tesa dell’amica.
«Grazie».
«Mmm»
fece Liz.
Dovette
fare qualche sforzo, ma alla fine la confezione si
aprì con uno strappo.
«Ecco
qui» annunciò la ragazza bionda,
restituendo il pacchetto a Mary Jane.
La
ragazza coi capelli rossi le rivolse un sorriso riconoscente,
raccogliendo un paio di patatine tra due dita.
Liz,
da parte sua, succhiò un po’ della bibita che
aveva comprato. «Cosa stavi iniziando a dirmi,
prima?» chiese poi.
«Oh,
sì» fece Mary Jane.
«C’è questa mia amica, Juliet Gelfman,
che hai dei cugini… E loro stanno mettendo su uno
spettacolo, così lei mi ha proposto di fare un
provino».
L’espressione
di Liz si fece prima sorpresa, poi radiosa.
«MJ, è fantastico! Sono sicura che sarai
perfetta!»
L’altra
sbuffò una risata. «Non sai
nemmeno che ruolo dovrei impersonare…»
Liz
arrossì appena, ma non si fece scoraggiare.
«Perché? Ha davvero importanza?»
«Direi
di sì» rispose Mary Jane.
«Potrei non essere adatta, alla fine dei conti».
Liz
agitò una mano come se fosse un discorso privo di
fondamento. «Sia come sia» disse,
«è inutile fasciarsi la testa prima di essersela
rotta… Dico bene? Quindi tanto vale pensare
positivo».
Mary
Jane abbozzò un sorriso. «Forse
però è meglio non cantar vittoria prima di aver
vinto…»
Liz
aggrottò la fronte. «Questo non è
un proverbio».
L’altra
quasi si mise a ridere, poi aggrottò la
fronte e si sfilò di tasca il cellulare.
«Scusa» disse, velocemente, «mi
è arrivato un messaggio, e potrebbe
ess…» Si interruppe di colpo, fissando il display.
«No»
sibilò. «Non posso
crederci!»
Sorpresa
dal tono dell’amica, Liz la guardò.
«Che succede?»
Mary
Jane serrò le labbra. «Mio padre»
rispose, irritata. «Da quando mia madre l’ha
lasciato, mi manda un messaggio dopo l’altro –
tutti per insultarmi, naturalmente. Credi che io possa denunciarlo per
stalking?»
Liz
corrugò le sopracciglia. «Intasarti il
cellulare di messaggi è un’azione da
stalker?» domandò, insicura.
«Non
ne ho idea» ammise Mary Jane,
«però dovrebbe, così
potrei…»
I
suoi occhi scorsero il messaggio, e il suo fastidio parve aumentare.
«Qui
arriva ad insultare Peter… Non posso
crederci: l’avrà visto sì e no un paio
di volte, di sfuggita, quando eravamo ancora vicini di
casa…»
Ora
era vera e propria rabbia: non una rabbia ferita, certo, ma una
rabbia colma di sdegno.
«“Almeno
i tuoi ultimi fidanzati erano
ricchi”» citò, disgustata.
«Come se sapesse qualcosa della situazione economica di
Peter, senza contare che John non l’ha mai incontrato, mentre
Harry…»
Si
interruppe bruscamente.
Liz
drizzò la testa per fissarla.
«Harry?» ripeté, interrogando
l’amica con lo sguardo. «Harry Osborn?»
Non
sapeva perché, ma le sembrava di sentire un improvviso
vuoto allo stomaco.
Mary
Jane accavallò le gambe sotto il tavolo, un
po’ a disagio. Annuì. «Siamo stati
fidanzati per un po’ di tempo, dopo la fine del
liceo…»
Liz
era rimasta senza parole. «Ah» fu tutto
ciò che riuscì a dire.
La
sensazione nel suo stomaco si stava ramificando: ora aveva
l’impressione di avere una radice sul fondo della pancia.
Mary
Jane abbassò gli occhi sul cellulare, e un silenzio
stranamente teso aleggiò tra loro due.
Liz
tentò di chiarirsi le idee. Automaticamente,
ripensò a qualche giorno prima, quando lei ed
Harry…
Aveva
cercato di non ragionarci troppo, finora… Di non
chiedersi, per esempio, come sarebbe stato se lui non
l’avesse fermata…
Adesso,
però, il ricordo si era materializzato nel suo
petto, e pretendeva
di essere riesaminato.
In
tutta onestà, se il ragazzo non si fosse tirato
indietro… Lei non l’avrebbe fatto di certo.
Era
insicura sul perché. Non era stupida, e ormai aveva
capito di tenere molto a quel ragazzo, ma sinceramente non sapeva se ne
era innamorata o meno.
Forse…
forse…
Forse
sì.
Allo
stesso tempo, però, una parte di lei pensava che era
meglio che fosse finita così, con un niente di fatto.
Per
un non-bacio, il disagio che era serpeggiato tra lei ed Harry era
stato fortissimo… Non osava immaginare cosa sarebbe successo
nel caso di un bacio vero.
E
se doveva scegliere tra il tenersi la loro amicizia e
l’avventurarsi in un qualcosa di più per il quale
Harry non era ancora pronto, in un qualcosa di più del quale
lei non era del tutto sicura… Optava per
l’amicizia senza pensarci nemmeno una volta.
L’aver
scoperto che Harry e Mary Jane erano stati fidanzati,
però…
Non
sapeva bene cosa pensarne.
“Cavolo”
gemette interiormente,
“è tutto così confuso”.
Forse,
la sua reazione di fronte a quella notizia era in parte dovuta
al fatto che, dopo aver sentito Mary Jane parlare di Peter, si era
figurata un amore nato subito dopo la rottura con Flash e interrotto
solo – brevemente – da John Jameson.
Riportando
gli occhi su Mary Jane, si schiarì la gola.
«Direi che è meglio non pensare ai messaggi di tuo
padre» disse, cercando di suonare disinvolta.
«Impegnati a pensare positivo per il provino,
piuttosto».
Mary
Jane le scoccò un’occhiata a quel forzato
cambio d’argomento. Lei si sentiva ancora un po’ a
disagio, nel ricordare la propria relazione con Harry, specialmente
perché sapeva di aver ferito il ragazzo… Ma
perché Liz avrebbe dovuto reagire così?
Alla
fine, decise di far finta di nulla. «Hai
ragione» affermò, abbozzando un sorriso.
«Posso farcela, in fondo».
Il
cuore le batté un po’ più forte a
quel pensiero.
In
realtà, non voleva permettersi di sperare troppo,
perché recitare a teatro… Era sempre stato il suo
sogno, e non avrebbe mai dimenticato come si era sentita quando
l’avevano eliminata dallo spettacolo.
Quell’umiliazione,
quella delusione, quello
sconforto… Non erano decisamente emozioni che era ansiosa di
sperimentare di nuovo.
«Forse
questa è la volta
buona…» azzardò debolmente.
Liz
le sorrise con fare incoraggiante.
«Deve
esserlo» aggiunse Mary Jane, a mezza voce.
Spazio dell’Autrice:
Eccomi! :D
Che dire? Questo era uno di quei capitoli a proposito dei quali ti
chiedi: “E adesso come cavolo lo intitolo?”
E il risultato di tanto rimuginare è Confusione.
Okay. Be’, direi che è un’emozione che
sicuramente provano sia Harry che Liz (e se sono così
confusi per un non-bacio, immaginate il casino che sarebbe derivato da
un bacio effettivo! XD)… E magari un po’ anche
Peter e Mary Jane (il primo per il comportamento strano di Liz, la
seconda per la reazione dell’amica nell’ultima
parte del capitolo u.u).
Va bene, va bene, basta parlare di titoli.
A proposito di Juliet Gelfman, la ragazza di cui
parla MJ...
l’ho tirata fuori dal terzo film.
Mi spiego: quando Mary Jane, poco dopo essersi fatta assumere come
cameriera del jazz club, decide di chiamare Harry… E mentre
scorre la rubrica del suo cellulare, uno dei nomi che si può
vedere è, appunto, Juliet Gelfman ^^
In ogni modo, arrivederci al primo di giugno!
(Queste note sono sempre chilometriche O.O)
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